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Autore: NoceAlVento    24/09/2012    1 recensioni
Blue si svegliò sotto uno spesso strato di neve di diversi centimetri. Si alzò in piedi scrollandoselo di dosso e istintivamente si domandò per quanto tempo fosse rimasto fermo per concedere al nevischio di ricoprirlo a quel punto. Si trovava in una sconfinata piana su cui imperversava una violenta bufera di neve e le correnti d'aria, che cambiavano direzione di minuto in minuto, gli ghiacciavano il volto. Inizialmente si convinse di trovarsi nella distesa a est di Pallet Town e cercò di spiegarsi la tempesta, fino a che non avvistò, in lontananza, qualcosa di mai visto prima: un gigantesco numero nove in pietra – forse ossidiana o tectite, a giudicare dal colore molto scuro – che veniva trascinato dalle folate ora da un lato, ora dall'altro. Improvvisamente l'effigie mutò direzione di volo dirigendosi verso di lui. Blue iniziò a fuggire alla sua sinistra, ma sprofondò dopo pochi passi nella coltre immacolata su cui poggiavano i suoi piedi. Per sua fortuna tanto bastò: una corrente sospinse a metà strada il nove nella rotta opposta alla sua, allontanandolo all'orizzonte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo del Conflitto Globale'
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V 'Nuovi eroi'

~Legenda~

(soltanto luoghi e persone sono citati in lingua inglese; oggetti e istituzioni, con valenza retroattiva per il Ciclo, manterranno invece le designazioni italiane)

Tilde (~): indica un ampio salto temporale (per i vuoti minori lascio semplicemente una riga bianca).


Blackthorn City: Ebanopoli.

Canalave City: Canalipoli.

Celadon City: Azzurropoli.

Cerulean City: Celestopoli.

Cinnabar Island: Isola Cannella.

Fighting Dojo: Dojo Karate.

Indigo Plateau: Altopiano Blu.

Lavender Town: Lavandonia.

Lilycove City: Porto Alghepoli.

Mossdeep City: Verdeazzupoli.

Mount Chimney: Monte Camino.

Pallet Town: Biancavilla.

Pokémon League: Lega Pokémon (n.b. le istituzioni sono qui chiamate con le nomenclature italiane; tuttavia, nel caso di Sinnoh, Lega Pokémon è anche il nome della località dove la Lega come ente ha sede, ragion per cui in quel caso è scritta in inglese)

Pokémon Mansion: Villa Pokémon (si tenga a mente che due luoghi corrispondono a questo termine: uno situato all'Isola Cannella e uno locato nel Percorso 212 di Sinnoh).

Pokémon Tower: Torre Pokémon.

Route: Percorso.

Saffon City: Zafferanopoli.

Silence Bridge: Ponte Silenzio, altro nome del Percorso 12 di Kanto.

Vermilion City: Aranciopoli.

Viridian City: Smeraldopoli.

Viridian Forest: Bosco Smeraldo.


Aaron: Aaron.

Agatha: Agatha.

Bertha: Terrie.

Blue Oak: Blu Oak (no, non Verde, le nomenclature rispecchiano quelle americane).

Briney: Marino (il capitano della M/N Marea proprietario del Wingull Peeko).

Bruno: Bruno.

Clair: Sandra.

Daisy Oak: Margi Oak.

Drake: Drake.

Flint: Vulcano.

Glacia: Frida.

Lance: Lance.

Lorelei: Lorelei.

Norman: Norman

Phoebe: Ester.

Red: Rosso.

Samuel Oak: Samuel Oak.

Sidney: Fosco.

Steven Stone: Rocco Petri.


(avvertenza: ad alcuni protagonisti nel corso del Ciclo sono stati assegnati arbitrariamente cognomi, sia inventati di sana pianta che appartenenti ad altri personaggi già esistenti per evidenziare una relazione famigliare che nel contesto dei racconti intercorre tra i due soggetti in questione; in quanto questa pratica esula dai videogiochi e la Legenda si riferisce solo a luoghi e persone che vi appartengono, tali modifiche apportate non sono citate qui)


* * *


V: “Nuovi eroi


Lance e Dragonite si precipitarono nei pressi del mostro fino a riuscire a intravedere Charizard, al qual punto virarono prontamente per raggiungere Bruno. Sotto di loro lo spettacolo era desolante: un intero quartiere di Pallet Town sembrava scomparso nel nulla senza che nessuno avesse udito crolli di alcun genere. Quanto allo spettro, i suoi connotati apparivano da vicino più distinti, al punto che si poteva avere l'impressione che si trattasse di un pokémon.

« Tutto bene? » domandò il campione.

« Non direi, non sembra scalfirlo niente ».

« Dobbiamo attaccarlo insieme » concluse « Seguimi. DRAGONITE, DRAGOPULSAR! ».

Il drago spalancò la bocca e generò una possente onda d'urto. « CHARIZARD » ordinò Bruno a sua volta « LANCIAFIAMME! ».

I due attacchi, lanciati a velocità differenti, finirono per centrare il bersaglio in contemporanea, provocandone un verso rabbioso. La creatura in risposta ripeté quanto poco prima aveva iniziato: l'energia, sotto forma di un impetuoso risucchio, tornò a concentrarsi intorno a lui. « KYANEOS » gridò, anche se sembrava più un termine asettico pronunciato a voce alta, e una massiccia sfera purpurea fu lanciata all'indirizzo dei due amici. Sul punto di essere colpiti, tuttavia, una roccia la intercettò e ambedue i corpi scomparvero in un flash sotto gli occhi attoniti di Lance. Da un lato accorse in volo il loro salvatore, Aerodactyl. « State più attenti! » esclamò Lorelei.

« Cosa… Cos'era quella? » chiese esterrefatto Bruno.

« Non ne ho idea, ma dev'essere così che fa scomparire le case » replicò il suo compagno « E poi che ha detto? Kynenos? ».

« “kyaneos”. Dev'essere il suo nome » osservò Agatha « Ciò rafforza i miei sospetti, quello è un pokémon ».

« Un POKÉMON? » domandò incredulo Lance « Non è possibil–– VIA! ». L'avvertimento del Superquattro arrivò appena in tempo per scongiurare una collisione con un'altra sfera rossiccia. I quattro, tenuti d'occhio a distanza da tutta la popolazione di Pallet Town, si ricongiunsero dal capo opposto del loro avversario.

« Dobbiamo fermarlo » disse Lorelei « Paralizzarlo. Se continua ad attaccare siamo finiti ».

« Bruno » chiamò il loro leader « Tieni pronto il Turbofuoco ».

« Sei pazzo » sbottò Agatha « È troppo debole come attacco, lo spezzerà come niente ».

« Donna di poca fede » ribatté Lance « DRAGONITE, USA TIFONE! ».

Il drago sbatté le sue possenti ali e un brutale vento si alzò in direzione del fantasma fino a circondarlo in un uragano invisibile, limitandone notevolmente i movimenti.

« ORA, CHARIZARD! » esclamò Bruno, e il tornado fu infuso di un fuoco rosso vivo che immobilizzò in un turbinio infernale Kyaneos.

« PRESTO, È FERMO! » il campione partì in volo « IPER RAGGIO SUBITO! ».

« AERODACTYL, VAI ANCHE TU! » comandò Lorelei. I due flussi si combinarono colpendo il mostro che barcollò vistosamente. Charizard sfrecciò loro davanti appena dopo e lanciò un poderoso Incendio che causò una immensa esplosione aerea che sbalzò all'indietro i quattro cavalieri, ricongiuntisi poi a distanza dalla nube di fumo e fiamme.

« Questa è stata pesante » commentò Lance « Ma neanche il più possente pokémon del mondo resisterebbe a una combinazione simile. Non per niente siamo i Super–– ».

« Aspetta a cantare vittoria » l'intero gruppo si volse verso Agatha che, a braccia conserte, aveva pronunciato quelle parole « È ancora vivo ».

Quasi avesse visto in anticipo quanto si sarebbe verificato, al diradarsi della nuvola fumogena corrispose la sconcertante rivelazione: Kyaneos era ancora indenne, avvolto in quello che pareva uno scudo energetico violaceo.

« No, non è possibile! » Lorelei strabuzzò gli occhi incredula « Non può aver usato una Protezione! Era fermo dentro al Turbofuoco! ».

Lance prese le parole della sua collega come spunto di riflessione. Perché, volenti o nolenti, le regole erano quelle: per creare una Protezione, per giunta di quella resistenza, bisognava avere tempo per produrla. E Kyaneos non poteva averlo avuto, perché l'allenatore stesso lo aveva visto barcollare in seguito alla coppia di Iper Raggi. E di certo non poteva averla approntata in precedenza e aver semplicemente subito un rinculo in quell'occasione, perché uno scudo di quel genere non sarebbe potuto essere stato trattenuto e avrebbe deflesso anche il Turbine di Dragonite. Doveva esserci un'altra––

« PRESTO, VIA TUTTI! » fu folgorato d'improvviso « NON E' UNA PROTEZIONE, E' UNO SPECCHIOVELO! ».

I Superquattro tentarono una fuga dell'ultimo secondo, ma fu impossibile: in un istante tutta l'energia accumulata dalla difesa creata dallo spettro si scatenò massivamente in un'area sferica attorno alla sua figura, demolendo e affossando qualsiasi cosa fosse nel raggio d'azione. Il terreno immediatamente sotto di lui fu abbattuto fino a formare un grande cratere di terra brulla; quanto al gruppo di allenatori, loro e i loro pokémon furono schiantati impetuosamente al suolo.

Incapace di rialzarsi dalla terra arsa e spianata su cui si trovava, Lance si voltò e trasalì: l'entità era proprio sopra di lui in tutta la sua enormità, e i suoi occhi celesti lo fissavano direttamente.

« KYANEOS ». Di nuovo il risucchio d'aria gli scompigliò i capelli mentre un altro globo purpureo, l'ultimo, si componeva in quelle che – solo ora le notava – apparivano le mani della creatura. Sul punto di scagliarla, tuttavia, Pallet Town fu nuovamente immersa nell'oscurità. Lance avvertì una staffilata di brezza gelida sferzargli il volto, come se poco distante da lui una qualche finestra stesse facendo corrente, e poco dopo la luce tornò a brillare. Kyaneos era scomparso di nuovo, così come di nuovo era apparso quella notte.

Il Superquattro sentì il bisogno di alzarsi, e decise dunque di girarsi in posizione prona; sul punto però di far forza con le braccia, decise di rinunciare: non gli doleva alcuna parte del corpo, ma gli mancava completamente qualsiasi energia, quasi le avesse infuse tutte in quella debacle. Rimase dunque in quella postura alquanto scomoda, attendendo rinforzi e meditando.

« Ehi, Lance! » Lorelei, avvistatolo, gli corse incontro.

« Vedo che stai bene. Come hai fatto? ».

« Agatha all'ultimo momento ha chiamato fuori Gengar. È uno Spettro, quindi non è stato sbalzato e ci ha salvate » la donna si aggiustò gli occhiali, fino a quel momento mantenuti obliqui a seguito dell'esplosione « Tu piuttosto, come stai? ».

« Non c'è male, ma potrebbe essere utile una barella. Niente di grave, ma non riesco a rialzarmi. Immagino mi serva del risposo. Piuttosto vai a cercare Bruno, che se è in buone condizioni mi trasporta lui ».

Lorelei annuì e iniziò a vagare nella piana. Quanto a Lance, non gli importava neanche più di essere immobilizzato, né che non sapesse che fine avessero fatto i suoi pokémon. Non gli importava di Red, di Oak, di Pallet, di Kyaneos, dei Superquattro o della Lega. Non gli importava degli innocenti o delle case distrutte, di Blue e della promessa che gli aveva fatto di tenerlo al sicuro, e a dirla tutta nemmeno dei suoi propositi. In quel momento c'era solo lui in quella landa desertica, solo lui era stato poco prima a due passi da quel mostro rischiando di scomparire, solo lui aveva visto in faccia la morte.

Lui, che fino a quel giorno stesso si era ritenuto il primo degli allenatori, e dopo quella feroce battaglia non era altro che il primo degli sconfitti.


Il giorno dopo Pallet Town non era più la stessa. Se le differenze a seguito del primo attacco di Kyaneos erano state difficilmente individuabili in un popolo abitante che, pur avvezzo e legato alla quotidianità, aveva a conti fatti apprezzato quella deviazione dalla consuetudine, a condizione di poter in seguito tornare alla situazione antecedente, altrettanto non si può dire della reazione alla seconda aggressione. In primo luogo i danni erano stati ben differenti: in un caso solo pochi edifici avevano subito l'ira di Kyaneos dissolvendosi nel nulla, mentre la seconda volta un intero quartiere – nel caso di Pallet si può dire che corrispondesse a circa un sesto della dimensione globale della cittadina –, quello teatro della furiosa battaglia aerea, era stato completamente nebulizzato, provocando diversi morti tra i residenti e ferendone diversi altri.

Malgrado ciò, la ragione principale per cui la fiducia era calata era stata proprio l'esito dello scontro, ossia la sconfitta dei Superquattro, il cui arrivo in città, con risultati variabili ma ciononostante mediamente conformi, aveva rassicurato in precedenza le stesse persone che adesso si trovavano completamente spaesate. Come conclusione, tre quarti della cittadinanza di Pallet Town in quella fatidica giornata si apprestava ad abbandonare il proprio passato, se non altro fino a che la crisi non si fosse risolta da sé. Il cielo del borgo era affollato di Pidgeot e Fearow che trasportavano mobilio e quant'altro per conto delle agenzie di traslochi – non era complicato riconoscere quelle più costose ed esclusive, dal momento che per farsi riconoscere utilizzavano pokémon esotici, tra cui persino draghi.

Blue aveva mantenuto un atteggiamento simile a quello condotto a seguito della prima apparizione di Kyaneos: poco dopo la sua scomparsa era stato preso da un pesante sonno comprensibile per un ragazzino della sua età e si era addormentato quasi immediatamente senza più svegliarsi fino alle undici del giorno dopo, quando delle voci provenienti dal soggiorno l'avevano giocoforza destato. Ancora in pigiama e con stampata in volto la stanchezza mattutina, decise di scendere al piano inferiore. Lì lo attendevano con sua relativa sorpresa tre dei Superquattro seduti sul divano, tutti meno colui che più avrebbe voluto incontrare: Lance. Con piacevole scoperta non si sentì in imbarazzo per la loro presenza: anzi, la loro morbida chiacchierata conferiva all'intera casa un'atmosfera che raramente aveva avuto modo di vivere. Se avesse dovuto paragonarla a qualcosa, ricordava che una volta con Daisy era stato ad ammirare l'alba dalla piana situata a est di Pallet Town, e la percezione dei raggi solari sulla propria pelle gli aveva provocato sentimenti simili. Può apparire poco ortodosso ricorrere a questa sinestesia per descrivere il clima che aleggiava nel salotto in quel momento, ma non vi è altro modo per spiegarla a qualcuno che non l'abbia vissuta.

« Ciao Blue » disse Agatha interrompendo il discorso che poco prima stava tenendo.

« Salve » il ragazzino, con fare sonnolento, gesticolò con la mano a salutare tutti i presenti « Dov'è Lance? ».

« L'hanno trasportato in urgenza all'ospedale di Viridian City, ma l'hanno dimesso in nottata e si è trovato un albergo lì » spiegò Lorelei « Ma si vedeva lontano un miglio che non aveva niente, non capisco perché abbiano insistito per portarlo là ».

« Noi siamo rimasti qui, abbiamo dormito in una locanda vicino al confine occidentale della città » soggiunse Agatha, ma pareva più un'informazione diretta alla sorella di Blue che a lui.

« E Lance quando arriva? ».

« Non ne ho idea » rispose la più anziana del gruppo « Bruno, tu che ci hai parlato quando l'hanno dimesso, che ha detto? ».

« Niente a riguardo » l'uomo scosse la testa « Ha detto che si sentiva spossato e che doveva fare qualche telefonata. E poi qualcosa tipo “tanto da soli non ce la faremo”, non ho capito bene, ero stanco anche io ».

« Blue, la brioche è sui fornelli » disse a un tratto Daisy, alla quale il giovane rispose con un timido « grazie ». La donna riprese poi a parlare con i Superquattro « E ora cosa intendete fare? ».

Agatha parve avere uno scatto d'orgoglio « Di certo non ce ne andiamo. Aspettiamo Lance e vedremo il da farsi, penso abbia un piano ».

« Mah, non so » commentò Bruno « Ieri quando l'ho sentito sembrava sconsolato, penso la sconfitta gli abbia bruciato ».

« A tutti » osservò Lorelei « Se stasera torna non possiamo commettere errori ».

« Il problema è un altro » proseguì Agatha « Quell'affare, Kyaneos… Quell'ultimo Specchiovelo mi ha dato da riflettere. Non solo il fatto che sia un pokémon, cioè, anche, ma se ci pensate non funziona come una Protezione. Non respinge il colpo, prima lo devi subire ».

« Ci ho pensato anche io » Lorelei aveva compreso il ragionamento della sua collega « L'ha incassato quasi senza battere ciglio. Un Turbine, un Turbofuoco, due Iper Raggi e un Incendio… Come dovremmo battere qualcosa di simile? ».

Nel bel mezzo della discussione si udì bussare. « È aperto » disse quasi distrattamente Daisy, e dalla porta entrò Lance nel suo usuale vestiario eccentrico.

« Ah, eccoti » fu l'asettica considerazione di Agatha che, come il lettore avrà già capito da tempo, giocava a provocare il suo amico.

« Mi davi già morto, vero? » il leader fece qualche passo in avanti e salutò con il braccio Blue, che ricambiò con la mano che non reggeva la brioche ormai finita a metà, e il ragazzo fu quasi meravigliato che Lance fosse tanto in forma dopo la battaglia della notte precedente « Sapevo che eravate qua ».

« Congratulazioni. Per quanto riguarda invece un piano d'azione decente? ».

« Uscite e vedrete » ribatté orgogliosamente Lance « Dovrebbero essere qui a momenti ».

« Chi? » domandò Lorelei, e come a risposta si udì in lontananza un possente ronzio, come uno sciame che si stesse avvicinando lentamente a Pallet Town provenendo da nord. Incuriosito, benché non allarmato, il gruppo uscì in fretta dalla casa di Blue per vedere cosa stesse succedendo. In lontananza iniziarono a sopraggiungere i primi reporter che, però, alla vista dei Superquattro rallentarono e si fermarono a distanza, consci del silenzio stampa e ormai arresisi a ciò.

Quanto al nugolo di insetti preannunciato, non ve n'era una traccia: era solo una la silhouette a stagliarsi nel cilestrino cielo mattiniero, e da lì sembrava un gigantesco coleottero di qualche specie sconosciuta. In breve tempo la figura fu sopra il borgo e Lance fece un cenno con braccia ampiamente aperte in modo da segnalare la propria posizione; dopo un'immediata virata iniziò l'atterraggio di quella creatura che, vista da lì, mostrava anche quattro cavalieri a bordo. Una volta raggiunto il suolo poco discosto da dove si trovava il gruppo dei nostri protagonisti, il Campione di Kanto andò incontro al verde pokémon.

« Chi sono? » chiese di sfuggita Blue prima che fosse troppo lontano. 

« Gli animatori di oggi » in risposta Lance si voltò raggiante come poche volte il ragazzo l'aveva visto e replicò « I Superquattro di Sinnoh ».

Il giovane rimase stranito da questa affermazione e si girò con aria confusa verso Agatha, che pareva la più adatta a chiarire il suo dubbio « Cos'è Sinnoh? ».

L'anziana signora sorrise divertita « Una regione. Si trova lontano da qui, è comprensibile che tu non ne abbia mai sentito parlare ».

E con ciò eravamo a due mondi del tutto ignoti a Blue che venivano rivelati in modo totalmente casuale. Quante altre cose non sapeva? Non era comunque il momento di arrovellarsi sulla vastità del globo, dunque il ragazzo decise di esaminare gli unici che allora poteva individuare che provenissero da lì: il fantomatico gruppo di Superquattro che cavalcava l'insetto gigante. E già da loro colse le enormi differenze culturali che dovevano intercorrere tra questa Sinnoh e la sua Kanto.

La prima a scendere fu una signora non più giovane ma che senz'altro aveva visto meno estati della locale Agatha – Blue avrebbe ipotizzato un'età a metà tra i cinquanta e i sessant'anni, ma era una stima che lasciava il tempo che trovava visto che datare una donna di mezza età può rivelarsi un compito arduo; a ogni buon conto, pareva rispondere all'elegante nome di Bertha.

Appena dopo di lei vennero quasi in contemporanea due giovani, e l'utilizzo di questo termine non è affatto casuale: con ogni probabilità non superavano i quaranta in due, e non di poco. Lance chiamava il primo, dalla capigliatura verde pistacchio con un ciuffo che si alzava dal centro del capo, Aaron; il secondo, che sfoggiava una riccia chioma rosso fuoco, era invece Flint.

L'ultimo a smontare da Yanmega – il nostro protagonista aveva udito il nome del pokémon pronunciato da Aaron che apparentemente ne era il padrone, ma non ne aveva mai sentito parlare – fu un uomo dai capelli violetti che mostrava più o meno la stessa età del leader dei Superquattro di Kanto, vestito in maniera quasi eccessivamente accurata per la situazione, anche se si trattava probabilmente di un segno distintivo al pari del mantello di Lance, che lo accolse con un caloroso abbraccio.

« Cinque anni e ancora imbattuto, eh? » origliò Blue, segno che Lucian, questo il suo nome, era con ogni probabilmente il più importante dei nuovi arrivati.

« A quanto vedo anche tu. Però ho sentito che avete avuto qualche problema con un topo d'appartamento qui » Lucian parlava in tono platealmente scherzoso « Ora che siamo anche noi qui stai tranquillo che mangerà polvere appena si ripresenta ». Bertha frattanto era andata a salutare Agatha come una vecchia amica, mentre Flint e Aaron si erano intrattenuti con Bruno.

« Allora » domandò la prima a Lance « Hai intenzione di spiegarci cos'è successo in questa città di tanto grave? ».

« Ancora un attimo. Sto aspettando qualcun altro ».

« Qualcun altro? » Lucian sistemò la montatura dei propri occhiali « Non avrai invitato la compagnia di Drake, vero? ». Lance in risposta sorrise sornione.

Proprio in quell'istante, in una circostanza simile a quella che precedentemente aveva annunciato l'arrivo degli allenatori di Sinnoh, erano apparse all'orizzonte, segnalate da un ruggito vigoroso, tre sagome che sfrecciavano in direzione di Pallet Town. Le modalità di atterraggio non furono dissimili da quelle seguite da Yanmega: questa volta le monte erano un uccello dalle ali cotonate e un volatile dai rotondi occhi non meglio precisato, ciascuno ospitante due persone che vi avevano viaggiato sopra.

Con sorpresa di Blue, però, un ulteriore drago in prevalenza azzurro era arrivato al suolo con loro, con un unico cavaliere a domarlo. « Chi dovrebbero essere? » domandò.

« I Superquattro di Hoenn » replicò Bertha.

Dal primo dei tre pokémon, chiamato Altaria – anche questo era oscuro al nostro protagonista –, scese in principio una ragazza estremamente giovane, probabilmente sedicenne o qualcosa di simile, che indossava un vistoso pareo indaco. Appena dopo di lei arrivò invece una donna più anziana, sui trent'anni, dalla corta chioma bionda e un ornato vestito lilla. Lance si riferì a loro come Phoebe e Glacia rispettivamente.

Quanto al Flygon, ossia la seconda creatura ad atterrare, i suoi due protetti discesero in contemporanea da grandi amici. Il primo, di nome Steven, dall'aria seria e risoluta, era un ben vestito giovane poco meno che ventenne con una folta capigliatura cilestrina, e a giudicare dall'aspetto sembrava di buona famiglia; il secondo era invece quanto di più diverso ci potesse essere: dal volto allegro e il capo canuto se non per un fulvo ciuffo isolato, indossava vestiti informali e a Blue sembrò un musicista, così di prima impressione.

Colui che più colpì il nostro protagonista fu tuttavia il quinto uomo, l'inatteso: si trattava di un austero cinquantenne che, almeno secondo l'abbigliamento, era con ogni probabilità un capitano di mare. Ciò che più sbalordì Blue fu la sua espressione assolutamente innaturale, quasi stesse soltanto recitando un ruolo da quanto era severa – non ricordava di aver mai incontrato qualcuno dall'atteggiamento più grave di lui.

« Chi è quello sceso dal drago? » domandò non senza timore a Bruno.

« Lui è Drake » rispose il Superquattro, e il ragazzo avvertì nella sua voce un profondo rispetto « È ritenuto il più grande allenatore di tutti i tempi, e uno dei migliori viventi. Solo Lance gli è giudicato superiore ora come ora, ma penso che se non avesse perso la forma dei giorni migliori lo supererebbe sicuramente ».

« Ma perché c'è anche lui? » chiese Blue « Intendo, sono i Superquattro. Perché sono cinque? ».

Qui Bruno si lanciò in una poco chiara spiegazione limitata dalle sue approssimative capacità espressive, tale che non la riporterò nel rischio di confondere il lettore e descriverò io con una digressione la situazione della Lega Pokémon e il suo rinnovato funzionamento in quel di Kanto – nonché nelle altre regioni, come vedremo.

Tutto era cominciato cinque anni prima della vicenda che state leggendo, quando ancora ogni sistema regionale era ben distinto da quello delle sue controparti straniere, al punto che ogni Lega funzionava in modo differente. Non solo l'organizzazione era caotica, essa era priva di buon senso in ogni sua parte: per esempio Kanto ospitava numerose Palestre disseminate nei più ignoti anfratti del territorio, talvolta anche due o più nella medesima città – esempio lampante è Saffron City che tutt'ora porta i segni di quella babele burocratica. Lo stesso Indigo Plateau, inteso una volta come luogo di sfida massimo, si era ridotto a semplice tappa per qualsivoglia allenatore, e il medesimo titolo di Maestro di Pokémon era alquanto inflazionato.

Si decise dunque per un'azione drastica, cogliendo l'occasione per effettuare quella in seguito denominata Grande Unificazione: da quell'istante le Leghe di Kanto, Johto, Hoenn e Sinnoh avrebbero avuto uguali meccanismi, e le prime due sarebbero state fuse in ragione della inesistente distanza tra le regioni. Ovviamente ogni titolo assegnato precedente l'Unificazione sarebbe stato reso nullo e ogni attuale Capopalestra destituito, in altre parole qualsiasi traccia del passato reputato abietto fu depennata in toto. Restava da porsi una domanda: con quale criterio sarebbero stati decisi i nuovi membri delle rispettive Leghe, e soprattutto come evitare che si giungesse nuovamente alla deprecabile condizione dalla quale a fatica si usciva or ora? La risposta alle due questioni fu unica e insieme duplice: ogni vent'anni – durata media della cresta di abilità di un allenatore medio, che generalmente si verifica tra i venti e i quarant'anni – si sarebbero tenuti tornei contemporanei nelle regioni interessate che avrebbero decretato i più meritevoli di ruoli di prestigio.

Per Hoenn e Sinnoh porre le basi di svolgimento della competizione fu sommariamente agevole: i primi quattro classificati avrebbero avuto accesso alla posizione di Superquattro, i successivi otto avrebbero potuto scegliere la propria Palestra, avendo cura di selezionare una città sufficientemente importante. Kanto e Johto furono una questione più spinosa in quanto le Palestre disponibili erano da regolamento sedici, ma esclusive di ciascun territorio e di conseguenza attribuibili solamente ad allenatori locali. Si risolse comunque come segue: da due tornei regionali sarebbero emersi dodici candidati ognuno; i ventiquattro si sarebbero poi sfidati in una gara unica, e i migliori quattro sarebbero divenuti Superquattro di Kanto e Johto. Infine si sarebbe ritornati alle due dozzine di prima: analizzando i piazzamenti nel torneo finale sotto quest'ottica due nuove classifiche sarebbero state formate, e in base a quelle i posti di Capopalestra assegnati. Per un esempio pratico, Clair, cugina di Lance, si qualificò quinta nella competizione globale: giacché i primi quattro furono relegati all'Indigo Plateau lei risultò la prima proveniente da Johto, ed ebbe così diritto di preminenza sulla scelta della Palestra che fu poi situata nella sua città natale, Blackthorn City.

In realtà questo complesso meccanismo si svolse solo una volta nella storia delle quattro regioni, ma non è questo il momento di spiegarne la ragione. Tutto ciò tuttavia non spiega una cosa: perché Hoenn, chiamata a inviare i propri Superquattro, poté mandare in aiuto di Lance cinque elementi anziché il canonico quartetto? La risposta, più prolissa di quanto potrebbe effettivamente essere – ma è un limite dello scrittore che potrete perdonargli –, risiede nel primo classificato del torneo regionale. Per comprendere meglio, facciamo un passo indietro a vedere chi aveva trionfato nei rispettivi territori natali. Nel torneo di Kanto e Johto Lance, allora appena ventenne, sconfisse a mani basse ogni avversario che gli si parò davanti, compresi allenatori molto esperti come Agatha e Lorelei, reclamando di fatto un titolo che chiunque avrebbe previsto. La competizione di Sinnoh fu più combattuta: Lucian e Albert, due giovani promesse, emersero fin da subito come favoriti, ma quest'ultimo inciampò nella sfida contro Bertha che gli inflisse una memorabile lezione basata sull'esperienza – tracollo che provocò il suo addio al mondo dell'allenamento –; fu dunque il primo ad affermarsi, non senza fatica, sui restanti partecipanti.

Hoenn fu un caso molto particolare. Il vincitore del torneo della regione, Drake, si era fino all'ultimo rifiutato di prendervi parte, salvo poi essere convinto dall'allora Capopalestra di Blackthorn City nonché zio di Lance. Drake era, come il lettore avrà intuito, una figura estremamente colorita, pur non nell'atteggiamento. L'analisi di Bruno presenta luci e ombre: come tutti gli esperti in materia che, si sa, hanno bene in mente chi è più forte di loro più degli esterni che operano valutazioni inaffidabili, anche il Superquattro ha ben chiarito un concetto complesso da intuire. Drake, virtualmente, era il più forte allenatore del mondo anche allora. Ciò che gli mancava tuttavia non era la forma fisica, bensì la determinazione. Già cinque anni prima infatti aveva deciso di abbandonare il mestiere di allenatore di pokémon e ritirarsi poiché non aveva più interesse nel mostrarsi il migliore: come tutti gli anziani aveva maturato l'esperienza necessaria per comprendere che un simile obiettivo era non solo irraggiungibile ma anche sciocco e fine a sé stesso. Convinto poi a prendere parte alla gara vinse senza problemi, in quanto in tutta Hoenn nessuno poteva tenergli testa nemmeno in quella condizione di poca motivazione – ciò darà al lettore l'idea di quanto fosse abile un tempo.

Naturalmente la passione per una professione non ritorna dopo essere gradualmente scemata per anni soltanto per una banale competizione, tenendo anche in considerazione che Drake non l'aveva nemmeno affrontata con serietà. Era inevitabile quindi che dei nuovi eletti sarebbe stato il primo a cadere. Ciò avvenne incredibilmente presto: solo due anni dopo il fiorente Steven Stone, inabilitato a prendere parte alle qualificazioni per problemi famigliari, sconfisse dopo un duro scontro colui che in passato era stato il più grande di tutti, diventando di diritto il nuovo Campione. Secondo le nuove disposizioni questa funzione imponeva che Steven diventasse un leader aggiuntivo dei Superquattro a scapito di Drake, rendendolo di fatto il quinto membro.

« Dunque ci siamo tutti » osservò Lance dopo i rituali convenevoli « Prego, entrate tutti qua dentro. È un po' stretto, ma ci stiamo ».

« Che casa è? » domandò Lucian.

« Appartiene a Blue, che è il ragazzino che vedete là con i miei colleghi. Vive con sua sorella, ha perso i genitori da piccolo ».

« Molto triste, ma perché andiamo lì? ».

« Verrà tutto spiegato a tempo debito. Ora entrate, devo dirvi un paio di cose visto che i giornali di solito sono poco precisi ».

Non fu facile fare accomodare tutti e tredici gli allenatori nel piccolo soggiorno di casa Oak, ma con qualche aggiustamento al mobilio e la presa in prestito di alcune sedie dalle camere da letto tutti furono infine accontentati.

« Allora, parla » esortò Bertha.

« Prima ditemi quello che sapete voi » ribatté Lance.

Fu Steven a parlare dopo qualche attimo di esitazione su chi dovesse prendere parola « Qualcosa ha attaccato Pallet Town per due volte, e ieri notte vi ha battuti. E da quello che ho avuto modo di osservare ha anche raso al suolo buona parte della città. Penso che questo sia ciò che sappiamo tutti ».

« Già più di quanto mi aspettassi » Lance si ravviò i capelli e inspirò profondamente « Kyaneos, questo il nome, è lo spettro gigante che ci ha attaccati. Secondo Agatha è un pokémon, ma non abbiamo conferme ».

« Palle » fu l'acida replica della diretta interessata « Ha usato uno Specchiovelo, l'abbiamo visto tutti ».

« D'accordo, d'accordo, è altamente probabile che quello fosse uno Specchiovelo » Lance parve inusualmente condiscendente verso Agatha « e di conseguenza che quello fosse un pokémon. Cerco solo di attenermi ai fatti ».

« E i fatti sono che quello è un pokémon ».

« D'accordo, a quanto pare è un pokémon. Se quello era uno Specchiovelo – E LO ERA – » il Superquattro arrestò sul nascere l'ennesima frase petulante della collega « … dicevo, sì, ha una resistenza spaventosa. Gli abbiamo rifilato due Iper Raggi e un Incendio, senza contare diversi attacchi prima, e Kyaneos li ha incassati senza problemi ».

Queste parole suonarono assurde a tutti meno che a Drake, che non sembrava assolutamente sorpreso di quanto il suo compagno di battaglia stava raccontando.

« Non è possibile » fu la categorica negazione di Phoebe « Avrà avuto uno scudo di qualche genere ».

« Era chiuso in un Turbofuoco amplificato da Turbine » replicò secca Lorelei.

« E allora l'avrà messo prima, dai, è assurdo che–– ».

« Adesso basta, Phoebe » Drake, fino ad allora rimasto in religioso silenzio, aveva fatto prepotentemente irruzione con la sua possente e tuttavia rassicurante voce « Nel mondo pokémon ci sono fenomeni a cui non crederesti nemmeno vedendoli. Che questo mostro non sia qualcosa di comune mi pare scontato, dato che ha tenuto testa all'intero Indigo Plateau. Piuttosto, avete una qualche idea sulla sua provenienza? ».

« Scompare e appare dal nulla » rispose Lance « Da un momento all'altro e senza alcuna logica. Ieri se n'è andato proprio mentre stava per uccidermi ».

Dopo questa affermazione nessuno ebbe il coraggio di riprendere il discorso. La sola idea che Lance, ritenuto il migliore allenatore vivente, fosse stato a un passo dalla morte era inconcepibile per chiunque. Con sorpresa generale fu Blue, che aveva più volte indugiato su valevoli interventi per la sua timidezza, a parlare poco dopo « L'ha fatto anche con me, la notte del primo attacco. Era a un passo da me ed è scomparso ».

Seguirono altri interminabili minuti di meditazione taciturna, finché Steven chiese « C'è altro? ».

« Per ora no » Lance e Blue si scambiarono un'occhiata, come a dire di non svelare a nessuno delle premonizioni del ragazzo « Vi suggerirei di trovarvi un albergo e poi di pranzare. A Viridian ce n'è uno buono, altrimenti dovrebbe esserci qualche locanda sparsa qui a Pallet ».

« Per chi vuole io e gli altri di Kanto ora andiamo a quella dove siamo stati questa notte e poi mangiamo qualcosa » suggerì Lorelei.

Il campione le si avvicinò « Già che ci sei fai far loro il giro della città, può tornare utile ». Dopodiché si rivolse nuovamente all'intero gruppo « Vi consiglio di riposare, l'ultimo attacco è stato intorno alle due di notte. Questo pomeriggio sul tardi metteremo in piedi un piano d'azione valido ».

Lentamente ma inesorabilmente il salotto di casa Oak si svuotò e indugiarono solamente Daisy, Blue e Lance. Quest'ultimo, trattenutosi per salutare tutti, uscì dalla dimora visibilmente provato. Il nostro giovane protagonista lo seguì e lo chiamò « Ehi, Lance, posso chiederti una cosa? ».

Le campane che rintoccavano mezzogiorno conferivano un che di solenne alla conversazione « Dimmi ».

« Perché li hai chiamati? ».

« I Superquattro delle altre regioni, intendi? ».

« Sì ».

« Beh, che domande » Lance era meravigliato di un quesito tanto banale, dato che quel vispo ragazzino l'aveva abituato a ben altro « Da soli non ce l'avremmo mai fatta. Ora i migliori allenatori del mondo sono riuniti qui, qui per battere Kyaneos ».

« È davvero così? ».

« Che vuoi dire? ».

« Io mi ricordo di quando volevo assolutamente che Red venisse con me in qualche avventura » spiegò Blue « Non lo facevo perché mi aiutasse. Lo facevo perché Red era una certezza. Se c'era lui sapevo di essere con qualcuno di esperto. È come stare giocando a un videogioco e fare una mossa che sai che ti riesce bene perché sei nei guai, come un appiglio. Non hai chiamato gli altri perché avevi paura? ».

« Paura di Kyaneos? ».

« Paura dei tuoi limiti » Lance rimase attonito per quell'espressione « Tutti abbiamo paura di non essere capaci di farcela. Magari li hai chiamati perché se anche sbagli sai di avere qualcuno a coprirti le spalle. Quando non si sa cosa fare si cerca di avere un piano di riserva prima di rischiare ».

« Io… Sì, è possibile » il Superquattro rise di sé stesso, poiché aveva creduto per un istante che Blue non stesse per metterlo di nuovo in difficoltà con le sue osservazioni. Una prova in più che lui era più debole di quanto non gli piacesse ammettere, pensò. Forse aveva davvero chiesto l'aiuto di Lucian, di Drake, di Bertha per convincersi di aver fatto, una volta tanto, una mossa indubitabilmente giusta. Per essere certo di non avere perso la brillantezza che tanti gli avevano attribuito.

« Ah, guarda chi si vede » si udì pronunciare a distanza. Lance e Blue si voltarono verso l'origine del rumore proprio mentre l'ultimo sordo rintocco di mezzodì veniva battuto, a vedere un signore in maniche di camicia di circa cinquant'anni o forse più che si avviava nella loro direzione. Appena dietro di lui lo seguiva un giovanile diciottenne dai vistosi occhiali da sole blu, peraltro unico segno distintivo in un sobrio e dimenticabile abbigliamento corredato di uno zaino da trekking.

« Professore! » esclamò Lance radioso « Quanto tempo! ».

« È dai tempi dell'Unificazione che non ci vediamo, eh? Chi è quel ragazzino? ».

« Si chiama Blue, ma spiegarle tutto richiederebbe troppo tempo. Lei, piuttosto, cosa sta facendo qui? ».

« Mi trovo a Kanto per studiare l'evoluzione dei pokémon da diversi mesi ormai » l'uomo si avvicinò all'orecchio dell'allenatore come per rivelargli un segreto « Voglio anche scoprire i segreti della regione, sai, ce ne sono parecchi ancora irrisolti. Il povero Albert si sta portando dietro mezza biblioteca di Canalave in quello zaino ».

Lance si rivolse solo allora all'accompagnatore, ormai dichiaratamente assistente del professore « Quindi è questo che fai ora, trasporti libri. E quelle lenti blu? ».

Albert si aggiustò gli appariscenti occhiali che persistevano nel cadergli sul naso, probabilmente per un difetto nella posizione dei naselli « In realtà solo lo specchio è blu. Quelli con cui ero partito si sono rotti a Cerulean City, e lì c'era solo un negozio a venderne. Erano o questi o un paio da donna ».

« Io ci avrei riflettuto un po' di più » rise il Superquattro « Ancora nessuna intenzione di tornare ad allenare? Sentiamo la tua mancanza nell'ambiente ».

« Io gliel'ho detto che ha lasciato per motivi balocchi, ma è irremovibile » intervenne il professore.

« Sto bene così » spiegò l'assistente « Viaggio molto e scopro nuovi mondi. Se Bertha non mi avesse eliminato a quest'ora sarei in un'afosa stanza della Pokémon League, ti pare? Non ho di che lamentarmi ».

« A dire il vero saresti precisamente qui » osservò Lance « I Superquattro di Hoenn e Sinnoh sono a Pallet ora come ora ».

« Per il mostro, dico bene? ».

« Già. A proposito, non ho ancora fatto le dovute presentazioni. Blue, cosa stai lì dietro? Vieni qui! » il ragazzo accorse non senza impaccio « Il signore che hai davanti è il professor Rowan, il più noto studioso di Sinnoh e forse di tutto il mondo. Era un amico di tuo nonno ».

« Aspetta un attimo » lo interruppe Rowan « Tu sei quel Blue? Il nipote di Samuel? Ora che ti guardo hai la sua stessa faccia. E tuo nonno dov'è? ».

Lance si interpose per evitare una situazione di imbarazzo ormai già sui binari e si avvicinò al professore « È una vittima dello spettro, per ora è in coma. Non tocchi più l'argomento, per piacere ».

« Ah, comprendo. Pessima gaffe ».

« Il suo assistente » riprese l'allenatore « si chiama Albert. Nel torneo dell'Unificazione di Sinnoh fu uno dei migliori, ma fu sconfitto e si ritirò. Ora trasporta i libri di Rowan ».

« Molto piacere » disse Blue.

« Allora, professore, qualcosa mi dice che questa non è una visita di cortesia. A quanto vedo sa già di Kyaneos ».

« Sarebbe? ».

« Il mostro ».

« Ah, lo chiamate così » colse Rowan « Non so più di quanto scrivano sui giornali ».

« Se vuole qualche delucidazione può fermarsi in città. Non ho ancora pranzato, potrei raccontarle quello che è successo ».

« Sarebbe meraviglioso. Ma, in tutta onestà, mi sono già fatto un'idea di chi vi abbia attaccati » il professore volse lo sguardo verso Albert « Passami l'Antologia ». Il giovane si tolse lo zaino, lo aprì e ne estrasse un testo tascabile di spessore non indifferente.

« La… cosa? » domandò curioso Lance.

« Immaginavo ti sarebbero servite delucidazioni. Del resto è per questo, che sono qui » Rowan accennò un sorriso « Questo libro si chiama Antologia mitologica dell'universo ardeco ».

« Universo arde-cosa? ».

« Tutto a suo tempo, mio caro. La domanda corretta è che cosa contiene ».

« E… ? ».

Rowan sventolò il volume preziosamente rilegato come un ventaglio « Al suo interno è narrata la leggenda di Dà Hàak Loi'i ».

   
 
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