Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: AlessandraCasciello    25/09/2012    4 recensioni
E ogni giorno sempre la stessa solfa: chiudi il libro, soldi, corri fino alla macchinetta. Bevi il mocaccino con estrema calma, un saluto a quella del corso di biologia e poi dritta verso l’aula di storia. ma quel giorno, quel benedettissimo 3 Febbraio, qualcosa cambiò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Juliet picchiettava la sua penna sul suo quaderno di algebra, cercando di connettere il cervello. Ma proprio non riusciva a capire cosa c’entrassero le lettere con la matematica. Il suono della campanella la distrasse da tutto quel casino, facendole chiudere con decisione il quaderno, senza pensarci su. Istintivamente
Juliet prese velocemente i soldi dalla sua borsa, ed uscii dalla classe con passo deciso. Sgomitando tra la massa di studenti, riuscii ad accaparrarsi un buon posto per la fila della macchinetta del caffè.
Era nervosa. Lo si percepiva da come giocava con i soldi che aveva in mano, da come sbuffava in continuazione, da come batteva il piede a ritmo, impaziente di prendere quel benedettissimo mocaccino.
Finalmente la ragazza davanti a lei si sposta, lasciandole il posto per digitare 17. Mocaccino.
La macchinetta faceva dei strani rumori, segno che il caffè stava sgorgando, riempiendo il bicchierino di carta. Ma Juliet non riusciva a calmarsi. Non capiva il perché. Aveva sempre quella sensazione di ansai addosso che non la faceva respirare regolarmente. Guardava l’enorme fila crescere dietro di lei, e per un attimo le spuntò un sorriso di sollievo.
 
 
 
E ogni giorno sempre la stessa solfa: chiudi il libro, soldi, corri fino alla macchinetta.  Bevi il mocaccino con estrema calma, un saluto a quella del corso di biologia e poi dritta verso l’aula di storia.  ma quel giorno, quel benedettissimo 3 Febbraio, qualcosa cambiò.
Juliet entrò assonnata nell’aula di chimica, ma qualcosa le fece aprire gli occhi.
Sul suo banco c’era posato un bicchiere di carta coperto, con un bigliettino sotto.

 
“ecco a te il tuo mocaccino. Almeno così eviterai di farmi di nuovo male con le tue gomitate. Xx”


La ragazza dai lunghi capelli marroni, si sentì apprezzata. con un sorriso, lo spostò all’angolo del banco, in attesa della ricreazione.
Ma chi glielo aveva mandato? Chi aveva avuto quel pensiero tanto carino per lei? Lei, che per l’istituto di Holmes Chapel non contava niente?
Aveva bisogno di aria, di respirare. Aveva bisogno di pensare, e chimica non l’aiutava minimamente.
Sta grandissima minchia della lezione di chimica. Avrebbe studiato a casa. Prese la borsa, il suo mocaccino e si diresse in libreria. Lì non c’era mai nessuno, e il silenzio l’aiutava a pensare.
Come non detto. Non c’era nessuno. Tranne un ragazzo, seduto, intendo a leggere una grande enciclopedia. Le sorride, e lei ricambiò. Il primo ragazzo sconosciuto dell’istituto che le prestava d’attenzione.
 
-accidenti…-bisbigliò Juliet, iniziando a raccogliere i fogli caduti a terra. Sentii il rumore di una sedia muoversi, e una massa informe di ricci aiutarla a raccogliere tutto
-grazie…scusami, sono una casinara..-scherza Juliet. Il ragazzo le sorrise, mostrandole un paio di occhi verdi, ed un sorriso perfetto, incorniciato da delle adorabili fossette.
-tranquilla….tutto apposto-Juliet si tira su, sorridendo. Non aveva mai visto un ragazzo tanto bello e dolce
-vieni spesso qui?-gli chiese Juliet.
-abbastanza. Invece, tu no-rispose Harry, sistemandosi la sua divisa.
-come fai a sapere che io n-
-ogni mattina, dopo al lezione di chimica, inizia la ricreazione. Tu sei la prima ad uscire da quell’aula. Sgomiti, fai male a qualche persona. Ma tu te ne freghi, perché devi avere quel tuo dannatissimo mocaccino. Sei nervosa, perché hai paura che la campanella suoni.
Sai, ho capito il tuo attaccamento a quel bicchiere, a quella macchinetta. Stai qui da solo un anno. In pochi ti calcolano, non sei popolare. Quello è il tuo modo per sentirti come tutti, per metterti in mezzo alla mischia e non essere riconosciuta. Credo che questa “invisibilità” ti faccia piacere. Non devi fingere di essere qualcun altro. Sei semplicemente te. Quello è un momento che ti ritagli. È il tuo momento. Sarebbe un peccato toglierlo.
Ho ancora il livido della tua sgomitata.  Ma non è stata una. Sempre lì, su quel punto. Ma ogni volta che guardo quella macchia violacea, sorrido. E mi fa strano la cosa che io so chi tu sia, dato che ti “studio” da un anno, mentre te sei venuta qui, e mi hai preso per un perfetto sconosciuto- il ragazzo disse l’ultima frase in modo molto triste, tanto che a Juliet le si strinse il cuore
-ormai so alla perfezione il tuo carattere. So che quando ti porti una ciocca di capelli dietro l’orecchio, è perché sei imbarazzata. Quando sbatti il piede per terra, sei impaziente. Quando ti bagni le labbra con la lingua sei indecisa- riusciva a conoscerla così bene? Meglio di quanto abbia fatto Juliet in 17 anni di vita?
-quindi…-continuò il riccio, guardandola intensamente con quei suoi pozzi verdi, facendole girare la testa
-mi chiedevo se magari un giorno di questi, ti andrebbe di venire a prendere un caffè con me, magari un mocaccino, in un bar e…
-non sai chi sono. Come mi chiamo. E io non so il tuo nome. Insomma, non ci conosciamo!-cercò di farlo ragionare Juliet
-Juliet Fox, 17 anni. Nata in Irlanda. Abiti di fronte a me. non ti piace alzarti presto la mattina, ascolti i Green Day, e ti piace ballare- caspita, non era neanche riuscita a capire che era il suo vicino di casa. Si sentiva…in colpa?
-e tu…
-Harry Styles, 17 anni. Nato ad Holmes Chapel. Ascolto i Queen, ho una sorella, mi piacciono i gatti e…sono innamorato di te, Juliet Fox.
 



Juliet
Harry

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: AlessandraCasciello