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Autore: adelfasora    25/09/2012    1 recensioni
L'affetto è pieno di sfumature, di significati diversi. Ci sono gesti, ci sono parole. Ci sono persone e cose che si incontrano, e decidono cosa provare reciprocamente. E a volte è la decisione più bella presa nella loro vita, la cambia, senza che se ne accorgano.
Altre volte è qualcosa di negativo, brutto, ma non ci passa sopra come impermeabile, perché ci segna in maniera indelebile anche se passa inosservato.
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Raccolta di one-shot che differiscono tra loro per personaggi o situazioni. Ma qualcosa in comune ce l'hanno.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E’ davvero una brutta roba quando parli e non dici nulla.

<< Eccezionale. Se c'è una parola che odio è eccezionale. È talmente fasulla. >>

<< Non faccio che dire «piacere d'averla conosciuta» a gente che non ho affatto piacere d'aver conosciuta. Ma se volete sopravvivere, bisogna che diciate queste cose. >>

 Cit. Il giovane Holden. J.D. Salinger

 

 

E’ davvero una brutta roba quando parli e non dici nulla. Le persone che mi sono attorno, che girano e girano come cani a marcare il territorio su cui hanno anche pisciato sono così. Così fasulli. Così pieni di boria che quello che dicono sia la verità, o che tu ci crederai comunque perché l’hanno detto loro. Orrenda visione di persone che sono altro da se stesse. Spesso insetti che non vale la pena schiacciare.

Come poter pensare senza vomitare che una di quelle persone sarà la tua migliore amica? Che quello che sta in un bar con lo sguardo vuoto a rimuginare che forse era meglio non tentare e tenersi il rimpianto anziché il rimorso sia il tuo prossimo ragazzo?

Col senno di poi potrei vedere tutto rose e fiori, di certo potrebbe succedere. Ma del senno di poi sono piene le fosse, dopotutto.

Sono una ragazza troppo cinica e probabilmente intelligente per la mia età. Non sarà di certo una colpa, spero.

Tutti quelli che vedo fuori, sarebbero anche potuti non esistere, e lo vedo, quanto ciò sia vero, anche analizzandolo se volete.

Dunque: la ragazza del bar che serve alcolici. Stiamo scherzando? A chi serve? Al massimo aiuta i suoi clienti a infilare un ago nel braccio di qualche strafatto. E questo utile e dilettevole converrete che va contro ogni candida irreprensibilità.

Un gatto, un cane, un essere umano. Che vivano insieme o divisi, che siano o meno animali sociali, esistono di per se stessi, per un proprio tornaconto che sarebbe ingenuo e stupido omettere, tacciare o negare. E’ il ciclo della vita, quello che nella Disney si canta del Re Leone. E allora che si parla a fare di Ehi, come va?, o di Passami quella fetta di pane imburrato, grazie!; tutto perde di significato, e si muore ogni volta che si parla, che si collega una sinapsi.

Perché è inutile esistere con gli altri e per gli altri, quando è solo per noi, a favore di noi stessi dentro e fuori, che ci relazioniamo.

E a che pro?

Tu che sei così intelligente, me lo sapresti dire?

 

Mi osservo, e scopro di essere sola.

E mi consolo, perché lo sono anche tutti gli altri.

Ma non accorgersene e vivere in quell’illusione devo dire che attira, sembra bello vedere i bambini giocare, incuriosirsi e parlare(?) , cioè, gorgogliare qualcosa di impreciso. E dolce.

E’ una bella sensazione.

Se sei  intelligente, i sentimenti li puoi analizzare?

 

Dovrei tornare bambina? Farmi prendere per i fondelli dalla Natura, che mi si rivolta contro con i tempi andati, crocifiggendo i futuri?

E’ da tempo che continuo a pensare, a girovagare tra le mie riflessioni, e mi ci siedo accanto.

E mi guardo allo specchio.

Ecco un’altra brutta cosa. Perché ci sono specchi che ti sono sempre davanti e restando al loro posto ti fanno del male. Fa male pensare che, forse, è tutto perduto.

Per me, per gli altri. Che distinzione c’è? Anzi, esiste?

Sei sicura di essere abbastanza giovane per cadere e avere il tempo di rialzarti?

 

Arriva sempre il momento in cui aspetti qualcuno. E se quel qualcuno non arriva? A chi darò la colpa per le mie ginocchia sbucciate e brucianti di dolore pulsante?

Speranza.

L’ultima a morire. Forse è la prima a uccidere.

E mi accorgo che qui no, non ci sono specchi.

Il mio riflesso mi saluta, e mi dice (mi dico?) che tutto è perduto.

Speranza.

Uccise il mio sguardo.

E davvero, vi assicuro che si cammina meglio da ciechi.

<< Allievi di questo liceo classico, eccovi entrati in una scuola inutile, a scoprire la ragione forse inesistente dell’estetica e delle belle arti. >>

L’uomo potrebbe vivere di solo pane. Forse è per questo che non ti guardi allo specchio, ragazza cinica?

 

Se fosse come dice l’uomo barbuto che mi sta fissando, allora l’uomo dovrebbe relazionarsi ad un qualcosa di più. Di più del mio specchio che si rompe. Di meno di me che ne raccolgo i cocci  cercando, invano, di rimetterli al loro posto.

L’uomo esiste ed è insieme. Sgrammaticata all’ennesima potenza, ma io, io e il mio studio assiduo ci daremo una risposta, a questa esistenza. Lo studio mi ha salvata?

 

Ma è lei a decidere di salvarsi.

 

Nulla ha un motivo se non glielo dai. Bisogna solo capire se merita attenzione, questo motivo.

Uno sfarfallio allo stomaco, non appena sfiorati due occhi verdi dietro un paio di occhiali a mostrarti il tuo posto nel mondo, che adesso non è che una sedia, dietro ad un banco, di fronte alla cattedra, di fianco al motivo di quella sensazione di smarrimento. Ed ecco quelle parole, così futili ad iniziare l’anno. Hanno un significato?

E tutto perde senso, mentre paradossalmente lo acquista.

Speranza. Che uccide, muore e soprattutto risorge.

 

E in quello specchio, forse, vidi per la prima volta il riflesso sbiadito di qualcuno che non ero io.

 

 

 

 

 

 

 

 

****

 

In questa storia è tutto una stolida metafora. Ma di cosa?

.. ci devo pensare.

Questa persona descritta con l’affetto  non c’entra. E questo lo pensavo anch’io prima che il pensiero prendesse forma. E poi riflettendo mi son detta: si può essere legati allo scetticismo verso il genere umano? Si può provare affetto solo per il proprio riflesso senza essere narcisisti? Forse sì. E che ce ne facciamo della speranza che nello specchio ci sia qualcuno? Bho.

Ci devo pensare.

PS. Ero indecisa con il citare Gossip Girl (mia fiamma nova) << Serena vede sempre il buono nelle persone. A me piace vedere la verità. >>

Ma dopotutto me ne sono intesa dopo di ste cose un po’ artefatte. Di frasi fatte si costruisce tutto quello che viene prima di noi, no? Salinger è in onore della sospirata morte dolente della mia insegnante,  mi merita di più. (Questa. Era. Cattiva.)

 

..

Ah, e spero si sia capito che qualsiasi cosa mi venga messa davanti, io ci leggerò dentro un sentimento (Affetto? Banali fili conduttori).

Leggerò o immaginerò?

Ci devo pensare. Da questo credo ne derivi il “sei ottimista” e “l’ingenua”. Io spero nella prima e mi ci sforzo davvero.

#nonsensA

PS. Chi pensate abbia visto aldilà dello specchio? L’ultima frase me l’ha ispirata Carroll, ricordando Al di là dello specchio. Il nonsense mi riconduce drammaticamente all’ermetismo (mica tanto, eh). Spero mi sappiate dire le vostre riflessioni/opinioni senza perdervi in voi stessi. Sempre che abbiate capito qualcosa di tutto questo. (Guida parziale: Lei e il suo specchio mitico -> lo specchio si incrinerà per i motivi sopra esplicitati.) 

  
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