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Autore: Saphira_chan    23/09/2012    9 recensioni
Kagome prende qualche giorno di ferie per scoprire la verità sulla morte di una persona a lei cara e si imbatte in un grazioso cottage in cui vive un'anziana vecchia con due misteriosi figli...
...
" Kagome sorrise di fronte alla cordialità della donna, pensando di essere veramente fortunata ad essere capitata lì. Ma qualcun'altro invece, era di tutt’altra opinione... "
...
Una storia di magia e inganno, ma anche ricca di speranza e di amore... fra una bella e giovane ragazza di città e un hanyou imprigionato dalle catene invisibili della foresta millenaria in cui vive.
Buona lettura!! :)
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, izayoi, Kagome, Kikyo, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Timeless Forest - Il luogo senza tempo'
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Le luci che entravano dalla finestra, la svegliarono troppo presto per i suoi gusti…
Come mai non aveva chiuso le tende la sera precedente??
Nascose il viso fra le coperte, per ricercare il sonno perduto, quando improvvisamente, si ricordò dove si trovava.
Scattò dal letto, sorpresa, guardandosi intorno per capire se quello che le era successo l’altra sera era stato un sogno oppure no…
‘ No… questa non è la mia camera… non è stato un sogno… ‘
Arrossì visibilmente mentre ripensava a Inuyasha che le passava quella minuscola spugnetta su tutto il corpo, facendo crescere in lei un senso di frustrazione e di eccitazione.
Per non parlare dei pettorali che aveva avuto la fortuna di vedere…
Un brivido la scosse.
- Buongiorno! – quella voce la fece sobbalzare.
- Oddio!! Inuyasha mi vuoi fare prendere un colpo!! – esclamò lei, fra la spaventata e la divertita.
Il mezzo demone la osservò sorridendo.
- Oh, scusa! Non ti credevo così fifona! – ma appena finì la frase fu preso in pieno da una cuscinata che gli aveva lanciato la ragazza.
- Ah-ah! Mai dare della fifona alla sottoscritta! –
Lui scansò il cuscino e si accomodò accanto a lei.
- E sentiamo, com’è che dovrei svegliarti allora? – le sussurrò piano, ammiccando un mezzo sorriso che gli dava un aria così tremendamente sexy.
Kagome, senza nemmeno pensarci, avvicinò le labbra a quelle di lui. Dopo aver fatto ciò, le sue guance si tinsero di rosso. Da quanto era così audace?
Il ragazzo, sorpreso dal quel semplice gesto, non rispose subito a quel bacio, ma quando la sentì mordergli delicatamente il labbro inferiore, non resistette più e affondò la lingua nella sua bocca dischiusa, che non attendeva altro che bearsi di lui. Mentre erano occupati a giocare con le proprie labbra, lui l’abbracciò, e lei si aggrappò alle sue muscolose spalle.
Tuttavia, mentre accarezzava la schiena della giovane, senza accorgersene, la mano era scesa un po’ più in giù, verso i fianchi. Aveva continuato quella dolce discesa, con il consenso silenzioso di lei, fino a quando non aveva toccato la pelle nuda e bollente della coscia.
Lei non indossava nulla sotto!
Questo flash sorprese entrambi, i quali si staccarono dal bacio paonazzi.
Inuyasha cominciò a grattarsi nervosamente la testa, mentre lei guardava dalla parte opposta.
- E’.. E’ meglio che mi vada a mettere qualcosa… -
- Uh? Ah, si, certo! – Si alzò in piedi – Vuoi che ti accompagni? –
Kagome provò ad alzarsi, e, con suo stupore, si accorse che non le doleva niente.
- No… non importa… ce la faccio da sola… -
Lo superò e si diresse alla porta.
- … Kagome? – la chiamò lui, girandosi in sua direzione.
- Si? –
- Io… ecco… ti aspetto giù in salotto! Ho una cosa importante da dirti… -
Lei annuì e chiuse la porta, lasciandolo solo a rimuginare sulle gambe lisce e lunghe della ragazza. Come avrebbe voluto accarezzarle fino allo sfinimento…
Scosse la testa per allontanare quei pensieri erotici dalla testa.
Andò in salotto e si preparò mentalmente sul discorso che avrebbe dovuto farle.
 
Come poteva dirle che sua madre era una strega? Di sicuro l’avrebbe preso per pazzo… No… partire da sua madre non era una buona idea! … Forse se le dicesse che è nato nel secolo del medioevo, ci crederebbe… però poi come spiegare che la madre è sempre viva?? Dovrebbe parlargli del sacrificio che ogni secolo compie sulle fanciulle e … No! Quello di sicuro non poteva essere l’inizio del discorso… E se le confessasse che si era innamorato di lei a prima vista?? … Bene! Quest’approccio potrebbe andare… ma dopo? Cosa le avrebbe detto? Era comunque al punto di partenza…
Si portò una mano alla faccia, come per riordinare le idee, ma quando se la tolse vide di fronte a sé la giovane, vestita con un vestitino celeste, con dei ricami bianchi proprio sotto il seno e all’estremità delle maniche, corto a metà coscia che lo fece andare in iperventilazione.
 
Ecco. Adesso il bel discorso era andato a farsi benedire.
 
- Sono pronta, ho fatto presto! Cos’è che dovevi dirmi?? – gli chiese, muovendo le ciglia lunghe e facendo gli occhioni da cerbiatta.
Il mezzo demone non riusciva a formulare una frase sensata, perché il suo sguardo non faceva che cadere sull’ampio scollo a V del vestito.
Deglutì silenziosamente, tuttavia, fortunatamente, l’attenzione della giovane venne catturata da qualcosa.
- Inuyasha! Guarda! Oggi è davvero una bella giornata non trovi?? – gli domandò sorridente lei – Perché non facciamo una passeggiata fuori, ti va? –
Lui, scosso dalle parole e dal suo viso angelico, annuì e si fece trasportare come un docile cagnolino all’uscita del cottage.
Era così spensierata. Vederla così felice gli placava l’animo. E sentire la piccola mano tenere la sua… lo faceva sentire in paradiso. Non riusciva ancora a capire come una singola persona potesse scatenare così tanti sentimenti in lui. Ma anche se non lo capiva, non importava… era contento lo stesso.
Aveva lei e ciò gli bastava.
 
Camminarono per diversi minuti, senza dire niente, solo beandosi della vicinanza reciproca che si scambiavano. Tuttavia, arrivati in una piccola radura, circondata da alberi fitti e alti, molto simili ad abeti, si fermarono.
Si sedettero ed ammirarono lo spettacolo naturale che avevano dinnanzi agli occhi: una distesa di prato, con mille fiori bianchi che si muovevano in maniera sincronizzata col vento.
Lì avrebbero potuto parlare indisturbati.
Non vi erano le statuette di folletti che avrebbero potuto spiarli e sua madre, forse, non conosceva nemmeno quel posto… Inuyasha ci andava sempre quando si sentiva solo… salvo questo giorno.
- Inuyasha, cosa volevi dirmi? –
Lui fece un sospirone e iniziò, stringendo la mano che ancora non aveva lasciato.
- Kagome… ho parlato con mia madre ieri sera… - disse quasi sotto voce.
Una volta che le avrebbe detto del sacrificio, ammesso che ci avrebbe creduto, vi avrebbe collegato quasi sicuramente la morte della sorella.
Come dirle che aveva posto il corpo senza vita di Sango in una tomba, con le sue mani?
Kagome era rimasta a fissarlo, aspettando che lui continuasse, ma poi, dopo aver aggrottato le sopracciglia, il suo viso diventò più cupo e ciò non le piacque neanche un po’.
- Inuyasha, Tutto bene? Mi devo preoccupare?? – gli disse, appoggiando la mano libera alla sua spalla.
Il giovane la guardò con intensità e, con uno scatto repentino, la tirò a sé, abbracciandola.
Lei sgranò gli occhi. Che cosa gli prendeva? Perché si comportava cosi?
- Kagome… io… … Stasera ci sarà quella famosa barca che ti farà tornare a casa… -
- Ma… è… è… fantastico! – esclamò lei senza pensarci, ma non udendo nessun suono da lui si allontanò dal suo petto e lo guardò dritto negli occhi.
- Inu… -
- No Kagome, va bene cosi… Hai la tua vita, devi andare… - gli erano costate care quelle parole. Anche se alla madre aveva chiarito che lui se ne sarebbe andato con lei, adesso non ne era più cosi sicuro… Si erano dichiarati, è vero, ma non poteva intromettersi nella sua vita, senza che lei glielo chiedesse.
Per non parlare dei sensi di colpa che lo corrodevano… rimanere in quel bosco maledetto, pensò con tristezza, forse era la giusta punizione che doveva sopportare per avere fatto quello che ha fatto… gli importava solo che almeno Kagome se ne andasse da quell’inferno.
- Inuyasha… posso rimanere ancora un altro po’, se vuoi… Devo sempre cercare degli indizi sulla morte di mia sorella… -
L’hanyou non ce la fece più a sostenere lo sguardo e abbassò gli occhi, abbattuto.
Kagome gli accarezzò la guancia.
- Ehi… guarda che tornerò a trovarti! Te lo prometto –
- Sarà difficile trovarmi di nuovo… -
- Perché? –
- Perché… perché si Kagome! Sarebbe come cercare un ago nel pagliaio! Non puoi trovare la stessa cosa due volte… - non voleva che ritornasse lì. Non doveva più mettere piede lì.
La fanciulla spostò il suo sguardo sul ampio prato fiorito che avevano di fronte a loro. Era rasserenante quel posto, in un certo aspetto. L’unico rumore che si sentiva era il frusciare di un ruscello in lontananza. Gli alberi fitti sembravano voler nascondere quel piccolo angolo paradisiaco all’intero mondo…
Si sentiva al sicuro.
Ma non era il paesaggio a renderla tale… era lui.
Solo fra le sue braccia si sentiva protetta e sapere di dover andare via le lacerava l’anima. Come se dovesse lasciare in quel bosco un pezzo di sé.
Sorrise dolcemente al mezzo demone che la guardava curioso e allo stesso tempo in tensione per sapere il motivo di quel gesto.
L’amava, non aveva più dubbi, e quindi sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
Aveva fatto la sua scelta.
 
- Inuyasha vieni via con me –
Lui sgranò gli occhi. Aveva capito male?
- Voglio che tu venga con me… -
- Kagome io… -
- Vuoi rimanere qui? – domandò lei e lui scosse energicamente la testa in segno di negazione.
- No! Io ho sempre odiato questa foresta… -
- Allora è per tua madre che resti? –
Fece un sospiro. Se non fosse per quella stupida barriera se ne sarebbe già andato.
- In parte si, ma non è lei che mi preoccupa poi così tanto… lei sa badare a se stessa, più di quanto tu creda! Il problema è un altro… -
La ragazza inarcò un sopracciglio curiosa
- Quale? –
- Non verrò mai accettato nel tuo mondo… ho paura di non farcela Kagome… - ammise lui con una nota di amarezza.
- Ce la farai sicuramente! E poi… non sarai solo… ci sarò io con te… -
Inuyasha chiuse gli occhi, avvicinando la sua fronte a quella di lei.
- Stare al fianco di un mezzo demone non ti farà fare una vita semplice… -
- Non mi importa… Stare con te è dove voglio stare –
In quel momento aprì gli occhi e il color cioccolato dei suoi occhi parve confondersi con l’oro colato dei suoi.
Finalmente gli era stata donata una vera vita. Una vita al fianco di Kagome.
La baciò con una dolcezza infinita, come per volerla ringraziare di tutto quello che aveva fatto per lui e per quello che avrebbe fatto.
Kagome si sentiva in paradiso. La scelta che aveva fatto era quella giusta, ne era certa! Di sicuro Koga non l’avrebbe presa molto bene, visto che era stato sempre un po’ geloso di tutti i suoi amici, ma prima o poi anche lui avrebbe capito quanto amava quel mezzo demone. E poi lui aveva Ayame, non sarebbe rimasto solo!
La lingua ruvida di lui la riportò alla realtà. Quanto adorava quando faceva così. Si sentiva piena di lui. Incrociò le dita della mano dietro il suo collo e con il pollice gli accarezzava la guancia.
Inuyasha, dopo vari minuti, per mancanza di ossigeno, spezzò il bacio, pur rimanendo vicino alle sue labbra. Respirava affannosamente, e Kagome ne approfittò per baciarlo un’altra volta, inserendo quasi subito la lingua nella bocca di lui. Era tremendamente eccitante poter toccare con la sua lingua, le zanne appuntite di lui. Anche lui, però non era da meno. Dopo l’iniziale sorpresa, cominciò a giocare e a succhiare avidamente la lingua di lei, facendo così crescere l’eccitazione fra le sue gambe.
Quando capì di essere arrivato al limite, ruppe quel bacio, che si stava facendo sempre più passionale, e la guardò negli occhi.
Dio quanto la desiderava.
La voleva fare sua in quel preciso momento.
- Kagome… - sussurrò con voce roca dalla situazione. Lei intuendo le sue intenzioni, gli fece una promessa.
- Starò per sempre al tuo fianco Inuyasha… Per sempre! –
- Per sempre? – ripeté lui al massimo della gioia
- Per sempre… - concluse lei con un sussurro, prima di riaffondare nella labbra calde di lui.
Il bacio era pura passione.
 

Adesso che aveva detto che sarebbe stata per sempre sua, non aveva più nessune inibizioni a fermarlo.
La sdraiò delicatamente sul prato e lei lo lasciò fare. La baciò di nuovo e poi, lasciando una scia di baci, arrivò all’orecchio, dove le sussurrò un “Per sempre”, facendo sciogliere la fanciulla. Con le mani le accarezzava le braccia, il viso, e la pancia.
Ogni volta che la guardava, lei lo rassicurava, sorridendogli, invogliandolo ad andare avanti.
Che voleva di più.
La ribaciò più volte su tutto il viso: bocca, naso, occhi, guance… per coi ricadere in quell’incavo così dolce che sembrava essere fatto così solo per essere baciato.
Delicatamente, senza perdere un briciolo di passione che ardeva nei suoi confronti, la spogliò, non senza una nota di imbarazzo.
Ma con Kagome, tutto sembrava giusto, perfetto.
Dopo essersi scambiati vari efusioni, entrò dentro di lei, e iniziò quell'antica danza antica come il tempo.
Lei sorrideva felice e lui non perdeva occasione di rispondere a quel sorriso così dolce e la sommergeva di baci, mentre i loro gemiti diventavano più forti.
I loro bacini ormai si muovevano velocissimi e sincronizzati, ed entrambi non riuscivano più a controllare le urla di piacere. Dopo un tempo indefinito, vennero entrambi. Prima lei, che urlò il suo nome, abbracciandolo in maniera quasi convulsiva e poi lui, che all’ultima spinta, marchiò la spalla della sua compagna con i denti, per poi venire dentro di lei.
Adesso era sua.
Sua soltanto.
E nessuno gliel’avrebbe portata via.


Stettero molti altri minuti a coccolarsi a vicenda, baciandosi e accarezzandosi su quel prato fiorito che li aveva resi più uniti che mai, ma all’avvicinarsi del mezzogiorno, furono costretti a fermarsi e a rimandare quelle tenere fusioni.
- Perché tua madre vuole vederci al suo giardino botanico? – chiese lei mentre si rimetteva il vestito.
- Perché… Capirai quando la vedrai… è difficile spiegartelo a parole, non so se tu ci crederai o no… L’unica cosa che devi sapere è che l’ho convinta a farci andare via… dopo che l’avremo incontrata, potremo andarcene da qui e stare per sempre insieme! –
Lei si avvicinò e gli sorrise quasi divertita
- Per sempre? – ricordando la promessa di prima
- Per sempre… - ripeté lui, al massimo della felicità, prima di baciarla dolcemente sulle labbra.
Sicuramente, dopo aver visto sua madre usare la magia per toglierle il maleficio, sarebbe stato più facile credere. Non l’avrebbe preso per matto o chissà che… e poi… riguardo a Sango… per quello c’era tempo… avrebbe agito con cautela, le avrebbe detto tutta la verità, su tutto, ma avrebbe progredito per gradi. Sarebbe stato meno doloroso per lei.
Le baciò la fronte e lei, non sapendo dei malinconici pensieri che lo affliggevano, sorrise inconsapevole.
Le prese la mano e la condusse al giardino.
Però, stranamente, sua madre non era ancora arrivata. Che fossero in anticipo?
Poi sentì il suo odore.
- Madre? –
- Eccomi caro… - disse la vecchia, spuntando da dietro un cespuglio di rose.
- Buongiorno signora Izayoi, voleva vedermi? Che cosa voleva dirmi? – le chiese Kagome cordialmente.
Izayoi non la degnò nemmeno di uno sguardo e rivolse le sue attenzioni al figlio.
- Ottimo lavoro figlio mio, sapevo che non mi avresti delusa… -
Inuyasha non capì a cosa si riferisse e la guardò confuso. Perché aveva un brutto presentimento?
La madre guardò le mani dei due, ancora intrecciate e fece una smorfia di disappunto.
- Eppure mi sembrava di essere stato chiaro Inuyasha… era meglio che tu non ti fossi affezionato alle persone già morte… in questo caso… mi rendi tutto più difficile… -
Il mezzo demone sudò freddo.
Era tutto una trappola.
Sua madre non aveva mai accettato che loro se ne andassero.
- I…Inu-chan… di cosa sta parlando? – chiese preoccupata. Persone morte? Che cosa stava dicendo?? Era lei “una persona morta”??
Si allontanò dal giovane e gli lasciò la mano, fissando madre e figlio terrorizzata.
- Che cos’è questa storia? –
- Oh cara, è semplice… ho bisogno di te per ritornare ad essere quella di una volta… bella, aggraziata, senza rughe, senza dolori fisici… -
- … Giovane… - concluse Kagome in un sussurro. Pronunciò quella parole senza nemmeno pensare al significato di quella parola, e a cosa la collegasse a lei. Poi, come un fulmine a ciel sereno, intuì le intenzioni della vecchia e in un primo momento, non volle crederci.
- No… no! Signora… lei ha bisogno di qualcuno che l’aiuti… stare tutti questi anni nel bosco possono fare diventare matti chiunque! –
La strega rise malignamente, appoggiandosi ad un vaso d’argilla lì vicino.
- Ah ah… No cara! Qui ti sbagli… non sono affatto pazza!! E poi… per quanto riguarda all’aiuto… ce l’ho già! … Non è vero, figlio mio? –
La giovane guardò il mezzo demone, sperando che da un momento all’altro Inuyasha avrebbe riso di fronte alle menzogne della madre o che comunque l’avrebbe cercata di fare ragionare… ma, al contrario, rimase in silenzio, guardando prima lei e poi il pavimento.
Indietreggiò maggiormente.
A quel punto lui le si avvicinò
- Aspetta Kagome… posso spiegarti… -  ma appena le toccò il braccio, lei si scansò dalla sua presa, infuriata.
Era arrabbiata, si, ma soprattutto con sé stessa. Come aveva potuto donarsi, così completamente ad uno sconosciuto??
Sentì gli occhi inumidirsi e cacciò indietro le lacrime.
Izayoi sorrise a quella scena.
- No lascia stare tesoro… spiego tutto io a Kagome… -
- Avevi promesso che ci avresti lasciato andare! – sbottò furioso lui, mostrando i denti e stringendo i pugni. Per colpa sua stava perdendo la persona più cara che avesse mai avuto.
- Ma tesoro! Come potevo lasciarvi andare?? Tu mi servi per finire il sacrificio, e la ragazza è il sacrificio stesso! Mi spieghi come posso lasciarvi andare?? Dai caro… non mi va di litigare ancora… -
Il mezzo demone ringhiò, frustato per la situazione, e Kagome ne approfittò per cercare di scappare. Non sapeva se la questione del sacrificio era vero o no, ma non voleva stare un minuto di più lì con loro.
Quando la vecchia la vide, rise di gusto.
- Eh no cara! Tu non vai da nessuna parte! – e alzando la mano destra, la povera ragazza fu avvolta da una moltitudine di filamenti verdi, che si muovevano da soli, imprigionandola in una sorta di gabbia floreale.
Inuyasha tentò di avvicinarsi a lei, per liberarla, ma anche lui venne bloccato. Solo allora Kagome si rese conto che quei filamenti, erano delle semplici piante. Le stesse che avevano invaso il motore della sua macchina.
- Eri stata tu… - mormorò sottovoce la giovane
- Parla più forte non ti sento! Odio le persone che biascicano le parole! – ordinò lei seria.
- Eri stata tu!! Se la mia macchina non partiva… era colpa tua!! –
- Certo cara… e chi sennò? Tuttavia, anche se non avessi rotto la tua macchina e fatto crollare quella galleria dalla quale sei arrivata, tu non saresti mai riuscita a scappare! C’è una barriera ai confini di questa foresta e se avessi cercato di attraversarla, saresti rifinita di nuovo tra le mie braccia! Ovviamente avrebbe destato troppi dubbi nella tua piccola testolina… cosi ho preferito farti credere che non potevi andartene via per motivi… come dire… più realistici no? –
La donna si avvicinò alla gabbia nella quale era stata imprigionata.
- Ho provato di persona, che effettuare questo rituale su una fanciulla contraria al sacrificio è controproducente! Ringiovanisco solo di pochi anni, invece che ritornare un’affascinante giovincella… -
- Beh, allora neanche stavolta lo ritornerete! Io non sono affatto favorevole a farmi ammazzare! –
- E invece ritornerò giovane e bella, perché l’importante era che tu non lo fossi, quando ti ho gettato quel maleficio ieri l’altro notte! Adesso che però il segno nero dal petto è scomparso, puoi essere contenta o disperata, non mi importa! Io ritornerò giovane, e tu mi aiuterai a farlo! –
- Basta!! – ringhiò Inuyasha da dietro di lei, ancora bloccato dalle piante – Lasciala andare! Non ti permetterò di farle del male!! – Non l’avrebbe aiutata mai più in quei crudeli sacrifici! Sarebbe morto piuttosto!
- Ma davvero? Guarda che tutto questo non sarebbe mai successo se tu avessi fatto quello che ti avevo detto di fare con Sango! –
A quel nome perse un battito.
Sango? Che ci incastrava ora sua sorella??
Inuyasha osservò Kagome cambiare espressione e si sentì morire. Non avrebbe dovuto saperlo così. Non se lo meritava.
- Kagome… -
La vecchia guardò in sua direzione e vedendola sorpresa, fece un breve risolino.
- Ahhh!! Ma tu non sai ancora niente!! – Si rigirò verso il figlio – Inuyasha, ma quando avevi intenzione di dirglielo?? Pensavo che eravate abbastanza affiatati… -
- Che cosa c’entra mia sorella??? – urlò lei con gli occhi lucidi. Era stata fregata. In tutti i modi possibili.
- Allora… ti do una notizia buona e una cattiva… quella buona, è che avevi ragione sulla sua morte e quella cattiva è che sono stata io ad ucciderla… o meglio… - disse con un sorriso maligno - … noi! –
Kagome guardò truce l’uomo che pensava di amare. Ora provava solo disgusto nei suoi confronti.
- No Kagome! Non è come credi!! Io ho cercato… - ma la madre non lo fece parlare
- Diciamo che avevo bisogno di ringiovanire e tua sorella calzava a pennello. Purtroppo, però, la sua morte non mi ha affatto ridato una nuova vita! Le rughe sono rimaste, come i capelli bianchi… Quindi, tua sorella non mi è servita a nulla in poche parole… -
Un moto di rabbia la invase. Non aveva odiato mai nessuno prima ad ora, ma in quel preciso istante l’avrebbe volentieri strangolata. Come osava parlare così di Sango??
- Dov’è!!! DIMMI DOV’E’!! –
La donna puntò l’indice verso suo figlio.
- Chiedi a lui… -
Inuyasha si sentì in trappola e i sensi di colpa non erano niente in confronto alle occhiate di puro odio che le stava lanciando la sua amata.
Pensò a come dirle che aveva sotterrato sua sorella con le sue mani, in maniera meno dolorosa possibile, ma la voce di sua madre lo bloccò ancora, e un senso di irritazione lo travolse.
Non gli importava di quanto lo stava deridendo e umiliando sua madre, quello che non sopportava era far soffrire la sua Kagome.
E sua madre l’aveva fatto andare lì, unicamente per questo.
- Okkey, ormai ti dico tutto io… io l’ho uccisa, grazie a lui… - si sbrigò a sottolineare – e poi lui l’ha messa nella tomba… Come fa di solito con tutti i corpi dei sacrifici… devi arrenderti cara… -
Si avvicinò alla gabbia, con un mezzo sorriso sulle labbra.
- Hai perso… ma guarda il lato positivo… ti potrai congiungere con tua sorella dopotutto! –
Poi guardò il figlio ancora legato.
- Adesso che ti sei divertito con il mio sacrificio, potresti anche mettere la testa a posto e fare il tuo dovere, razza di ingrato! Non importa più che reciti la parte del buono… -
‘ Divertito?? Recitare?? ‘ I sentimenti che provava per lei erano veri, e lei lo sapeva bene! Perché gli stava facendo tutto questo??
Osservò Kagome che si era imposta di non guardarlo più. Si sentiva umiliata e tradita. Per tutto il tempo aveva vissuto in una farsa… compreso Inuyasha.
- Ah, e visto che siamo in vena di confessioni… io ho solo un figlio. Ryo e Inuyasha sono la stessa persona. –
Lei non alzò nemmeno il capo. Non aveva nemmeno più la forza di ribattere. Aveva perso, aveva ragione. Aveva perso tutto… e l’amore non era l’eccezione.
La strega soddisfatta, capì che ormai non valeva più la pena di infierire e si rivolse al mezzo demone.
- Tutto sommato… ben lavoro, figlio mio – e schioccando le dita lo liberò dalle piante, ma lui non si mosse. Rimase a terra. E lei sorrise, perché alla fine, aveva rotto perfino il legame che teneva uniti quei due. Adesso che l’aveva fatto passare da bugiardo, difficilmente Kagome si sarebbe fidata di lui.
Se ne andò, lasciando i due da soli, compiaciuta del suo operato.
 
Nessuno dei due aveva aperto bocca.
Lui perché non sapeva da dove cominciare e lei perché non aveva la minima intenzione di parlare.
Inuyasha guardava afflitto la gabbia in cui si trovava la sua donna, sperando, con tutto se stesso che prima o poi l’avrebbe perdonato, che avrebbe capito che dietro a tutto questo c’era solo sua madre e lui era solo una marionetta, usata solo per i suoi scopi, ma più passava il tempo, più le speranze svanivano.
Aveva paura che l’avesse persa per sempre, ma si rifiutava di crederci.
Si alzò e aprì un varcò fra le grate, tagliando qualche filamento, ma quando si avvicinò, lei gli urlò di non avvicinarsi.
L’hanyou si bloccò e le piante si intrecciarono di nuovo per creare le grate spezzate dal mezzo demone.
- Kagome devi credermi io… -
- NO! –
- Kagome… -
- NO! – e quando alzò il viso, vide le sue lacrime e si sentì uno schifo. Come potevano essere arrivati a quel punto??
- Ti prego devi… -
- BASTA!! Vattene da qui!! – gli gridò, mentre copiose lacrime le rigavano il viso. – LASCIAMI IN PACE! –
Lui si aggrappò alle grate, come per sorreggersi. La stava perdendo. Lei non voleva più averlo vicino e lui ne stava morendo.
- NO! Kagome bisogna fugg… -
- BASTA!! BASTA!! Non voglio sentire più una parola da te!!! Mi hai preso in giro tutto questo tempo!! Io mi sono fidata di te!! – le gridava in preda ai singhiozzi – e tu mi hai solo usato!! –
- No Kagome!! Io non ti ho mai usat… -
- Non mi importa più di niente ora!! Voglio solo che tu te ne vada! Non voglio più vederti!! Ti odio!! Ti odio, hai capito??? TI ODIO! VATTENE!! –
Nascose di nuovo il volto dietro le ginocchia e continuò a piangere, mentre Inuyasha era rimasto scioccato a sentire quelle parole.
Il silenzio di poco fa era un avvertimento, ma lui ostinatamente, credeva che se lo avesse ascoltato, gli avrebbe creduto, e invece aveva sentito l’ultima cosa che si voleva sentire dire.
Lei l‘odiava.
Quella notte sarebbe morta e lui con lei. Non poteva vivere senza Kagome.
Chiuse gli occhi e se ne andò, senza una meta da seguire, mentre, per la prima volta in vita sua, piangeva.
  
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