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Autore: PrivateIdaho    23/09/2012    1 recensioni
Di amici e di professionisti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Voglio solo perdere la cognizione del tempo. Non mi interessa altro"

A cosa servisse poi nessuno di noi lo aveva capito. Carino. Intelligente. Ne giovane ne vecchio. Ne povero ne ricco. Qualche aggiustatina quà e là e le cose si sarebbero risolte. Nel tempo. Il tempo.

"Il tatto. L'olfatto. Lasciatemi l'udito e la vista. Tenetevi la voce, tanto dico solo cazzate. Datemi qualcosa che mi faccia stare bene. Così bene da non pensarci neanche lontanamente a quando mi sveglierò e starò di nuovo male. Portatemi solo via di qui"

E questo è quello che facevamo. Una sorta di gruppo di supporto non legalizzato. Eroina, cocaina, morfina, farmaci di ogni tipo. Il tutto mischiato all'alcol con una spruzzatina di sesso per un cocktail micidiale. I soldi erano i suoi e, detto francamente, anche la salute e non ce ne fregava poi molto. Eravamo professionisti.

"Voglio tornare a credere a Babbo Natale o come cazzo lo chiamano i ragazzini di oggi..."

Lo chiamano Santa Claus e probabilmente non sanno nemmeno da dove derivi il nome.

"... e alla Befana e al cazzo di Coniglietto Pasquale. E voglio un pompino mentre ci ragiono su."

Una volta. Una volta diventavano due volte. Due volte diventavano venti e alla fine si perdeva il conto. Ma non dei soldi. Quello veniva periodicamente visionato e revisionato per non cadere nei soliti, inutili, stupidi tranelli dei tossici d'annata. Se togli un euro al giorno alla fine dell'anno quanto hai perso? Il non fidarsi nemmeno di un tuo amico porta all'ammutinamento in certi casi. In altri ti fa solo diventare più ricco.

"Ecco, ora mi sdraio. Ora mi sdraio e ci pensi tu. Ora mi sdraio e tu fai il bravo e mi fai stare bene, ok? Mi farai stare bene, vero?"

A turno. Sempre. Per non svilluppare troppa confidenza con il paziente. Era lavoro. Solo lavoro. Qualche chiacchera poteva anche passare. Non eravamo certo animali. Ma non più di quello. Oltre quella soglia il paziente diventava una persona e le persone portano solo guai.

"Ti ricordi di mia moglie? Mi ha lasciato tre settimane fa..."

Non ci interessava.

"Al lavoro mi guardano in quel modo... con pietà, ecco..."

Non ci interessava.

"Mio padre non mi risponde più al telefono..."
"Ieri dei passanti mi han dovuto sorreggere fino alla fermata del 14 talmente ero andato..."
"La banca continua a chiamare. Io continuo a non rispondere ma quanto può durare?"

Non ci interessava. Quando poi la situazione diventava insostenibile gli piazzavamo una prostituta da due soldi per toccarglielo un pò e sorbirsi le sue lagne. Lei tornava a casa con qualche soldo nel portafoglio e noi potevamo distanziarci per qualche ora dai brutti pensieri.

"Non potrò andare avanti molto così, sapete? Dovrete cominciare a farmi credito di tanto in tanto. Sono buono. Non manco mai di pagare. Potete fidarvi di me"

Non gli facemmo mai credito. Non ce ne fu bisogno. Lo trovarono sdraiato sul divano di casa dopo circa due settimane che non rispondeva al telefono. La moglie fece sfondare la porta e lui era lì, gli occhi rivolti al soffitto e quello che sembrava un pallido sorriso stampato sulla bocca.
Due giorni dopo ci fu il funerale. Nessuno di noi vi partecipò. Mandammo un mazzo di fiori all'indirizzo della moglie ed una busta contenente i soldi dell'ultima dose che lo aveva stroncato.

Eravamo professionisti.
  
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