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Autore: Shecanhaveyou    25/09/2012    1 recensioni
-E' libero?- chiede gentile.
-Certo- dico, sorridendo.
Mi guarda un attimo, incuriosito.
Sarà perché sono arrossita? No, dai. Non può averlo notato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono in una casa buia. Assomiglia molto alla mia, però è abbandonata. Ci sono erbacce ovunque e anche qualche finestra rotta.
Sento dei rumori ed entro nella dimora con lentezza e cautela, facendo attenzione a dove metto i piedi.
Attraverso la porta di ingresso e sento il pianto di un bambino. Un pianto forte e di dolore.
«Anna Belle, che fai?» dice qualcuno. Le voci provengono dal salotto. Quella voce quasi la riconosco. E il nome della donna. Anna Belle. Mi dice qualcosa.
«Christian, lasciami in pace, io questa bambina non la volevo, capito? NON LA VOLEVO, PERCHE'?!» e subito dopo si sente il pianto straziante della bambina.
Christian.
...
Anche mio padre si chiama Christian.
«Tesoro, forza, lascia andare la bambina».
Entro in salotto e mi guardo intorno. Ci sono giocattoli ovunque, il pavimento è lercio e ci sono più pannolini sporchi che puliti in giro. Lancio uno sguardo agli adulti e riconosco mio padre.
«Papà?» lo chiamo, ma ovviamente non mi sente, perché è un incubo del cavolo ed è tutto nella mia testa.
Almeno credo.
Anna Belle tiene la piccola creatura per il piedino sinistro e la tiene lontana dal padre.
«Anna Belle lascia andare la piccola Ellie, su».
Oddio.
La piccola Ellie.
Quella sono io. E quella è mia madre.
Oh, Cristo.
«No» dice. Solo ora mi rendo conto che lei mi sta guardando, come se mi vedesse, e che nella mano sinistra tiene un coltello e lo avvicina alla bambina. Alla me bambina.
Anna Belle ha il mio stesso colore dei capelli, un castano chiaro, e il mio stesso colore degli occhi, un azzurro ghiaccio.
I suoi capelli sono scompigliati e il suo abbigliamento è trasandato. Sembra quasi un mostro e non la madre dolce e premurosa che mi aspettavo. Ma infondo è solo un incubo.
La donna avvicina il coltello alla gola della bambina ed io comincio ad urlare.

 

Mi sveglio di soprassalto nel mio letto.
Sono tutta sudata e d'un tratto quelle calde e confortevoli coperte mi sembrano come termosifoni accesi in piena estate, piantati addosso a me.
Mi alzo e corro al mio bagno.
Accendo la luce e cerco di calmarmi.
«Era solo un incubo, Ellie. Uno.stupido.incubo» mi dico, stringendo il lavandino fino a far diventare bianche le nocche e continuo a ripeterlo come un mantra, ma non funziona. Scoppio a piangere di botto, lasciandomi scivolare per terra e sedendomi sulle piastrelle fredde del pavimento, con la schiena appoggiata al muro della vasca.
Improvvisamente mi rendo conto di avere il cellulare tra le mani e quindi decido di chiamare la persona che sa tranquillizzarmi più di qualsiasi altra in questo dannato pianeta.
Guardo l'ora. Le quattro di mattina.
Potrei cercare di ascoltare la sua voce attraverso l'iPod, ascoltando le sue canzoni.
Ma non so quanto questo potrebbe tranquillizzarmi.
Oddio, che faccio?
Fanculo, io lo chiamo lo stesso.
Cerco il suo nome nella rubrica, cosa che si rivela al quanto difficile dato il mio sguardo offuscato dalle lacrime.
Lo trovo e spingo il tasto verde della chiamata.
Suona. Suona senza sosta, ed io mi agito, sperando che risponda.
Ho bisogno di lui.
Ho.un.dannato.fottutissimo.bisogno.di.lui.
«Scricciolo, che succede?!» chiede, il suo tono di voce è preoccupato e leggermente assonnato.
Dio, la sua voce. Sentirgli dire anche solo questa stupida frase mi fa sentire un pochino meglio.
Tiro su con il naso (molto poco fine) e mi metto una mano tra i capelli, cercando di non piangere.
«Ho fatto un incubo, un orribile incubo».
«Di che si tratta, piccola?» chiede curioso, tirando un sospiro di sollievo. Probabilmente pensava che fosse qualcosa di più serio.
Sento dei passi provenire dall'altro capo del telefono e un rumore di chiavi che cadono.
«Accidenti..» impreca.
«Che fai? Perché imprechi?» sussurro, tirando su con il naso per la centesima volta.
«Perché mi sono cadute le chiavi della macchina, dimmi un po', l'incubo?».
Sbuffo, cercando di mandare via le lacrime.
Quello che ho sognato è stato un brutto colpo per me.
Mio padre mi ha sempre detto che mamma era morta dopo avermi partorito. E posso anche crederci, dato che i bambini non hanno la memoria fino ai quattro anni. Però se il mio subconscio mi ha fatto sognare questo, ci sarà un motivo.
«Ho sognato che mia madre voleva uccidermi» dico tutto d'un fiato chiudendo gli occhi con forza. Una lacrima si fa strada sulla mia guancia.
Nick trattiene il respiro. Probabilmente non sa che cosa dire e non c'è bisogno di biasimarlo.
«Oh, piccola» sento il motore della macchina rombare.
«Che fai? Perchè sei in macchina? Non vorrai mica venire qui, spero?- chiedo, alzandomi in piedi e alzando anche il tono di voce.
«La mia piccola ha avuto un incubo su sua madre, presumibilmente morta alla sua nascita, ed io dovrei stare qui, e aspettare che passi tutto senza fare niente?! Si capisce. Certe cose io posso farle» dice, spazientito.
«Quindi stai venendo qui. A Sweetwater» dico, incredula.
«Si, scricciolo mio. Sto venendo per consolarti. Non l'aveva mai fatto nessuno per te?».
Ohsantissiminumi.
«Ma no! Nessuno l'aveva mai fatto. Ok, allora se la metti così...» questa fottuta dipendenza da lui mi fa quasi stare male almeno quanto mi fa stare bene «...muovi il culo che ho bisogno di te» piagnucolo.
«Arrivo, dolcezza» e chiude la chiamata.
Rimango con il telefono in mano, e lo guardo incredula. Lui sta venendo qui. A consolarmi.
Sto per sclerare di brutto.
Nessuno, n-e-s-s-u-n-o, aveva mai fatto una cosa del genere. Per me, poi.
Nemmeno mio padre quando a sei anni sono caduta per la prima volta da cavallo e non si è degnato di venire a prendermi. Mi ha dovuto portare a casa la mia istruttrice. Figuriamoci se un ragazzo si fionda alle quattro del mattino a casa mia perché io ho fatto un dannato incubo su mia madre.
Sbuffo e me ne torno in camera, cercando di calmarmi, aspettando Nicholas. Mi stendo sul letto, respirando a fondo e cercando di rimanere sveglia, ma le mie palpebre sono troppo pesanti, e la mia mente pure, per reggere tutto questo.

 

*

 

Sento una presenza al mio fianco. Ho paura ad aprire gli occhi.
E se fosse mia madre che è tornata per uccidermi davvero? Oddio, non voglio neanche minimamente pensarci. Cosa alquanto insensata, dato che è morta.
Almeno credo.
Con lentezza estrema apro gli occhi e mi rendo conto di dove sono.
Camera mia, illuminata solo dalla piccola luce della lampada sul comodino, e affianco a me c'è Nicholas, ancora in pigiama, che dorme. Quanto è bello.
Forse uno di questi giorni dovrei dirglielo che è il mio sole personale. Magari è troppo presto.
Sisi, è troppo presto per farlo.
Lui mi sta tenendo fra le sue braccia e la mia mano destra è tra le sue. Il suo braccio destro è attorno alle mie spalle e la sua testa è appoggiata alla testiera del letto.
Ha le labbra leggermente dischiuse, probabilmente è già un po' che è arrivato.
Lancio un'occhiata all'orologio sulla scrivania: sono le sei. Forse dovrei svegliarlo.
«Nick.. Nicky, svegliati» sussurro.
Dalla sua bocca escono mugolii di obbiezione.
Dopo qualche secondo si sveglia.
Si gira verso di me e sorride, lasciando la mia mano portandola agli occhi per stropicciarseli.
Awo, quanto è tenero.
«Ciao..» dico, lasciandogli un bacio sulla guancia, anche se vorrei decisamente saltargli addosso, dato che mi ha lasciata insoddisfatta oggi pomeriggio e che in queste condizioni, in pigiama e con i ricci che prendono ogni direzione possibile, è ancora più... esiste un termine leggermente più tenero di “scopabile”? Dio, è così... scopabile-stuprabile-amorabile e tutti i termini che finiscono con -abile e che hanno a che fare con persone sudate, nude e in posizioni poco caste.
«'Giorno...» dice, appoggiando nuovamente la testa e chiudendo gli occhi.
Lo osservo, ancora.
Non mi stancherò mai di farlo, è così... abbagliante, e bello, e dolce, e tenero, e stuprabile. Forse questo l'avevo già detto.
«Smettila di fissarmi, ti vedo».
Rido «Non è vero che mi vedi, hai gli occhi chiusi» dico, mettendomi a cavalcioni su di lui, coprendoci con il piumino e appoggiando la testa al suo petto.
«Ma so che mi stai fissando, anche se ho gli occhi chiusi» dice, avvolgendo il mio esile corpo con le sue braccia enormi, «Mmmh... potrei non rispondere delle mie azioni se ti metti così» dandomi un leggero bacio sui capelli «E poi, signorina, sarà questo un pigiama?! Una semplice maglietta rossa che ti arriva a malapena alle cosce e un paio di miseri slip. Ragazza, con 'sto freddo ti verrà il raffreddore».
Mi avrà anche rimproverato per il pigiama troppo... estivo per i suoi gusti, ma le sue mani di certo non si sono fermate ai miei fianchi.
«Dici così, ma non ti dispiace affatto. Ammettilo, Jonas»
Sospira pesantemente e passa qualche secondo prima che lui risponda.
«E' vero. Lo ammetto.»
Sorrido, quasi fiera.
Sfrega le mani contro le mie cosce; sento i calli che ha nei palmi e sui polpastrelli a causa della chitarra e della batteria, a furia di suonarle.
Come faccio ad essere così calma?! Sant'iddio sono sopra di lui, praticamente ancorata a lui, e sono calmissima.
Gli bacio il petto e ci poggio il mento, osservando il fantastico ragazzo che mi trovo davanti.
«Che c'è, scricciolo?» dice, incollando i suoi occhi ai miei.
Passiamo qualche secondo in silenzio, a guardarci, a contemplarci.
«Dici che mia madre è ancora viva?» dico, spostando lo sguardo dalla sua figura, ripensando all'incubo.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
«Ehi, piccola, shh».
Probabile che mi sia sfuggita una lacrima.
Sento del bagnato sulle guance.
Nick si alza, mettendosi a sedere, tenendomi a cavalcioni su di lui.
Mi abbraccia forte, io gli circondo le spalle con le braccia e incastro il viso nell'incavo del suo collo.
«Non so che dirti, solo.. andrà tutto bene, ci sono io, ok?».
Annuisco debolmente e tiro su con il naso.
«Magari nei prossimi giorni ne parlo con papà, forse saprà dirmi qualcosa...».
«Eh, lui di certo ne sa più di me, piccola» dice, allontanando il mio viso, prendendolo tra le mani e asciugandomi le lacrime rimaste sulle mie guancie con il pollice, sorridendomi.
Gli attacco voracemente le labbra, baciandole e mordendole quasi fino a farle sanguinare.
Porto le mani al suo collo e mi ancoro a lui, spingendo con il bacino contro il suo.
Sospiriamo pesantemente, e brividi di piacere mi percorrono la colonna vertebrale.
Le nostre lingue giocano tra loro, si inseguono senza sosta. Le sue mani viaggiano sotto la mia maglietta, accarezzandomi la pancia. Sento brividi ovunque, se solo potessi averlo adesso, Cristo Santo.
Nick mi morde il labbro inferiore e io sorrido; i nostri occhi si incontrano e nei suoi ci vedo una strana luce.
Riunisce le nostre bocche e giochiamo a tentarci a vicenda.
Improvvisamente il bacio diventa più dolce e ritira le mani da sotto la mia maglietta.
Siamo incastrati, una sopra l'altro come ieri pomeriggio. Le sue labbra si poggiano delicatamente sulla mia fronte.
Io chiudo gli occhi e cerco di respirare il più normale possibile, mordendomi il labbro inferiore che ancora sa di lui.
Nick poggia la sua mano destra sul mio cuore -Scricciolo, non credevo di farti questo effetto con un bacio...- sussurra, notando il mio battito cardiaco.
«Eh, Nick... Dammi … dammi tempo per abituarmi a questa.. questa cosa di baciarti quando voglio, okey? Devo ancora... prenderci la mano...» dico, chiudendo gli occhi con forza, sorridendo e diventando rossa in viso.
«La tenerezza sei» baciandomi la guancia sinistra, «Ora a letto che fra due ore devi andare a scuola, tu!» dice, dandomi un pacca sul sedere e adagiandomi sul letto.
«Mah, non so se riuscirei a dormire con te qui...».
Sensa rispondere mi abbraccia da dietro, dandomi un bacio dietro l'orecchio.
«Forza, fai un sonnellino, io sarò qui al tuo risveglio...».
«Mh, ti ammazzo se te ne vai» dico, chiudendo gli occhi e abbandonandomi al suo abbraccio.

 

Just when I thought this was all real life, somebody came along and made my dream reality.
And now in real life I'm waking up to roses, champagne, kisses and I knoe it's always, always, gonna be, gonna be this way. In my dreams he's standing right beside me, two hearts finally colliding, when I wake up I realize this is real life.


Ok, scusate il mio IMMENSO ritardo. Ma sapete, l'ispirazione va e viene, e queste mese E' ANDATA IN VACANZA QUESTA STRONZA.
Vi ringrazio per aver pazientato tanto e per aver letto :3
Un bacione,
-Ellie.

 

   
 
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