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Autore: The Cactus Incident    24/09/2012    5 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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sch chapter 21


Stacey P.O.V.

Rimesso tutto nel furgone, passammo a lasciare le chiavi della casa a Fredd e partimmo alla volta della prossima città, dove ci sarebbe stato il festival.
Brian e Meg, nell’angolino più pressato del furgone, continuavano a provare, mentre io e Matt alla guida, coprivamo il loro turno per dare alla ragazza la possibilità di esercitarsi ancora.
Eravamo sempre in due a tenere d’occhio la strada, uno che guidava e l’altro che controllava la cartina e, durante la notte, teneva sveglio il guidatore.
“Ok, facciamo la stessa scaletta di ieri sera, ripetiamo?” “Certo”
“Remission, To End The Rapture, Turn The Other Way, We Come Out The Night, An Epic Of Time Wasted e The Art Of Subconscious Illusion”
The Art era una delle mie canzoni preferite. Adoravo la voce di Val mentre sceamava e quei tre secondi in cui si esibiva era stupenda. Per assurdo, lei si vergognava come una ladra a salire sul palco e fare la pazza per una manciata di secondi, mentre a me sarebbe piaciuto moltissimo avere la sua voce.
“Bene, ripassiamo An Epic Of Time Wasted?” propose Meg.
“Certo” e attaccarono a suonare, mentre Val cantava a mezza voce e Jim teneva il tempo per aiutarli.
Provarono per tutto il tempo e quando arrivammo erano pronti.
“Val fammi passare!” Disse Zack, visto che la ragazza si era piazzata davanti all’uscita del furgone e non si spostava.
“Mi sono incastrata con la catena” Provando a tirare cadde tirandosi addosso Zack.
“Cazzo!” sbraitò il chitarrista.
“Porca puttana levati di dosso!” bofonchiò Val innervosita.
“Si sono incastrate le cinture”
“E vaffanculo Zack!”
Intervennero Meg e Brian e riuscirono a liberarli, ma Val zoppicava. Oh grandioso.
“Cazzo e adesso come ci sali sul palco?” Fece Matt sbuffando, passandosi una mano sul viso. Sembrava essersi decisamente rotto le palle di tutti quegli incidenti. Beh, aveva ragione.
“Non ci salgo, semplice. Canti solo tu”
“Ma dai! Era troppo figa una ragazza che screamava!”
Dopo tre secondi, tutti gli occhi erano puntati solo su una persona. Quando si rese conto del silenzio, Meg alzò la testa per trovarsi ancora una volta tutti gli occhi puntati addosso.
“E checcazzo! So diventata la tappabuchi!” sbottò frustrata quando capì a cosa puntavamo.
“Sei l’unica che potrebbe farlo” commentò Brian, mordendosi l’interno della guancia.
“E fra l’altro ti trovi già sul palco” aggiunsi io.
“Fanculo avete rotto i coglioni, in tour con voi non ci vengo mai più”
“Andiamo Meg! Solo per oggi” la implorò Val, anche contenta di non dover salire sul palco.
“O così, o devi imparare un’altra canzone in due ore” le spiegò Brian e calò la testa, scocciata.
“Ok Val, com’è la parte?”

Meg P.O.V.
Finite le mie prove vocali di screamo e a soundcheck ultimato, decisi di fare un giro per il posto, per perdere tempo.
Fortunatamente il palco si trovava sotto una sorta di Hangar enorme e abbandonato. C’erano poco meno di una decina di band in cartellone, in cui le ragazze si contavano sulle dita di una mano.
Eravamo in quattro: c’erano due cantanti, una bassista e io, in tutto il festival. Wow.
Stavo parlando con una delle cantanti, Claire, una tipa che mi somigliava vagamente, solo un po’ più bassa, con i capelli castano ramati e con gli occhiali da vista, oltre che molti più piercing alle orecchie di quanti ne avessi io, quando mi arrivò Haner alle spalle, colpendomi sui fianchi e facendomi sobbalzare in avanti.
“Sei una merda!”
“Oh amore mio, non chiamarmi così” alzò lo sguardo su Claire e le sorrise, interessato.
“Ciao”
“Salve” disse lei tranquilla, mostrandogli un sorriso sornione.
“Synyster Gates” disse offrendole la mano.
“Claire” rispose lei accettandola.
“Beh, voi fate amicizia, io me la squaglio che ho un lampo di genio. Bri la chitarra di Zack sta dove l’ho lasciata, vero?” dissi.
“Yesss baby” e mollai i due a parlare, mentre andavo alla ricerca di una chitarra mancina, un pezzo di carta e una penna, per mettere per iscritto il motivo che mi ronzava in testa da più di una settimana.
Recuperata la chitarra e le chiavi, andai a nascondermi nel furgone ormai vuoto e cominciai a buttare giù un paio di pensieri.

“*Never will I forget you, and all the memories past. (dimenticherò mai te e i nostri ricordi?)
So rarely I get to see your face.  (riesco a mala pena a distinguere il tuo volto)
Growing I looked to you in guidance. (sei sempre stato il punto di riferimento nella mia crescita)
We knew that time would kill us, but you're still so close to me. (sapevamo che il tempo ci avrebbe distrutti   ma tu sei ancora tanto vicino)

To me you were my life. (eri la mia vita)
To me you were my soul companion. (era la mia anima gemella)
Now you are so far away. (adesso sei così lontano)
Nothing can take away the times and the memories we had. (niente e nessuno potrà cancellare quello che c'è stato tra noi, i nostri ricordi)

Come back - to the days when we were young  (vorrei tornare indietro, quando ancora eravamo bambini)
Come back - to the days when nothing mattered (vorrei tornare indietro, quando niente importava)
To the days when nothing mattered (quando niente importava)*”

Ed ecco che nacque la prima parte di Second Heartbreath, un mio “regalo” tutto per Zack.
In una mezz’ora completai il resto del testo. Ce l’avevo in testa già da un pò, ma non avevo avuto modo di buttarla giù, quindi quel giorno non feci altro che mettere per iscritto quello che avevo in testa.
Finito di scrivere, rimisi tutto a posto e buttai i fogli nella mia tracolla, continuando i miei giri per perdere tempo in qualche modo.
Mi poggiai ad un pilastro e stavo ascoltando un gruppo che faceva il sound check, quando sentii due mani stringermi di colpo la vita. Per tutta risposta tirai una gomitata nello stomaco di chiunque fosse e mi voltai pronta a dargliene tante di più, ma  mi fermai col pugno a mezz’aria quando mi resi conto che era il ragazzo della sera prima, Mr. T.
“Cristo scusa!”
“No tranquilla, avrei potuto evitare questi assalti” bofonchiò con voce dolorante, mentre ancora si teneva l’addome.
“Picchi duro, ragazza” sospirò reggendosi con una mano al pilastro, mentre l’altra stava ancora stretta sull’addome.
“Ehm… mi dispiace, ma arrivare davanti alle persone come fanno tutti no, eh?” scrollò le spalle e si tirò su, come se fosse passato tutto.
“Allora… ciao!” disse tranquillo.
“C-ciao” risposi io, divertita.
“Già fatto il soudcheck?”
“Si, siamo stati fra i primi. Tu sei qui come fan o..?”
“No, sono il bassista di un gruppo. In verità mi hanno reclutato in mancanza del loro da più o meno un mese”
“Siamo nella stessa situazione. allora”
“Si, qualcosa di simile” disse tranquillo mentre prendeva un sorso da una bottiglia di birra.
“Perché sei venuto a cercarmi?” chiesi io, curiosa.
“Ti da fastidio?”
“No! Mi chiedevo solo perché… insomma, credevo che fosse iniziato e finito tutto ieri sera” scrollò le spalle e mi sorrise, grattandosi la nuca rasata e sistemandosi la punta rossa della cresta.
Tornò a guardarmi mentre si torturava il piercing al labbro, centrale, identico al mio.
“Non sarebbe male farlo continuare… che ne pensi?”
“Penso che dovresti ripetermi il tuo nome e che dopo un po’ di conoscenza si potrebbe anche fare”
“Diamine, abbiamo un po’ bruciato le tappe, che dici?” disse divertito e io risi con lui.
“Direi di si. Ieri sera ero esaltata per via del concerto…. Sembra una giustificazione, ma di solito non sono proprio così” scrollò le spalle.
“Sei adulta e vaccinata. Credo tu sia libera di fare quello che vuoi”
“Wow! Uno che ragiona e non mi ha preso per una zoccola”
“Ho fatto la stessa cosa io, perché dovrei giudicarti?” disse tranquillo e divertito e io sorrisi sorpresa.
“Com’è che ti chiami?”
“Trevor”
“Ok, scusa”
“Figurati Meg. Vuoi fare un giro? Ti faccio da guida” Mi offrì il braccio da incastrare col suo e io lo accettai.
“L’importante è che non finiamo come ieri sera” dissi divertita, cominciando a seguirlo.
“Non mi sembrava ti fosse dispiaciuto” disse sorpreso e con un mezzo sorriso.
“Nient’affatto, ma adesso ci sono troppe persone sobrie per mettersi a fare cazzate”
“Vero”

Stacey P.O.V.
“Dai, sul palco, forza!” Urlò il tipo di fianco a me che controllava che tutte le band salissero in orario sul palco. I quattro Sevenfold +1 si sistemarono gli strumenti e salirono. Una volta collegati agli amplificatori, Matt fece la solita introduzione giusto per ricordargli che avevano un nome e quale fosse e cominciarono a suonare. Allo stand del merchandising c’erano Val, Johnny e gli altri, mentre Zack se ne stava vicino a me, con la faccia da cane bastonato come ogni concerto a cui non poteva suonare.
“Dai bro, ti rimetterai presto” dissi distrattamente.
“E’ meglio di me” si limitò a dire mentre guardava Meg che si agitava sul palco, tenendo la parte da dura. Ogni tanto sbagliava, ma non si notava nemmeno. Io me ne accorgevo semplicemente perché avevo sentito tante di quelle volte quei pezzi da avermi dato il voltastomaco, ormai (non è vero, è solo un modo di dire).
“Puoi scommetterci” Abbassò la testa, afflitto. Era dal giorno della litigata che piangeva lacrime di coccodrillo e ancora di più da quando lei aveva preso momentaneamente il suo posto.
Sinceramente, se fossi stata in Meg, non credo che l’avrei fatto.
“Soffre molto?” chiese dopo un po’.
“Non lo dà a vedere più di tanto. Gli unici che potrebbero saperne qualcosa di più sono Jim e Brian e sai bene che loro non ti direbbero mai niente”
“Mi sorprende che non mi abbiano picchiato”
“Aveva già esagerato Meg, non volevano rimanere del tutto senza chitarrista”
“Allora devo ritenermi fortunato?” Scrollai le spalle e buttai uno sguardo su Brian e Jim. C’è da dire che il primo stava magnificamente con i capelli neri. Chissà se un giorno saremmo riuscite a tingere anche il secondo….. uhm….
“Direi di si. Hai mai visto Jim durante una rissa? Immaginatelo che si avventa su di te” Sgranò gli occhi allucinato, probabilmente immaginandosi la scena e poi tornò a guardare il concerto.
“Pensi che dovrei abdicare in suo favore?” disse dopo un po’.
“E poi che fai? Il barbone?”
“Potrei giocare a baseball” disse convinto e io lo guardia sarcastica.
“Seh, vabbè, a baseball. Ma sta zitto” dissi spintonandolo per una spalla e lui bofonchiò. “Sai bene che per quanto Meg voglia bene a Jim e Brian, non accetterebbe mai di mollare l’università per inseguirli in questa cosa. Non ci tiene a diventare famosa. Almeno non così”
“E’ uno spreco. Guardala!”
In effetti, Meg sembrava fatta per stare su un palco. Sarà che il padre era quello che era e la genetica fa parecchio in queste cose, ma sprizzava vitalità ed energia con ogni singola nota. Saltava da un lato all’altro con addosso una consunta maglietta del Jack Daniel’s a cui aveva tagliato le maniche e aveva ampliato lo scollo, una paio di pantaloni verde militare che non arrivavano al ginocchio e che a quanto avevo capito erano del tipo che aggiungi o togli i pezzi in modo da farne uno lungo o uno corto e una marea di accessori fra colane, catene, bracciali e cinturone. Aveva anche un polsino a metà avambraccio sinistro.
Lo metteva sempre per suonare, diceva che sbatteva sulla chitarra quando dava le pennate e che si faceva male.
Bah, io rimanevo nel mio universo di mani distrutte dalle vesciche causate dalle bacchette. Speravo che Jim non si rompesse un polso, perché altrimenti non ci sarei saltata sul palco al posto suo.
Seh, rimpiazzare Jimmy Sullivan. Ma chi volete prendere in giro…. Nemmeno Portnoy in persona sarebbe adatto!
Stavamo ancora seguendo il concerto, quando mi voltai verso Zack e lo trovai a parlare con un tipo altissimo, con le spalle larghe e con una cresta, che lo faceva sembrare ancora più alto, nera e rossa, il piercing centrale al labbro e qualche tatuaggio, fra cui anche uno laterale sul collo.
Sembrava un mezzo punk, con un pantalone rosso a scacchi, una grossa catena, parecchie spille da balia che tenevano delle toppe nere di alcuni gruppi che non avevo mai sentito e una maglietta semidistrutta dei NOFX. Un giubbotto di jeans senza maniche, con moltissime borchie e ancora toppe nere dei gruppi dai nomi improponibili, anche più di “avenged sevenfold”.
Mi avvicinai ai due, giusto per rompere le palle.
“Zack, se t’interessa hanno appena attaccato con The Art of Subconscious Illusion, quindi fra un po’ dovremmo sgombrare. Sta volta ce la dai una mano o fai sgobbare noi donzelle?”
“Per quello che posso….”
“Dai che i cavi li puoi arrotolare, non fare il moribondo”
“Zack su, non fare lo scansafatiche” disse il tipo, rivolto al chitarrista, poi voltò il viso verso di me.
“Se vi serve una mano, sono disponibile. Avete una chitarrista troppo simpatica”
Uhm. Questo mi mancava.
“Piacere, io sono Trevor” disse gentile, sorridendo e offrendomi la mano. La strinsi e lo osservai. Sul collo, vicino al tatuaggio aveva un succhiotto enorme e guardandolo bene aveva l’aria un tantino assonnata.
“Piacere Stacey”.
Alto, con la cresta rossa, il piercing al labbro, iniziale T e reduce da una nottata interessante. In più, reputava Meg simpatica, una novità per uno che non la conosce da almeno tre giorni (minimo).
Oh oh oh. Ho capito che trova di simpatico questo!    
“Ehi, ma dovrebbe cantare Meg, vero?” chiese Zack e io annuii. Trevor fece una faccia che era tutta un programma
“Oh, voglio ascoltare” disse avanzando di qualche passo e sorpassando sia me che Zack. Ok, il bel punk era partito per la tangente.
Quell’energumeno rimase a guardare Meg per tutto il tempo, un mezzo sorrisetto stampato sulle labbra e una birra fra le mani da cui sorseggiava distrattamente.
Bah, valli a capire i semi punk.
Io mi persi a guardare Matt che aveva fatto a cambio di posto con Meg per qualche secondo, scambiando i microfoni sull’asta della ragazza e utilizzando quello di lei, giusto per il tempo di quelle poche frasi.
Trying hard to figure out what s done.
 I scramble but now I run.
( The images in my head)
All the problems that I've been fed.
Punching slowly my mind can't change the speed. (As my victims bleed)
No matter what I do or how hard I try.
Diamine, mica me la ricordavo così…… screamava peggio di Matt, a sentirla senza vederla non credo che qualcuno sarebbe stato in grado di capire che era una ragazza.
 “Wow!” disse Trevor, sbalordito.
“Eeeh, visto che tipo? Quella ragazza è un portento” disse orgoglioso e malinconico Zack, mentre entrambi guardavano la ormai mora che si agitava sul palco, imbracciando una chitarra non sua e che, per giunta, detestava.
“Occhio Zack, potresti restare disoccupato”
“Oh spero di no, diamine”
“Finirà a pulire vetri, te lo dico io” dissi, cattiva e feci ridere lo spilungone. Cazzo, che fosse più alto di Jim?
Si, quasi sicuramente, ma la cosa spaventosa era che oltre ad essere altissimo aveva anche due spalle larghe che incutevano timore.
I gusti di quella nana non li capirò mai….

Il loro concerto finì e salimmo tutti e tre insieme a loro per sgombrare. Meg e Trevor praticamente appiccicati e Zack che sembrava stare peggio di prima.
“Ehi Sty, ma Meg se la fa con quello?” chiese acido l’infortunato.
“Uhm… Sinceramente? Credo proprio di si…”
“Che ci troverà…”
“Vuoi un’altra risposta sincera? E’ un figo della miseria” A quel punto mi arrivò una pacca sul culo e mi girai di scatto, pronta a mandare brutte parole, ma trovai Matt che mi guardava con un mezzo sorriso e un sopracciglio inarcato.
“Chi sarebbe un figo della miseria?” chiese mentre arrotolava il cavo del suo microfono personale.
“Uhm…. ma il frontman dei Sevenfold! Chi se non altri?”
“Ti sei salvata a culo, lo sai?”
“Certo” dissi aprendo un sorrisone, mentre Trevor mi passava di fianco con tre pezzi della batteria di Jim.
Matt lo guardò un secondo sbalordito.
“Stanno rubando la batteria di Jim o cosa?”
“No, è un amico di Meg, ci sta aiutando”
“Gentile… Haner perché non prendi da lui?”
“Io suono la chitarra, quindi smonto la chitarra, che me ne fotte della batteria” rispose lui asciutto.
“Delicato” commentò sarcastica Meg e lui sorrise caricandosi la pedaliera in braccio.
“Come sempre”

Caricammo tutto sul furgone, pronti per ripartire per una nuova città, sempre con quel festival.
I due giorni seguenti, Trevor li passò praticamente con noi. Spariva solo quando si trattava di suonare, fare il soundcheck o viaggiare. Per il resto, era uno di noi.
Altra cosa insolita era che Brian e Trevor non s’incrociavano mai. Non è che l’uno, infastidito dall’altro quando lo vedeva se ne andava, ma sembrava proprio che di proposito non s’incrociassero mai.
Brian stava appiccicato a una tipetta di una band, una cantante anche abbastanza brava, bassina e occhialuta che si chiamava Claire. Sono abbastanza convinta che scopassero o qualcosa del genere, perchè Haner continuava a chiedere preservativi in giro e non credo ci facessero i palloncini.
Vabbè, Haner se la intendeva con Claire, Meg con Trevor e Zack stava a fare il cane bastonato e cagava il cazzo a me e Val. Matt ogni tanto si scocciava e rischiava di lanciarlo contro il muro.
In più il mio ragazzo credo stesse rischiando una sorta di esaurimento nervoso perchè stava puntualmente a fare da “papà” a tutta quella banda di scalmanati e spesso provava a ritagliare in qualche modo un po’ di tempo e spazio per noi, ma era impossibile. Come sperare in una televendita di aspirapolvere nel bel mezzo della finale di Champions, non so se mi spiego.
Me ne stavo stesa sul cofano del furgone a fumare e prendere il sole, indisturbata, quando assistetti ad una scena che non credo dimenticherò facilmente.
Justin e Seward. Urlavano. Ma urlavano. Ma quando dico urlavano, dico che erano sul punto di venire alle mani, di fare proprio a mazzate e non so come ne sarebbe potuto uscire uno come Johnny (metro e sessantatre, si e no 50 kg) contro uno come Justin (mentro e novantasei, tanti kg di più).
Non capivo nemmeno cosa diamine stessero urlando, so solo che ad un certo punto vidi la mano di Justin serrarsi sul collo di Johnny e sollevarlo, la schiena contro un pilastro di cemento.
Il viso di Johnny divenne paonazzo e io saltai giù dal cofano. Prima che potessi avvicinarmi, vidi Dameon fermare Justin e il bassista mollò la presa sul collo del piccolo Seward che finì accartocciato a terra mentre tossiva.
I due bassisti maggiorenni se ne andarono e io mi avvicinai a Johnny.
“Ci sei, bro?”
“Non tanto *cof cof*”
“Forza, tirati su, andiamo a prendere qualcosa da bere”
Dopo aver recuperato un paio di bottiglie da un distributore con un trucco che mi aveva insegnato Jim, ci sedemmo su una panchina.
“Allora, che è successo?”
“Ma niente, solite stronzate di Justin….”
“J non mi pare sia mai arrivato a tanto”
“Ultimamente è sempre più stronzo e poi è dannatamente nervoso e irascibile, a volte mi spaventa” disse lui, piccato, prima di prendere un’avida sorsata dalla bottiglia.
“Uhm….. ne devo parlare con Matt?”
“Si, così poi mi ammazza del tutto? Bah meglio evitare”
“Vuoi tornare ad Huntington? Ormai non manca molto, non ti perderesti niente….”
“Lascia perdere, davvero”
Fece un grosso sorrisone e se ne andò.
“Bah, vaffanculo, bro” e tornai sul cofano del furgone.

Meg P.O.V.
“Beh dai, io devo andare”
“Passo dopo al tuo furgone?” Fece lo spilungone, speranzoso.
“Uhm, come vuoi Trev, tanto io sto lì”
“Ok faccio il soundcheck, sistemo un paio di cose e arrivo”
“Con calma! Mica stiamo insieme” Dissi ridendo e sorrise anche lui.
“Cazzo, sembro esaltato! Non so che diamine mi pigli”
“Il caldo ti dà alla testa, forse” ci scherzai io. Scrollò le spalle divertito, e mi guardò.
“Potrebbe anche essere. Beh, ci vediamo dopo” M’incasinò i capelli e se ne andò.
“E’ troppo alto” Sobbalzai, sentendo la voce di Justin vicino a me.
“Sane cazzo! Mi hai fatto pigliare un infarto!” Juss fissava il punto in cui Trev se n’era andato, masticando distrattamente un panino con fare bovino e lo sguardo vuoto. Leggermente incurvato verso il basso come sempre, vista l’altezza.
“E’ troppo alto, quelli troppo alti hanno problemi al cervello” Lo guardai aggrottando le sopracciglia.
“Juss ti senti bene?”
“Il sangue non arriva al cervello e vanno in apnea”
“Juss ma…” Voltò lo sguardo su di me e sentii dei brividi corrermi lungo tutta la spina dorsale. Il suo sguardo mi spaventò. Era vuoto e assente, spiritato, eppure mi stava guardando il ché era ancora più agghiacciante.
“Ricordati questo, Meg, quegli troppo alti hanno sempre dei seri problemi mentali” e se ne andò con un passo più oscillato di quanto non fosse mai stato.
Bah.
Recuperai il mio pasto grazie al buono che ci avevano dato come band e andai a sedermi sulle scale.
Un panino bello grosso col prosciutto cotto, una bottiglietta d’acqua da mezzo litro e una barretta di cioccolato al latte. Con un sorriso in più e un paio di complimenti al panzone che distribuiva i pasti avevo avuto anche una birra. Detestavo dover fare quelle cose, ma qui si trattava di sopravvivenza, cazzo!
Comunque, me ne stavo su questi due gradini, all’ombra, quando qualcuno venne a sedersi vicino a me.
Quel qualcuno era lui.
L’infortunato, la merda, il mancino bruciato o semplicemente Zack, cercava forse la frattura multipla di tutti e quattro i suoi arti. Sta di fatto che venne a sedersi vicino a me.
Ero arrivata al punto che anche il suo respiro m’irritava, figurarsi averlo di fianco mentre mangiavo.
“Ieri sei stata grande” disse dopo un po’. Dovetti fare un respiro profondo per non rispondere male. Ultimamente il mio autocontrollo era pressoché inesistente.
“Ok” risposi dopo parecchio tempo, quasi da far sembrare che non avessi sentito la domanda.
Rimase ancora in silenzio, mentre io bevevo la mia birra e mangiavo il mio panino. Cazzo se avevo fame.
“Sei davvero un’ottima chitarrista” alzai gli occhi al cielo, presi un altro respiro profondo e lentamente voltai la testa verso di lui. Dovevo avere una sorta di espressione disgustata di quarto livello, perchè vidi nei suoi occhi il riflesso delle mie labbra contratte e le sopracciglia praticamente accartocciate.
“Che vuoi” feci lapidaria e atona, in una sorta di sibilo secco.
“Chiedere perdono”
“Non sono Gesù Cristo quindi la mia risposta è no, adesso potresti sparire? Ho fame e vorrei evitare di vomitare quello che ho mangiato”
Una spettacolare capacità che avevo era quella di non dare scelta alle persone. Non so come facessi o cosa, ma le smontavo. Non so se non ci provavano proprio a controbattere o cosa, ma in un modo ho nell’altro loro se ne andavano con la coda fra le gambe. L’unico con cui non ci riuscivo era Jim. Lui rideva e mi rispondeva di nuovo, ma vabbè, Jim è fuori dal comune, quindi non conta.
Sta di fatto che Zack si alzò e, a testa bassa e passo ciondolante, se ne andò.
“Ah, alleluia” sospirai e Zack si fermò.
Tornò indietro e si sedette per terra, a gambe incrociate, davanti a me. Si accese una sigaretta e rimase a guardarmi mentre mangiavo.
Dopo un po’ mi scocciai.
“Ti stai godendo lo spettacolo?”
“Almeno quello….”
“Scontenta per te” scrollò le spalle.
“Ok” E rimase lì, a fissarmi.
Cristo che nervi.
“Se non te ne vai, svuoto questa bottiglia in gola e te la tiro dietro, intesi?” dissi sollevando la bottiglia di Heineken e lui fece un mezzo sorrisetto.
“Tanto dimmi tu che cazzo ho da perdere. Ho distrutto l’unica storia d’amore della mia vita, non posso suonare e in questo momento sono d’intralcio a una ventina di persone”
Indicò la bottiglia.
“Forza, tanto sai che non ti denuncerei, ti amo” mascherai il dolore con una faccia scocciata e con una scrollata di sopracciglia davvero teatrale.
“Ma davvero? Bel modo di amare che hai, Vengeance, davvero…. singolare, diciamo così. Sai com’è, non ho voglia di diventare estremamente volgare.. di nuovo”
“Peccato, adoro quando ti arrabbi”
“Zack smettila porca puttana. E’ finita, mi hai ferito e ok, adesso che cazzo vuoi fare?”
“Non ne ho la più pallida idea, magari solo farti incazzare”
“Ci stai riuscendo alla grande, tranquillo”
Continuai ad addentare il mio panino e lui col mento indicò ancora la bottiglia di vetro che adesso stava poggiata sul gradino, vicino a me.
“Forza, tiramela in testa, mi faresti solo un piacere. A me e tutta la band”
“Ecco, già perché hai detto ‘mi faresti un piacere’ non te la tirerò, perchè l’ultima cosa che voglio farti, è un piacere e per di più, sei un coglione. Sai bene che se non fosse per te, probabilmente i sevenfold nemmeno esisterebbero. O almeno avrebbero un nome più banale e pronunciabile” e svuotai la bottiglia di birra.
“Si certo….. andiamo, cosa pensi che non vi ho visto sul palco? Sono meglio senza di me, siete meglio senza di me”
“Io non voglio fare la rockstar, tu si”
“Ma chissà perché a te riesce molto meglio” Accartocciai l’involucro del panino e lo ributtai nella busta. Afferrai la cioccolata e l’acqua.
“Qui passiamo ad una discussione a livello di genetica e lì c’è poco da fare. Ce l’ho nel sangue, non posso farci niente”
“Potresti sfruttarlo”
“Non ne ho voglia, comunque fallo tu il chitarrista, a me basta la scenografa. Sai com’è, non sono abbastanza bastarda e montata per fare la rockstar, a me basterebbe un ragazzo poco appiccicoso, intelligente e fuori da questo mondo del cazzo per essere felice”
Scartai la barretta di cioccolato.
“Beh, Trevor è l’ideale” fece sarcastico.
“Trevor sarà anche in parte invischiato in questa cazzata di mondo musicale da quattro soldi, ma a differenza di te e buona parte di quei palloni gonfiati di testosterone, birra ed ego, fa una cosa che tu proprio non conosci, nemmeno per sentito dire o vista in cartolina: ragiona. Sai che significa, eh Zack? Ragionare? Questa parola ti dice niente?” feci frustrata e nervosa. Presi un respiro, staccai un pezzo dalla barretta e mangiai. Uhm, buono. Non era nemmeno squagliata.
“Eh certo, perchè una che comincia a dare calci alla cieca ragiona”
“Oh! Scusami tanto se tu continuavi ad ammassare stronzate e io volevo levarmi le tue manacce di dosso! Perdonami!” Feci sarcastica.
“No, non ragioni” disse convinto, nessuna traccia del precedente tono derisorio.
“No Zack, non ragionavo, per niente. Addirittura ti amavo, ho preso parte a questo cazzo di tour per te, per poi trovarti che te lo facevi succhiare dalla prima troia del cazzo, pensa tu che cogliona” A quel punto lui rimase di sasso e io me ne andai, sacchetto in mano e morale sotto i piedi.
Già, proprio un idiota. In verità però dovevo solo benedirmi per aver deciso di prendere parte a quel tour. Se non l’avessi fatto, Zack non mi avrebbe detto niente, noi ci saremmo rimessi insieme per il resto del mondo solo dopo il loro ritorno e io sarei stata una cornuta per tutta la vita. Lui probabilmente avrebbe continuato a tradirmi all’infinito e via così, fino a Dio sa quando.
No, era stato traumatico, drastico e terribile, ma almeno era stato rapido. Meglio così che essere Michelle diBenedetto, che continuava a correre dietro a Brian.
Finalmente avevo capito la logica di quella ragazza. Michelle non era stupida e forse (forse, eh) nemmeno troia. Era talmente innamorata da essere così disperata da cercare in altri quello che Brian proprio non le dava, ma proprio per niente, eh. Forse sperava anche di farlo ingelosire, ma parliamo di Haner, Haner l’ameba. Quello che pure se glielo dicessi non lo capirebbe che sta riducendo a schifezza una povera ragazza.
Questo almeno secondo il mio modesto parere.
Michelle era alcolizzata, poco ma sicuro, aveva dei gusti pessimi in fatto di vestiti e la musica non sapeva nemmeno cosa fosse, ma non era stupida. Era solo fottuta.
Speravo solo che aprisse gli occhi.
Finita la cioccolata buttai tutte le cartacce e la bottiglia di vetro, mi ficcai la bottiglia d’acqua in tasca e gli occhiali da sole a caramella sul naso. Fregai una sigaretta ad un passante che me la accese pure e mi feci un giro per lo stand, in attesa di una qualche fulminazione divina o qualcosa di simile, fin quando non vidi Justin che si sparava una dose in vena.
Wow, andiamo bene.

E……. salve!
E’ un capitolo traumatico e praticamente inutile, ammettiamolo, ma ci voleva una chiacchierata fra Zack e Meg v.v
E poi volevo far cantare Meg v.v
Non mi viene un cazzo da dire, tranne che sono raffreddata, il mio gatto (maschio) è una puttana e che ho bisogno di un nuovo amplificatore .__.
Un bacione a tutti quelli che recensiscono questa cosetta qui e che continuano a inserire la mia storia nelle tre liste ;)
Oh, _diable_ is Back <3
Vi adoro tutti, indistintamente <3
Xoxo
The Cactus Incident

  
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