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Autore: ButnowIamfeelinggood    22/09/2012    4 recensioni
Un crimine da risolvere, un uomo spietato da rinchiudere. Enea riuscirà a scoprire l'identità dell'assassino di molti suoi cari? E in più, odierà il suo colore preferito, ovvero il rosso?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A chi c'è, a chi c'è stato e a chi ci sarà. Daniela: grazie di esistere. 

 
 
Le indagini continuano con il passare dei giorni: Roberto lavora sempre più per cercare informazioni, passando notti insonni sempre più continuamente. La stanchezza è ben visibile nel suo volto: si scorgono subito le sue profonde occhiaie e la sua voce, in genere altisonante e chiara, è sempre più rauca e difficile da comprendere. Parla in continuazione di cose insensate, di strane coincidenze e credenze popolari in cui non ha mai creduto. Stranamente sono io che lo riporto su questa terra, facendogli pensare che non abbiamo tempo per rivolgerci a cose astratte e per lo più improbabili: sin da bambini era lui che interrompeva i miei discorsi filosofici.

Con il passare del tempo i pensieri aumentano: non si tratta solo di un “normale” caso; si tratta di una strage. Decido di prendere una pausa: andrà Roberto a ritirare i risultati delle varie autopsie delle vittime per trovare qualche comune indizio. Ho riflettuto tutta la notte su cosa avrei fatto oggi e ho finalmente scelto: prenderò la gondola di mio nonno e farò un giro per le vie di Venezia. Da piccolo sognavo questa città, credendo infantilmente che il clima non cambiasse mai e che si potesse sempre “navigare”, pensavo anche che un giorno mi sarei spostato proprio su una gondola, come simbolo di un amore eterno.

Da bambini si crede che tutto sia realizzabile e la tua vita è basata tutta su due fili, vicinissimi, che sembrano quasi confondersi: l’amicizia e l’amore, che insieme portano alla felicità. Sembrano i due fondamenti della vita, i due giocattoli senza di cui non potresti andare avanti e solo con il trascorrere degli anni ti rendi conto che sono tutte favole: niente di tutto ciò è vero. Siamo noi stessi che facciamo in modo di essere felici, ma l’amicizia e l’amore non ti rendono tale: siamo essere umani e poiché tali imperfetti, i rapporti, dunque, lo sono anch'essi.

Inizio a viaggiare sul mio “ronzinante” di legno e mi sento come se fossi appena nato: avevo ragione da bambino, Venezia vista da qui è meravigliosa. Con la mano di Clara poggiata sulla mia gamba tutto sarebbe migliore, il suo sorriso smagliante, i suoi capelli come fili d’oro, rendono luminose le mie giornate. La amo, non ci posso fare niente, non m’importa della sua negligenza nei miei confronti, la amo, così, com’è, la amo per me stesso, perché senza non vivrei, perché preferisco nascondere il mio dolore piuttosto che cacciarla.

Le case di Canal grande sono bellissime: mi sembra di tornare indietro, nel settecento, tutte quelle case ricamate e bellissime, la mia mente mi immerge in un mondo fatto di saggi pronti a usare solo la ragione per affrontare i problemi della vita, un mondo fatto di signore con lunghi abiti, di mercanti e borghesi, della scoperta di nuove tecnologie. Mi sento in quel mondo che da giovane avrei sognato di spiegare ad altri adolescenti, ma i vari avvenimenti della mia vita mi hanno fatto cambiare strada.

Il momento di riflessione è concluso da una telefonata improvvisa.

Silvia: è una mia collega, non abbiamo mai avuto un ottimo rapporto, sempre uno contro l’altro, pensieri opposti, ma devo riconoscere che c’è sempre stata, soprattutto nei periodi molto bui con Clara.

“Silvia, dimmi”

“Enea, rosso: rosso sangue in casa tua”

  
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