Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Erika Grace    23/09/2012    2 recensioni
La vita è imprevedibile.
Non bisogna mai dire mai.
Anche le cose più inaspettate e atroci possono accadere.
Ma chi vi dice, che alla fine non portano a qualcosa?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno dopo ci evitammo, e il giorno seguente pure.
Lei stava con Peeta, io con la mia famiglia. Mike e Johanna passavano ogni giorno insieme o a passeggiare o in camera da letto. Nina e James passavano molto tempo insieme e iniziavo a chiedermi se ci fosse qualcosa anche tra loro. Decisi che una visita da i miei due amici non avrebbe fatto male. Suonai alla porta e mi aprii Nina. Era verde in faccia.
“Che succede?”
“Niente. Niente.”
“Non riesci a mantenere i segreti con me, Nina.”
Si  mise a piangere e mi abbracciò. In quel momento Katniss e Peeta passarono, e ovviamente videro la scena. “Entro e ne parliamo” Entrai in casa e Nina si appoggiò alla sedia.
“Gale…Io…è successo un casino.”
“Che casino è successo, precisamente?”
Pensai che stesse sul punto di vomitare, e infatti lo fece. Ma un attimo prima riuscii a dirmi il casino.
Non sapevo come prenderla. Insomma… Era strano. Non potevo essere felice per questa cosa se lei non lo era per prima.
“Lo hai detto a James?” le chiesi dopo che aveva finito di rigurgitare il cibo di tutta la settimana.
“Sì. 2 Giorni fa.” E ora che me ne rendevo conto, con lui non ci parlavo da 2 giorni. Lui non parlava più con NESSUNO da 2 giorni.
“Eravamo ubriachi, e dopo con la storia di tua madre abbiamo fatto finta di niente, ma ora mi sono accorta di essere incinta e…” E si rimise a piangere. Dovevo consolarla. La abbracciai.
“Chi ti dice che in fondo non ti piaccia James?” chiesi speranzosamente.
“Sono da sempre stata attratta da lui, ma da lì ad averci un figlio insieme…”
“Lui che ha detto?”
“Appena lo ha saputo, è uscito di casa e non mi ha rivolto la parola”
Non doveva comportarsi così, ma non potevo biasimarlo del tutto.
“Ora dov’è?”
“In qualche bar probabilmente.”
 
 
Mi avviai nel bar più vicino, e lo vidi a sorseggiare un qualche forte alcolico degno di Mike.
“Dovresti starle vicino.” Gli dissi, quando ero appena dietro di lui, facendolo sobbalzare dallo spavento. Poi si ricompose e mi fissò.
“Lo so. Ma non ci riesco.”
“Chi non vi dice che magari è una cosa positiva?”
Mi squadrò da capo a piedi e sospirò.
“Lo diciamo noi.”
“James, è un bambino. Devi prendertene le tue responsabilità.”
“Lo so, e lo farò.”
“Magari finite anche con il sposarvi.” Ok. Battuta stupida.
“Nina mi intriga da sempre. Ma… Così tutto è rovinato.”
Era abbastanza comprensibile. Ero tentato di chiedergli se mi proclamassero padrino, ma era un’altra battuta fuori luogo.
“Con Katniss?” mi chiese lui prendendomi alla sprovvista.
“L’ho baciata 2 giorni fa e da allora mi evita.”
“Lo sapevo che tra voi due sarebbe successo qualcosa. Facciamo così. Tu risolvi la situazione di Katniss e io quella di Nina. Domani a quest’ora ci ritroviamo e vediamo se è cambiato qualcosa.”
Non so se ce l’avrei fatta. Però lo dovevo fare non solo per me ma anche per i mie due amici. E allora accettai.
“Promesso? Ci proverai con tutte le tue forze a farla tornare da te.”
“Promesso.” affermai.
 
 
Ero davanti alla casa di Katniss. Suonai il campanello e mi aprii (data la mia grande fortuna) Peeta.
“Che ci fai qui?” mi chiese.
“Sono venuto a… a fare una chiacchierata, a sapere come va. Non vi sento da un po’.”
“E i tuoi amici?”
“Siete anche voi miei amici.” E così lo zittii e mi fece entrare.
“Ok…Allora…Come va?”
“Bene. Insomma al solito.” Silenzio. “Tu?”
“Bene Bene.”
Ecco che però scende Katniss dalle scale, e il silenzio diventa pure imbarazzante.
“Ciao” La salutai.
“Ciao.”
“Come va?”
“Che ci fai qui?” chiese senza rispondermi.
“E’ venuto per…CHIACCHIERARE” rispose Peeta.
Mi sentivo uno stupido. Eppure dovevo fare di tutto per parlare con Katniss da solo. Ebbi un idea. Il bagno era proprio dietro Katniss.
“Posso andare in bagno?”
“Ehm…Certo. Fai pure.”
Mi alzai e passai vicinissimo a Katniss e le sussurrai “Devo parlarti. Ti prego.”
Andai in bagno e aspettai. Non arrivava nessuno e mi chiesi se non stessi sperando in una battaglia persa. Ma mentre stavo per uscire sentii Katniss chiedere a Peeta se andava in farmacia per prendere una medicina. Peeta diceva che era meglio se ci andava lei (probabilmente lo diceva perché non si fidava a lasciarla qui sola con me) , ma lei lo implorò dicendo che si sentiva male. Ovviamente, era un balla, ma Peeta ci cascò. Peeta uscì di casa e io uscii dal bagno.
“Cosa vuoi, Gale?”
“Mi prendi in giro?”
“No.”
“Mi stai evitando.”
“Non è vero.”
Ecco. Perfetto. Peeta stava per rientrare. Probabilmente si era dimenticato qualcosa. Katniss era nel panico, allora la presi e la trascinai nel bagno insieme a me. Lasciando Peeta entrare. Ok. Allora vi spiego la mia posizione. Il bagno era di 3 metri quadrati, e io e Katniss eravamo a un millimetro di distanza incastrati tra un armadio (dove immagino tenessero gli aggeggi domestici) e la lavatrice e asciugatrice. Era il mio momento.
 
“Dimmi che non ti sei mai minimamente pentita di aver scelto lui” le sussurrai.
“Non mi sembra il momento, Gale.” e in quell’istante Peeta deve aver preso le chiavi di qualcosa e stava urlando dalle scale “Katniss, sei su?” Se ci scopriva, ci ammazzava.
“Devo andare Gale, faccio finta che tu te ne sei andato dalla porta sul retro, e…”
“No. Prima rispondimi.”
“Non fare lo scemo…”
“Non ti lascio passare.” E le misi un braccio sul suo corpo che le bloccava la strada.
Mi fissò con occhi rabbiosi.
“Sì, forse. Un paio di volte ho immaginato come sarebbe stato con te. Va bene? Ora posso andare?” La nostra vicinanza la faceva leggermente tremare, e la cosa mi piaceva.
“Certo signorina.” E uscì.
 
 
Dopo un po’,  mi invitò ad andare in salotto.
“Perché, non ti piaceva quella sistemazione?” lei mi fulminò, e io abbassai lo sguardo.
“Gale, cosa vuoi da me esattamente?” mi chiese.
“Lo sai.”
“No, invece. Quando si tratta di te, le cose non si possono mai sapere, sei imprevedibile.”
“Spero che sia un complimento.”   
“Dipende dai punti di vista.”
“Ascoltami, sul lago mi hai detto che mi avevi perso, ma non è così. Io sono ancora qui. E non ho intenzione di andarmene. La vita ci ha dato una seconda possibilità, e tu non la vuoi cogliere!?”
Non rispose.
“Bisogna provarci per vedere il risultato. Non possiamo immaginarci come sarà il futuro senza aver avuto il coraggio, prima, di averci provato.”
Ok. Non rispose. Ma il silenzio acconsente, no?
 
“Vieni con me.”
“Dove?” mi chiese.
“Fuori.”
Mi seguii, e io la portai in mezzo a una radura. La natura era l’unica cosa intorno a noi.
“E’ bellissimo” Mi disse.
“Sì, lo ho appena trovato.”
Sorrise. E fu un sollievo.
“Mi prometti una cosa?”
“Cosa?”
“Che stavolta non aspetterai 3 giorni per parlarmi.”
“Di cosa stai….”
E la baciai. Di nuovo. Con più sentimento. Dovevo farle capire che non la avrei mai abbandonata.
E probabilmente, aveva afferrato.
“Imprevedibile è proprio il termine giusto” mi disse.
Io le sorrisi, e le accarezzai il viso. “E ora?”
“Ora ci aspettano dei problemi da risolvere.”
“Però sei felice?”
Mi ribaciò con voga e mi rispose “Sì. Non sai quanto.”
 
 
Ci salutammo sulla sua soglia di casa, e le diedi un rapido bacio per paura ci fosse Peeta nei paraggi. Un po’ mi dispiaceva fargli questo. Ma non potevo resistere a Katniss. Andai a dormire a chiamai al telefono James.
“Gale?”
“Sì, sono io. Ce l’ho fatta, amico!”
“Con Katniss? Oh, grandioso!”
“E tu?”
“Bè ecco…Ora sono con Nina in salotto.”
“E parli al telefono con me?”
“Sì. Si è creato un silenzio imbarazzante” Sussurrò a bassa voce.
“Niente silenzi, James. Parlale e dille come ti senti dentro. Dille che davanti a voi ci saranno difficoltà e problemi, ma che uniti li affronterete tutti.”
“Ok. Sheakspeare, lo farò.”
E riattacò. Poi, andai a dormire FELICE.
 
 
Il giorno dopo andai al bar, James mi raccontò che Nina e lui dopo la mia chiamata avevano parlato tutta la notte, il bambino per lui forse era perfino una benedizione, ora.  Avevano deciso di provare a stare insieme, e che se il destino aveva fatto succedere ciò, significa che un motivo ci deve essere.
“Hai notizie di Mike e Johanna?” gli chiesi infine.
“Sì, ieri erano andati da qualche parte insieme. Una gita…in un posto.”
DIN DON.
“Parli del diavolo…”
Aprii alla porta e i due piccioncini ci salutarono allegramente.
“Ci sposiamo!” urlarono all’unisono.
Guardai Johanna, poi Mike. E dopo aver assimilato la notizia, io e James ci guardammo e sempre all’unisono gridammo “Congratulazioni!”
 
Era strano. Mike non era il tipo da matrimoni. Ma se stava bene a lui, stava bene a me.
“La amo alla follia.” Mi confidò.
“Sono felice per te.”  Risposi.
“C’è qualcosa che non mi hai detto?”
Come fa a leggermi nel pensiero? Si vede che è il mio migliore amico.
“Sto con Katniss…Credo.”
Ok, la notizia lo spiazzò. Ma era felice per me. E io per lui. Ora per essere veramente contento avrei dovuto dire a Peeta come stavano le cose. Ma a quel pensiero il mio umore si rabbuiò un po’.
 
 
Chiamai Katniss al telefono.
“Splendore, sei tu?”
“Gale! Ma sei impazzito? E se fosse stato Peeta?”
“Se fosse stato Peeta gli avrei detto tutto.”
Sbuffò. “Che c’è?”
“Wow. Sei veramente felice di sentirmi.”
Ridacchiò. “ Va bene. Scusa.”
“Volevo dirti…Che voglio raccontare tutto a Peeta.”
Silenzio.
“Ora? Ma… Gale… Io… Lui…”
“Grandioso. Vengo subito.”
E riattaccai.
 
 
Bussai alla porta, Katniss mi aprii e in salotto c’era Peeta che parlava con Haymitch.
Li salutai e aspettai che Haymitch se ne andasse. Quell’uomo, non so perché, mi stava simpatico. Però adorava Peeta e dopo che li avrei detto che gli ho fregato la ragazza, io non sarei stato molto simpatico a lui. Ma sinceramente, mi importava veramente poco.
“Ehi. Sei qui ancora per –chiacchierare-?”
“Più o meno. Ma ora ho un discorso serio.”
Mi guardò incuriosito. “Ti ascolto.”
Ok. Non avevo ancora pensato a cosa dire. Dovevo improvvisare. Come sempre.
“Io…Io amo Katniss.”
Pessimo inizio.
“Ma lei non ama te.”
“Ecco…Su questo punto, ho fatto le mie ricerche e alla fine ho capito che in realtà…”
“No. Anch’io lo amo, Peeta.” Katniss, la mia salvatrice.
Peeta aveva uno sguardo assente. Arrabbiato, offeso, deluso. Mi faceva pena.
“Senti, amico… Mi dispiace…”
“Non chiamarmi amico.”
“Ok. Mi dispiace.”
Si alzò e se ne andò.
“La ha presa bene” Dissi a Katniss. Ma lei non rispose.
 
 
Peeta non si è visto per tutta la mattinata seguente, e Katniss iniziava a preoccuparsi. “Oh mio dio, e se fa una cavolata?” “E se, se ne è andato per sempre?” “ E se non mi rivolgerà più la parola?”  Continuò così per un pò. Fino a quando io non mi stufai e le dissi:
 “Lo vado a cercare. Basta che ti calmi.”
“Devo andarlo a cercare io.”
“No. Fidati di me.”
“Non è facile fidarsi di te.”
“Hai alternative?”
 
 
Così ispezionai il Distretto alla ricerca dell’ex della mia ragazza. Nonostante dovrebbe essere per me una buona cosa che lui non ci fosse più, a me dispiaceva. Potevamo anche considerarci –amici- se non fosse che competiamo da anni per l’amore della stessa ragazza. Alla fine lo vidi. Era ai confini del Distretto, seduto a pensare vicino a un fiume.
“Katniss è preoccupata” gli dissi da dietro, ma lui non si prese nemmeno la briga di girarsi; quindi mi sedetti accanto a lui.
“Mi dispiace Peeta. Io sono innamorato di lei da un secolo, lo sai. E se il mio amore è ricambiato, non posso far altro che essere felice.”
“Lo so.”
Bè dai, per ora non siamo ancora arrivati a menarci.
“Non rinuncerò a lei, per te.”
“Lo so.”
“Però mi dispiace davvero. Mi stai simpatico, e lo so che tieni a lei.”
“Tu non capisci. Lei è la mia ragione di vita.”
“Bè, allora puoi crearti nuove ragioni per vivere.”
Mi guardò, e vedevo uno sguardo abbandonato e ferito.
“Ascoltami Peeta, ti dirò delle cose. Mike e Johanna si stanno per sposare, e entrambi erano persone sole e senza amici, ma poi si sono trovati. James e Nina avranno un figlio, anche se non lo hanno progettato e non si amano ancora, ma ci provano lo stesso. La vita continua, ok? La felicità si può trovare solo se ti metti a cercarla.”
Lui mi osservò un po’. E infine annuì.
“Probabilmente me ne andrò per un po’. Forse hai ragione. Ma ho bisogno di tempo per pensare.”
Sapevo che la decisione non poteva essere cambiata, ma sapevo anche che era la cosa migliore, e che probabilmente intendeva partire presto, forse subito.
“Stammi bene, Peeta.”
“Certo, amico.”
E si alzò, sempre più lontano. Alla ricerca della sua felicità.
 
 
Tornai a casa, raccontai tutto a Katniss, e alla fine del mio racconto sembrava rilassata.
“Mi mancherà.”
Sapevo che era una persona importante per lei, perciò la cosa non mi turbava. La abbracciai e le raccontai di Mike e Johanna, e James e Nina. Non ci saranno stati più segreti tra di noi. Finalmente eravamo insieme e il mondo sembrava essersi alleggerito.
“Ti amo, Katnisss Everdeen.” Lei mi baciò dolcemente e mi sussurrò
“Anche io. Con tutta la mia anima.”
E in quel momento capii una cosa. Una cosa che mi fece sentire ancora meglio. Pensai a mia madre e quando mi disse –Promettimi che sarai felice- Ora sapevo cosa intendeva. Aveva capito subito che Katniss era vitale per me. E io avevo onorato la sua ultima richiesta. Lei era mia, io suo. Qualsiasi altra cosa era impensabile.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Erika Grace