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Autore: raganellabyebye    25/09/2012    1 recensioni
Il '43 e il '44 attraverso gli occhi di Maria Vargas, la piccola Città del Vaticano, costretta a tirar fuori tutta la sua forza per proteggere una sorella che ora più che mai ha bisogno di lei.
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Carnations'
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Uff... eccoci qua con l’epilogo! Se mi avessero detto che avrei scritto una ff di ben (ehi, io sono abituata agli one-shot!) tredici capitoli, avrei risposto con un’occhiata scettica, poi un sorrisino rassicurante mentre chiamo la neuro...
Spero la conclusione c’azzecchi e sia quantomeno decente! Buona lettura!
Ah, le avvertenze le avete lette in tutte le salse nei precedenti dodici capitoli, quindi non le metto! Ah, che liberazione...
 
 
 
Capitolo 13
Epilogo: 2700 a.U.c.
 
“Bene, direi che è tutto, per oggi”
Conclude l’inglese, mettendo in ordine il plico di fogli che tiene in mano. Questa non è né la prima né l’ultima di una lunga serie di riunioni sulla politica da adottare, ora che la guerra è finita. Ian, due posti alla sua destra, dopo Rhys, si limita a infilare i suoi nella valigetta che ha con sé, disordinatamente. Nessuno sa ancora spiegarsi il motivo di tanta irritabilità, e la cosa inizia a scocciare più di una Nazione.
“Ma insomma, si può sapere che hai, aru?”
Sbotta il cinese. Lo scozzese ha continuato – imperterrito – a muovere su e giù il ginocchio, facendo traballare il tavolo, composto in realtà da una serie di banchi più piccoli accostati. E si dà il caso che l’orientale sia il suo “compagno di banco” da tre riunioni a questa parte; come al solito, ignora le proteste di Yao, preferendo litigare con la chiusura della ventiquattr’ore. La leggera risata di Francis lascia intuire che lui sappia cosa passa per la testa dello scozzese, e non veda l’ora di raccontarlo. Eppure, non proferisce verbo.
“Allora?”
Anche l’uomo con il kilt si volta, smettendo finalmente di muoversi. Non stava seguendo la conversazione, ma ora nota che tutti gli occhi sono fissati su Francis: cos’avrà combinato? Guarda suo fratello per un istante – è lui che ha parlato – poi si fissa nuovamente sul francese.
“Ohnonononon... Tutta colpa di Milano, non è vero, amico mio?”
Gli occhi verdi dell’altro lampeggiano d’ira, più rivolta a quella piccola strega che al fatto di essere preso in mezzo da quel branco di deficienti. Quasi rompendo la sigaretta che stringe fra le labbra coi denti, sbatte il pugno sul tavolo, furibondo.
“QUELLA DANNATA! Mi ha fatto passare l’anno più lungo della mia vita, la MALEDETTA! Sembrava lo facesse APPOSTA, a cercare di farsi AMMAZZARE, giusto per vedere quante ne potevo PRENDERE AL POSTO SUO! Ma se mi ricapita per le mani...! E VOI DUE, POI!”
Si rivolge ad Alfred – che lo guarda interrogativo – e ad Arthur, che lo fissa terrorizzato, stringendosi il braccio ingessato e muovendosi a disagio sulla sedia a rotelle su cui è stato costretto proprio dal rosso.
“Sapevate che ero lì, sapevate che una DANNATISSIMA personificazione ERA LÌ, eppure SGANCIAVATE BOMBE COME MOLLATE SCORREGGE DOPO CHE AVETE MANGIATO UN PIATTO DI FAGIOLI! E SAPEVATE COSÌ BENE DOV’ERO, CHE TROVAVATE SEMPRE IL MODO DI BUTTAR GIÙ L’EDIFICIO IN CUI MI TROVAVO! AAARRG!”
Batte entrambi i pugni sul tavolo, frustrato, mentre l’amico biondo ride, perfettamente conscio che il motivo di tanta insoddisfazione è il mancato appagamento di tutt’altro desiderio (benché il soggetto rimanga lo stesso... ohnonononon <3!)
“Piuttosto...”
Arthur cambia discorso, sperando che il desiderio di vendetta del fratello continui a focalizzarsi sulla povera italiana: lui ha già avuto la sua parte!
“... quindi... Lavinia è tornata?”
Francis gli sorride, anche – forse soprattutto – per farlo ingelosire (cosa che gli riesce perfettamente <3!). I presenti si voltano, anche loro curiosi: la voce gira da un po’, ma nessuno ha ancora confermato.
“Woha... Aspetta un attimo: era lei che dovevi andare a prendere, Mattie?”
“Quindi non è solo una diceria, aru?”
“Daaa... Ma è vero, Francis?”
L’interrogato si schiarisce la voce, guardando il suo pubblico con quegli sfavillanti occhi blu e un sorriso appena accennato. Si alza in piedi, con fare solenne.
“Ebbene sì, signori miei: la Città Eterna è tornata!”
 
 
“... e cos’hanno detto, dopo?”
Chiede lei, tornando in salotto. In mano ha la bottiglia di vino rosso che le ha portato Francis (regalo accolto con una smorfia di disgusto accennata: con tutta quella roba che i francesi ci mettono dentro, il liquido nella bottiglia è tutto meno che vino!): è andata in cucina per aprirla. Seduto su una di quelle bellissime poltrone foderate che Lavinia ha disposto intorno al tavolino, si allunga per prendere il bicchiere che lei gli porge, godendosi la sensazione del velluto sotto le dita della mano rimasta sul bracciolo: deve averle fatte rifoderare di recente, perché la struttura in legno è la stessa dell’ultima volta che si sono visti lì, trecento anni prima.
“Qualche verso di sorpresa, bisbigli vari, e le rimostranze che puoi immaginare: ma perché non ce l’hai detto, come lo sapevi, perché i Vargas... eccetera eccetera”
Lui sorseggia il vino, mentre lei ridacchia sorniona e gli si siede davanti, sistemandosi appena il leggero vestito da casa che indossa, di seta bordò, probabilmente una vecchia sottoveste ricucita a dovere; non può negare di essere un po’ invidioso della facilità con cui lei e la sorella – anche quando indossano vecchi capi riciclati – riescano sempre a sembrare donne di classe.
“Piuttosto, cara, dimmi un po’: quand’è che hai intenzione di raggiungerci?”
Domanda il biondo, non senza un velo di malizia. Lei storce la bocca, appoggiando il bicchiere sul piccolo tavolo alla sua sinistra.
“Mi sono ritirata a vita privata, ormai. Se vogliono vedermi, che alzino il culo e vengano”
“Oh, come sei scurrile... Non hai nemmeno un po’ di tempo per venire a una riunione? Nemmeno pochino pochino pochino? Eddai, voglio vantarmi di-“
“E piantala di STRACCIARMI i MARONI! Ho detto di NO, quante volte lo devo RIPETERE?!”
Lui prova a mettere su il broncio, con scarso successo.
“Proprio sicura?”
Lavinia sbuffa, prendendo una sigaretta dal pacchetto sul divano.
“No, grazie...”
Lei si allunga in avanti, mentre il francese le accende la cicca: per prendere l’accendino dalla tasca, appoggia il bicchiere sul tavolo
“... non sono dell’umore di vedere i soliti quattro stronzetti che non sanno farsi i cazzi propri. E non venirmi a dire che sono volgare: almeno io non tengo i preservativi nella stessa tasca delle banconote”
Anche Francis si accende una sigaretta, ridacchiando. Ha appena dato il primo tiro, quando Lavinia parla.
“E Arthur? Come sta?”
Gli occhi le brillano, divertita al pensiero dell’espressione che deve aver fatto l’inglese quando ha saputo che era ancora viva e vegeta: benché fra lei e Francis sia finito tutto da un pezzo, non riesce a smettere di sogghignare di soddisfazione ogni volta che il bastardo d’oltremanica sente la bile salirgli in bocca a causa sua. E nemmeno l’amico può trattenere un risolino, pensando al suo povero amante, torturato dalla gelosia
“Ohnononon... Il mio povero coniglietto mi ha tenuto il broncio per giorni! Che tenero! Anc-“
“AH! Zitto! Risparmiami i dettagli, per favore!”
Lo interrompe l’italiana, mettendo una mano avanti a intimare l’alt. Lui chiude immediatamente la bocca, poi le lancia un sorriso furbetto.
“Devo starmene zitto anche riguardo a Serena?”
Il tono equivoco della sua voce allerta Nina.
“Cosa le è successo?”
Lo dice lentamente, stringendo gli occhi, sospettosa. Lui ridacchia, e scrollando il capo dice.
“Diciamo che non la facevo così sadica...”
La bruna sgrana gli occhi, segnalando che sa di cosa sta parlando. Sorride.
“Mmhh... fortunatamente per il tuo amico, era così occupata da non essersene resa conto se non pochi giorni prima della sua partenza; chissà cos’avrebbe escogitato, altrimenti...”
“Dal tuo tono, intuisco che la signorina è interessata”
Sussurra in tono cospiratorio. L’altra si appoggia indolente contro lo schienale.
“Non più di tanto. Con tutto quello che c’è da fare, dubito che gli correrà dietro, se lui non si rifà vivo”
Francis sospira, deluso: e lui che pensava di aver finalmente sistemato Ian! Ma figurarsi se quel testone si muove! Non ha nemmeno capito cosa vuolefare, l’idiota! Si è addirittura convinto di odiarla, piuttosto che ammettere di volerla! Ah, gli scozzesi! Che testoni!
“E gli altri due?”
Chiede distratto il francese, spegnando il mozzicone nel posacenere.
“Un po’ ammaccati, ma poco o nulla è cambiato... Anto’ è il solito demente e Lovi uno stupido autolesionista, a corrergli dietro... Potessi tirargli il collo, al tuo amico... Giusto Feli, che sembra aver preso su un po’ di buonsenso – non credere, cretino era e cretino rimane – ma nonostante questo, insiste a stare con quel bastardo crucco frigidone emotivamente e sessualmente represso. Morisse ammazzato...”
Lui ride, mentre lei sbuffa, un suono che gli ricorda molto un gatto che soffia contro qualcuno di particolarmente antipatico. La guarda negli occhi – serio, stavolta – e lentamente, scegliendo bene le parole, le chiede
“E tu, come ti senti?”
Lei gli sorride, con uno di quei suoi sorrisi che ti spezzano il cuore in due, tanto sono belli e malinconici.
“Bene”                                                                  
Lo dice calma, tranquilla, con un tono come... sollevato.
“Era tanto tempo che non mi sentivo così... viva”
 
 
 
E così, Castel Sant’Angelo termina qui. Ma non disperate! Inizierà presto (un paio di settimane, credo: scusate, ma i corsi stanno per iniziare, e voglio mettermi subito all’opera!) un’altra fic (forse addirittura due in contemporanea), sempre a tematica famigliare, però. Eh, già: per ora, niente storie d’amore, se non marginali.
Piccola nota: 2700 anni dalla fondazione di Roma (siamo nel 1947!), ma Lavinia – devo averlo già scritto, da qualche parte – è nata, effettivamente, nel secondo/terzo secolo dopo Cristo.
 p.s.: ma perché nessuno mi ha ancora chiesto niente di questo “Gwilly” che metto alla fine delle note, da un po’ di tempo a ‘sta parte? Bah... Comunque, se indovinate a cosa può riferirsi prima che io metta sul sito la ff in questione... ci sarà un piccolo premio a sorpresa... basta darmi la risposta anche solo come messaggio, non è necessaria la recensione, se non sapete cosa scrivere!
 
byebye
  
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