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Autore: Inu_Ran    23/09/2012    2 recensioni
Era una serata come tutte le altre: triste e buia. Un po’ come la mia vita. A piangere con me c'era il cielo che con la pioggia bagnava i miei capelli color del mare. Era in momenti come questi che mi sentivo libera, quando le mie lacrime si confondevano con la pioggia. è la prima storia spero che vi abbia incuriosito buona lettura a tutti :3
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.6:Vivere.
-English is very important so…- la bocca della professoressa si apriva per poi richiudersi non appena le parole uscivano, anche se secondo il mio punto di vista , erano incomprensibili.
Noia. Noia perché in quel momento l’unico posto dove volevo stare era tra le braccia di lui, la mia mente vagava non era certamente interessato a quell’inutile lezione di inglese.
Ormai una settimana era volata portando con sé un vento freddo che entrava nelle ossa portando nel sangue una tristezza che spariva quando una dolce brezza mi riscaldava con i suoi abbracci. Lo ammetto il nostro rapporto era cresciuto ogni giorno di più, con piccoli gesti, che mi rendevano una persona migliore. Una persona che pensavo se ne fosse andato con mia madre, ma invece avevo notato che la vita riusciva a sorprendermi ogni volta. Ciò che non riuscivo a spiegarmi era lo strano comportamento di  Ranma: così gentile e interessata a me e alla mia gioia aveva risposto con svogliatezza alla mia richiesta di incontrare il moro alla spiaggia. Non aveva neanche perso tempo a creare una scusa: solo un no secco. Ma la mia vita doveva andare avanti, avevo promesso a lui che la mia esistenza sarebbe tornata nelle mie mani e con avrei lasciato le redini a nessuno. Avevo anche trovato un lavoro per guadagnarmi dei soldi, di li a poco avrei raggiunto la somma per ripagare i nostri debiti e così quell’incompetente di  Kuno se ne sarebbe andato. Agognavo il momento dell’uscita del mio futuro marito dalla mia abitazione ma non era ancora arrivato ma come avevo aspettato mesi avrei aspettato qualche settimana.
-Akane Tendo, what are you doing? Why don’t you hear me?-  la professoressa aveva terminato la sua lezione rendendosi conto che la mia attenzione per tutta l’ora non era stata rivolta verso lei. Che scusa avrei inventato? L’insegnante non era stupida e conveniva farle le mie scuse.
-I’m so sorry- mi sorrise forse la mia risposta non l’aveva prevista soprattutto in inglese, avevo avuto la meglio su ella e dato che la scuola per quest’oggi era terminata; presi tutti i libri e li infilai nello zaino per poi allontanarmi dall’aula seguita da Ranma.
-Io non capisco perché non vuoi conoscere il ragazzo misterioso?- era stufa di rispondere sempre alle stesse domande ma non tardava mai a parlare.
-Quante volte te lo devo dire che non mi interessa e che non mi devi chiedere sempre le stesse cose.-
- Scusa ma sono sicura che andresti d’accordo con lui: è simpatico, un po’ maleducato quando gli offro del cibo che cuccino per lui- le scappò un piccolo sorrisino- ma sa anche essere dolce.- notai che le sue guancie si erano colorate di porpora, dava l’impressione che quel complimento fosse stato fatto a lei. Impossibile mi dissi e continuai tranquillamente a chiacchierare con ella, inseguito mi congedai e andai verso casa: oggi partiva il piano drispnvkac.
Svoltai l’angolo e mi ritrovai davanti al portone di casa vicino c’era una scritta’’ palestra Tendo e Kuno’’ era tardi ma non troppo, potevo rimediare a quello scempio e per farlo avrei attuato subito il mio piano. Mi diressi nelle scale con un’energia che non mi apparteneva da anni, aprì la porta di
Nabiki per poi richiuderla  con delicatezza.
-Nabiki  sei pronta per il piano DRISPNVKAC?- la sua faccia si trasformò in un grande punto interrogativo
-il DR….che?- non era possibile la sera prima ne avevamo parlato ed adesso non ricordava niente.
-Devi mangiare più pesce aiuta la memoria. E’ il nostro piano:Dobbiamo Risparmiare I Soldi Perché Non Vogliamo Kuno A Casa Nostra.-
-Ma tu sei pazza! La notte di invece di dormire ti inventi i nomi dei tuoi piani?- -nostri- la corressi- nostri si lo so. Ma per abbreviare lo chiameremo piano k, ok ?-
Il mio era stato tempo sprecato pensare a quel nome mi aveva portato via parecchio tempo che potevo impiegare nello studio della cucina, stavo pian piano , ma molto piano, migliorando nella preparazione di pranzi.
-Se per te va bene per me è uguale. Ho trovato un lavoro da commessa e pomeriggio inizio, mi pagano  bene  e tu?-
-Io lavoro già da tempo benché io abbia raccolto una cospicua somma non basta a pagare i nostri debiti. Di tutto questo ne papà ne Kuno devono scoprirlo rovinerebbero i nostri piani.-
-Kasumi?- anche lei aveva il diritto di saperlo del resto faceva parte della famiglia.
- Già lo sa da tempo prima di te. Devi sapere che questo piano è iniziato da tempo, non volevo coinvolgerti non eri ancora pronta ma in questo momento la tua vivacità, voglia di lottare, energia è tornata proprio come tempo addietro.-
Aveva ragione. Come sempre sentivo che la voglia di vivere scorreva nelle mie vene che mi invadeva tutto il corpo. Guardai l’orologio il mio turno sarebbe iniziato da li a poco quindi mi congedai, mi direzionai nella mia stanza indossando la mia divisa da lavoro. I lunghi pantaloni neri si intonavano splendidamente alla camicia rossa, sopra di essa c’era ricamato il nome del negozio. Noi vendevamo dei cappi di alta moda invidiati da tutto il mondo: la collezione di Obaba.
Era una attiva vecchietta che aveva buon gusto e aveva deciso di creare una collezione .
Il pomeriggio era stato calmo ma molto conveniente poiché restando fino le 21.00 avevo guadagnato altri soli ma ero anche in un tremendo ritardo per la seconda volta nella giornata avrei dovuto chiedere scusa,a casa, per l’orario. Avrei consumato la cena con i miei famigliari e poi sarei passata alla spiaggia ma poco speranzosa che il moro mi avesse aspettato.
Ma la vita si sa è imprevedibile. Nonostante il freddo, l’ora lui era seduta ad osservare quella distesa d’acqua con in mani una coperta, quella del nostro inizio.
M’incamminai verso di  lui tappandogli gli occhi.
-Chi sono?-
-Una ragazza che non sa cucinare……. Akane- rise, la sua voce riuscì a mandarmi un gran colore in tutto il corpo, ma l’affronto che avevo subito non poteva trattenermi da un pacca, molto energica, che gli diedi nella schiena.
-Che simpatico? Sai sono 3 settimane che ti conosco e non hai mai confessato che il mio cibo è buono. Non mi arrenderò riuscirò a farti sputare quelle parole.-
-Quali scusa?-
-E’ troppo buono a ne voglio ancora.- ma non sembrava che lui mi stesse prendendo sul serio.
-Ma sarà un giorno molto lontano comunque sei molto più carina quando sorridi.-le guance mi si colorarono di rosso e sedendomi mi girai per non incrociare  quello sguardo a cui sapevo non resistere. Però mi prese il braccio costringendo i miei occhi ad incrociare i suoi blu come l’oceano,
il contatto con la sua pelle mi fece arrossare, di nuovo, e dentro di me un flusso di emozioni mi stava invadendo il cervello mandandolo in tilt. Il mio corpo non rispondeva agli ordini impartiti dalla mente, e la mia faccia lentamente si avvicinava alla sua.
‘’Fermati’’urlava il cervello ma il corpo si rifiutava e continuava il suo cammino verso quelle labbra carnose,’’cosa fai?Smettila ’’ continuava ma ormai era tardi le mie labbra si poggiarono sulle sue lasciandogli un casto bacio.
Sapeva di fragola.
Mi staccai rendendomi conto  dell’enorme errore che avevo appena commesso, dalla sua bocca non proferivano parole: era il presagio di un suo rifiuto verso di me? Ma non potei fare a meno di passarmi la lingua nelle labbra per sentire ancora il sapore che mi aveva lasciato.
-Tu mi piaci.- le cose o si fanno bene o non si fanno quindi questa frase non avrebbe si sicuro aggravato di più la mia situazione, mi sarei dichiarata e aspettando la mia sentenza mi sarei messa il cuore in pace.
-Dal primo giorno che ti ho incontrato, mi hai cambiato. Grazie a te la voglia di vivere mi è tornata...- continuai prendendo una gran boccata d’aria -… Ti prego di qualcosa accetterò qualunque tua decisione.-
Silenzio.
Il sole stava per tramontare ed il cielo che fino a poc’anzi aveva un colore scuro adesso era pieno di sfumature rosa per poi pian piano passare al giallo.
-Ho capito tu non…- finire la frase fu difficile allorché le mie labbra furono di nuovo premute sulle sue, non avevo cercato io questo contatto: ma lui. Questo piccolo gesto era meglio di altre  100 parole. E nel mentre il sole saliva. Il bacio che inizialmente era casto diventò sempre più passionale. E saliva. Eravamo solo io e lui, niente poteva spezzare quel momento idilliaco…… E mancava poco per essere su nel cielo .…O forse una cosa inaspettata avrebbe rovinato tutto. Finalmente il sole illuminava, con i suoi raggi,tutta la terra. Ed allora senti delle forme crescere nel corpo del moro, la sua altezza diminuire e il suo corpo rimpicciolire. Mi staccai e ciò che vidi non mi piacque affatto, i suoi occhi mi facevano montare una rabbia dentro. Chi avevo davanti? Lui ora una lei. Ed io conoscevo la lei che mi stava davanti.
-Lo so sei sconvolta ma ascoltami anni fa con mio padre caddi in una sorgente in Cina che trasformo il mio corpo. Di mattina sono costretto a stare in un corpo che non mi appartiene e la sera torno ad essere me stesso. Credimi non mento- paura?no,rabbia solo tantissima rabbia mischiata con la delusione. Delusione di essermi fidata di una persona che mi ha preso in giro tutto il tempo.
-Io ti credo, ne ho sentito parlare anche se non immaginavo che fosse vero… ma tu mi ha tradito. Tempo fa ti chiesi di raccontarmi la tua storia ma tu non hai menzionato tutto ciò.-
-Mi avresti respinto come stai facendo ora.- la sua voce calda era stata sostituita da quella squillante di una ragazza
-Mi hai deluso, non so se potrò ancora stare con te.- mi girai per andare via ma le mie gambe si fermarono non appena sentì le sue parole.
-Mi hai baciato, ti è piaciuto e mi hai confessato i tuoi sentimenti. Anche io ti amo, cosa cambia ora? Riuscirò a tornare come prima ma ho bisogno di te.-
-Perché non capisci che non posso,mi hai mentito.- non appena la frase fu completa corsi verso la strada avevo bisogno di riordinarmi le idee ma da sola. Non appena arrivai nel marciapiede lui prese le mie mani, stringendole energicamente, non aveva intenzione di mollarle.
-Di cosa hai paura? Smettila di scappare da tutto e tutti ed affronta le conseguenze delle tue azioni.
Prima mi baci e poi scappi poiché sono diverso?-lui era arrabbiato o arrabbiata, non sapevo neanche se darle del lei o del lui, con me. Un rumore aveva invaso le mie orecchie, non volevano sentire quelle parole che mi trafiggevano il cuore.
-Ora la colpa è mia?-E il rumore aumentava.-No, è di entrambi.- Il rumore era forte sempre di più. -Smettila,smettila.-mi tappai le orecchie le sue parole mi stavano ferendo. Il rumore ora era insopportabile. Stanca della situazione mi staccai dalla presa di Ranma e corsi in avanti, il rumore si fece più forte e mi girai,vidi che il chiasso era stato procurato da una macchina che a tutta velocità veniva verso di me. Il rumore era sempre più forte, sempre più vicino. Chiusi gli occhi,ormai era finita, l’ultima cosa che vidi furono
i bellissimi occhi blu:blu come l’oceano.
 

 
Angolo dell’autrice.
Buonaseraaaaaaaaaaaaaaaaa a tutti :3.
Sono piena d’ispirazione scriverei un giorno intero, ma aimè mi
manca il tempo.
Come mi sia venuta in mente la collezione di abiti di Obaba non lo so
e neanche il nome del piano XD. Ragazzi siamo alla fine di questa storia mancheranno si o no 3-4 capitoli circa, sono molto triste
poiché mi divertivo a scrivere ç.ç.
Ci terrei a ringraziare tutti coloro che leggono,recensiscono,
o mettono le storie in una delle liste.
Un ringraziamento speciale a Rochita a cui dedico questo capitolo grazie per essere stata sempre presente ^.^.
Ora vi lascio buona serata a tutti :D
 
 
  
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