Un giorno tipico.

Silenzio nel rumore del cuore.

Era un giorno tranquillo a Terror Hage. Troppo tranquillo. Edash si guardò in torno.

Dove sono finiti tutti? Camminò per le strade della città indisturbata, i muri delle case erano grigi, tetri, come tutto il paesaggio delle vie di periferia. Il sangue delle violente battaglie impiastricciava i muri e il suo odore aleggiava lugubre. I pensieri che le balenavano in testa non l'aiutavano a capire oggettivamente la situazione, guardò il cielo.

La luna diurna non è ancora comparsa, quindi deve essere presto: forse dormono? NO... impossibile! Troppa calma anche per essere così...

Sapeva di essere un bersaglio facile. Amava la solitudine, ma quello era troppo anche per lei, dopotutto non era stata via abbastanza tempo per poter essere successo qualcosa di tremendo.

Una trappola! Deve essere per forza così...

Guardò a terra, si sdraiò per controllare se c'era qualche innesto a pressione o un filo, non trovò nulla. Forse era solo una sua fisima: ma c' era qualcosa nell' aria che le faceva credere il contrario. Si appoggiò spalle al muro di una casa diroccata che le permetteva di vedere tutta la città, compresa la collina che la delimitava. La flebile luce bluastra le illuminò il viso. Fece una smorfia. Era abituata all' oscurità, che apparteneva a quel luogo, il suo mondo, il suo essere. Era indecisa se proseguire o fermarsi.

Troppa calma.

Chiuse gli occhi e si concentrò.

Nulla.

Si rimise in marcia, doveva arrivare in città prima del risveglio delle guardie. Si girò di scatto: qualcosa le stava venendo incontro dalla collina, un piccolo puntino verde all' orizzonte.

Non è amichevole...

Si lecco le labbra e sfilò un paio di coltelli rossi dai lunghi stivali, sarebbe stata subito pronta a combattere se ne avesse avuto l'occasione, il battito del suo cuore rallentò, calmò il respiro e tese le orecchie. Anche se parecchi metri li dividevano, le sue fini orecchie sentivano il suo respiro affannato. Poi vide i tre occhi verdi chiarissimi, quasi lattei, il corpo era nascosto dall'oscurità sentiva la pesante armatura tintinnare a ogni passo. Una lunga sciabola nera, con un grande taglio al centro toccava terra creando dietro di sé una scia nerastra.

E' ben preparato a una combattimento, spero sia un avversario forte quanto sembra...

Si leccò nuovamente le labbra, mentre una lucertola ricoperta di squame verdastre, un corno in fronde e dei piedi da orso si fermò di scatto a un metro da lei.

Un Laelh! Maledetti mercenari!

Il mostro si grattò il corno con le grandi mani artigliate e la guardò dai suoi tre metri di altezza. Edash odiava sentirsi più piccola del nemico.

Vi odio, mostriciattoli spavaldi e rompiballe al soldo di quell'idiota del re. Per di più siete troppo alti... che fastidio! Luridi idioti.

Fissò nuovamente il Lahel che si raddrizzò ed estrasse dalla gola un piccolo foglio nero, chiuso da un sigillo contrassegnato con una rosa.

Gli occhi di Edash scivolarono dalla mano del mostro al sigillo e una rabbia incontrollabile le pervase l'anima.

Ciò significa solo noie...


Puss, puss:
Ciao sono Chiara un'amica dell'autrice, ho deciso di pubblicare il terzo capitolo della storia di Shady, perchè lei non può farlo...  mi spiace per la lentezza in cui è stato pubblicato, non è colpa sua... poveretta! Comuque grazie per la lettura e spero vi sia piaciuta! Aftcnlvp!