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Autore: 1rebeccam    24/09/2012    18 recensioni
"Sarebbe tutto così semplice. Non ci vuole niente. Un secondo, un secondo soltanto per perdermi nei tuoi occhi e dirti che ti amo... Vorrei avere la forza di aprire la porta e stringerti tra le braccia, perché lo so che sei ancora qui. Ti sento, sento il tuo dolore e anche la tua rabbia."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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...Buon giorno Kate, almeno spero che stia leggendo Kate e non Beckett, perché lei non è romantica!
Tieniti libera per stasera, ti aspettano un ristorante di lusso con vista mozzafiato sulla città, cibo prelibato,
musica per ballare e uno scrittore affermato, nonché uomo affascinante e raffinato,
play boy elegante e megalomane (dicerie, giuro!)
pronto a corteggiarti e a regalarti un primo appuntamento schifosamente tradizionale.
Non si accettano rifiuti...




 

La Resa Dei Conti


*
Il Sapore della Vita

*
38° Capitolo 

 

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‘Sai che ho pensato quando ti ho conosciuta? Che eri un mistero che non avrei mai risolto!’
Per l’ennesima volta in un paio di ore, Kate Beckett si ritrova a guardarsi allo specchio.
Non si è mai soffermata a lungo ad osservarsi, solo il minimo necessario per essere sicura di uscire di casa in ordine e presentabile. Quella sera però, dopo aver messo una cura particolare al trucco e aver lasciato ricadere i capelli morbidi sulle spalle, supervisionata fino alla fine, non da un’estetista, ma da un medico legale, con indosso un abito splendido, perfetto in ogni particolare per lei, si ritrova ad ammirarsi ancora una volta.
E’ sempre stata consapevole di essere una bella donna, gli uomini  si girano a guardarla per strada anche solo con la tuta da ginnastica, ma ha sempre attribuito questo solo all’apparenza esteriore.
Tu invece, mi hai sempre guardata in modo diverso. 
Mentre controlla ancora qualche particolare, davanti allo specchio dell’ascensore che la sta portando al suo appuntamento, ripensa alla sera a Los Angeles, quando lui le aveva detto quella frase, guardandola dritta negli occhi e lei si era chiusa dentro la sua inferriata ancora una volta. Aveva perso un’altra occasione.
Scuote la testa e sorride.
Ti sei sempre sbagliato Castle… perché hai risolto ‘il mistero Beckett’ la prima volta che abbiamo lavorato insieme.
La guardava insistentemente. Per curiosità le aveva detto, perché tutti hanno una storia… ‘prendiamo lei per esempio: la maggior parte delle donne belle e intelligenti diventa avvocato, non poliziotto… eppure lei è qui… perché?’ … e lui voleva capire la sua.
Lei, scocciata dal suo sguardo irritante e dalla sua presunzione di sapere tutto, lo aveva sfidato… ‘non lo so Rick, è lei lo scrittore, lo dica lei a me…’ e lui aveva parato il colpo. Le aveva scattato una foto, aveva capito il suo tormento interiore, il suo dolore, la sua rabbia. Le aveva penetrato l’anima con lo sguardo in poche ore.
Ti ho odiato per questo, mi hai fatta sentire vulnerabile.
Col passare del tempo, lui aveva continuato a guardarla, a fissarla ed imbarazzarla e lentamente, invece di continuare ad odiare questo suo comportamento, lei era riuscita a vedersi come la vedeva lui: una donna che, nell’insieme del suo mistero, era piena di fascino.
Un fascino che, però, non ha niente a che vedere con la bellezza.
Kate Beckett è affascinante perché riservata, forte e fragile nello stesso tempo, dura e dolce con se stessa e con gli altri.
Il fascino è qualcosa che hai dentro e che gli altri vedono proprio quando non te ne curi e se ti rendi conto di possederlo, è perché qualcuno riesce a vederti così…
E, anche se non lo avrei mai ammesso, nemmeno sotto tortura, tu mi hai sempre fatta sentire speciale!
Non solo con lo sguardo, ma anche con i sorrisi, le attenzioni, i piccoli gesti quotidiani rivolti a lei e… soltanto a me! 
Si guarda ancora allo specchio dell’ascensore e non può fare a meno di essere orgogliosa della sua bellezza. Non lo ha mai fatto, non è mai stata estremamente vanitosa, ma adesso si sente bella, vuole essere bella… per un uomo… per lui…
Sorride davanti allo specchio e si chiede come mai l’ascensore stia procedendo a passo di lumaca.
Calmati Kate… che ti prende? Il cuore sta andando più veloce dell’ascensore! Alla fine stai solo andando a cena con un uomo che conosci da 4 anni, sai esattamente cosa ti aspetta… beh… esattamente no… di sicuro è bravo nelle sorprese… però non hai nessun motivo di essere agitata… devi solo essere quella  che  lui conosce… Beckett e nient’altro!
Il campanello dell’ascensore le annuncia che è arrivato il momento di piantarla di parlare con lo specchio e di avviarsi al suo appuntamento.
Sorride ancora al suo riflesso, si ferma davanti alla porta, sospira con la mano sul petto e con tutta calma bussa leggermente…
Ma quando la porta si apre, tutti i suoi propositi di non essere agitata, l’abbandonano miseramente, fuggendo a gambe levate.
Nell’istante in cui incrocia i suoi occhi sorridenti, il cuore comincia a trottare e le labbra si aprono in un sorriso immenso, senza che il cervello glielo avesse ordinato. Riesce solo a pensare che è felice di essere lì, davanti a lui, agitata e innamorata come un’adolescente alla sua prima cotta.
-Ero certo che il vestito ti sarebbe stato d’incanto e ti ci ho immaginata dentro, ma…-
La frase lasciata a metà la riporta alla realtà, china la testa di lato e, sollevando di poco le sopracciglia, lo sprona a continuare.
-Ma!?-
-Ma sei bella al di là di ogni immaginazione.-
Lei continua a sorridere e lui la prende per mano, la fa entrare e dopo aver chiuso la porta, la stringe a se.
-Posso baciarti, o ti rovino il make up?-
Le sussurra ad un paio di millimetri dalle sue labbra.
-Ho portato il rossetto con me!-
Risponde lei sorridendo e lui non si lascia sfuggire la sua bontà d’animo, baciandola dolcemente.
-Non sei male nemmeno tu Castle.-
Gli dice quando staccano le labbra, sistemandogli il colletto della camicia, celeste come il suo abito e in tono con i suoi occhi.
-Perché questa frase mi ricorda qualcosa?-
Risponde lui cercando di baciarla di nuovo, ma lei si divincola, apre la pochette e si arma di specchietto.
-Non c’è nessuno in casa?-
Dimostra grande prontezza di spirito, cambiando discorso, mentre si mette il rossetto e lui sospira.
-Alexis è uscita con i suoi amici e mia madre è… in ritiro spirituale.-
Risponde mentre si sistema la cravatta e lei si volta a guardarlo stupita.
-In ritiro spirituale? In che senso?-
-Qualche giorno fa è tornata alla chiesa dove si è rifugiata il giorno che ha lasciato Jordan, non so esattamente perché, ne sentiva il bisogno. Il prete è lo stesso di allora, con quarant’anni in più sulle spalle. Si è ricordato subito di lei, le ha detto che ha anche seguito la sua carriera di attrice; è stato contento di rivederla e l’ha invitata ad andare alle riunioni della parrocchia e a partecipare a qualche manifestazione di beneficenza… e lei ha accettato. Ha preso la cosa seriamente… sembra!-
Kate lo guarda ancora stupita e lui le porge la sua giacca.
-Mi aiuti? Non guardarmi con quell’aria stranita, stiamo parlando di mia madre. Sta ancora cercando di elaborare tutto quanto e se, per riuscirci, usa una comunità religiosa al posto di una cassa di vino pregiato, non può che essere una buona cosa.-
Lei lo aiuta ad infilare la giacca e quando si volta a guardarla, gli sorride.
-Stavo solo pensando che tua madre riesce ancora a stupirmi.-
-Abituati, perché tanto l’avremo sempre tra i piedi!-
-Castle!-
Lo rimprovera lei con la mano alzata pronta a colpirlo sulla spalla, ma lui si sposta velocemente e poi prende qualcosa dalla tasca dei pantaloni.
-Ecco le chiavi… vogliamo andare?-
Kate afferra il portachiavi con il cavallino rampante e sorride felice, mentre lui si rattrista.
-Sembra che tu sia più eccitata di guidare la mia auto, che di uscire con me.-
-Infatti! Ho accettato di cenare con te solo per questo!-
Risponde lei aprendo la porta.
-Ah! In che guaio mi sono cacciato!-
Salgono in ascensore, Rick preme il bottone per scendere e lei si accoccola al suo braccio, quando vede che continua a tenere il broncio.
-Dai, Rick! Sono contenta ‘anche’ di uscire con te.-
Dice con la vocina in falsetto, sottolineando la parola anche.
-Di bene in meglio detective, ora si che sono contento!-
Mentre si diverte a prenderlo in giro, guarda il display che fa la conta dei piani.
-Oh Castle! Invece di premere per il garage, hai premuto per il terrazzo!-
-Vedi? Mi fai perdere la ragione! Poco male, appena arriviamo su, torniamo giù.-
Quando arrivano a destinazione e le porte si aprono,  Kate fa per premere il pulsante per scendere, ma lui le prende la mano.
-Aspetta! Vieni un momento, visto che siamo qui, ti faccio vedere una cosa.-
La trascina fuori dall’ascensore e lei gli lascia la mano.
-Cosa dovrei vedere quas…-
Non riesce a finire la frase. La lascia a metà perché nota dei petali di rose sparsi ai suoi piedi. Guarda poco più avanti e si rende conto che tutto il pavimento ne è cosparso… petali di rose ovunque e di tutti i colori.
Solleva gli occhi e si guarda attorno, lentamente, sorpresa… si aspettava qualcosa di speciale, ma questo…
La parte destra del terrazzo è diventata, magicamente, un grande gazebo in ferro battuto, ricoperto completamente di luci bianche simili a piccole lucciole. Un numero indefinito di roselline bianche e girasoli scendono a grappolo dalle lavorazioni arzigogolate del ferro. Proprio ad angolo, un tavolo per due, apparecchiato con una tovaglia di lino bianca, adornata con piccoli ricami floreali dai colori tenui, piatti di porcellana bianca, posate d’argento e bicchieri di cristallo. Un piccolo angelo di finissima porcellana con un’espressione dolcissima sul viso, tiene tra le mani una candela, proprio in mezzo ad un bouquet di margherite gialle, un particolare che rende tutto elegante e raffinato.
Sparse qua e là sul pavimento, ciotole di terracotta con all’interno piccoli lumini che traballano al ritmo dell’aria della sera e, guardando di fronte a lei, le mille luci scintillanti e colorate dell’intera città, le stanno dando il benvenuto.
Mentre si guarda intorno, cammina senza nemmeno rendersene conto, dirigendosi proprio al parapetto, incantata dal panorama. Il sorriso sulle sue labbra è splendido. E’ così sorpresa e assorta, che si rende conto della musica solo in un secondo momento. Si guarda intorno per capire da dove arrivi, ma non ci riesce e torna a guardare la città immensa ai suoi piedi.
Lui la guarda incantato.
Quando ha avuto l’idea, ha immaginato i suoi occhi, il suo viso, il suo stupore, ma vederla realmente, gli ha bloccato il respiro per un attimo.
-Mi sono chiesto… quale posto avesse la vista mozzafiato più bella della città, dopo l’Empire State Building?  La risposta non era difficile… questo!-
Lei non risponde, sembra che non lo abbia nemmeno sentito.
-Ho pensato che per un primo appuntamento, potevamo starcene un po’ tranquilli.-
Lei continua a non ascoltarlo.
-Comunque, se non ti piace, ho anche prenotato in un ristorante vero, se vuoi ci possiamo andare subito… Kate…-
Le sfiora la mano per attirare la sua attenzione e lei finalmente si volta a guardarlo. Ha gli occhi lucidi e quel sorriso che lo fa sciogliere ormai da anni.
-Non mi ero mai resa conto che da casa tua si vedesse praticamente l’intera città… è incredibile!-
Riporta lo sguardo sulla cartolina davanti a lei scuotendo la testa e ripensando alla sua strana richiesta di un primo appuntamento ‘schifosamente’ tradizionale.
-Quella notte mi sentivo esausta, stanca, dolorante. Ero solo felice che tu fossi vivo e quando la mattina abbiamo cercato di sdrammatizzare, sono partita a raffica con tutte quelle sciocchezze; ma ad un certo punto mi sono resa conto che non erano sciocchezze. Mi sono resa conto che mi meritavo davvero qualcosa di bello, di romantico per una volta, quel qualcosa che non ho mai desiderato prima: attenzione, dolcezza, coccole. Certo non in grande come l’ho pensato al momento, ma qualcosa che si avvicinasse.-
Lo guarda ancora e sfiora la garza sul suo viso.
-Dovrò cedere al fatto che mi leggi dentro, che sai sempre esattamente cosa voglio e soprattutto come lo voglio. E’ tutto perfetto Rick! Un ristorante elegante e raffinato, il mio scrittore preferito, splendida musica e una vista mozzafiato della città.-
-E niente fotografi curiosi.-
Finisce lui e lei annuisce.
-Già, ho detto che non m’importa, ma un po’ d’intimità, questa sera in particolare mi fa felice, specie dopo tutta la pubblicità di questi giorni.-
-Il tavolo ad angolo che ha riservato è pronto signore, se volete accomodarvi?-
La voce improvvisa materializzatasi dietro di lei, la fa voltare di scatto.
-Sal! E lei che fa qui?-
-Il mio lavoro detective, controllo che sia tutto in ordine e perfetto così come è stato immaginato ed ordinato.-
Kate guarda Rick che solleva le spalle e sorride.
-Gli ho esposto il mio piano e lui ne è stato entusiasta, ha insistito per aiutarmi nell’organizzazione.
Sal china la testa e sorride.
-Posso permettermi di dire, quanto la sua bellezza, sia di gran lunga più luminosa delle migliaia di luci della Grande Mela?-
Castle solleva improvvisamente gli occhi al cielo, quando nota Kate abbassare lo sguardo e arrossire, per poi prendere le mani del simpatico portiere tra le sue, stringendole con forza.
-Non so come potermi sdebitare con lei Sal, non per questa sera, ma per tutto quello che ha fatto per me.-
-Le ho solo aperto la porta della lavanderia… comunque una cosa per sdebitarsi ci sarebbe.-
Kate annuisce sorridendo.
-Appena arriva la mia copia personale di Heat Rise, quella che mi ha promesso il signor Rick, mi farebbe piacere che ci scrivesse una dedica con tanto di firma.-
-Tutto qui? Beh… credo di poterlo fare!-
Sal ride compiaciuto e stringe le mani di Kate con più forza.
-Ah… e non dimentichi la copia di  Timmy, si offenderebbe a morte, non mi rivolgerebbe più la parola se non firmasse anche la sua.-
-Naturalmente, anche la copia di Timmy.-
Castle li guarda stranito, lui è improvvisamente sparito. Come per magia non esiste più tra quei due.
-Sal, le ricordo che lo scrittore sono io.-
L’uomo lascia le mani di Kate.
-Naturalmente signor Rick, se vuole metterci la firma anche lei, io non ho nulla in contrario.-
Risponde tranquillamente, facendo segno con la mano di seguirlo fino al tavolo d’angolo.
-Se ci vuole mettere la firma anche lei? Ma… ma si rende conto che ho passato notti insonni per quel libro?-
Kate lo guarda divertita.
-Oh Castle! Falla finita. Lo firmeremo tutti e due.-
-Si, ma la dedica la vuole da te e se poi anche io voglio metterci la mia firma, lui non ha nulla in contrario!-
-Perché noto una punta di gelosia da parte del tuo ego?-
Castle sbuffa alla provocazione, Sal fa accomodare Kate e le offre una pergamena, su cui è scritto il menù della serata.
-Se non c’è altro, io mi ritiro. Quando volete, basta un segno signor Rick, il maggiordomo è pronto. Vi auguro una serata incantevole.-
Bacia la mano a Kate, schiaccia l’occhio a Rick e sparisce improvvisamente, così com’era apparso.
-Il… maggiordomo?!-
Chiede Kate sottovoce e Rick sorride compiaciuto.
-Ho sempre sognato di averne uno, di quelli tutti d’un pezzo, inglese puro sangue, e pensando a questa sera, non ho saputo resistere.-
Solleva un dito verso la parte nascosta del terrazzo e con lo sguardo indagatore di Kate addosso, fa un cenno impercettibile e appare lui… il maggiordomo.
-Buona sera signore… madame! Il signore desidera che serva l’aperitivo?-
-Si James, grazie!-
L’uomo fa un inchino e silenziosamente se ne va.
-Non ci posso credere! Hai davvero…-
Anche stavolta non riesce a finire la frase, dal nulla arrivano le note di Teach me how be loved.
-Adoro questa canzone!-
Dice chiudendo gli occhi, Rick le mette la mano sulla sua.
-Splendida paladina della giustizia, permetterebbe a questo umile cavaliere di invitarla a ballare?-
-Con immenso piacere.-
Risponde lei con un insolito, splendido sorriso.
Restano per un attimo uno davanti all’altra guardandosi negli occhi, poi Rick allarga le braccia e lei si stringe a lui, appoggiando il viso sulla sua spalla.
-Puoi avere fiducia nell’amore Kate… nel mio amore… non ti lascerò perdere nelle tue ombre…-
Le sussurra lui all’orecchio, seguendo la canzone e lei gli risponde guardandolo dritto negli occhi.
-Mi porterai nella tua luce?-
Lui le posa le labbra sulla fronte, proprio mentre James sta per interromperli con l’aperitivo, ma Sal lo ferma prendendolo per il braccio.
-Ma che fai? Meno male che sono ancora qui a controllarti.-
-Il signore ha ordinato l’aperitivo!-
-Dopo James… dopo…-
-Non dopo, adesso! Il signore…-
Sal alza gli occhi al cielo.
-Il signore è impegnato al momento, guardali. Credi davvero che vogliano l’aperitivo?-
-Ma lo ha ordinato!-
-Piff! Maggiordomi, inglesi per giunta… rigidi e stupidi! Non so se ci sarà un’altra serata simile, ma se dovesse succedere farò io stesso il colloquio per il servizio.-
L’uomo lo guarda stranito, ma sempre compito e serio e Sal sospira ancora.
-Ascoltami bene James. Tu devi essere invisibile. Non importa cosa ordina il signore, tu osservi da lontano ed in silenzio, se ti rendi conto che non è necessario avvicinarsi, come in questo momento, tu resti fermo e immobile dove ti trovi e non disturbi… per nessun motivo al mondo… stasera non è importante la cena… ci siamo capiti?-
James è imperturbabile e Sal lo scuote per il braccio.
-Ci siamo capiti? Allora James, come ti chiami?-
-Invisibile e Silenzioso!-
-Bene, io adesso me ne vado… e tu vedi di apparire solo quando è il momento.-
Il momento di James arriva 10 minuti e 2 canzoni dopo, quando finalmente i signori smettono di guardarsi negli occhi e si rendono conto di essere ancora sulla terra, anzi, sul terrazzo e tornano, mano nella mano, al loro tavolo. James ne approfitta immediatamente per servire con devozione l’aperitivo.
Kate e Rick lo guardano con attenzione, mentre riempie i bicchieri, tutto impettito e serio.
Troppo serio!
-Posso preparare per servire gli antipasti, signore?-
-Si James, grazie!-
Risponde lui con lo stesso tono e con voce baritonale.
-Potrebbe fare un sorrisetto ogni tanto, sembra un becchino, mi sta mettendo ansia.-
Dice sottovoce allungandosi sul tavolo verso Kate, che si sporge allo stesso modo.
-Perché sussurri Castle? Hai paura del maggiordomo?-
-Beh, sai… di solito è lui il colpevole…-
-Di cosa?-
-Come di cosa? Di qualunque cosa succeda!-
-Allora perché ne hai voluto uno?-
Sta per rispondere, ma James appare nuovamente con un carrellino portavivande.
-Shhh… eccolo… sorridi Beckett… sorridi!-
Lei più che sorridere, ride e anche di cuore. Rick ha davvero l’espressione preoccupata e James, con fare molto elegante, toglie i coperchi dai vari vassoi e inizia finalmente il suo lavoro, servendo con maestria i due commensali, defilandosi subito dopo.
-Niente ostriche, caviale e champagne?-
Chiede Kate ironica, pensando fossero inevitabili in un menù da vip.
-Appuntamento tradizionale, detective… non banale!-
Risponde lui sollevando le sopracciglia, mentre lei sorride e assaggia le profumate e sicuramente squisite prelibatezze con cui James ha riempito il suo piatto.
L’illuminazione del ‘ristorante’ è soffusa.
Ci sono solo le piccole lucciole bianche tra i fiori, la luna che sorride e le stelle sparse qua e là nel cielo che li guardano discretamente da lontano. Il profumo dei petali di rose sul pavimento è intenso e un leggero venticello li accarezza di tanto in tanto, mentre si deliziano con le diverse portate, servite in maniera impeccabile dal serio maggiordomo inglese.
Deliziosi i fagottini di sfoglia al formaggio, in salsa di mirtilli rossi e gli asparagi con pancetta croccante su fonduta di gorgonzola, accompagnati da chiacchiere sottovoce e sguardi intensi.
Delicato il pasticcio di crepes alla crema di pistacchi, innaffiato da mani intrecciate e piccole carezze.
Una bontà l’arrosto di vitello ai funghi porcini, con contorno di battute maliziose e risate cristalline.
Per tutta la cena James è stato attento ad essere Invisibile e Silenzioso, controllando ogni effusione, ogni sorriso, ogni sguardo, cercando di captare il momento buono per servire. Sarà anche inglese e rigido, ma impara presto.
Si è reso irreperibile anche quando, tra una portata e l’altra, i signori si sono cullati a vicenda al suono della musica.
A metà cena, la rigidità della sua mascella aveva lasciato il posto ad uno strano sorriso, che Castle aveva definito un paio di volte ‘alquanto inquietante’, facendo ancora ridere di cuore la donna di fronte a lui.
Al momento del dolce, James rimane in osservazione.
I signori si sono improvvisamente spostati dal tavolo ad angolo, al dondolo posto nella parte sinistra del terrazzo, dove il muretto del parapetto è diviso dalla ringhiera, in modo da avere una visuale perfetta del panorama.
Lei seduta, fa perno con il piede a terra per dondolarsi leggermente, mentre lui è sdraiato con la testa sulle sue gambe e le ginocchia ciondolanti dal bracciolo. Il problema è che i signori si baciano. Ma non un bacino e via. Si baciano proprio, come si vede al cinema e sembra anche che la cosa possa andare per le lunghe.
James comincia a sentirsi a disagio, ed è preoccupato.
Avrebbero potuto aspettare altri 10 minuti, la torta di crema e fragoline di bosco andrà a male di questo passo. 
Per un attimo gli balena nella mente perversa di maggiordomo inglese, di interromperli, ma poi pensa a Sal. Se il signore gli avesse detto dell’interruzione, il portiere lo avrebbe ucciso.
Dedito alla professione si, ma non al punto di lasciarci le penne.
Sospira, guardando tristemente la torta nelle sue mani e torna in cucina per rimetterla in frigo.
-Che c’è? Perché hai piantato in asso le mie labbra?-
Le chiede Rick piagnucolando, dopo che lei improvvisamente ha smesso di baciarlo.
-Non hai l’impressione di essere spiato?!-
Lui si solleva dalla comoda posizione e guarda verso la direzione in cui guarda lei, senza però vedere nessuno.
-E’ lui… il maggiordomo… te l’ho detto che è sempre colpa sua alla fine, ora vediamo di liberarci di lui, perché davvero non lo reggo più!-
La prende per mano e lei si lascia trascinare.
-Vuoi avvelenarlo Castle?! No, perché io sono un poliziotto, poi dovrei arrestarti…-
Grazie al cielo per Castle, non era stato necessario ucciderlo, per liberarsi di lui.
In quelle tre ore, tra una portata e l’altra e soprattutto tra un appostamento ed un’uscita, James si era letteralmente sciolto ai loro sguardi, ai loro sorrisi. Si era reso conto che erano capaci di stare in silenzio per minuti interi senza dirsi una parola, sicuro comunque, che parlassero una lingua solo a loro conosciuta.
Così dopo aver portato il carrello con i dolci, si intrattiene un paio di minuti più del dovuto.
-Il signore mi permette? Se non c’è altro, io mi ritirerei, manderò qualcuno domani per ripulire, a meno che i signori non abbiano qualche altro compito per me.-
-No James, nient’altro. E’ stato tutto sublime, grazie!-
-Grazie a lei signore!-
Fa un inchino a Rick, il bacia mano a Kate e sparisce anche lui nella notte, tra le risatine soffocate di lei, che guarda il ‘signore’, mentre scuote la testa.
-E’ proprio un inglese! Il prossimo maggiord…-
La frase gli muore tra le labbra, quando si rende conto che Kate si sta portando alla bocca una fragolina ricoperta di crema, ma non deve aver notato che tra le posate c’è anche la forchetta per il dolce, perché lo sta facendo con un dito. Assapora quella delizia con calma, ad occhi chiusi, al contrario di lui che li ha spalancanti involontariamente. Mentre sta ancora cercando di registrare l’ultima scena, si trova catapultato nel seguito della pellicola: una fragolina piena di crema, si è avvicinata pericolosamente alle sue labbra. Anche stavolta la forchetta è stata ignorata e lui resta imbambolato a guardare il dito sotto al suo naso.
-Dimentica il maggiordomo Castle… zitto e mangia! E’ dolcissima…-
Sussurra Kate, senza togliere lo sguardo dai suoi occhi.
Questo suo lato ‘piccante’ ancora sconosciuto, lo blocca per un attimo, ma si riprende subito. Si porta il dito di lei alla bocca e assapora crema e fragola, restando incollato ai suoi  occhi, sospira e sorride. Guarda il suo piatto, poi torna su di lei, solleva un sopracciglio e prende un pezzo del suo dolce al cioccolato, alla stessa maniera di Kate, a questo punto sarebbe stato stupido sporcare la forchetta.
-Scommettiamo che questo è più buono?-
Porge il boccone a Kate, che lo assapora chiudendo gli occhi e leccandosi le labbra lentamente, cosa che fa deglutire Castle più volte.
Lei è decisamente più dolce delle fragole!
E senza rendersi conto di come o perché, il dolce lo finiscono uno tra le labbra dell’altra.
-Credo che rinuncerò a rimettermi il rossetto!-
Esclama Kate all’ennesimo bacio di Rick, che ha particolarmente gradito le fragoline.
Lui si allontana e sorride, prendendole la mano.
-Allora… c’è qualche altro desiderio nel suo cuore detective, per questo appuntamento tradizionale?-
-Beh… in effetti… una cosa che mi ha lasciata delusa stasera… c’è!-
Risponde lei mordendosi il labbro inferiore. Rick si rabbuia un momento.
-Aspetta! Delusa? Sei delusa di qualcosa? Che mi sono dimenticato?-
Si guarda intorno imbarazzato, pensando di non aver perfezionato ogni minimo particolare, non è da lui, ma con Kate non si sa mai, gli offusca davvero il cervello. Lei si avvicina pericolosamente e annuisce, arricciando il naso.
-Bruuum… bruuum!-
A quel rumore, Castle si mette a ridere.
-Ah… la Ferrari, il tuo unico, solo amore! L’avevo scordato.-
Restano ancora incollati con lo sguardo.
-E’ solo mezzanotte e non penso che la mia Cenerentola perderà la scarpetta stasera.-
Lei muove la testa negativamente continuando a guardarlo negli occhi, sorridente.
-Perciò… potremmo andare a fare un giro… naturalmente guidi tu!-
-Siiiiii… e dove andiamo?-
Batte le mani come una bambina e Rick ne è completamente rapito.
-Ovunque… dove vuoi, l’importante è guidare, giusto?-
 
Mani attaccate al volante, cintura di sicurezza, dritta e sicura, un sorriso misto tra soddisfazione e malizia, rombo di cavalli, sopracciglio alzato… via!
Il vento tra i capelli e due fari azzurri che la guardano. Lo vede sott’occhio che non le toglie lo sguardo di dosso, ma non è spaventato come la prima volta che ha guidato la sua auto, è serio, impegnato ad osservare ogni impercettibile movimento del suo viso. Ogni tanto scende sulle gambe a seguire il movimento di quella destra tra acceleratore e freno, ma poi torna a fissare il suo profilo.
Corre nella notte in una città che sembra essere tutta per loro: libertà, eccitazione, trasgressione. Questo sente, mentre il rombo del motore le vibra dentro le ossa.  Adrenalina, ma tanto diversa da quella provata davanti al drago, un’adrenalina che fa bene, che fa sentire vivi, che dà sale alla vita, proprio come quella che si prova per un primo appuntamento. La sua serata perfetta, la sua serata romantica, la sua serata che la fa sentire viva… lui la fa sentire viva…
Frena sul pontile di Manhattan Beach, toglie le mani dal volante, le mette sul viso di Rick e lo bacia d’impeto, con passione, si stacca sorridendo sempre sulle sue labbra.
-Passeggiata sulla spiaggia deserta, signore?-
Lui annuisce soltanto, come se parlare potesse rovinare quel momento, lei si toglie le scarpe, le getta in macchina e comincia a correre verso la spiaggia, svolazzando dentro al vestito come una farfalla colorata. Rick non riesce a scollare gli occhi da lei. Bellissima! Una ragazzina felice e spensierata.
Forse era così Katherine Beckett prima che Johanna fosse uccisa, prima che il drago, suo padre, le togliesse la voglia di vivere.
Si rabbuia per un micro secondo, mentre lei si ferma di colpo e si volta, resasi conto che lui è rimasto fermo vicino all’auto. Stende la mano inclinando la testa e Rick, lascia giacca e cravatta accanto alle scarpe di lei e la raggiunge, si prendono per mano e lei appoggia la testa sulla sua spalla.
Camminano per parecchi minuti in silenzio, Rick le lascia la mano e le avvolge le spalle, appoggiando il viso sui suoi capelli. Arrivati ad un chiosco di bibite, chiuso e solitario, si accoccolano seduti sulla sabbia. Rick appoggiato ad una delle pareti del chiosco e lei con la schiena attaccata al suo torace, seduta tra le sue gambe. Restano in silenzio, una nelle braccia dell’altro a guardare lontano, oltre il mare, accompagnati solo dall’alito impercettibile dell’acqua, nel suo lieve movimento.
-Hai freddo?-
Le chiede strofinandole dolcemente le braccia. Lei risponde di no solo con la testa e gli si stringe di più addosso, perdendosi nel suo abbraccio.
-Grazie Rick!-
Sussurra Kate improvvisamente.
-Figurati… sono un maestro negli appuntamenti galanti.-
Lei muove ancora la testa negativamente.
-Non per questa sera, non solo! Per essere stato paziente, per non esserti arreso con me, per avermi fatto capire quanto desiderassi tornare a sognare... per avermi costretta a credere nella magia. Certe volte, quando stavo a casa da sola, mi ritrovavo a pensare di essere una causa persa. Io, al tuo posto, avrei lasciato perdere.-
Lui resta in silenzio per qualche altro secondo, guarda il mare davanti a loro, fino a che sospira sui suoi capelli.
-Hai presente Robin Hood?-
Lei aggrotta le sopracciglia, senza voltarsi.
-Robin Hood!?-
-Si, il Robin Hood di Kevin Costner. Quando lui è seduto sulla catapulta, per poter entrare in volo dentro le mura del castello. Morgan Freeman gli chiede se per la sua Lady Marion, ne vale pena. Lui risponde senza esitazione e si catapulta… vedi, io mi catapulterei per te… tu sei la mia lady Marion. Tu vali la pena, Kate Beckett… decisamente.-
Lei solleva la testa verso di lui e gli sfiora le labbra con le sue.
-E tu saresti Kevin Costner?!-
-Mmhh… io sono molto più bello!-
Ridono e rimangono occhi negli occhi.
-E’ vero! Tu sei più bello.-
Risponde lei appoggiandosi ancora contro il suo collo.
-Niente rimproveri sul mio ego? Sono davvero più bello di lui?-
Lei risponde stringendoselo contro, in silenzio, accarezzandogli le mani che la avvolgono.
-Non avrei dovuto lasciare la giacca in auto, hai le braccia gelate!-
Le sussurra stringendola di più a se.
-Non ho freddo, mi basta il tuo calore.-
-Sono lusingato Miledy, ma questo non toglie il fatto che sei gelata e poi, mi duole dirlo, ma sono le 2 del mattino.-
Le dice baciandola sulle labbra.
-Hai ragione… è davvero tardi! Andiamo Kavin Costner, ti accompagno a casa.-
Risponde lei. Si alza e gli tende la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Nemmeno per sogno, io ti accompagno a casa! Sennò che ci sarebbe di tradizionale in questo appuntamento?! E’ già tanto che sei venuta a casa mia in taxi.-
-Ma poi tu come torni, non puoi guidare!-
-Si che posso. Era una scusa per farti venire da me senza rovinarti la sorpresa. Guidi tu comunque fino a casa tua, lungi da me toglierti il divertimento e poi io me ne torno a casa mia, solo soletto… a meno che tu non…-
S’interrompe, quando la vede scuotere la testa, sollevando un sopracciglio.
-No eh? Non al primo appuntamento!-
Ancora un movimento negativo da parte di lei, che adesso arriccia anche le labbra.
-Non sei il tipo…-
Ancora un no secco della testa e l’espressione offesa.
-Immaginavo! Ho scelto io una brava ragazza… perciò non posso nemmeno lamentarmi!-
Lei sorride e lo prende per mano pronta ad avviarsi, lui invece la attira a se, stringendola tra le braccia e costringendola a perdersi ancora nei suoi occhi.
-Nemmeno se sfodero il mio proverbiale sguardo da cucciolo?-
-Ti posso permettere solo di accompagnarmi alla porta… se fai il bravo, ti concedo anche un caffè, così riuscirai a rimanere sveglio quando ti metterai alla guida per tornartene a casa tua…solo, soletto!-



Continua...


Angolo di Rebecca:

Che dire di questa serata?
A me è piciuta e credo anche a Kate...
e anche a Rick :p  che però se ne torna a casa solo soletto?!
Bruuum...bruuum!!!

Buona 5x01 *-*  <3

 
  
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