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Autore: E22    24/09/2012    6 recensioni
Svegliarsi con la pioggia era una cosa che le piaceva tantissimo.
Era strano pensarlo perché si riteneva una persona abbastanza solare; era una che passava l’estate sempre in giro per il mondo a conoscere tante persone diverse ed a provare mille esperienze nuove.
Molto probabilmente, se una persona esterna al loro gruppo avesse dovuto descriverle, avrebbe pensato che fosse Preci quella che amava svegliarsi con la pioggia, mentre lei, Marta, sarebbe stata quella che amava i risvegli con il sole. Francesca sarebbe stata forse una via di mezzo; lei avrebbe amato entrambi i risvegli.
(Het, one-shot, verde.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: è passato un mese e due giorni da quando ho pubblicato la mia ultima storia. Scusatemi (a chi interessa, ovviamente).
Torno, anche se non pensavo di farlo così presto, per festeggiare con una brevissima, ridicolissima e marysueggiante OS il compleanno della mia adorata Marta.
Sì, è breve, è ridicola ed è Mary Sue! Ma spero che vi piaccia comunque (vi prego, vi prego, vi prego!)
Uh, non so seriamente cosa dire! Allora, per chi mi “conosce” ricordo che mi potete contattare a questa pagina (http://www.facebook.com/home.php?#!/pages/E22/307302529347096) e prometto che prima o poi (molto poi) tornerò a scrivere e pubblicherò tutte le storie che ho già in mente. Ma molto poi, per essere chiari!
Okay, siate buoni e buona lettura!
Ed okay, pubblico che se no cancello tutto perché mi sento molto strana a pubblicare sia storie het che storie verdi, figurarsi het verdi XD
Ps: grazie mille per le sempre bellissime recensioni e mail, grazie davvero!


 

A Marta,
perché l’adoro, perché sabato potrò abbracciarla, perché mi ha fatto tornare a scrivere e perché è il suo compleanno!







Svegliarsi con la pioggia era una cosa che le piaceva tantissimo. Era strano pensarlo perché si riteneva una persona abbastanza solare; era una che passava l’estate sempre in giro per il mondo a conoscere tante persone diverse ed a provare mille esperienze nuove. Molto probabilmente, se una persona esterna al loro gruppo avesse dovuto descriverle, avrebbe pensato che fosse Preci l'amante dei risvegli piovosi, mentre lei, Marta, sarebbe stata quella che amava i risvegli con il sole.
Francesca sarebbe stata forse una via di mezzo; lei avrebbe amato entrambi i risvegli.
Solo che svegliarsi sentendo la pioggia cadere fuori dalla finestra, nascosta
al calduccio sotto il piumone e con il cellulare che vibrava insistente ogni pochi secondi per ricordarle quante persone volevano già augurarle un buon compleanno di prima mattina, le piaceva. Sarebbe stato quello che veniva dopo il risveglio - una Milano grigia, le pozzanghere e la scuola - a non piacerle.

Afferrò il telefono dal comodino ed iniziò a rispondere ai vari messaggi presenti, lasciando che Francesca, sgattaiolata nel suo letto a mezzanotte per essere la prima a farle gli auguri, si stringesse a lei nel dormiveglia, sussurando lamentele contro il suo braccio.
Pochi minuti e la suoneria che Marta aveva scelto appositamente per Niall riempì la stanza, facendo sbuffare e ridacchiare Fra, che corse in bagno a prepararsi prendendola in giro per il troppo romanticismo e per il sorriso stupido che le era comparso nel pensare al proprio ragazzo.

“Cia-”

“Buon compleanno”, Niall aveva una voce roca che sapeva di sonno e Marta si morse leggermente il labbro nell’immaginarselo con addosso solo i suoi stupidi boxer colorati mentre, ancora sdraiato sulle lenzuola sfatte – morbide e calde – del suo letto, si stiracchiava, parlando al telefono con gli occhi chiusi ed i capelli in disordine, “Marta? Ci sei?”

“Uh, sì! Anche a- cioè, grazie. Grazie!”, si rigirò nelle coperte ed appoggiò la nuca alla testiera del letto, “ma perché sei già sveglio? Potevamo sentirci dopo, stupido!”, sarebbero potuti stare insieme anche per i prossimi cento anni, ma lei sarebbe comunque arrossita nel pensare che, dio, stava parlando a Niall Horan.
Niall Horan, uno dei cantanti degli One Direction, il suo fidanzato.

“Volevo chiamarti a mezzanotte”, sentì un leggero rumore del materasso e se lo immaginò mentre si rotolava nel letto per recuperare tutte le coperte ed i cuscini possibili, “ma poi c’è sempre quel problema che ci sono troppe mezzanotte al giorno. Cioè, avrei dovuto chiamarti alla mia mezzanotte? Alla tua? A quella in Australia?”, un fidanzato piuttosto deficiente, ma anche molto romantico, “poi tu hai scuola, quindi non potevo svegliarti alla mia mezzanotte! Così, siccome oggi era anche il primo giorno del programma di Nick e mi aveva detto che avrebbe chiamato Harry a casa per fargli uno scherzo, ero già sveglio ed ho pensato di chiamarti ora!”

“Quindi sei sveglio perché volevi sentire Nick che metteva in imbarazzo Harry e faceva arrabbiare Louis, non perché volevi farmi gli auguri?”, ridacchiò mentre lo immaginava borbottare silenziosamente qualche parolaccia per la figuraccia fatta.

“Nah, sai che la storia tra Harry e Louis è molto più bella della nostra. Non potremo mai competere con loro; anche tu li ami dopotutto”, la sua risata rumorosa la fece sorridere come una stupida.

“Sì, ma non diciamolo a Fra, penso speri ancora che lei ed Harry possano scappare insieme e vivere una loro fuga d’amore”, evitò per un soffio la scarpa che sua sorella le lanciò mentre usciva dalla stanza per andare a fare colazione.

“Ma, Fra è fidanzata, dovrebbe ricordarselo ogni tanto! Anche se, cosa abbiamo deciso alla fine del suo fidanzato? Ci piace oppure devo  dire a Paul di picchiarlo?”

“Nialler, Paul non è il tuo tuttofare personale; già è il tuo babysitter, non puoi mandarlo anche in giro a picchiare le persone! E lui deve smetterla di adorarti così tanto da fare tutto quello che gli dici!”, si tirò una ciocca di capelli ed ignorò l’orario della sveglia, non volendo alzarsi e prepararsi per la scuola.

“Siamo entrambi irlandesi e sono il suo preferito. Sono il preferito di tutti, io!”, sentirlo usare quel tono da bambinone le fece venire voglia di abbracciarlo e quindi voglia di piangere un po’ perché gli mancava troppo.

“Nialler, mi manchi!”, con le dita andò a sfiorare la scritta mia e la stupida freccia verso il basso fatte dall’irlandese sul bacino con il pennarello indelebile che aveva usato per firmare gli autografi in Germania e che, nonostante due docce, non erano ancora andate via, “mi manchi tantissimo”.

“Uh, anche tu”, se lo immaginava tutto rosso mentre si sistemava nervosamente i capelli, imbarazzato dal dover dire una cosa del genere quando di solito dimostrava l'affetto e le emozioni con gli abbracci, “ma ci siamo già visti l’altro ieri a Colonia ed i tuoi genitori mi ucciderebbero se venissi ora a Milano e ti rapissi ancora una volta”.

Marta ripensò al volo ed alla giornata in Germania con Fra e Preci che Niall le aveva regalato solo per poterla vedere un paio d’ore; ricordò la fuga che avevano fatto insieme e la stanza vuota che avevano trovato per stare insieme, solo loro due, giusto pochi minuti; rivide il corpo da uomo che ormai aveva il suo ragazzo e le sue mani grandi che giocavano coi suoi capelli mentre la baciava. Ripensò un po’ anche alle stupide battute di Louis quando li aveva visti ritornare ed alla sberla sulla nuca che Liam aveva dovuto dargli per zittirlo, ma giusto per poco.

“Non cambia che mi manchi. Mi mancano i tuoi abbracci alla koala”, lo sentì ridacchiare divertito ed imbarazzato e le mancò anche il vederlo arrossire, “E che tu sei in Inghilterra mentre io sono bloccata qua, con la scuola e tutto e-”

“Andy ti sta organizzando una festa!”, urlò un po’
nella fretta di bloccarla e Marta staccò leggermente il telefono dall’orecchio per non perdere l’udito.

“Cosa?”, si sollevò a sedere mentre l’eccitazione e la sorpresa la faceva sorridere.

“Sì, non avrei dovuto dirtelo, ma sai che stanno organizzando feste per tutti in quel locale che stanno sponsorizzando, no? Ecco, vogliono fare una festa per te!
Ovviamente non è solo quella la sorpresa, ma anche che tu e le altre due pazze passerete tutto il week end qua a Londra con noi!
Ho già chiesto ai tuoi genitori, cosa abbastanza imbarazzante se devo essere sincero, ed abbiamo prenotato voli ed hotel”, aveva iniziato a parlare a macchinetta e l’accento irlandese aveva preso il sopravvento, rendendo tutto molto confuso, ma Marta voleva lo stesso mettersi a saltellare, “Fra e Preci hanno pensato a tutti i dettagli perché quando l’ho detto a loro si erano esaltate tantissimo. Ovviamente tu non dormirai in albergo perché il tuo splendido ragazzo ha una bellissima casa in cui vive da solo e dove potete festeggiare come si deve il tuo compleanno e ci sono altissime possibilità che Preci riesca a passare la notte con Liam ora che non è più in depressione per l’essersi lasciato con Danielle, però abbiamo voluto lo stesso prenotare un hotel perché dire una cosa del genere ai vostri genitori sarebbe stato controproducente. Ah, e dovresti ricordare a Fra che, se vuole mollare il ragazzo, Ben è ancora cotto di lei e­-”

“Ti amo!”, Marta usò uno dei pochi trucchi che conosceva per zittirlo quando iniziava a parlare a raffica ed in maniera confusa delle cose che lo agitavano, “ti amo ed è il regalo migliore che potevi farmi, grazie”, asciugò una piccola lacrimuccia di commozione che in futuro avrebbe eternamente negato e si decise ad uscire dal bozzolo sicuro di coperte.

“Uh, perfetto! Ero un po’ agitato perché sarebbe comunque la nostra prima uscita ufficiale, però è anche ora, no? Comunque”, tipico di Niall non darle nemmeno il tempo di risponderle, “sono le sette di mattina e siamo entrambi a letto, nel giorno del tuo compleanno. Suppongo che tu abbia su solo una maglietta e le mutandin-”

“Nialler devo andare a scuola, ho l’interrogazione di greco e non ho tempo per queste cose! Smettila!”, ridacchiò arrossendo mentre recuperava un paio di jeans dall’armadio della sorella ed una maglietta dal proprio.

“Ma dai! Un attimo tutto per noi!”

“No, smettila di fare il bambino subito! Ci sentiamo quando torno da scuola, ma ci sentiamo e basta! Non ci pensare nemmeno al sesso telefonico, vergognati!”

“Non sai cosa ti perdi!”, lo sentì alzarsi dal letto e subito sentì anche i rumori di una radio in sottofondo.

“Smettila”, cercò di mettere il dentifricio sullo spazzolino con una sola mano mentre rideva come una stupida davanti allo specchio.

“Sei tu che ci perdi un bellissimo regalo! Io sono un bellissimo regalo, non Londra!”

“Nialler sto per mettere giù il telefono!”

“Non puoi abbandonarmi così il giorno del tuo compleanno”, era tutto così ridicolo e fantastico. E ridicolmente romantico; non poteva farcela.

“Nialler devo vestirmi!”

“E non puoi certo dirmi che sei nuda dopo avermi negato il sesso telefonico!”

“Non sono nud- smettila! Ci sentiamo dopo”, prima di mettere giù lo sentì urlacchiare un “ti amo” ed un “buon compleanno” che le migliorarono ulteriormente la giornata.
Già un po’ in ritardo, si preparò e salutò in fretta i suoi genitori, correndo per arrivare davanti a casa di Preci il più velocemente possibile, per riuscire a ripassare insieme.

E quel giorno non le importava di quanto grigia sarebbe stata Milano o di avere l’orlo dei jeans umidi per colpa di qualche pozzanghera sul marciapiede, così come non le interessavano le prime due ore di greco, la terza di fisica e le ultime due di latino.
Lei rimaneva comunque la diciassettenne più felice del mondo.

   
 
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