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Autore: Mao chan    04/11/2007    2 recensioni
Shaman Fight.
Va avanti, continua. Uno scontro dopo l'altro. Ancora e ancora.
Yoh combatte, e con lui tanti altri. Combatte contro Hao e contro sè stesso.
E Hao Asakura lo guarda andare avanti, lo aspetta al varco.
Perchè tanti parlano della tragedia accaduta 500 anni prima, e tremano al solo ricordo.
Ma nessuno sa cosa sia successo ancora prima, durante il suo primo Shaman Fight.
E ora, dopo mille anni, qualcosa ritorna.
E quel qualcosa, non è disposto a perdonare.
Shaman Fight.
Shaman Fight senza pietà.
Si prova ad amare e vivere. Si soffre.
Shaman Fight. Riuscirai a trovare te stesso all'uscita di quest'incubo?
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna Kyoyama, Hao Asakura, Horo Horo, Yoh Asakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Sto perdendo questa storia.

Qualcuno la riaccenda, per favore.

 

Capitolo 16_  Kaori's doing well!

 

<< Aspetta Yoh, non puoi entrare lì!! >>

Horo Horo si esibì in un balzo da cinque metri e mezzo saltando gli ultimi tre gradini della rampa e atterrando (a faccia a terra) tra Yoh e il fusuma.

<< Ma perchè? >> chiese Yoh vagamente sorpreso. << E' la mia stanza. >>

<< Sì, certo, lo so, ma... >>

Lo sciamano nordico si mordicchiava il labbro inferiore e si strofinava il bernoccolo con forza, ma non rispondeva.

<< Ehi, amico? Mi senti? >>

<< YOH!! >>

Tsukay afferrò un braccio del ragazzo, trascinandolo lontano dalla porta.

<< Devi capire... >> si affrettò a scusarsi. << Non ci aspettavamo che tornaste oggi, quindi la stanza è ridotta peggio di un porcile! >>

Lanciò a Horo Horo un'occhiata di puro disgusto per sottolineare di chi era la colpa, e fu uno sguardo talmente sentito, che Yoh non colse la nota di simulazione.

E quasi non la colse nemmeno Horo Horo.

<< Ehi, non c'è problema. >> disse il moro sorridendo e staccandosi gentilmente dalla presa quasi spasmodica dell'amica. << Metto a posto io. >> concluse con semplicità.

<< Er... No! Dai, è colpa nostra, ci pensiamo noi! >> disse Tsukay con voce incredibilmente acuta.

Il ragazzo dell'Hokkaido annuì con vigore.

<< Davvero, ragazzi, non c'è problema... >>

<< Oh, sì invece! >> intervenne Anna.

Era appoggiata al corrimano in cima alle scale, e fissava gli sciamani con sguardo severo.

<< Puliscono loro. Tanto per cominciare. >>

Tsukay e Horo Horo non erano mai stati tanto felici di ricevere un ordine.

<< Ovviamente! E' il minimo che possiamo fare! >>

Con un ultima glaciale occhiata, l'itako si voltò facendo elegantemente volteggiare i suoi capelli biondi e la sciarpa rossa.

<< Tu, Yoh, vieni con me. Ho un nuovo programma di allenamenti. >>

<< Cosa...? Anna... ti prego... >> protestò debolmente il ragazzo, ma la stava già seguendo in giardino.

Quando entrambi furono spariti al piano inferiore, Horo Horo aprì silenziosamente il fusuma e sgattaiolò nella stanza, immediatamente seguito da Tsukay.

 

La ragazza si richiuse i pannelli alle spalle sospirando.

<< C'è mancato davvero poco... >> sbuffò il ragazzo nordico gettando un'occhiata bieca al ragazzo cinese che dormiva beatamente nel futon.

<< Ti sbagli, non c'è mancato niente... >> lo corresse l'altra inginocchiata sulla soglia.

<< Cosa intendi dire? >>

<< Anna se n'è accorta. >>

<< No... >>

<< Sì. >>

I due si scambiarono uno sguardo rassegnato.

<< Che facciamo? >>

<< Non ne ho idea... >>

Horo Horo si lasciò cadere seduto, dondolando nervosamente il piede sul tatami.

<< E' tutta colpa tua! >> proruppe seccato. << Perchè cazzo abbiamo dovuto portarci dietro questo qui? >>

<< Non rompere, Horo Horo. >>

Lui la guardò torvo.

Dopo quella notte al cimitero, quella era la seconda volta che lo chiamava per nome senza aggiungere il "kun".

<< Sai, adesso che ci penso con chiarezza e lucidità... >>

<< Ah, così tu pensi perfino! >>

<< ...non me ne frega niente di sapere perchè quella pazza scatenata cercava 'sto qui. Consegnamolo a Yoh e tanti saluti. >> disse il ragazzo ignorandola.

Ancora una volta i due sguardi si fronteggiarono.

<< No. >>

<< Ma perchè?! Cosa ti lega a lui?! >>

<< Ragiona! Di questi tempi, i cimiteri sono luoghi molto frequentati da sciamani stranieri a caccia di spiriti. Se l'avessimo lasciato lì sarebbe stato trovato da qualcun'altro e sarebbe stato ucciso, o forse avrebbe ucciso lui, ma comunque la voce di un omicidio sciamanico al di fuori del torneo a Tokyo si sarebbe sparsa velocemente tra i partecipanti... >>

<< E allora? >>

<< Allora un gran numero di avversari si sarebbe riversato in quel cimitero per capire cosa diavolo sia successo, e l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un incontrollabile afflusso di avversari vicino a noi. >>

<< Una bella seccatura, sì. Ma anche se fosse? >>

<< Qualcuno potrebbe averci visti l'altra notte, e comunque verremmo coinvolti. Non ho voglia di altri problemi. >>

Horo Horo la guardò sospettoso.

<< Non credo a una sola parola di quello che hai detto. Ma se vuoi proteggere quello spirito da occhi indiscreti, fa' pure. >>

Tsukay vacillò.

La realtà era diversa in effetti.

Lo sciamano aveva intuito il motivo principale, ma non era solo quello.

Non sapeva se si trattasse davvero della presenza di quel cinese, ma quella notte non era stata tormentata dagli incubi.

<< Io ti ho detto la verità. >> mentì spudoratamente, ma con fermezza.

<< Okay, non importa. >>

Come sapeva, lui, che non stava dicendo altro che menzogne?

L'aveva giudicato uno stupido, e uno stupido era. Doveva essere uno stupido, perchè lei, su queste cose, non si era mai sbagliata.

Forse non era riuscita ad essere davvero convincente, o la scusa che aveva usato era davvero assurda.

Si portò le ginocchia sul petto e le abbracciò.

Ultimamente aveva preso l'abitudine di portare sempre il kimono quando era in casa, e in quel momento il kimono le scivolò sulle gambe scoprendole le coscie.

Una fugace occhiata del ragazzo le fece riassestare la veste con un gesto stizzoso.

<< Bè, che facciamo? Continua a dormire imperterrito. >>

<< Sì, ma se lo svegliamo potrebbe dare di matto e distruggere tutto. E' piuttosto violento, e non credo gli piaccia parlare. >>

Tsukay storse il naso cercando una soluzione veloce e silenziosa.

Buttarlo fuori mentre era ancora privo di sensi? Inutile, oltre che stupido.

Ucciderlo nel sonno? Non sarebbe stata una cattiva idea, e avrebbe potuto evitare fastidiose implicazioni future... Ma poi avrebbero avuto un cadavere da spiegare e nessuna informazione in più.

Svegliarlo per ricavare informazioni. Per poi trovarsi con uno sciamano impazzito con manie omicide.

Aprì la bocca per esporre il vuoto della sua mente, ma prima che potesse anche solo articolare una qualsiasi frase sensata, un fracasso infernale di grida, piatti e posate che s'infrangevano a terra li investì.

<< Ma che diavolo...? >>

Si alzarono di scatto da terra e si precipitarono a impugnare le loro armi.

Kibya e Kororo comparvero immediatamente al fianco dei loro padroni.

 

 

...1000 years ago...

 

Sulle Cascate era scesa la sera, ma non vi era silenzio.

E nemmeno tenebra.

Migliaia di minuscole luci si posavano elegantemente sulla superfiie dell'acqua, emettendo suoni impercettibili sotto il rumore delle Cascate che precipitavano nel fiume.

Ma Momoya poteva sentirli.

 

Erano sottilissime risate, tanto cristalline da assomigliare a gentili rintocchi di quarzo.

Fuochi Fatui.

Volteggiavano sulla corrente irruenta e illuminavano il buio della notte donando preziosi riflessi a ogni molecola d'acqua presente intorno alla ragazza.

 

E lei, che non era mai emersa del tutto, galleggiava abbandonata come una bellissima ninfa, mentre i Fuochi le intrecciavano i capelli dorati o danzavano sul suo corpo, guarendo la sua pelle con un semplice tocco.

Perchè quello era un luogo incantato, presieduto da uno dei grandi Spiriti della Natura.

<< Voglio vederlo. >> sussurrò lei. << Voglio vedere Spirit of Wind. >>

I fuochi più vicini si fermarono per un attimo ad osservarla.

Poi uno di loro parlò.

<< Chi sei tu, ninfa, a cui è stato accordato l'accesso in questo luogo sacro, e chiedi di vedere lo Spirito? >>

<< Mi chiamo Momoya, e mi sono contrapposta a tutti coloro che hanno tentato di impedirmi di entrare. >>

Calò il silenzio più totale, e i Fuochi Fatui si ritrassero quando lei si mosse, toccando il fondo con i piedi.

Alcuni di loro si sollevarono dalla superficie e si unirono, agglomerandosi in un unico essere formato da centinaia di piccole luci.

Gli altri si raggrupparono intorno, inchinandosi a lui.

<< Hai sfidato gli spiriti guardiani per entrare? >>

Anche la sua voce era l'unione di quelle dei Fuochi, e gli conferiva un tono mistico.

Chiaramente, fino a un attimo prima che lei parlasse, avevano pensato che fosse un'innocua ninfa.

<< Sì. E li ho sconfitti. >>

Numerosi mormorii sconnessi, messi a tacere da un regale gesto dell'Essere.

<< Perchè sei venuta, umana? >>

Questa volta c'era un tono di minaccia nella sua voce.

<< Ciò che voglio, è solo ottenere la collaborazione dello Spirito. Che accetti di combattere al mio fianco per il mio signore. >>

Alcuni urlarono, altri scomparvero.

Sembravano tante fiammelle agitate, e alcune si spegnevano improvvisamente.

Anche l'Essere si allontanò un poco.

<< Vattene! Non sei la benvenuta! >>

Ma la notte stava facendo di Momoya una creatura sua.

Il buio che l'avvolgeva cominciava a penetrare nel suo corpo, nei suoi occhi.

Come quella volta che era scomparsa davanti agli occhi di Mid Night o aveva recuperato il Quarto Sigillo.

Gli occhi viola assunsero una scintilla crudele.

I Fuochi Fatui si resero conto troppo tardi di cosa stava succedendo.

Bruciarono insieme, divorati dalle loro stesse fiamme, dalle fiamme degli occhi di lei, dando vita ad un unico straziante urlo di terrore che ancora rieccheggia per quelle foreste.

Le civette e i rapaci volarono lontano e i lupi ulularono atterriti quella notte.

 

E da quella notte, quel luogo incantato sarà buio per sempre.

***

Appena riuscita a varcare di nuovo la soglia di casa Asakura l'aveva saputo.

Ren Tao si trovava lì.

L'odore del suo furyoku era diventato inconfondibile per le sue narici, così come il fetore del suo proprietario.

<< Avete un fottuto cinese qui? >>

Anna scosse la chioma bionda e squadrò la nuova arrivata.

<< Hai frantumato un servizio da tavola piuttosto pregiato, carina. >>

La ragazza si passò una mano tra i lunghi capelli corvini, e masticò rumorosamente la gomma che teneva in bocca.

<< Non me ne frega niente. >> rispose serenamente, scrutando tranquilla i ragazzi che aveva davanti.

<< Non permetterti di rivolgerti a me con questo tono. >> disse l'itako, diventando pericolosamente calma.

<< Io parlo come mi pare. Allora, questo cinese? >>

Anna fece scorrere le dita sulle perle che portava al collo, saggiando l'effetto che avrebbe fatto usarle, poi ci ripensò e afferrò Yoh, spingendolo in avanti.

<< Uccidila nel minor tempo possibile. >>

Il ragazzo sospirò rassegnato.

<< La sconfiggo, ma non la uccido. >>

<< Come ti pare, a ucciderla ci penso io. >>

<< Tu sei... >> mormorò per la prima volta Pirica, gli occhi fissi sui frammenti di vetro sparsi sul tatami. << Perchè sei tornata? >>

<< La conosci? >> chiese Yoh appena sorpreso.

Infondo tutto ciò non gl'importava granché.

<< Sai cosa significa questo? >> chiese Anna al fidanzato. << Significa che questa stronza era già entrata in casa nostra, e loro l'hanno lasciata fuggire come se niente fosse. >>

La sua ostilità sembrava rivolta a Pirica, più che alla sconosciuta.

<< Sì, sono già venuta qui. Ma non c'era ciò che cercavo, ed ero un po' sovraeccitata. >> chiarì la mora. << E poi ho trovato solo un'altra sciamana ad accogliermi... >>

<< Parli di me? >>

Tsukay era in piedi davanti al fusuma, lo Yukanyo sfoderato tra le mani e lo sguardo corrucciato. Al suo fianco, Horo Horo, proteso in avanti, accarezzava il suo snowboard.

<< Esatto, quei due li ho già visti. >>

<< Cosa vuoi? >>

<< Siete tardi! >> scattò la ragazza esasperata, togliendosi la gomma dalla bocca e schiacciandola sulla credenza.

<< Il cinese! CI-NE-SE! >> scandì per l'ennesima volta.

Horo Horo rimase un attimo in silenzio, poi, ignorando completamente l'intrusa, si rivolse a Tsukay.

<< Ehi, ecco la soluzione! Diamolo a lei! >>

Tsukay voltò lo sguardo verso l'amico.

<< Cosa...? Bè... >>

Prima che potesse rispondere, un veloce spostamento d'aria le ricordò che non era quello il momento di discutere.

Fece roteare il bastone sopra la testa, caricando un fendente che sarebbe stato micidiale se avesse avuto l'occasione di usarlo, ma la katana della sconosciuta si era già scontrata con l'Harusame di Yoh.

<< Allora ci pensi tu? >> chiese lo sciamano nordico, appoggiandosi allo snowboard, con aria quasi annoiata.

Il ragazzo moro annuì, e le due armi si scontrarono nuovamente, producendo orribili suoni metallici.

<< Mi domando cosa credi di fare da sola contro un'itako e tre sciamani. >> sorrise Anna strafottente.

Gli altri due rimasero fermi sulla soglia della cucina, le armi in pugno, nel remoto caso che ci fosse stato bisogno di un loro intervento.

<< Dai, Yoh! Vediamo quanto sei migliorato! >> lo incitò Horo Horo spostando il peso da una gamba all'altra, eccitato dallo scontro.

La ragazza dai lunghi capelli neri sbuffò e provò a scattare a destra per scivolare alle spalle di Yoh, ma fu prontamente bloccata.

<< Senti, vuoi combattere o no? >>

<< Non voglio combattere con te, voglio solo quel ragazzo! >>

Poi serrò le labbra e si buttò a sinistra. Yoh le tagliò pigramente la strada con l'Harusame, ma quando dei freddi schizzi di sangue lo colpirono in pieno viso indietreggiò per la sorpresa.

La spada era affondata nella spalla della ragazza, perchè quella non aveva alzato la sua katana per difendersi.

<< Ma cosa... >>

L'intrusa non emise un gemito e si fiondò rapidamente tra Tsukay e Horo Horo, che le sbarrarono la strada con le loro armi. E anche sta volta queste incontrarono senza difficoltà la carne della sciamana, che tuttavia non rallentò la sua corsa.

Horo Horo fece per trattenerla, ma a un cenno di Anna si fermò.

<< Lasciala passare. >>

Stupefatti e impressionati, i due ragazzi sciolsero l'oversoul e lasciarono che la strana ragazza salisse le scale a velocità impressionante senza dire una parola.

<< Che diavolo stava facendo?! >> gridò Horo Horo. << Non la inseguiamo? >>

<< Non hai capito stupido? A quella non interessa di farsi del male. Le basta arrivare dal vostro cinesino. >>

L'itako afferrò il fidanzato per la maglietta e lo scaraventò fuori dalla stanza.

<< Quella ha capito subito di che pasta sei fatto! Ti è bastato vedere che la stavi uccidendo e ti sei fermato! >>

<< Non sarebbe stato giusto... >>

<< E' giusto quello che sta facendo lei?! >>

Anna stava seriamente perdendo la pazienza.

Lanciò uno sguardo furioso agli altri presenti.

<< Tao Ren si deve scontrare con Yoh tra qualche giorno! Cosa pensavate di fare tenendolo qui? >>

<< E' per via di uno spirito anomalo... >> cominciò timidamente Tsukay, ma fu zittita immediatamente.

<< Non mi interessa. Buttatelo fuori insieme alla sua amica! >>

I due ragazzi decisero che era meglio non discutere, ricrearono velocemente l'oversoul e salirono al piano superiore.

***

Forse li aveva sottovalutati.

I colpi che aveva ricevuto non erano mirati a ferirla, ma solo a bloccarla. Eppure aveva perso molto sangue. Troppo.

Tuffò il suo sguardo appannato nei grandi occhi gialli di Ren Tao. Avevano un luce crudele. Ed erano aperti.

<< Ren Tao. Finalmente... >>

La sua voce tremò di rabbia, si morse un labbro in profondità, fino a staccarne quasi un pezzo.

Il cinese le sorrise beffardo.

<< Mi dispiace non poter ricambiare il saluto... a quanto pare hai atteso tanto tempo per incontrarmi. Ma vedi... Io non ho idea di chi tu sia. >>

Il sangue della ragazza gocciolava placido sul tatami, formando varie macchie scure sul pavimento.

<< Il mio nome è Kaori. Kaori Horaki. >>

Kaori tossì sangue e catarro, il che le aumentò l'emorragia sulla spalla e la costrinse a scivolare a terra.

<< Non mi dice nulla. >>

<< Lo so. >> ansimò quella, sorridendo appena. << Lo so e non m'importa. >>

<< Allora cosa vuoi? Combattere? In quelle condizioni? >>

Il ragazzo rise, sinceramente divertito.

Le sue risa erano per lei una lama molto più affilata dell'Harusame, o della sua katana.

Erano odio.

Ciò che lei aveva allevato, quasi con amore, per tutto quel tempo, ciò che l'aveva mantenuta in vita così a lungo.

Ciò che l'aveva spinta a non morire per dieci anni.

E ora, ora doveva ucciderlo.

Strinse la sua katana.

Lui non avrebbe mai potuto sconfiggerla, no.

Scoppiò a ridere.

<< Ren Tao. >>

Tsukay era entrata nella stanza, e fissava gelida lo sciamano.

<< Adesso vattene e fatti vedere solo il giorno della sfida. >> ordinò.

Il suo tono era calmo, piatto. I suoi occhi vuoti e sconfitti.

<< Va' via. >> scandì.

Ren scattò in piedi, livido di rabbia. L'aveva riconosciuta.

<< Tu...! Tu non mi hai sconfitto! Non sei stata tu! >> gridò fuori di sè.

<< Ma posso farlo adesso! >>

Tsukay portò lo Yukanyo davanti a lei, Kibya aizzò un oversoul argentato, più potente di quello che lui aveva visto due sere prima.

<< Non credo che tu sia già in grado di combattere dopo la caduta dell'altra notte. >>

La ragazza ferita guardava i due sciamani fronteggiarsi, senza capire.

Poteva notare l'incertezza nel volto di Ren e la rabbia repressa nell'espressione della sua avversaria.

<< Tsukay, tutto apposto? >>

La voce di Yoh risuonò limpida dal piano inferiore.

Gli occhi scuri della sciamana non abbandonarono un attimo il cinese, mentre lui si avvicinava alla finestra e l'apriva.

<< Me ne vado solo perchè c'è lui, e la nostra sfida non è fissata per oggi. >>

Tsukay sorrise.

<< E' bello vedere che hai senso dell'onore. >>

Il ragazzo uscì senza aggiungere altro.

***

Anna non disse nulla mentre Pirica e Manta medicavano la ragazza.

Kaori non oppose resistenza, si lasciò spogliare, disinfettare e fasciare, ma aveva comunque perso troppo sangue. Così la ragazza Ainu l'accompagnò all'ospedale più vicino.

<< Come ha detto di chiamarsi? >> chiese l'itako sfogliando una rivista, senza troppo interesse.

<< Kaori. >>

<< Scusate, forse non ho capito bene... >> intervenne timidamente Manta. << Potete ripetermi perchè si è lasciata colpire in quel modo? >>

<< Per coglierci di sorpresa e proseguire, credo. >> rispose Tsukay dubbiosa.

<< Sì, ma che senso aveva? Se non ho capito male il suo obbiettivo era uccidere Tao. Come avrebbe fatto ridotta così? >>

<< Credo che queste domande dovremo porle direttamente a lei quando tornerà. >> disse Yoh, sedendosi accanto agli amici.

<< Yoh, sei sicuro di volerla tenere qui? Non sembra una ragazza ben disposta... >> cominciò la sciamana guardandolo.

<< Neanche tu lo sembravi all'inizio. >>

Sorrisero al ricordo.

<< Potremo ricavarne delle informazioni su Ren e poi lasciarla andare. Comunque la rivedremo al torneo, se supererà le eliminatorie. >> gridò Horo Horo dalla cucina.

<< Mah, quando quel tizio se n'è andato, si è come spenta... >> riflettè il moro.

<< Tutto, purché non sia disordinata quanto Tsukay o Horo Horo e non cerchi assiduamente di ucciderci. >> concluse Anna alzandosi e salendo le scale.

Avrebbe dovuto ricordare a Yoh che casa Asakura non era un rifugio per sciamani in difficoltà.

Prima o poi.

 

Tsukay raccolse lo Yukanyo, lo ripose nella sua custodia e se lo caricò in spalla.

<< Esci? >> chiese Manta, soffocando i suoi timori. << Non hai paura d'incontrare...quello lì? >>

<< Non preoccuparti. Anche "quello lì" avrà voglia di prendersi una pausa, immagino. >> rispose lei sorridente.

<< Dove vai? >>

<< Farò un salto in ospedale. Pensavo di dare il cambio a Pirica. >>

Manta annuì,e la ragazza uscì nel vialetto.

<< Perché vuoi parlare con Kaori da sola? >>

Kibya comparve accanto a lei, fluttuando nella calda aria estiva

<< Perché conosci sempre esattamente tutte le mie intenzioni? >>

<< Perché se non fossi pazza come te, non riusciremmo a creare nessun over soul. >>

<< Credo che acceterò la tua risposta. >>

Tsukay sorrise.

<< E quindi...? >>

<< E quindi voglio parlare con lei da sola perché mi sentirei più a mio agio. >>

<< Pensi che potrebbe dirti cose che altrimenti non direbbe? >>

<< In parte. Perché entrambe stiamo cercando una persona a cui vogliamo fare del male. >>

Era la prima volta dopo molto tempo che Tsukay vi accennava.

Lo spirito esplorò a fondo la sua espressione distesa con lo sguardo, ma non vi trovò menzogna.

Camminarono in silenzio fino all'ospedale.

***

<< Vuoi qualcosa da bere...? >>

Pirica guardò la ragazza, tormentandosi un ciuffo di capelli azzurri. Perché era lì? Cercava di essere carina con un'avversaria di suo fratello, l'aveva portata in ospedale. Ma era necessario perfino che ci parlasse?

Kaori, così aveva detto di chiamarsi, scosse appena il capo, tornando a guardare fisso davanti a sé, un attimo dopo.

Non si degnava nemmeno di risponderle, quindi non era necessario continuare a parlarci.

<< Bè, se non hai bisogno di niente me ne vado. >> disse rigida, raccolse la giacca e mise una mano sulla maniglia della stanza.

Ma le stanze in ospedale lei, le aveva sempre detestate.

<< Queste camere sono orribili. >>

Kaori mise finalmente a fuoco la sua immagine, piegò leggermente la testa da un lato, lasciando che i lunghi capelli corvini le ricadessero sulla spalla destra.

<< Perché me lo dici? Lo trovo un po' indelicato da parte tua, contando che dovrò passare i prossimi tre giorni proprio in questa stanza. >>

<< Io dico quello che mi passa per la mente. Sempre. >>

La mora annuì.

<< Allora sentiamo. Non ti faccio paura? >>

Pirica sospirò, si voltò lentamente e si appoggiò alla porta.

<< No, mi fai impressione. >>

<< Sono folle. Pazza. Questo non ti spaventa? >>

<< No. >>

<< E come mai? >>

<< Non lo so, suppongo che se tu avessi voluto farmi del male l'avresti già fatto. >>

Si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi la ragazza Ainu uscì senza aggiungere una parola.

Lei e Tsukay si incontrarono nel corridoio.

<< Mi dai il cambio? >>

Tsukay sorrise.

<< Diciamo così. >>

<< Non è una tipa molto socievole comunque. >>

<< Sopravviverò. >>

La sciamana si fece indicare la camera e vi entrò, sicura, discreta.

<< Proprio tu. >> disse Kaori senza guardarla, non appena fu nella stanza.

<< Volevi parlarmi? >>

La ragazza trascinò una sedia al fianco del letto.

<< Tu volevi parlarmi. >>

<< E' vero. >> ammise Tsukay tranquilla. Raccolse i lunghi capelli in una coda e poggiò lo Yukanyo a terra. << Come facevi a sapere che Tao Ren era in casa Asakura? >>

<< Asakura, eh? Quante persone deve attrarre questo cognome. Persone pericolose. >>

<< Ti sembro pericolosa? >>

<< Non sono sicura che tu alloggi in quella casa a causa del nome del proprietario. >>

<< No, infatti. >>

Kaori si lasciò affondare nel cuscino, rilassata.

<< Vi ho visto al cimitero, mentre combattevate. >>

<< Ma eri già venuta a casa nostra. >>

<< Ah, già... >>

La ragazza ridacchiò.

<< Quella volta ero sotto l'effetto di psicofarmaci. Come sai, io stavo cercando quel Tao. Gli Asakura sono la più grande famiglia sciamanica del Giappone, i Tao quella della Cina. Non ricordo bene che strano collegamento mentale mi abbia spinto a fare irruzione nella vostra soffitta. >>

<< Quindi quando hai visto me e Horo Horo al cimitero, ci hai riconosciuto e sei tornata. >>

<< Sì. >>

<< Me se c'eri anche tu quella notte, perché non hai attaccato Tao Ren in quel frangente? >>

<< La tomba. >>

<< Cosa? >>

<< Avevo capito che c'era qualcosa che non andava in quella tomba, quella di cui lo spirito dicono abbia già raggiunto il Nirvana. >>

<< Come facevi a saperlo? Non si avverte nessuna presenza spirituale, non c'è nessuno spirito. >> disse Tsukay, improvvisamente turbata.

<< Ciò che dici è vero. Ma mi era già capitato di vedere strane morti in quel cimitero. >>

<< Non ho sentito di nessun altra morte misteriosa avvenuta nei dintorni... >>

<< Oh, ma io non parlo di sciamani o esseri umani. >>

Tsukay la guardò interrogativa, mordendosi il labbro inferiore.

<< Topi, scarafaggi e altri piccoli animali che hanno osato camminare su quel tumulo. Tutti morti sul colpo, senza una causa. >>

<< Osservi i topi e gli scarafaggi di un cimitero...? >>

Un ghigno deformò le labbra della ragazza mora.

<< Tu non conosci la mia vita, la mia esistenza, i miei perché. Non cercare di capirli. >>

Kibya comparve alle spalle della padrona, in guardia, pronta ad assimilarsi allo Yukanyo se fosse stato necessario.

Sta calma. Non combatteremo adesso.

Il pensiero di Tsukay la raggiunse nitido e deciso.

<< Perché vuoi uccidere Tao Ren? >>

Kaori tornò a fissare i suoi occhi neri sulla porta, riprendendo il suo atteggiamento indifferente.

<< Mi dispiace deludere la tua sete di sapere, ma si tratta della più banale delle vendette. I Tao hanno sterminato la mia famiglia. >>

<< Perché l'hanno fatto? >>

<< Avevano paura di noi. >> rispose Kaori, glaciale.

<< Se è così, perché dovresti mirare a Ren che avrai comunque occasione di incontrare durante lo Shaman Fight? >>

L'altra sciamana si voltò, il volto contratto dalla rabbia.

<< Non aspetterò di incontrarlo sul campo di battaglia. >>

Tsukay stava per rispondere, ma il cellulare squillò prepotente nella sua tasca. Insistente, lamentoso.

<< Scusami. Avremo modo di continuare il nostro dialogo in un altro momento. >>

<< Certo, tanto per i prossimi tre giorni sono bloccata qui, grazie a te e ai tuoi amici. >>

Tsukay raccolse il bastone e uscì dalla stanza.

<< Pronto? >>

<< Ehi Tsukay! Sono Tamao. >>

<< E' successo qualcosa a casa? >>

<< No, sono rientrata da poco, mi hanno raccontato l'accaduto. >>

<< Per fortuna. Allora che c'è? >>

<< Senti... >>

La ragazza dall'altra parte del ricevitore abbassò la voce, come se fosse preoccupata che qualcuno potesse sentirla.

<< Mi stavo esercitando nel kokkuri, e...bè... Credo che ci sia qualcosa che dovresti sapere a proposito di quella ragazza, Kaori. >>

<< Io? Puoi parlare direttamente con Yoh ed Anna, Tamao, non... >>

<< Credo che sia tu a doverlo sapere per prima. >>

<< Perché? >>

<< Perché nei confronti della prossima sfida di Yoh, pensandoci, sei neutrale. >>

<< Ma cosa significa? Vuoi parlare chiaro? >>

La sciamana si lasciò alle spalle l'ospedale, e si sedette all'ombra di un salice, nel cortile.

<< Ho avuto accesso a delle strane informazioni. >>

<< E come hai fatto? >>

<< Insomma, vuoi saperlo o no? >>

Tsukay sospirò.

<< Avanti, dimmi. >>

<< Forse Kaori non ci ha detto tutto. >>

<< No, veramente Kaori non ci ha detto proprio nulla. >>

<< Intendo dire...non ci ha detto tutto quello che era necessario dirci. >>

<< Hai finito di girarci intorno? >>

Tamao esitò. E infine sputò quello che aveva da dire tutto d'un fiato, nella cornetta del suo cellulare.

Tsukay si ritrovò a fissare l'erba davanti a sé, senza pensare, con lo sguardo stordito di Kibya appoggiato sui capelli biondo cenere.

Poi sorrise.

" Il nome completo di Kaori, è Kaori Tao. "

Ora sì che la cosa si fa interessante.

Continua...

 

 

 

ANTICIPAZIONI DEL PROSSIMO CAPITOLO:

 

.: Era come viaggiare nel mondo esterno abbandonando il proprio corpo. Vedeva con gli occhi dell'anima e dello spirito, ogni cosa sfumata di un azzurro leggero, e le informazioni che ricercava brillavano.

<< Questo è il mondo del kokkuri. >>

*

I profondi occhi gialli dell'avversario si fissarono sui suoi, senza lasciargli possibilità si sfuggire a quello sguardo.

<< Yoh Asakura. Questa notte, qui, tu morirai. >>

Altre iridi, arrossate da anni di agonizzante dolore, seguivano l'incontro.

Vuote come quelle di un morto, trasparenti come quelle di uno spirito. :.

 

Le eliminatorie dello Shaman Fight si avviano alla conclusione con l'ultimo incontro: Ren Tao vs Yoh Asakura.

Horo Horo, Kaori e gli altri si radunano alla cerimonia di apertura della seconda fase del torneo per seguire quell'ultima sfida.

Tsukay viene invece scaraventata nel mondo del kokkuri per scoprire qualcosa di più sulla misteriosa identità di Kaori e quello spirito misterioso apparentemente tornato dal Nirvana...

 

Capitolo 17:  Ask me if you're late

  
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