Erano giunte le vacanze estive anche quell’anno. Dovevo essere contento, un po’ come tutti ma sapevo cosa mi doveva aspettare a casa e avrei preferito restare ad Hogwarts. Salutai con un cenno Tiger e Goyle mentre scendevo dal treno. Non appena fui vicino a mio padre, s’incamminò senza dire una parola e io lo seguii a testa bassa. Sentii iniziare a bruciare il marchio.. Cercai di non darlo a vedere stringendo il braccio con la mano. Piano piano sembrava che mi stesse andando a fuoco il braccio (?) e dovetti stringere forte i denti e trattenere il respiro.
-Senti Draco…
Si girò mio padre d’un tratto. Con uno scatto lasciai il braccio e feci finta di tirarmi su la manica della camicia. Per continuare la farsa, tirai su anche l’altra e lo guardai aspettando che parlasse. Tolse il lembo di mantello che stavo pestando da sotto i miei piedi e alzò un sopracciglio con fare accusatore. Doveva aver capito che bruciava.. Mi prese per il braccio e ci materializzammo. Dava sempre un leggero fastidio allo stomaco. Mi pulii i pantaloni e mi guardai intorno. Eravamo nel salone di casa mia, davanti al lungo tavolo. A capo tavola c’era il Signore Oscuro. Mio padre fece una leggera reverenza, segno di rispetto verso Voldemort. Cercai di copiare il movimento facendolo sembrare il più naturale possibile.
-Signori, vedo che siete arrivati subito.. Prego, sedetevi. Ho un paio di compiti per voi..
Velocemente, presi posto sedendomi un paio di sedie più distanti da lui. Quando si sentiva parlare di lui, le voci tremavano dalla paura.. Adesso che ero a due passi davanti a lui, capivo la loro paura. Era così potente. Incrociai le mani sopra la tavola e ascoltai quello che aveva da dirmi.
 
Feci strisciare la sedia all’indietro e mi alzai in piedi. Diedi una veloce occhiata a mio padre, sembrava un po’ preoccupato. Salutai Voldemort di nuovo con un cenno del capo e mi smaterializzai. Dovevo raggiungere un gruppo di mangiamorte per andare a prendere un certo mago mezzosangue che aveva delle informazioni importanti di cui Lui aveva bisogno. Mi dissero che questo mago lo avrebbero trovato loro, io e una ragazza dovevamo occuparci di un’eventuale famiglia.
La casa era piccola e pareva dovesse crollare da un momento all’altro. Ci dividemmo come deciso. Sfilai la bacchetta ed entrai dalla porta sul retro. Rifiuti ed escrementi erano su tutto il pavimento, il tanfo che emanava tutto quello impregnava l’aria. Non feci nemmeno in tempo a coprirmi il naso che sentii un qualcosa sbattere contro il muro. Mi voltai per guardare se la ragazza dietro di me era scappata, non mi aveva dato l’impressione di una vera mangiamorte.
-No!
Sentii gridare una donna e mi precipitai al piano superiore. La ragazza cadde a terra sulle scale, ma non mi fermai ad aiutarla. Come si poteva essere tanto stupidi da cadere? Entrai in una camera semi-illuminata dalla luce di due bacchette: una era di una donna alta e bionda che teneva nascosti due bambini dietro di sé, l’altra era di un mangiamorte che non avevo ancora visto. Il mangiamorte aveva il fiatone, così mi indicò con un gesto brusco la donna e i due bambini. Avevo capito al volo che dovevo essere io ad ucciderli. Esitai. Uccidere dei bambini..
Mi sentii spingere dalla ragazza che avevo lasciato sopra le scale e poi “Avada Kedavra”. I due piccoli corpicini caddero a terra. Sentii un brivido freddo salirmi la schiena.
-Vai Draco!
La ragazza m’incitò dandomi una pacca sulla spalla. Strinsi la bacchetta tra le dita, socchiusi gli occhi e pronunciai anch’io quelle due parole.