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Autore: Mao chan    07/04/2007    2 recensioni
Shaman Fight.
Va avanti, continua. Uno scontro dopo l'altro. Ancora e ancora.
Yoh combatte, e con lui tanti altri. Combatte contro Hao e contro sè stesso.
E Hao Asakura lo guarda andare avanti, lo aspetta al varco.
Perchè tanti parlano della tragedia accaduta 500 anni prima, e tremano al solo ricordo.
Ma nessuno sa cosa sia successo ancora prima, durante il suo primo Shaman Fight.
E ora, dopo mille anni, qualcosa ritorna.
E quel qualcosa, non è disposto a perdonare.
Shaman Fight.
Shaman Fight senza pietà.
Si prova ad amare e vivere. Si soffre.
Shaman Fight. Riuscirai a trovare te stesso all'uscita di quest'incubo?
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna Kyoyama, Hao Asakura, Horo Horo, Yoh Asakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo estremamente corto rispetto alla media

Capitolo estremamente corto rispetto alla media...

Doveva finire così, non me la sentivo di continuarlo dopo l'ultima frase... Non è niente di che, mi ha fatto solo sorridere mentre la scrivevo...

Spero vi piaccia comunque.

 

Capitolo 15_ That gosth in my mind

 

Non aveva avuto nemmeno il tempo di capire cos'era successo.

Lo scontro si era protratto alla pari fino a quel momento, poi era accaduto.

La ragazza era abile, sì, sapeva il fatto suo, ma era abbastanza sicuro di poterla sconfiggere.

Era quello che cercava di fare, dopotutto nessuno dei due era in vantaggio.

Anzi, aveva preparato un colpo piuttosto potente, e contava di ridurla parecchio male con quello. Si stava giusto scagliando su di lei.

Certo, certo. Lei era preparata sulla difensiva, ma...

 

Una corsa sfrenata e il suo insano desiderio di uccidere.

L'espressione decisa sul viso della ragazza, le labbra dischiuse a sussurrare qualcosa.

Impossibile sentirla con quella pioggia battente e il frastuono dello scontro.

E poi aveva poggiato di sfuggita un piede su una tomba. Una delle tante, come si addice ad ogni cimitero che si rispetti, senza nessun segno distintivo, priva di qualsiasi foto.

Inavvertitamente, aveva calciato la lapide.

Ma lui era venuto tante volte in quel cimitero a cercare spiriti potenti, e quello aveva già raggiunto il Nirvana.

Per l'ennesima volta: e allora perchè?!

 

Senza preavviso era rimasto paralizzato ed era caduto a terra.

Si era sentito risucchiare l'anima da ogni poro e aveva creduto di morire.

Dopo qualche secondo era tutto finito, e quello strano avvenimento si era lasciato alle spalle solo la paura e il dolore.

L'anima ce l'aveva ancora, forse.

Ciò che gli era stato davvero portato via era tutto il suo furyoku.

***

<< Torniamocene a Tokyo! >> esclamò Yoh sorridente dopo aver cenato.

Erano tutti riuniti intorno al tavolo ancora costellato di pietanze.

<< Subito? >> chiese Manta perplesso, posando la sua scodella sul grande tavolo della sala da pranzo Asakura.

<< Bè, facciamo... domani? Sì, domani mattina! >>

Anna guardò Yohmei, come per capire cosa ne pensava.

Il vecchio, sentendosi interpellato, tossicchiò per introdursi nella conversazione e guardò severamente il nipote.

<< Prima, durante l'allenamento, ho notato che sei passato a un livello superiore di oversoul. Bene. >>

<< Grazie nonno! >>

<< Anna-san, te lo affido in queste ultime settimane che vi separano dall'incontro. Mi raccomando. >>

<< Sì, Yohmei-sama. >>

<< Quindi torniamo a Tokyo? >>

Yohmei annuì solennemente.

<< Ahh...! Che bello! >>

Yoh si stiracchiò scompostamente e balzò in piedi.

<< Tamao, andresti ad avvertire Ryu che domani mattin... >>

<< No, Umemya-kun rimarrà qui, in casa Asakura. >> intervenne il vecchio.

<< E perchè? >>

<< Lavorerà per noi come cuoco. >>

<< Ah... okay. Peccato. Vado a salutarlo. >>

<< Non puoi. >>

<< Ma come non posso?? >>

<< Sta raccogliendo gli ingredienti per la cena di domani sul monte. >>

<< Umh. Bè, buonanotte allora! >> augurò Yoh un po' deluso, e sparì nelle stanze da bagno.

***

Non si prodigava neanche più a discutere, tanto alla fine cedeva sempre.

Forse perchè sapeva essere terribilmente persuasiva o forse perchè, molto più semplicemente, era la sua unica, dolce sorellina minore.

Fatto sta che Horo Horo le obbediva sempre, e per quanta resistenza potesse opporre inizialmente, alla fine eseguiva gli ordini di Pirica.

Anche adesso, a quell'ora indecente, era uscito a cercare la strana ragazza (anche un po' antipatica, se proprio voleva essere sincero) con cui vivevano ultimamente.

E solo perchè gliel'aveva chiesto Pirica.

 

"Qui a Tokyo non è come da noi, Horo Horo. - gli aveva detto la sorella - Qui ci sono malintenzionati ovunque, sai? Di notte poi! Una ragazza da sola... in giro...e se s'imbatte in un gruppo teppisti? La picchierebbero, la violenterebbero e poi la ucciderebbero!"

 

A quel punto non aveva certo potuto protestare, anche se la prima cosa che pensò fu che gli uomini che avessero tentato una simile impresa avrebbero dovuto essere molto, molto coraggiosi, ma un attimo dopo si sentì talmente crudele che afferrò la prima giacca disponibile e imboccò la porta senza una parola.

Non aveva idea di dove cercare Tsukay.

Aveva visitato i posti dove solitamente di trovano i giovani la sera, ma erano ormai tutti deserti, e della sciamana nemmeno l'ombra.

Controllò l'orologio.

Erano passate quasi due ore da quando era uscito.

Non credeva realmente che il primo depravato di passaggio potesse aggredire Tsukay, no, per quanto potesse sembrare indebolita non era a quei livelli...

Ma il tempo passava, e la certezza che qualcosa dovesse essere successo, lo rendeva stranamente ansioso.

Voleva solo ritrovare subito Tsukay, e lei lo avrebbe salutato e preso in giro per averla cercata. L'avrebbe trascinata a casa, e lì si sarebbe beccata una lunga ramanzina.

Ma continuava a non succedere niente, e i bui vicoli privi di qualsiasi forma di vita cominciavano ad atterrirlo.

Ogni volta che svoltava in un vicolo ancora più buio del precedente, scambiava i sacchi neri neri di spazzatura accasciati al suolo, privi di esistenza, per il corpo esangue di Tsukay, e ogni volta soffocava un brivido.

Cercò di pensare a mente fredda.

Insomma, una ragazza di quindici anni, per quanto sciamana, non scompariva la sera per non tornare senza lasciar detto nulla.

Nessuno si era introdotto nella casa, l'avrebbero sentito, e comunque se fosse stato tanto forte da strisciare silenziosamente nella camera di Tsukay e rapirla, lui non avrebbe comunque saputo dove cercarla.

Proprio mentre il nordico di arrovellava alla ricerca di un'ulteriore ipotesi, un boato e un lampo di luce scacciarono prepotentemente i suoi pensieri.

I pochi gatti che si aggiravano nelle strade rizzarono il pelo e soffiarono come belve atterrite.

Il cuore del ragazzo prese a battere velocemente.

Aveva visto benissimo il lampo stagliarsi contro il cielo, e poteva ricondurlo solo a una tecnica sciamanica.

Il respiro divenne affannoso.

Non aveva portato con sè il suo snowboard...

Prese a correre in direzione dello scontro maledicendosi in tutte le lingue che conosceva, le quali a dirla tutta, erano solo due.

 

...1000 years ago...

 

I capelli non erano più dello stesso colore di grano dorato come quando era partita. Erano logori, incrostati di fango e di sangue, intrecciati alla meno peggio con le radici di alcuni arbusti.

La pelle pallida e fragile, era ora screziata da graffi e ferite in più punti, irregolarmente arrossata in varie parti del corpo.

Un profondo taglio attraversava uno degli zigomi, e il sudore le imperlava il volto e il petto mentre si faceva strada tra le rocce della montagna.

Si guardò le unghie delle mani che poggiavano salde sulle pietre. Erano orribilmente spezzate e sanguinanti.

E poi aveva un occhio ferito, forse irrimediabilmente, non lo sapeva.

Sapeva solo che le faceva un male del diavolo quando cercava di pulirlo e non vedeva quasi più nulla.

Ma quelle le vide benissimo.

Scostò i rami di una bassa conifera, e il suo gioco di luci e bagliori colorati le colpì l'occhio sano.

Davanti a lei, altissime, fiere e imponenti, le Cascate del Niagara.

 

Si issò sulla roccia che la separava dalla loro valle.

Eccole.

Era arrivata.

Non avrebbe mai immaginato che fossero tanto perfette...

Gli occhi le brillavano di più a ogni schizzo che le arrivava.

Qualche lacrima le rigò il volto.

Poi, abbandonato ogni timore, lasciò sulla riva gli stracci che cercavano impotenti di coprire il suo corpo ferito, e si gettò in acqua.

Intorno a lei si sollevò una macchia di sangue.

Il suo, ora poteva lavarsi e toglierselo di dosso finalmente.

Aveva raggiunto la sua meta in un mese soltanto...

Fece rapidamente un paio di conti.

Quando era partita, aveva a disposizione due mesi e quindici giorni per arrivare al Villaggio dei Pache, e aveva preceduto la carovana di Hao di circa due settimane.

Poi avevano preso strade diverse, e probabilmente gli altri l'avevano superata di venti giorni.

Non sarebbe riuscita a raggiungerli sulla strada come sperava, ma era andata bene lo stesso.

Aveva ancora quasi quarantacinque giorni. Quindi, se ci avesse messo un mese per raggiungere i Pache, aveva due settimane per ottenere Spirit of Wind.

 

Chiamò mentalmente lo spirito.

"Se ci sei... mostrati."

...

Nulla.

 

Osservò la cascata.

I capelli tornarono a galleggiare sulla superficie cristallina, già più splendenti.

S'immerse, e il noto rumore del silenzio dell'acqua le accarezzò l'udito.

 

Io ti invoco, Spirito del Vento.

Mostrami il tuo potere e io ti mostrerò il mio.

 

E un rumore profondo, antico, cominciò a scuotere le cascate dall'interno e Momoya nel profondo.

E gli occhi viola di lei presero a brillare.

***

Sì, poteva distinguere il suo impermeabile nell'oscurità.

Il cuore di Horo Horo si alleggerì.

Era inginocchiata accanto a qualcosa, gli dava le spalle, ma sembrava stesse bene.

<< Tsukay! Tsukay! >>

Sì! Ora svrebbe voltato lentamente la testa e lui avrebbe incontrato un'espressione scossa, piangente e spaventata, ma si sarebbè riscaldata alla sua vista.

In effetti, Tsukay voltò lentamente la testa verso Horo Horo, ma la sua espressione non era nè scossa, nè piangente, nè tanto meno spaventata. E alla sua vista tradì unicamente un vago stupore.

<< Horo Horo? >>

Il ragazzo la raggiunse velocemente.

<< Stai bene? >>

<< Umh? Sì. >>

<< Ah, beniss... COME SAREBBE A DIRE "Umh? Sì."?! >>

<< Sarebbe a dire che sto bene. >>

<< Questo l'avevo capito! Ma che diavolo ti è saltato in mente di sparire a quest'ora?! Cazzo, ci hai fatto perdere dieci anni di vita!! E poi quel... quel... lampo! E sei in un cimitero!! >>

<< Horo Horo? >>

<< EH?!! >>

<< Calmati. >>

<< S-se... >>

Dopo un paio di respiri profondi, lo sciamano fu abbastanza calmo da notare che la cosa che giaceva vicino a Tsukay, era un ragazzo. Svenuto.

<< Chi è lui? >> chiese indicandolo.

<< Si chiama Ren Tao. E partecipa al torneo. >>

<< Ci hai combattuto? >>

<< Sì, ma non l'ho steso io... >>

<< E allora chi è stato? >>

La ragazza accennò a una tomba vicina.

Era una lapide spoglia, priva di qualsiasi fotografia.

Sopra ci era stato inciso un nome di recente, ma era una calligrafia talmente inesperta, che Horo Horo dovette avvicinarsi non poco per leggerne il contenuto.

<< Kadakusushi. Che nome strano! >>

Tsukay abbassò gli occhi.

Strano. Già.

<< A quanto pare lo spirito non ha gradito che qualcuno calpestasse questa tomba... >>

<< E' impossibile! Uno spirito non può ridurre così uno sciamano! >> gridò Horo Horo turbato. Oltretutto quello spirito non si mostrava.

<< Lei può. >> disse la sciamana flebilmente.

Il ragazzo la fissò.

<< La conoscevi? >>

Tsukay non rispose, si limitò a togliere la strana arma dalle mani del cinese.

<< Horo Horo, aiutami a trasportare questo qui! >>

<< Che?! Ce lo portiamo via?! >>

La ragazza gli lanciò un'occhiata di ghiaccio.

<< Lui è la persona che cercava quella pazza che si è introdotta in casa nostra! Ed è anche il prossimo avversario di Yoh! Se vogliamo saperne di più su questo mistero, deve venire con noi! >>

Horo Horo aprì la bocca per protestare, ma alla seconda gelida occhiata della compagna, la chiuse ermeticamente e l'aiutò a sollevare il corpo di Ren Tao.

***

<< Il sole appena sorto mette sempre di buon umore, non è vero Manta? >> esclamò Yoh lasciando cadere gli zaini straripanti nel vialetto delle ex Terme Funbari.

Si stiracchiò rumorosamente e si beccò un sonoro ceffone dalla promessa sposa, che lo mandò lungo disteso.

<< Non provare più a comportarti da sciattone davanti a me, Yoh Asakura! >>

<< Sì, Anna! Perdonami! >> piagnucolò lui.

<< Vieni Tamao, entriamo. >>

La ragazzina annuì servizievole e raccolse le valige che Yoh aveva mollato a terra prima di seguirla.

<< Yoh, va tutto bene? >> chiese Manta aiutando l'amico ad alzarsi.

<< Sì, tutto okay... >>

<< Certo che i poteri di tuo nonno sono davvero incredibili! Siamo arrivati qui in poche ore, mentre io e Ryu ci abbiamo messo un'eternità! >> [Sì, circa due capitoli contro un paio di righe! Comodo!NdMao]

Anna non aspettò che Tamao la raggiungesse trascinandosi dietro i bagagli, e aprì la vecchia porta di pino con un regale giro di chiavi.

Sfortunatamente, la vista che le si presentò davanti non fu altrettanto *regale*.

Tsukay se ne stava letteralmente "appesa" allo schienale del divano a fare zapping con aria annoiata e occhiaie tanto profonde che sembrava che gli occhi le sarebbero scivolati sulle guance da un momento all'altro, mentre sgranocchiava alcuni biscotti al cioccolato, senza curarsi delle briciole che cadevano senza posa sul divano.

Horo Horo era in cima alle scale, ancora bagnato e chiaramente appena uscito dalla doccia, unico pudore: un asciugamano striminzito avvolto intorno alla vita. Chiamava a gran voce la sorella, per motivi ignoti.

Pirica sbucò proprio in quel momento dalla cucina, coperta di porridge da capo a piedi (probabilmente era la prima volta che si cimentava nell'impresa culinaria), e gettò al fratello uno sguardo esasperato.

La casa era ridotta un obbrobrio.

Anna fissò i tre, e i tre fissarono Anna.

I loro sguardi passarono dalla noia, all'attonito, al terrore puro.

Tamao fece otto passi indietro.

Non ci è dato sapere cosa accadde in seguito alle strazianti grida dei tre ragazzi.

Continua...

 

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato fin ora.

Non so quanto il prossimo capitolo si farà attendere purtroppo.

Sto attraversando un lungo e odioso blocco.

  
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