Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: slice    23/09/2012    4 recensioni
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Non so usare questa coppia, però di tanto in tanto ci riprovo, almeno per vedere se è sempre così. Non credo sia da buttare: può piacere o meno, ma ne ho scritte di peggio. Tuttavia quando leggo le ShikaIno fatte bene sento tante belle cose e qui non ce ne vedo, ecco. In ogni caso, anche se sono sempre ipercritica, spero di essere migliorata, con loro, e che si noti pure, magari!
Il prompt è "pettine". Quindi non è stato difficile affiancare Shikamaru, Ino e un pettine.
Ognuno può fare i prompt che vuole, ma personalmente trovo più difficili e stimolanti quelli un po' più curati: un tema lo posso scegliere quando voglio, mentre un prompt mi deve sembrare una sfida e vincolarmi di più, secondo me. Comunque mi ero ripromessa di fare una ShikaIno, in questa challenge, ed eccola qua!
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Crack, fanon o canon? Slash, het o threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Prompt: Shikamaru/Ino - pettine



L'ho scritta per il WHITE MIDNIGHT, ma sono in ritardo di qualche ora. Come al solito. *s'inginocchia sui ceci*
Ringrazio Mimi18 per avermi fatto notare l'iniziativa!











Realizzazioni seccanti
di slice





Fin dalla più tenera età la sua intelligenza gli aveva permesso di avere una certa obiettività e di ragionare sulle cose in modo freddo, calmo, di rifletterci sopra perché, tanto, gli ripeteva una vocina da qualche parte, con il panico non si ottiene altro che uno spreco di tempo prezioso. In futuro, in missione come in guerra, si sarebbe guadagnato la fama di qualcuno lento ma efficace per questo suo modo di essere risolutivo con i propri tempi.
La pazienza e la capacità d'analisi, lo avevano aiutato a destreggiarsi attraverso situazioni tanto innocue quanto spinose - ovvero ad evitarle - per un ragazzino, come l'adolescenza. Ad esempio tutto ciò che aveva appreso all'accademia e in guerra poteva essergli d'aiuto in molti altri campi, ma non il contrario.
Poi era stato ovvio che a volte non vi è soluzione e altre non la si vuole trovare.
Visto che, da bravo stratega, sapeva che una soluzione vi è sempre, una delle cose apprese senza l'ausilio di Iruka sensei era stata l'esistenza di alcune occasioni in cui non la si vuole trovare. Ad esempio alle femmine c'è rimedio ma non sempre lo si vuole applicare.
Il livello di seccatura raggiunto da una femmina poteva essere inaudito e Shikamaru era convinto che fosse anche proporzionale al proprio mosochismo. Era ben consapevole che, in realtà, il suo carattere remissivo fosse la seccatura maggiore poiché nessuna femmina è pericolosa quanto quella lasciata libera di sommergerti con le sue seccanti questioni. L'unico pregio che lui e tutta la sua somma pigrizia potevano, al massimo, per onore della verità, attribuire a quelle infide creature profumate, era la capacità di rendere in un qualche modo interessante un'assoluta cavolata.
“Trovo che Sasuke dovrebbe sul serio guardarsi intorno, insomma, possibile che non ci sia nessuna che attiri la sua attenzione?”
Certo, il mignolo sinistro di Rock Lee poteva essergli più affezionato di Sasuke, ma Shikamaru trovava al tempo stesso snervante e interessante quel tipo di interazione che Ino cercava di intrattenere con l'Uchiha. Spesso si trovava ad osservarli di sottecchi e a commentare, con il Consiglio che vive nel suo cervello, cose a cui non credeva avrebbe mai potuto assistere. Un documentario, insomma.
C'era una strana asimmetria in quel rapporto e, per questo si sentisse al riparo dal fascino della compagna di squadra, lo infastidiva. Tuttavia, l'intensità di quel qualcosa lo affascinava e paradossalmente era quasi geloso del fracasso che faceva il cuore di Ino. Il suo, dopotutto, era sempre così calmo, addormentato.
A prescindere da Sasuke, kun o meno, le richieste di Ino potevano rasentare il ridicolo e lui acconsentiva solo per mantenere gli stessi timpani e non doverli cambiare come i calzini, in più vi era un recondito desiderio di vedere cosa vi si trovasse, come il motivo per cui suo padre assecondasse sua madre.
Dopo, una volta raggiunta la pratica, aveva dovuto ricredersi e accettare il fatto che cose come spazzolare i capelli di Ino potessero essere un passatempo lieto, calmo.
Seduto dietro di lei sull'engawa, Shikamaru annuì in risposta, sapendo già che lei non se ne sarebbe curata e avrebbe proseguito con il discorso.
“Inoltre vorrei sapere perché cavolo Sakura è stata messa in squadra con lui, non c'entra e non sa fare niente...”
A quel punto cominciava ad agitarsi e lui le andava dietro con il pettine, sbuffando quando le ciocche gli sfuggivano dalle dita perché si muoveva troppo.
“Ahia! Ti ho chiesto di pettinarmi i capelli, non di rendermi calva!”
“Allora stai ferma, Ino, credi che mi diverta?”
Non si divertiva, ma si rilassava, in compenso. C'era qualcosa di ipnotico in quelle ciocche chiare e il dover compiere gesti sempre uguali non lo rendeva nervoso, non lo annoiava, gli liberava la mente, cosa che non era ancora riuscito a fare con nessun'altra occupazione. Che scoperta, che pace. La voce di Ino echeggiava, a volte pure stridula, ma c'era un sacco di pace e Shikamaru a volte si trovava a dover chiudere la bocca da quanto assorto e rilassato lo lasciava quel compito.
“Mh, dicevo...”
Era rilassante persino il nome di Sasuke, poiché tutto assumeva una tinta unita che gli provocava un piacere fisico così leggero da lasciarlo stordito, proteso in cerca di quella sensazione. Il silenzio tra le sue tempie era un evento da festeggiare. A questa realizzazione, capì di dover fare un regalo all'amica.
“Cosa credi sia più importante, gli occhi di lui che non ti guardano o l'amicizia di lei che ti cerca sempre?”
Sentì Ino irrigidirsi, in silenzio, colta da quella domanda come da un kunai nel petto, con un po' meno sangue in giro. La norma voleva che lui annuisse piano, lei riconosceva ormai il fruscio di quell'azione, alle sue spalle, e proseguiva senza aspettarsi una vera risposta, tanto meno una domanda. Era convinta che non seguisse i suoi discorsi e soprattutto che nessuno potesse vedere cosa le bruciava di più.
Lui posò il pettine e rimase in silenzio, in attesa di qualcosa che non sapeva se sarebbe arrivata. Infine sospirò, mettendosi seduto accanto a lei.
“Fa come vuoi, Ino, solo cerca di non dovertene pentire, in futuro,” e volse lo sguardo alle stelle, imitato da lei, poco dopo .



Quando in inverno l'engawa era troppo freddo per una qualsiasi attività, la sua camera ospitava i capelli biondi di Ino e il suo pettine.
“Sakura è a pezzi,” disse lei. Si passò una mano sul braccio come a rassicurarsi da sola che anche quell'angoscia se ne sarebbe andata, prima o poi.
Shikamaru annuì, una mano scivolò su una lunga ciocca subito seguita dall'altra, munita di pettine. Arrivò in fondo e il suo sguardo, che seguiva le sue mani, cadde più in basso, sul sedere della compagna di squadra.
Ino era seduta sul suo letto, le gambe incrociate tendevano la stoffa dei pantaloncini, e in quel modo rimaneva scoperta un sacco di pelle in più.
Il genio si perse per un momento da qualche parte tra una natica e l'altra, l'adolescente invece fece un verso stupido, che fortunatamente rimbombò solo nel suo cervello silente, e si accorse di non averci mai fatto caso. Non che, come tutti i ragazzini della sua età, non fosse attratto dalle ragazzine, tanto più che suo padre gli aveva spiegato quanto fosse purtroppo normale interessarsi all'altro sesso; solo che non aveva voglia - neanche il tempo, ma soprattutto la voglia - di seguire questi suoi seccanti istinti.
Che Ino fosse una di quelle ragazzine, e quindi non solo una seccante femmina ma anche una Femmina, con tanto di gonfiori in punti sconvenienti, profumo e pelle liscia, era stata una presa di coscienza snodatasi in modo astratto e graduale, insieme a quell'esercizio zen che era diventato pettinarle i capelli. Sbattere i suoi bulbi oculari in qualcosa di così reale, invece, lo scosse un poco.
“Che c'è? Ho le doppie punte?” saltò su lei, dopo aver avvertito la mancanza del suo tocco.
“No.”
“Il fatto è che a Sakura sfuggono parecchie cose e non so come fargliele notare... Non mi sento proprio in diritto di dirgliele, ecco.”
Con una mano si portò indietro dei ciuffi che, dal taglio maldestro dell'episodio increscioso nella foresta della morte, erano rimasti più corti.
Shikamaru guardò alternativamente un paio di volte le ciocche più corte e quelle lunghe, poi si fermò brevemente sul sedere, sbattendo le palpebre all'ennesima rivelazione. Così almeno vantava una gola secca, ma occhi idratati. Un po' irritato da tutto quel movimento nel suo cervello, nonostante la sua rilassante occupazione, pensò che ovviamente i capelli di Ino sarebbero ricresciuti fino ad arrivare al sedere o più in basso.
Scosse la testa, scocciato, e riprese il movimento senza dare spiegazioni alla compagna che ancora chiedeva cosa ci fosse da fissare nei suoi capelli perfetti.



Negli anni successivi c'era stato bisogno di crescere, in fretta, nel modo migliore per un ninja, per imparare più tecniche e affinare quelle di base. Erano iniziate le missioni.
Il loro appuntamento si ripeteva dopo ogni missione, ormai. Spesso Chouji sgranocchiava patatine lì vicino e ridevano insieme di cose successe all'accademia; Sakura li raggiungeva qualche volta e c'era la possibilità che si trascinasse dietro pure Naruto, così arancione e casinista da forzare il buon umore nel cuore di tutti. In altre occasioni erano invece soli e lei parlava di tutto quello che non riusciva a dire a nessun altro, riceveva pacati consensi o piccoli sbuffi che le facevano capire dove iniziasse ad essere petulante e perdesse il punto della situazione. Tutto sommato non era che un modo per scusare il loro bisogno di compagnia, un modo che Ino aveva assunto per chiedere consiglio a Shikamaru senza aver bisogno di chiederglielo davvero. E per Shikamaru era sempre lo stesso rilassante appuntamento con quei fili chiari, setosi, che scendevano in una cascata morbida sulla schiena della compagna.
Dopo, era arrivata la morte, così vicina e improvvisa. Un forte dolore li aveva stretti assieme eppure spinti così lontani da sentire il cuore battere stanco, in tutto quel silenzio. C'erano stati momenti di vero sconforto in cui Ino riusciva a mostrare il suo viso solo alla spalla o alla schiena di Chouji e lui sgranocchiava piano per impedire ai singhiozzi di mandargli le patatine di traverso. Piangevano solo di sera, Ino aveva i capelli pieni di nodi e gli occhi gonfi e Shikamaru rimaneva seduto sotto la finestra del compagno ad ascoltare i loro singhiozzi con la fronte poggiata sulle braccia e le ginocchia bagnate di frustrazione.
Quella del genio era stata presa per forza, ma lui era consapevole che prendere il comando e riuscire a scuotere i compagni era solo una sua esigenza: voleva riuscire a rimetterli in piedi perché altrimenti sarebbe caduto anche lui e non voleva pensare a cosa Asuma avrebbe potuto vedere da lassù.
Pein aveva deviato l'attenzione dal dolore per la morte del maestro, ma era solo stato seppellito da un senso di colpa, per tutti gli shinobi e i civili che non erano riusciti a salvare; un senso di colpa più pesante delle macerie di Konoha, che premevano sul loro cuore allo stesso modo. Da un po' di tempo Naruto che ride era diventato Naruto che soffre per Jiraiya, poi Naruto che apprende con un cuore già incrinato la morte di Kakashi e infine Naruto Kyuubi che rincorre, per ucciderlo, qualcuno capace di ferire Hinata; quell'Hinata che lo idolatrava, quell'Hinata che si era dichiarata, finalmente, e senza saperlo ha avuto più coraggio di tutto il villaggio.
Senza tanti complimenti, come se non bastasse, Shiho, aveva portato più gelo di Temari tra lui e Ino. I preparativi per la guerra erano stati fatti da fasci di nervi, più che da shinobi di Konoha, e Shikamaru si lamentava dal suo divano, costretto da una gamba rotta all'immobilità.
Ino gli faceva visita quando poteva e se ne andava sempre con il pettine ancora nella borsa senza avere il coraggio di chiedergli niente, poi, una sera, lui ebbe la giusta occasione e la colse: vide sua madre pettinarsi nell'ingresso e la chiamò con una scusa, ponendo domande a caso che lei attribuì alla noia.
“Lo so che è dura per te vedere gli altri darsi da fare, ma prendila come una breve vacanza che ti permetterà di arrivare al fronte riposato,” e lo disse con gli occhi lucidi perché suo figlio diciassettenne stava per andare in guerra, quella per cui da ragazzina venne devastata, pur avendola vista solo riflessa nello sguardo di quegli shinobi che ebbero la fortuna di tornare. Poi si era alzata, lasciando sul tavolino basso il suo pettine perché “Oh, sono in ritardo!”. E Shikamaru aveva sorriso: per lei era semplicemente contento di non conoscere la sua destinazione, ché le donne sono una grande scocciatura per suo marito e suo figlio, e invece lui era intimamente felice della sua sbadataggine. Yoshino si chiese in effetti perché suo figlio guardasse il suo pettine, ma, insomma, era in ritardo, dopotutto.
Ino quella sera guardò l'oggetto sul tavolino con le sopracciglia molto in alto e lui non aspettava altro.
“Dai, vieni,” disse solo, prima di sbuffare e mettersi seduto in modo da poterle stare dietro. Lei lo stupì invece e si accucciò ai piedi del divano, in ginocchio davanti a lui. Gli diede il pettine mentre scioglieva i capelli e, se non fosse stato seduto, Shikamaru avrebbe dovuto farlo perché quei capelli coprivano del tutto il sedere.
“Che c'è?”
“Sono cresciuti...”
“Già, succede, quando cresci, Shikamaru,” disse Ino, mentre metteva dietro le orecchie alcuni ciuffi più corti perché scalati sul davanti.
Lui annuì, cominciando da una ciocca laterale. Dovette fare attenzione ai nodi e tenerle saldamente le ciocche una ad una per non farle male. Poi iniziò a pettinarli da cima fino in fondo; senza tutti quei nodi il pettine filava e le spalle di Ino erano rilassate, i movimenti della sua testa morbidi e le mani avevano i palmi aperti invece che piccoli pugni rigidi. Shikamaru sospirò, poggiando il gomito sul ginocchio e il viso sul palmo della mano. La compagna non sembrava intenzionata a parlare, né dei suoi problemi né di quelli altrui, che lei sicuramente conosceva. Pareva rilassata eppure qualcosa tradiva del nervosismo.
“Che cosa pensi di Shiho?”
Tutti i campanelli di allarme si misero a suonare e Shikamaru ne rimase un attimo stordito.
“Eh?”
“Sì, insomma, è carina,” disse lei.
“Vuoi uscirci?”
“Shikamaru...”
“I tuoi capelli sono davvero lunghi, Ino,” disse.
Non aveva inteso mettere in quella frase più di quanto volesse lasciar intendere, si corresse dicendosi che in effetti non ci aveva messo proprio nulla, ma Ino doveva aver preso qualcosa dal momento che pareva essersi irrigidita.
Shiho era carina, arrossiva, balbettava e tutto questo solo per lui, ma Ino era proprio una rottura di balle e nella sua assenza c'era il vero silenzio. Con Shiho ci sarebbe sempre stato, che era come dire che non sarebbe più riuscito a trovarlo. Il genio emise un sospiro mentre realizzava che Shiho non era una seccatura. E non c'era gusto.
La kunoichi si era accorta della mano di lui scesa a stringere una ciocca centrale, una delle più lunghe, e lo lasciò finire, realizzando che forse aveva aspettato che le crescessero fino là. All'improvviso si mise a ridere.
Shikamaru si bloccò, accigliato. Pur avendo imparato che quella delle donne non è pazzia, cosa per cui comunque si era ripromesso di trovare un nome, si stupì di come Ino le avesse proprio tutte quelle cose da Femmina.
Lei si voltò a guardarlo con un sorriso.
“Mi sei mancato, Shikamaru,” e lo abbracciò, senza riuscire a smettere di ridere vicino al suo orecchio.







Owari











Mi piacciono le ShikaIno, ma cavolo se non mi riescono. L'ho fatta pensando bene a quel che volessi dire, eppure rileggendola sembra così tirata via che mi fa venire poca voglia di postarla. Forse semplicemente non sono personaggi che muovo bene. Certo, probabilmente con Shikamaru già miglioro, ma Ino non è affatto facile e insieme mi sembrano molto, troppo, impacciati, quando ne scrivo io. Mah. Mi affido al giudizio del pubblico. (E venne lapidata... -.-)





I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.



  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: slice