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Autore: the_rest_of_me    23/09/2012    4 recensioni
questa storia è il sequel di un'altra: "I'm in love with you"...
all'interno inserirò il link diretto...
Riassunto: di ritorno da un altro secolo Liza deve fare i conti con la vita che aveva lasciato, ma anche con un amore che è nato in lei...
abbandonare la vecchia vita e inseguire quel sentimento sembra la cosa più logica da fare... ma!
sì, ma perché l'amore non è facile e la vita pone molti, forse troppi, ostacoli sulla strada!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'True love...'
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Un mese dopo
 
Pov Liza
 
Essere un’innamorata non ricambiata e circondata da coppiette felici o in fase di costruzione non era certo auspicabile. Purtroppo, però, Damon mi aveva costretta nel ruolo della povera ragazza non corrisposta.
Giorno dopo giorno vedevo il legame tra l’uomo, o vampiro, di cui ero innamorata e l’umana, in teoria innamorata di suo fratello, crescere e diventare sempre più intenso.
Elena non sembrava pensare a Stefan e io non volevo certo rovinare la felicità di Damon ricordandoglielo. Non gli avevo più visto quella luce nello sguardo da quando avevo lasciato il 1864 e anche allora non era certo rivolto a me.
Caroline e Tyler vivevano la loro storia d’amore come si dovrebbe vivere una normale storia d’amore al liceo. C’erano giorni in cui sembravano due polipi, e non si poteva sperare di vederli a meno di 10mm, e altri giorni in cui quasi non si rivolgevano la parola. Le loro piccole liti erano esilaranti, ma d’altro canto Caroline è unica in tutto quello che fa, perciò non avrei dovuto rimanere basita quando l’avevo vista soggiogare una ragazza solo perché aveva rivolto la parola al suo fidanzato.
Neanche Tyler, comunque, era da sottovalutare. Il suo lato da lupo, con gli annessi “marcamenti” di territorio, erano chiari a tutti e praticamente nessuno, anche quelli che non conoscevano la sua vera natura, si tenevano a distanza dalla bella vampira.
Jeremy e Anna erano la coppia perfetta. L’amore tra di loro era strano ma totalizzante. Poteva sembrare strano ma Anna era una boccata d’aria fresca per il piccolo Gilbert, oppure una “botta di vita” per rendere l’idea, il che è a dir poco ironico, dato che Anna era morta chissà quanto tempo prima.
Bonnie, beh, lei era solitaria, forse per scelta. Avevo visto un ragazzo girarle attorno ma lei non gli aveva lasciato alcuna speranza. Chissà perché era così restia ad innamorarsi, non che mi interessasse veramente.
Matt era un po’ sparito dalle vite di tutti i suoi amici ma almeno lui potevo capirlo: un umano in mezzo a tutti quegli esseri sovrannaturali si sente quantomeno fuori luogo.
Infine, forse, c’erano Katerina ed Elijah. Una coppia tanto strana quanto perfetta. Non avevo mai pensato che l’amore potesse essere battagliero ma loro mi avevano fatto ricredere.
Litigavano praticamente sempre, non riuscivano proprio a stare per più di dieci minuti senza infierire l’uno contro l’altra, rinfacciandosi gli errori del passato, tuttavia guardandoli era innegabile che quei due fossero legati da un sentimento estremamente profondo.
Stare accanto a loro per me era un toccasana. Mi aiutava a non pensare, inoltre ne approfittavo per fare delle ricerche e tentare di trovare Stefan.
Erano più di due mesi che non avevamo sue notizie e io non ero tranquilla.
Elijah e Katherine mi aiutavano, e anche per quello discutevano.
Elijah insinuava che lei fosse ancora innamorata di Stefan. Da lì nasceva una diatriba infinita, perché Katherine non voleva ammettere che lei, invece, amava lui. mentre loro erano impegnati a litigare, e poi a chiarire in maniera troppo fisica per essere in pubblico, io cercavo informazioni sul mio amico.
Eravamo alla pensione, io che facevo le mie ricerche con Elijah e Katerina, quando arrivarono Damon ed Elena, che si era ripresa alla grande.
“Salve a tutti…”
“ciao!”
Risposi solo quando mi resi conto che Elijah e Katerina stavano cercando più di cambiare stanza che di staccarsi. Mi sarei messa a ridere se non quello non avesse comportato che mi avrebbero lasciato da sola con quei due: la causa delle mie pene d’amore e quella delle sue.
“Ma quelli stanno sempre attaccati?”
Damon si era buttato sul divano e Elena si erano seduta accanto a lui.
“in pratica…!”
Continuai con la mia ricerca e dovetti subire per un’ora buona le loro chiacchiere sdolcinate e i loro sguardi a dir poco significativi.
Quando, finalmente, Elena decise che era arrivato il momento di tornare a casa tirai un sospiro di sollievo e mi stiracchiai. Stavo per chiudere i miei personalissimi dossier ma Damon era dietro di me.
“Cosa stai facendo?”
“niente!”
“Liza, se ne è andato… fattene una ragione!”
Lo fulminai con lo sguardo. In realtà la mia intenzione era quella di ucciderlo ma non ci riuscii.
“Sono già morto… non funziona!”
“Grazie per avermelo detto!”
Elena si avvicinò e si attaccò al braccio di Damon.
“che succede?”
Odiavo quella sua faccia da santa innocente.
Odiavo quei suoi modi da santa.
Odiavo quella sua voce da oca.
Odiavo il fatto che Damon l’amasse.
“Liza cercava di uccidermi con lo sguardo…”
“perché non le dici il motivo?”
Non sarei stata zitta, non ancora e non quella volta.
Se per farla allontanare da Damon avrei dovuto farla pensare a Stefan l’avrei fatto.
Damon ne avrebbe sofferto, beh, non  mi interessava, non in quel momento almeno.
“Liza, smettila…”
“perché lei non ha il diritto di sapere? Tu non sei preoccupato? no! Sei troppo impegnato a lavorarti la sua ragazza!”
Vidi la consapevolezza negli occhi di Elena e la sua mano stringere la presa sul braccio di Damon.
“io non mi sto lavorando proprio nessuno!”
“oh, no! Certo!”
Accondiscendenza.
L’aveva odiata fin da subito.
Era una delle cose che odiava della Liza del 1864.
“tu stai cercando Stefan?”
“ci provo, Elena… cosa che non fai tu! Io cerco di ritrovare un mio amico sparito, chissà per quale motivo, e convinto che tu sia morta… Stefan pensa che la ragazza che ama sia morta e non interessa a nessuno. Tu lo hai lasciato solo con Klaus e non ti preoccupi di cercarlo, adesso. E se l’avesse ucciso? E se l’avesse costretto a fare qualcosa che lui non voleva fare?”
“io l’ho cercato e l’ho anche trovato!”
Damon aveva incontrato Stefan?
Perché non mi aveva detto niente?
Perché non mi aveva coinvolto?
“cosa hai fatto tu?”
“ho scoperto che era a Chicago e sono andato lì. volevo riportarlo a casa ma, come puoi ben capire, non ci sono riuscito!”
“Non mi hai detto niente!”
Ero delusa.
La mia voce era una chiara accusa.
“Avresti voluto venire anche tu!”
“certo che averi voluto… perché non avrei dovuto?”
“perché quel Klaus è pericoloso e io non ero sicuro di poterti proteggere da lui…!”
“la mia incolumità non è un tuo problema…”
Non doveva esserlo. Perché si preoccupava così tanto per me, al punto da lasciarmi a casa senza dire niente, ma non riusciva ad amarmi?
“sì che lo è! Io ci tengo a te, e mi sembrava di avertelo sempre dimostrato!”
Stavolta era lui ad accusare, a rivangare.
“una volta!”
Arrendevole.
Sconfitta.
Mi sentivo così: distrutta.
“come sta?”
“male! È il solito Stefan, però, solo con qualche ricordo in più!”
“perché non è tornato?”
“mi ha detto che non era il momento e che prima doveva fare una cosa!”
“quando ci sei andato?”
“tre giorni fa!”
Tre giorni prima e io non me ne ero accorta.
Tre giorni prima e io non mi ero nemmeno resa conto che Damon non era in città.
Non lo vedevo più e quando lo vedevo era con lei.
Lei che mi guardava senza il minimo senso di colpa per quello che stava facendo a Stefan.
“ma non ti manca?”
Mi era uscita spontanea.
Una domanda che partiva dal cuore.
“lui se ne è andato e mi ha lasciato. Ci sono stata male ma non posso passare la mia vita ad inseguirlo!”
“sono passati due mesi! Quale grande amore muore dopo due mesi!”
“forse il nostro amore non era così grande!”
“forse hai trovato di meglio…”
Una stilettata più al mio che al suo cuore, soprattutto quando Damon la strinse tra le sue braccia.
Quando finalmente se ne andarono, lasciandomi con il cuore a pezzi, molto più di quanto non lo fosse già, decisi che Mystic Falls non era più un posto per me.
Presi il telefono e chiamai Mike.
 
“Pronto?”
“ehi Mike”
“Liza?”
“sì… come va?”
“tutto normale! Come mai mi hai chiamato?”
“non sei felice di sentirmi?”
“ti conosco abbastanza per sapere che vuoi qualcosa!”
“touché…”
Lo sentii sorridere dall’altro capo del telefono.
“cos’è successo?”
“niente di imprevedibile… la mia solita fortuna…”
“per avermi chiamato deve essere successo qualcosa di più… oppure volevi solo sentire la mia bellissima voce?”
“in realtà volevo sapere come ti eri organizzato al bar!”
“in che senso?”
“la ragazza che ho addestrato è ancora lì?”
“veramente da quando te ne sei andata ne ho cambiate sei o forse sette…”
Risi.
“lavorare con te non è mai stato facile!”
Rise anche lui.
“Liza vuoi tornare?”
La gioia nella sua voce era decisamente mal celata.
“non subito… tra un mese o due…!”
“non posso che esserne felice, anche se forse non dovrei… se hai deciso di tornare vuol dire che qualcosa, nel tuo piano, è andato storto..”
“tranquillo… apprezzo la sincerità!”
Rimanemmo a telefono per una buona mezz’ora e mi racconto un po’ di novità su Fairfax, la città in cui sarei tornata e dove avrei ripreso in mano la mia solita e sregolata vita.
 
Pov Stefan
 
Stare dietro ai capricci di Klaus mi aveva stancato. Non riuscivo più a pensare a niente che non fosse la mia vendetta e il mio proposito di conquistare Liza. Ma non potevo fare nulla di avventato e dovevo rimanere lì e fingere.
Fingere di voler aiutare quel mostro.
Fingere di tenere al nostro legame.
Fingere di amare sua sorella.
Fingere di trovare interessanti i suoi discorsi passati da almeno quarant’anni.
Ero con loro in un negozio di abiti super alla moda per consigliare Rebekah, che stava riscoprendo i piaceri della vita, quando, la suddetta vampira, mi pugnalò allo stomaco con un paletto meravigliosamente intarsiato.
“a cosa devo questo piacere, cara?”
“pensi che io non abbia capito che tu non provi assolutamente nulla per me!”
“questo non è vero!”
“sì che lo è!”
Klaus guardava la scena tra il preoccupato e il divertito.
“io provo per te disprezzo… è per te che io non sono a casa mia… è per te che Klaus mi ha portato qui…”
Rebekah tirò fuori il paletto per piantarmelo di nuovo nello stomaco.
Mi colpì almeno cinque volte, a raffica, finché il fratello non la bloccò.
“perché non ami mia sorella?”
Dannato potere degli Antichi.
Odiavo dover sottostare ai suoi capricci.
“Io amo Liza…”
Uno schiaffo mi colpì sulla bocca.
Rebekah mi avrebbe volentieri ucciso se avesse potuto.
“com’è possibile? Ti ho ridato i sentimenti che avevi quando eravamo insieme a Chicago!”
Risi.
“allora, amavo tua sorella perché la vedevo come una sostituta di Liza, credevo che lei fosse morta. Adesso, però, so che è viva perciò non devo amare una sostituta se so che potrei avere l’originale!”
Klaus avrebbe riso, se questo non avesse ferito la sorella, ormai lo conoscevo.
Ma il sorriso sparì dai suoi occhi in un secondo sostituito da uno sguardo tanto gelido quanto terrificante.
“tu non proverai più niente… dimenticherai cosa sono i sentimenti e soprattutto dimenticherai l’amore!”
 Mi sentii strano ma, stranamente, gli fui grato.
Bloccando i miei sentimenti aveva anche tolto gli ultimi freni che ancora non mi avevano permesso di portare avanti la mia vendetta.
 
Una settimana dopo
 
Pov Damon
 
Ero a casa di Elena quando squillò il mio telefono.
“pronto?”
“ehi, fratellone!”
“Stefan?”
“quanti altri fratelli hai?”
“dove sei?”
“più vicino di quanto pensi… ho bisogno del tuo aiuto…!”
“cosa?”
“esci!”
“ma io non sono alla pensione!”
“oh, lo so! Sei con Elena, a casa sua… allora esci o devo venirti a prendere?”
Chiusi la comunicazione e uscii fuori con Elena.
Vedere Stefan fuori da casa sua mi destabilizzò.
Vederlo con un camion per i traslochi mi lasciò basito.
Vedere Elena che continuava a tenermi la mano mi rese felice.
Vedere la reazione di Stefan, anzi la non-reazione mi confuse.
“vedo che tu ed Elena avete accorciato le distanze!”
“perché sei tornato?”
“per quella cosa che dovevo fare! L’ho fatta!”
Aprì il camion e mi mostrò tre bare.
 
Pov Elena
 
Vedere Stefan non mi aveva fatto provare nulla.
Vederlo dopo tutto quel tempo avrebbe dovuto destabilizzarmi, invece non provavo nulla.
Vedere la sua mancanza di interesse per me, poi, mi rendeva felice.
Felice perché non avrei dovuto sentirmi in colpa per la fine dei miei sentimenti.
 
Pov Liza
 
Un altro giorno alla pensione, senza niente da fare.
Un altro giorno a guardare l’amore degli altri.
Un altro giorno lontana da Damon.
Decisi che sarei partita quella sera.
Salii in camera mia e misi le ultime cose in valigia.
Ero ancora indaffarata quando entrò Katherine.
“allora te ne vai!”
“già!”
“perché non provi a superare questa cosa restando qui?”
“perché non posso superare questa cosa con Damon nei paraggi!”
“magari hai solo bisogno di incontrare un altro ragazzo che ti faccia innamorare!”
“come è successo a te con Elijah!”
Il suo sorriso la diceva lunga.
“non credo di poterlo trovare rimanendo qui a Mystic Falls!”
“ti chiamerò ogni giorno, lo sai vero?”
“no che non lo farai… in un secolo e mezzo non mi hai cercata nemmeno una volta!”
“Non sapevo dove cercarti!”
Il mio sguardo scettico diceva chiaramente: “avresti potuto scoprirlo facilmente… semplicemente non lo farai!”
“ok ok… non guardarmi così… avrei potuto cercarlo e non lo fatto… però non ripeterò lo stesso errore due volte. Tu sei una mia amica, e grazie al cielo adesso l’ho capito, e non ti lascerò scappare così facilmente…”
La abbracciai.
Mi serviva sapere di poter contare su qualcuno.
“adesso credo di dover andare a salutare almeno le persone più importanti…”
“vediamo se riesco ad indovinare chi vuoi andare a salutare… ehm vediamo… Damon, Damon… ehm, Damon e Damon! Ho indovinato?”
“oh, ma come sei spiritosa…”
In quel momento suonò il campanello.
Sentimmo che qualcuno apriva la porta e non avevamo dubbi che Elijah fosse andato a fare gli onori di casa. Era così da lui accogliere tutti.
Quando mi affacciai sulle scale vidi Stefan.
Mi precipitai giù dalle scale e, praticamente, mi fiondai tra le sue braccia.
“oh, menomale… sono così felice che tu stia bene!”
Lo abbracciavo ma lui non ricambiava.
“Stefan, tutto ok?”
“sì, a meraviglia!”
“ti ha soggiogato!”
Non era una domanda, ma una constatazione.
Avrei dovuto portare quel dannato manoscritto con me e cercare di evitare certi eventi, come quello. Stefan senza un briciolo di umanità non mi piaceva.
“meglio così. Ho potuto vendicarmi, in questo modo!”
Vendetta. Quella parola fece scattare Elijah sull’attenti.
“cos’hai fatto?”
“diciamo che ho privato tuo fratello di qualcosa!”
Negli occhi di quello che  poteva sembrare un algido vampiro vidi tenerezza.
“la mia famiglia!”
“Ah, allora è quello che ho rubato? Beh, buono a sapersi!”
No! Proprio non mi piaceva questo nuovo Stefan, ma tanto non sarei rimasta così a lungo da doverlo sopportare.
“beh, io stavo uscendo…!”
Feci per andarmene ma Elijah mi fermò.
“non mi saluti, Liza?”
“tanto devo tornare a prendere i bagagli e credo proprio che ti troverò ancora qui…”
Mi sorrise, quel suo sorriso sincero e tenero.
 
Pov Stefan
 
Era strano essere consapevole di aver provato qualcosa per lei fino alla settimana prima e non provare nulla adesso.
Era strano sapere di averla desiderata e non provare assolutamente nulla mentre mii stringeva in un abbraccio di bentornato.
Era strano sapere di aver sentito la sua mancanza fin quasi al punto di perdere il senno e non provare nulla nell’apprendere che lei stava per lasciare la città e quindi anche tutti noi.
Semplicemente era strano non provare nulla e sapere di aver provato qualcosa.
 
Pov Damon
 
Stefan non mi aveva detto cosa contenevano quelle bare che avevamo nascosto, mi aveva solo detto che faceva tutto parte del piano per vendicarsi di Klaus e tanto mi bastava.
Quel bastardo aveva ucciso Elena, non meritava nemmeno di essere vivo ma non potendo ucciderlo mi sarei accontentato di farlo soffrire, almeno un po’.
Quando tornai a casa Gilbert la trovai fuori.
Era così bella, coi jeans un po’ sgualciti e i capelli in disordine.
Quando mi vide si alzò in piedi.
“ti stavo aspettando!”
“è successo qualcosa?”
“no…è solo che dovevo parlarti”
Temevo quello che poteva dirmi. Nella mia mente si erano già delineati milioni di scenari e tutti finivano con: ho capito di amare ancora Stefan.
Non l’avrei sopportato, mi ero illuso troppo per riuscire a reggere anche questa batosta.
“Elena… io non sono sicuro di voler sapere…”
“tu devi sapere… per favore fammi dire tutto quello che devo…”
Annuii, non potevo fare molto altro.
“quando oggi ho visto Stefan è stato strano. Avrei dovuto essere felice e sollevata perché il mio, in teoria, ragazzo era tornato invece, all’inizio, ero solo preoccupata. O meglio, ero e sono felice che sia sano e salvo ma non lo ero altrettanto del su ritorno, perché avrebbe potuto significare un allontanamento da te e io l’ho capito solo oggi che non riuscirei a starti lontana!”
Non le diedi il tempo, o il modo, di dire altro.
Mi fiondai sulle sue labbra e da quelle attinsi alla mia felicità, come un assetato attinge all’acqua di un ruscello per dissetarsi.
 
Pov Liza
 
Ero già stata al Grill e avevo trovato Tyler, Jeremy, Anna, Bonnie, Matt, Rick, Jenna e qualche altro ragazzo che avevo conosciuto nei miei due mesi di permanenza a Mystic Falls.
Non mi restava che andare a casa di Elena e salutare lei e Damon.
Sarebbe stato il saluto più difficile, lo sapevo.
Caroline l’avrei chiamata dopo e salutata con calma, tanto non c’era nessuna fretta.
Quando svoltai l’angolo visi qualcosa che avrei preferito non vedere: il bacio di Damon ed Elena.
Sembrava una scena da film. Una vera e propria pappetta romantica in cui ero la sfigata di turno. Decisi che mi sarei defilata e che non li avrei salutati, ma la fortuna non era dalla mia.
“Lizaaaa!”
In quel momento arrivò Caroline che con la sua solita irruenza, generalmente meravigliosa ma dannatamente fuori luogo in quel momento, bloccò la mia ritirata.
Damon ed Elena, come in ogni film che si rispetti, si erano staccati quando avevano sentito la voce di Caroline, che stava correndo per raggiungermi.
“sono arrivata al Grill e i ragazzi mi hanno detto che vuoi partire! No, dico e quando avevi intenzione di dirmelo? E quando mi avresti salutata? E poi perché vuoi partire?”
“ehi, calma… troppe domande e io sono una sola… allora l’ho deciso all’ultimo momento, per quello non ne sapevi nulla. Ti avrei salutata subito dopo aver salutato loro” e indicai i due piccioncini che si erano avvicinati. “e il perché non è importante!”
Ma il mio sguardo corse a Damon, tradendomi.
Caroline mi saltò praticamente al collo e mi stritolò in un abbraccio spacca ossa.
“chiama, spesso!”
“Ci proverò ma non prometto nulla… ho litigato con il cellulare!”
“sì, l’avevo notato! Vabbè io torno al Grill… Liza sono felice di averti conosciuta!”
“anche io Caroline… e poi tranquilla: tu hai un eternità davanti e io ancora almeno mezzo secolo… ci rivedremo, un giorno!”
Mi stritolò di nuovo.
“sì, hai ragione! Come sempre!”
Aveva preso il vizio di dire anche la mia parte della battuta, perciò non mi resto altro da fare se non sorridere e ricambiare l’abbraccio.
Quando finalmente si staccò e se ne andò, lasciandomi sola con quei due, avrei voluto che non l’avesse fatto.
Damon mi guardava come se fossi un fantasma.
“tu vuoi partire?”
“sì… Elena ero venuta a salutarti! Lo so che il nostro rapporto non è sempre stato rose e fiori! Ah, a proposito mi dispiace per quel primo giorno, il bacio a Stefan, era solo per farti ingelosire un po’…”
Ridacchiò e mi abbracciò.
“non preoccuparti, riflettendoci adesso era una cosa divertente, se io non fossi stata la vittima!”
Poi mi sussurrò all’orecchio.
“mi dispiace per Damon, ma non l’ho deciso io! È successo!”
La allontanai e le sorrisi.
“lo so!”
Poi mi voltai verso Damon.
“quindi è arrivato il momento di salutarci!”
“no… ti accompagno fino alla pensione!”
“non riuscirai a farmi cambiare idea!”
“non era una mia intenzione! Voglio solo passare un po’ di tempo con te!”
Sorrisi.
Un sorriso sincero, premio per le sue parole.
 
Pov Damon
 
L’avrei persa.
Lei se ne andava e io la perdevo. Non potevo crederci.
Lei era stata tutto fino a quel momento e anche se aveva Elena sapevo che tutto quello che mi dava lei non poteva essere rimpiazzato.
Facemmo un tratto di strada in assoluto silenzio e dopo un bel po’ decisi di chiedere.
“dove andrai?”
“Non lo so!”
“mi chiamerai?”
“un giorno, quando sarò pronta!”
“tornerai mai qui?”
“prima o poi, certamente!”
“mi farai sapere qualcosa di te?”
“cose del tipo?”
“come stai!”
“forse potrei mandare un messaggio…”
“posso cercarti io?”
“No! Damon, per favore, non cercarmi. Non chiamarmi. Non venire dove sono io.”
“ma perché?”
“perché per me è arrivato il momento di staccare da tutto e da tutti!”
Eravamo arrivati alla pensione.
La aiutai a portare le valigie in auto e aspettai che finisse di salutare Katherine ed Elijah.
Eravamo rimasti solo io e lei, con la sua auto.
“beh, allora arrivederci!”
“arrivederci, Damon!”
“Liza, mi mancherai e ricordati che ti voglio bene!”
Mi abbracciò e pianse il suo dolore. La lasciai sfogare, ne aveva bisogno.
 
Pov Liza
 
Sciolsi l’abbraccio e salii in macchina.
Avevo fretta di allontanarmi da quella città. Avevo fretta di lasciarmelo alle spalle.
Avevo fretta di tornare ad essere me, ma ancora una volta il destino non era con me.
In mezzo alla strada c’era un uomo che passeggiava.
Frak, papillon, scarpe lucide.
Mi fermai.
“scusi! Ha bisogno d’aiuto?”
“effettivamente cercavo Liza Allen!”
“sono io!”
“oh, bene! La mia ricerca è finita!”
Dopo questo mi ricordo che era tutto nero e che non sentivo niente.

  
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