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Autore: MissNanna    23/09/2012    2 recensioni
Maggie e Nick.
Lei una ragazzina. Lui un uomo che dovrebbe esser maturo.
Lei la figlia della migliore amica di lui.
Lui il grande amore di Maggie.
Eccoli di nuovo su Efp..
Questa storia è stata una lunga epopea!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo Ventesimo

Pov Nick

-Maggie!

Urlo battendo contro la porta dell’appartamento di Pablo.

-Apri Maggie!

La porta si apre e vedo Pablo con lo sguardo perso  scansarmi e chiudere la porta alle sue spalle. Aspetto che mi parli, che mi dica qualcosa, ma il moccioso non dice nulla. Mi fissa per un attimo con i suoi occhi scuri e liquidi, e riprende a camminare verso l’ascensore.

-Che cavolo sta succedendo?  Dov’è Maggie?

Gli chiedo raggiungendolo e stringendolo per il colletto della camicia. Mi fissa con le lacrime che gli rigano il volto.

-Parla moccioso!

Gli ringhio ad un centimetro dal viso.

-E’ andata via !Mi ha lasciato per colpa tua!

Qualcosa dentro me si rompe a queste parole. E’ strano. E’ come se il cuore si fermasse e facesse da solo un “crack” che ti impedisce di respirare.

-E’ andata via da te ed ha lasciato indietro anche me! Sei uno stronzo. Ora è completamente sola. Non ritornerà da quella sua amica. Non ho la più pallida idea di che fine possa fare e tutto questo è perché non hai saputo tenere a freno l’uccello!

Deglutisco e cerco di reprimere l’impulso di spaccargli il muso, anche perché purtroppo non ha tutti i torti. L’ascensore arriva e senza pensarci più di tanto lo spingo via e entro nell’affare. Prendo il cellulare e chiamo prima Fry e poi Iva. Questa volta non posso lasciarla andare.

Qualche ora più tardi …

-Fry, ho controllato dappertutto! Anche gli ospedali in zona!

Dico disperato a Francis.

-Prova ad andare da Katherine!

Mi suggerisce dall’altro lato della città il mio migliore amico.

-Con quale faccia mi presento ?

Continuo portandomi una mano sugli occhi.

-Con la faccia del suo migliore amico. Con la faccia di quello che le è stato accanto più del marito. Con la faccia di colui che ama terribilmente sua figlia. Con la faccia da culo che ti ritrovi da trent’anni. Prendi il toro per le corna e fatti aiutare!

Sospiro e mi decido. Devo farlo. Per me, per Maggie. Per la piccola Sophie.

Pov Maggie

Continuo a camminare con il borsone in spalla. Vago per la città con i capelli ormai grondanti di sudore. Il mio viso è diventato il teatro dei miei sentimenti. Alterno sorrisi e pianti con un ritmo di cinque minuti. Non so cosa fare, non so nemmeno più cosa sperare. Ora sono sola. Veramente sola, ma lasciare Pablo è stata la cosa giusta da fare. Non lo amo. Non potrei amarlo..

Pov Nick

-E così dopo mesi hai deciso finalmente di farti rivedere!

Sbotta Katy prendendo il caffè dalla credenza .

-No,non preoccuparti per il caffè. Ora ho bisogno di tutto tranne che di altri eccitanti!

-Okay se lo dici tu!-sbotta voltandosi ed osservandomi.-Perché sei qui Nick?

Cerco le parole giuste per parlarle. Per esprimere la mia preoccupazione per Maggie, lo faccio perché non voglio ferirla, lo faccio per la prima volta perché tra noi non ci sono mai state mezze misure. Ero innamorato di lei, tanto da poter impedire a me stesso di vivere solo per aspettarla ed ora proprio non riesco a parlarle. Gioco con il mio orologio, spero di trovare la forza per pronunciare qualche spiegazione, di trovare il coraggio per deluderla e farla soffrire a causa mia. Mentre questo groviglio di pensieri continuano a lasciarmi senza voce, la sua mano calda si poggia sulla mia spalla. Arriva al mio collo e la fisso. Mi sorride e lentamente sento le dita dell’altra mano accarezzarmi il braccio e giungere alla nuca. I nostri occhi si incrociano e nella frazione di qualche secondo, vissuto a rilento, le nostre labbra e le nostre lingue si uniscono in un bacio denso di parole mai pronunciate, di vecchie e nuove emozioni, di nuove e tristi consapevolezze. Un bacio lungo dalla melodia dolce di un addio. Un addio a ciò che siamo stati e a ciò che potevamo essere. Con gli occhi ancora chiusi e il cuore tremante ci allontaniamo. La parola fine è stata scritta in modo definitivo. La sua mano mia accarezza la guancia mentre ancora mi rifiuto di guardare alla realtà.

-Margaret è passata di qui. Si è scusata con me per i suoi sentimenti. Che cosa assurda!-sbotta fingendosi divertita, ma leggo nei suoi occhi un velo di malinconia, di pura sofferenza. -Non dico che sia stata una grandissima idea quella di fare sesso con una quasi diciottenne, ma non è una colpa se vi siete innamorati. Maggie è mia figlia e in quanto tale non potrei mai odiarla, proprio come lei non avrebbe odiato me se ti avessi sposato. -Sospira e sorride guardando un punto indefinito sul pavimento.-Anche se credo che lei ti amasse un po’ da sempre. Ci ho pensato tanto. Forse lei ha saputo vedere in te quello che io non sono mai riuscita a notare prima d’ora.-Mi guarda un ‘ultima volta.-Vai da lei!E’ andata via da circa mezz’ora.

L’osservo allarmato. Vorrei scappare all’istante, ma non sarebbe delicato. Cosa fare?

-Vai Nicolas Demson. Vai dalla mia bambina. E’ lei che ha bisogno di te.

Le sorrido, ma prima di andare mi fermo un attimo.

-Katherine, per molto tempo sei stata tutto quello di cui avevo bisogno. Senza di te i miei giorni sarebbero stati tutti bui e privi di senso, privi di quella carica che serve per alzarsi al mattino, per respirare per fare tutto, ma.. è semplicemente tardi. Il nostro momento è passato da un po’, solo che ancora non l’avevo compreso.

Sento i suoi respiri, sento la sua presenza, ma è troppo distante da me. Ormai non è lei che riempie la mia mente ed il mio cuore.

-Grazie, Nick. So di essere stata importante per te. Lo sei anche tu per me e lo sarai ancora per molto!

Senza mai voltarmi comincio a correre. Corro lungo il viale, corro per strada per evitare la folla di persone che si accalca dinanzi alle vetrine dei negozi in centro. Corro, ma non so dove andare. Corro, ma proprio non riesco a vedere i suoi occhi. Mi giro intorno e il mondo sembra vorticare nella mia mente, il viso della gente che mi passa accanto diviene sfumato. Contino a girarmi alla ricerca di lei. La rivedo appena arrivata a casa mia, seduta a terra con il rossetto rosso sbavato. La rivedo nuda nel mio bagno quella prima volta di alcuni mesi prima. Sento il profumo del suo shampoo. Percepisco la morbidezza delle sue labbra sulle mie, così dolci come in quel primo bacio sul divano, quel bacio protratto per un’intera notte. Un bacio così sbagliato. Poi la terra viene meno e vengo spintonato. Mi soffermo a guardare la ragazza che mi si è praticamente schiantata addosso, ma in realtà a schiantarsi è il mio povero vecchio cuore.

Pov Maggie

Alzo lo sguardo e mi ritrovo di fronte a tutto quello che potevo desiderare, di fronte a tutto quello che cercavo.

-Nicolas!

-Maggie!

Mi risponde con altrettanto stupore. Riporto una ciocca di capelli dietro le orecchie e asciugo le mani sudate sui pantaloni fin troppo stretti per la mia pancia già ben più tondetta.

-Che ci fai qui? Perché correvi in quel modo?

Deglutisco, ma la gola è ancora troppo secca per la corsa disumana a cui ho sottoposto il mio fisico. Poggio una mano su un fianco e mi mordo un labbro, ma poi mi rendo conto che lui mi conosce. Mi conosce molto meglio di quanto io possa credere, così rilascio il labbro e cerco qualcosa da dire, ma forse il tempo delle parole è finito da un po’. Sbuffo e alzo le spalle.

-Perché stamattina sei..

Ma non gli lascio finire la frase e mi rendo conto che forse il  tempo delle parole non è ancora finito  e che come al solito mi comporterò da ragazzina.

-Lascia Michelle!

Sbotto fissandolo e mordendomi nuovamente il mio dannatissimo labbro.

Mi guarda interdetto.

-Lo so che ti ho detto di rifarti una vita. Di non pensare a me, che me la sarei cavata. Cavolo, no! Non me la sono cavata per niente. Ho una paura folle di cosa potrà accadermi in futuro. Ho una paura folle di partorire una creatura che beh … sai da dove dovrebbe uscire. Ho paura delle gradi e soprattutto delle più piccole cose. Nicolas non voglio svegliarmi al mattino da sola. Non voglio massaggiarmi da sola le caviglie gonfie e soprattutto non voglio che questa bambina non conosca il padre! Forse sbaglio a chiederti di lasciare Michelle. -comincio parlando con me stessa fissando il vuoto -Anzi sicuramente sbaglio. Cavolo ogni volta che qualcosa non andava tu eri sempre con lei. Hai chiamato sempre lei, forse qualcosa puoi pure provarla. Cazzo e non oso pensare il sesso. Il sesso con Michelle sarà incredibile, perché nonostante il cervello di quell’animale che riposa sempre su  una zampa e che al momento mi sfugge, ha un corpo da paura. No, non posso reggerne il confronto e ci sto maledettamente male. Soprattutto ora che il mio corpo si sta dilatando sempre di più e sembro quasi una mongolfiera con i piedoni. Non ho esperienze sessuali e le uniche che ho avuto sono state con te. Dio santo, non ho da offrirti niente per poterti convincere!-Affermo portando entrambe le mani tra i capelli. Lo guardo e lo ritrovo sconvolto, incredulo. Così mi rendo conto di aver esagerato e straparlato.

-Perdonami , ti lascio in pace. Ricordati il bigliettino di stamattina. E’ tutto vero e … e niente, addio Nick!

Mi volto e comincio a raccogliere i pezzi della mia autostima dal marciapiedi. Poi sento la sua voce.

-Un fenicottero!

Mi volto e lo guardo perplessa.

-Come?

Gli chiedo.

-Michelle. Il cervello di Michelle è il cervello di un fenicottero.

Corrugo la fronte non capendo bene il perché offendesse la donna che si porta a letto da un bel po’.

-Si, ma non penso che pensassi al suo cervello, mentre te la ripassavi più e più volte!

Affermo con un nodo allo stomaco. La gelosia è il tarlo dell’amore. Lo diceva sempre mia nonna.

-Questo non significa che per me sia importante!

-Cosa? Che abbia un cervello? Ah andiamo bene!

Sbotto sarcastica.

-Ma no, stupida! Lei per me non ha mai contato nulla e dopo mille seghe mentali non ho più retto. Sono stato uno stronzo al cubo. Con Katherine, con Michelle e ..con te!

-Quindi? Queste sarebbero le tue scuse? Pensi di cavartela così? Io sono incinta!!! Come minimo dovevi gettarti ai miei piedi e obbligarmi ad amarti!

Dico scocciata anche dai miei pensieri.

Sorride delle mie parole e la cosa mi irrita parecchio.

-Comunque ora devo andare, ho abbandonato le valige in un bar dall’altro lato della città!

-Sei corsa per venire da me?

Beccata! Deglutisco e cerco di trovare una scusa plausibile per non passare per la solita sfigata di turno.

-Certo che no!

Sbotto secca e lo vedo sogghignare.

-Dio quanto ti amo!

A queste parole le ginocchia cedono e mi ritrovo tramortita a terra e con il sedere dolorante. Lui mi raggiunge posandosi sulle caviglie.

-Mi sei mancata da morire ragazzina!

Imbarazzata ed incredula continuo a restare rinchiusa nel mio strano mutismo.

-Sono una frana in tutto. Ho all’incirca dodici anni in più ai tuoi diciotto e sono terribilmente immaturo. Non sono uno di quegli uomini a cui puoi affidarti ciecamente. Uno di quelli che si ricorda di fare la lavatrice o di cambiarsi le lenzuola ogni settimana. A stento riesco a ricordare il mio compleanno e non sono bravo con le date importanti. Odio il silenzio, odio la mia vita, odio tutto quello che non include il tuo essere così ragazzina. Odio perfino la mia versione di uomo adulto senza te. Non so se riuscirò ad essere un buon padre per Sophie. Non so se riuscirò a farmi amare da te e ad essere perdonato dalla sfilza di persone che ho ferito per tutte le mie seghe mentali. Sono più grande di te, sono vecchio direi. Quando avevo la tua età a quel tempo stavi venendo alla luce, quando ho fatto l’amore per la prima volta tu nemmeno esistevi, ma non posso più farcela. Non voglio starci senza di te, quindi ti offro due alternative o con me o …

Rapita dalla sincerità di queste parole continuo ad aspettare che continui.

-O?

Chiedo impaziente.

-O con me!

Sorrido e so già che tutto l’odio, il rancore, la paura sono stati spazzati via nell’attimo in cui ho fatto l’amore con lui. Nell’attimo in cui l’ho rivisto.

-Wow, ho una vasta scelta di opzioni!

Mi fingo sarcastica, ma vorrei saltargli al collo.

-Che vuoi farci!

Mi porge una mano e mi tira su e continua a fissarmi.

-Okay, potrei accettare a patto..

Non concludo la frase, in parte imbarazzata e in parte perché il solo pensarlo, mi contorce lo stomaco.

-A patto?

-A patto che tu sia solo ed esclusivamente mio, e per esclusivamente intendo dire che da oggi in poi mi legherai al letto ogni volta che vorrò e ..

Ma le mie labbra vengono assaltate dalle sue , le mani si poggiano una dietro alla mia nuca, intrecciata ai miei lunghi capelli e l’altra sul mio sedere. Si allontana poco dopo.

-Non preoccuparti,per questo non c’è problema. Sono sempre stato tuo e di certo non mi faccio ripetere due volte la tua proposta, però non limitiamoci al letto. Abbiamo tutta una casa da battezzare!

Sorrido ma sento il viso in fiamme e non so se per il caldo o per il solo pensiero di noi nudi e a sfinirci di piacere.

-Devi farti perdonare tante cose, ma siamo sulla strada giusta!

Mi ribacia con ardore, perdiamo il senso del tempo e del mondo. Non esiste presente. Non esiste futuro. Ci siamo noi con i nostri mille problemi. Ci siamo noi e la nostra piccola Sophie. Ci siamo noi, così assurdamente  diversi, ma pur sempre terribilmente perfetti.

 

   
 
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