Autore (su EFP e sul forum): Futeki (su EFP), fefe.7 (sul Forum)
Fandom: Naruto
Titolo: “Please,
come back.”
Personaggi/pairing: Naruto/Sakura; presenza marginale di Kakashi, Yamato e Shizune;
accenni a Sasuke.
Citazione
scelta: 2. "In my place": Yeah, how long must you wait for him? Yeah,
how long must you pay for him? [Sì, per quanto ancora devi aspettarlo? Sì, per quanto ancora devi pagare per
lui?]
Prompt scelto: “Scelta”.
Genere: Introspettivo,
sentimentale.
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Introduzione: La
Quarta Grande Guerra si è conclusa, i villaggi vivono in pace. Null’altro può
frapporsi tra Naruto e Sasuke: siamo alla resa dei conti. Sakura è ben
consapevole che potrebbero morire entrambi nello scontro, ma non sopporta
l’idea di perdere qualcuno a cui tiene.
Note dell'autore (se ce ne sono): Il titolo è tratto dalla stessa
canzone (In my place dei Coldplay), e nel testo stesso ho inserito questa frase
come ulteriore citazione proveniente dalla canzone.
Please,
come back.
Correva a perdifiato verso
il confine del villaggio. Il vento le scompigliava i capelli e le impediva di
vedere bene in lontananza. Sapeva, però, che se avesse corso abbastanza in
fretta avrebbe potuto raggiungerlo.
Infatti, quando giunse al
limite di Konoha, i quattro ninja procedevano lentamente in direzione opposta
al villaggio. Il primo a fermarsi fu il maestro Kakashi. Naturalmente, l’aveva
sentita arrivare, quindi si voltò a guardarla e piegò leggermente di lato la
testa.
«Cosa ci fai qui,
Sakura?», domandò.
Sakura si poggiò le mani
sulle ginocchia e tentò di riprendere fiato; poi si sistemò una ciocca di
capelli ribelli dietro l’orecchio e con sguardo serio e voce ferma si rivolse
al suo maestro.
«Voglio venire con voi»,
dichiarò.
«Abbiamo già un ninja
medico nella nostra squadra», intervenne Yamato con voce gentile. Fu in quel
momento che Sakura si accorse di Shizune. In effetti, era da lei che era
partito tutto.
Quella mattina, Sakura
stava sbrigando alcune commissioni per conto del Quinto Hokage, quando si
accorse dell’assenza della sua assistente.
«Dov’è Shizune?», chiese
Sakura al Quinto Hokage.
Tsunade sembrò sul punto
di dire qualcosa, ma poi richiuse la bocca senza rispondere alla domanda. Non
era solita mentirle: di solito preferiva non parlare piuttosto che raccontare
una menzogna. Ma Sakura si era incuriosita. Cosa c’era che Tsunade non voleva
rivelarle?
«È in missione?», chiese e
Tsunade-sama rispose con un cenno affermativo.
A quel punto, un dubbio si
insinuò come un lampo nella mente di Sakura. Erano giorni che sentiva parlare
dei dettagli di quella missione, ma non si era mai impegnata a metterne insieme
i pezzi. Ma ora era tutto chiaro. «Tsunade-sama, Naruto è con lei?»
Il Quinto Hokage non
rispose e Sakura interpretò il suo silenzio come una conferma. Senza dire
nient’altro, uscì lentamente dall’ufficio di Tsunade, si chiuse la porta alle
spalle e poi prese a correre. Corse fino a raggiungerli. Non sapeva cosa
avrebbe detto loro, ma non poteva lasciarli andare senza averli almeno
salutati.
«Voglio venire anch’io. La
prego, maestro», insisté Sakura, stavolta rivolta a Yamato.
«Se fossimo troppi
rischieremmo di dare nell’occhio», intervenne Kakashi. «Non preoccuparti.
Torneremo presto.»
«Ma io…»
«Niente ma», replicò
Shizune. «Hai tempo per un saluto veloce», aggiunse facendole l’occhiolino. Poi
si voltò e si allontanò insieme a Kakashi e Yamato.
«Cosa ci fai qui,
Sakura-chan?»
Era la seconda volta che
le veniva posta quella domanda. Ma stavolta, era stato Naruto a pronunciarla,
in un tono che non ammetteva menzogne.
«Ti prego», disse allora
Sakura, «non andare.»
«Io devo andare. Questa missione è stata progettata nei minimi dettagli
includendo la mia presenza. È mio dovere. È la resa dei conti.»
C’era anche un altro
motivo per cui Naruto doveva per forza partecipare a quella missione: aveva
promesso a se stesso che sarebbe stato lui a occuparsi di Sasuke.
Il momento tanto atteso
era arrivato. Adesso che la guerra era finita e Madara non era più una
minaccia, bisognava occuparsi Sasuke. Tempo prima, Sakura avrebbe atteso con
ansia quella missione, ma ora che era cresciuta e maturata, la vedeva come era
in realtà: morte certa.
Non aveva mai dimenticato
quello che Naruto aveva detto a Sasuke tempo prima. Pur di ucciderlo, Naruto
sarebbe morto con lui. E questo la spaventava più di ogni altra cosa; lei, che
era passata attraverso la guerra, che aveva visto molti dei suoi amici morire e
altri piangere i propri cari, non riusciva a immaginare di perdere Naruto. Né
Sasuke, che ovunque fosse, qualunque cosa fosse diventato, restava comunque
Sasuke.
«Ti prego», lo implorò
ancora, «Naruto, fallo per me, non andare!»
«Di cosa ti preoccupi,
Sakura-chan? Tutto questo mi offende. Credi forse che io potrei perdere contro
Sasuke?»
Sakura non rispose.
Gli angoli della bocca di
Naruto si sollevarono in un sorriso. «Non ti preoccupare, tornerò presto!»
«Quanto?»
«Come?»
Sakura aveva parlato senza
riflettere. «Quanto presto?»
«Il prima possibile.»
«Naruto c’è una cosa che
devo dirti. Non m’importa cosa penserai, voglio che tu lo sappia prima di
partire.»
Naruto la osservò confuso.
«Forse non te l’ho mai
dimostrato, né sono mai stata sincera con te», gli occhi di Naruto si
illuminarono quando capì dove voleva andare a parare. «Naruto, io…»
Le premette due dita sulle
labbra per impedirle di proseguire oltre. «Non dirlo!», esclamò. «Puoi farlo al
mio ritorno. Io posso aspettare.»
«E
quanto dovrai aspettare? Quanto ancora dovrai pagare per lui?»
Yeah, how long must you wait
for him? Yeah, how long must you pay for him?
Fu come uno schiaffo in pieno volto per Naruto.
Ma in fondo capiva bene quello che Sakura intendeva. Per tanto tempo, non aveva
fatto altro che preoccuparsi per Sasuke, aveva pensato solo a come fermarlo, a
come neutralizzare quella minaccia che incombeva sul villaggio. Questa era
stata la sua scelta. Ed era stato lui
stesso a pagarne il prezzo più alto. Sasuke era suo amico, questo era vero, ma
non poteva smettere di vivere la propria vita a causa sua. Fu in quel momento
che si rese conto che non poteva morire quel giorno. Lui non voleva morire. Aveva tante cose ancora da fare, tante persone
da riabbracciare. Avrebbe fermato Sasuke, poi sarebbe tornato a casa.
«Sarà l’ultima volta,
Sakura-chan. L’ultima volta che pagherò per lui. Dopo oggi, il mio debito sarà
saldato.»
«Naruto…»
Please, please, please, come back.
Sakura non aveva compreso
fino in fondo ciò che lui le stava dicendo, ma fu rincuorata dalle parole che
lui aggiunse qualche istante dopo.
«Ti prometto che farò
tutto ciò che è in mio potere per tornare da te, Sakura-chan. E io mantengo le
promesse, lo sai. Questo è il mio modo di essere un ninja.»
Sakura si sentì sollevata
nel sentirgli dire quelle cose. Avrebbe fatto il possibile per tornare a casa
vivo, lei lo sapeva. E questa era la cosa migliore in cui poteva sperare.
Nessuno avrebbe potuto impedire a Naruto di partecipare a quello scontro, ma
almeno lei aveva la certezza che lui non avrebbe fatto mosse avventate.
«Promettimi che starai
attento», chiese come ulteriore conferma; e quasi si aspettava la risposta che
arrivò poco dopo: ormai lo conosceva bene. Naruto era un gran testardo e
avrebbe mantenuto ogni tipo di promessa fatta, a qualsiasi costo.
Lui sorrise e Sakura
osservò bene quel sorriso, lo impresse a fuoco nella sua memoria e seppe che
sarebbe stato l’unica cosa a cui aggrapparsi nelle ore successive. Anche l’eco
delle sue parole rimase nella sua mente, come un’altra promessa da mantenere,
un altro motivo per tornare a casa da lei.
«Non posso morire oggi,
Sakura-chan. Non morirò prima di diventare Hokage.»
Angolo autrice
Grazie per aver letto questa breve fanfiction! ^^
Alla storia originale sono state apportate alcune modifiche suggerite dalla giudiciA del contest "Di ninja, guerrieri & pirati - Love contest", a cui questa storia ha partecipato classificandosi undicesima. Quindi un caloroso ringraziamento va a Soly Dea per le correzioni e per il magnifico banner!