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Autore: Akane    25/09/2012    3 recensioni
Due ambientazioni diverse: One Piece, i Pirati dei Caraibi. Due coppie diverse: Zoro e Rufy, Jack e Will. Le stesse categorie di persone: pirati. La stessa nave: l'Olandese Volante. Su questa nave, nonostante le epoche ed i mondi differenti, queste quattro persone potranno venire in contatto. Ma come è possibile?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro | Coppie: Rufy/Zoro
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: allora, questa fic fa parte del contest indetto sul forum dell’EFP da La Temibile Ape Mannara. Il fantastico gioco delle coppie su One Piece.
Avendo io scelto un numero ed una coppia (la coppia è ovvia) mi è venuto fuori Jack, di conseguenza ho scritto un crossover.
Specifico che inizialmente ero in crisi profonda poi mi sono messa a scrivere ed è venuta fuori da sola, senza che ci riflettessi molto. Ora che l’ho riletta mi sono resa conto che il nome del contest è ‘il favoloso gioco delle coppie’ e che forse dovevo scrivere più sulla coppia da me scelta e approfondire di più i caratteri di Zoro e Rufy, normalmente lo faccio ma questa è venuta un po’ particolare e leggendo si capirà cosa intendo, non posso anticipare troppo sulla storia. Però siamo ambientati dopo l’avventura nell’isola degli umini pesce, dove hanno incrociato, all’inizio, l’Olandese Volante. Lì è stata narrata la leggenda che la riguarda, io mi sono collegata in questo modo ai Pirati dei Caraibi, per cui ho preso anche Will e… bè, è venuto slash anche fra di loro, cosa che ho sempre sostenuto ci fosse.
Penso che potrebbe venire fuori una fic interessante esclusivamente su di loro, ma per ora non c’è niente di scritto se non questa.
Spero che vada bene, tornando indietro approfondirei meglio Zoro e Rufy ma avendo già scritto tantissimo su di loro questa volta mi sono concentrata di più su quello che gli succede, piuttosto che su loro e la loro relazione.
Non so ancora il risultato del contest.
Basta, la smetto.
Buona lettura.
Baci Akane
 
OLTRE TUTTO
 
Si erano già imbattuti in quel galeone dalle dimensioni spropositate e a dir poco spaventose.
Robin aveva loro già spiegato tutta la storia, ovvero che secondo la leggenda era appartenuta a Van Der Decken e che Dio per punirlo per le sue violente depredazioni terribili l’aveva punito severamente riducendo anche la nave alla stregua di una fantasma.
Il capitano era stato ucciso, l’equipaggio misteriosamente svanito nel nulla e la nave in stato spettrale aveva vagato per gli oceani da sola, senza essere più domata da anima viva.
Non erano riusciti a salirci e vedere se v’erano tesori, erano stati colti da un’ingiusta tempesta improvvisa e l’avevano persa di vista.
La curiosità di entrare e vedere se leggenda corrispondesse a verità era rimasta e quando erano ripartiti dall’Isola degli Uomini-Pesce, l’Olandese Volante era andato nell’oblio delle loro menti.
Fino a quel momento.
Vagare in acqua tetre e nebbiose non era un problema per loro, erano abituati. Nami concentrata sulla rotta di quella nuovissima zona di mare pericolosa che per due anni aveva ininterrottamente studiato, era sulla zona di vedetta.
Gli altri erano in giro per la Thousand, quando si verificò il fatto.
Rufy appostato sulla polena, la sua ’poltrona’ preferita, guardava oltre la nebbia chiedendosi quando sarebbero giunti alla prossima isola. Era molto impaziente e pensava a cosa sarebbe successo. Un po’ la mente tornava all’avventura appena vissuta, alla sfida lanciata ad uno degli Imperatori pirati, quella donna odiosa… non gli importava nulla pur di aiutare degli amici.
Zoro dormiva poco più in là, abbracciava le sue spade come se fosse pronto a scattare in piedi ed usarle.
Gli altri erano dentro a fare altre cose, non seguivano l’esterno poiché già in tre e soprattutto si vedeva poco e niente, con quella nebbia.
Era anche sera, approfittavano per dormire e riposare dopo le molte imprese passate.
Successe in un ambiente simile, silenzioso, deserto, sonnolento, quasi.
Come una visione, un sogno sul limite di un incubo. Un odore strano nell’aria rarefatta, un odore irrespirabile.
E poi un cigolio sinistro.
Rufy alzò lo sguardo come se il suo istinto l’avesse comunque avvertito facendolo stare lì sopra, davanti a tutti.
Perché lui le avventure le sentiva sempre in anticipo.
Ma di avventura si poteva veramente parlare?
Forse era più una storia. Una storia che avrebbero scoperto di lì a breve.
Ecco cosa poteva essere.
- Ehi Zoro! - Chiamò prima ancora di vederla bene. Perché svegliare il suo compagno senza sapere di cosa si trattava?
Zoro, il cui sonno normalmente era pesantissimo, aprì subito gli occhi. Come se anche lui sentisse qualcosa. Qualcosa di indecifrabile.
Nami strabuzzò gli occhi e appendendosi ad una corda scese velocissima vicino a loro. Non poteva essere quello che anche lei aveva intuito da lassù.
Uscì Robin.
Istinto, niente di più.
Solo loro, nessun altro.
Si avvicinarono alla polena dove stava Rufy, si misero accanto a Zoro e guardarono fissi; il cigolio divenne più consistente, poi il rumore dell’acqua che non si infrangeva unicamente, dolcemente, solo contro la loro Thousand Sunny ma anche contro qualcos’altro. Legno.
La sagoma fra la nebbia si fece avanti. Sempre più avanti.
Sempre più nitida e precisa.
- Ma quella è… - Nami non riuscì a dirlo, gli sembrava incredibile per un qualche strano motivo.
Quando l’avevano vista negli abissi non era stata la stessa cosa, forse l’adrenalina per l’essere in fondo al mare in una bolla gigantesca li aveva resi più incoscienti del solito, non gli aveva fatto capire bene.
Ora era strano. Forse complice la nebbia o quell’ambiente o non potevano proprio capire.
- L’Olandese Volante… - Disse Robin calma riconoscendola, non subiva nessuna strana pressione, lei non la subiva mai.
- Andiamo a vedere se ci sono tesori! - Disse subito Rufy, proprio come aveva cercato di fare quando l’avevano incontrata in fondo al mare.
- Ho una strana sensazione. - Disse Nami. Davvero strana.
Gli altri la guardarono per saperne di più e lei si strinse nelle spalle.
- C’è un’atmosfera da brivido… - Era vero ma questo non li aveva mai fermati.
- Sembra abbandonata. - Notò Zoro guardandola bene. Era enorme, le vele quasi completamente rotte, in generale molto malmessa, piena di muschio e cadente a pezzi. Sembrava una vera nave fantasma.
- Penso non ci sia nessuno. - Disse Robin. In teoria doveva essere così.
- Però mi sembra davvero inquietante… -
- Ancora meglio! - Esclamò Rufy più convinto ed euforico di prima.
Non era certo che fosse per i tesori di cui gli importava relativamente, quando aveva sentito la parola ‘inquietante’ e ‘abbandonata’ aveva sentito l’odore più irresistibile di tutti.
L’odore dell’avventura.
Qualcosa di interessante avrebbe trovato, ne era certo.
- Io non ci tengo a dare un’occhiata! Potrebbero esserci fantasmi! - Nami si stringeva nelle braccia e lo disse diffidente, spaventata.
Robin non fece una piega.
- Se vuoi posso controllare io. - L’archeologa era l’essere più inquietante di tutti, più ancora di quella nave… Rufy saltò giù dalla polena e atterrò su Zoro, gli si mise sulle spalle e sistemandosi il cappello gracchiò contento ed euforico:
- Allora è deciso! Andiamo a cercare i fantasmi! - Come se Nami non avesse detto niente!
Era poi scontato che con lui sarebbe venuto anche Zoro. Non si oppose, lo spadaccino, sistemandosi le spade alla cintura. Ormai era abituato ai suoi modi e Nami guardò i tre compagni, due dei quali spaventosamente tranquilli in modo davvero assurdo mentre l’altro, il capitano, con gli occhi che luccicavano dalla gioia.
Adorava i fantasmi e le cose pericolose.
- State attenti, non buttatevi a capofitto nei pericoli solo per il gusto di farlo… Robin ti prego… se non ci sono tesori o cose veramente interessanti portali via con la forza! - Non si poteva certo fidare dei più combina guai della ciurma. Capitano e vice.
Ogni tanto cercava di immaginare come sarebbe dovuto essere se lei non fosse arrivata presto nel gruppo. Sarebbero rimasti loro due soli per più tempo del dovuto e chissà in quanti modi sarebbero potuti morire. Non per i pericoli ma perché non sapevano stare al mondo.
Con Rufy che mangiava anche il veleno e Zoro che glielo lasciava fare!
Quando i tre si calarono nella scialuppa diretti verso l’Olandese Volante che si muoveva con molta calma poco distante da loro, Nami scosse il capo.
“Che coppia…” Fece ridacchiando rivolta a Zoro e Rufy.
 
Salirono facilmente sull’enorme galeone, nel toccarlo a mani nude provarono subito dei brividi strani.
Il primo ad arrivare in cima fu Rufy e dal silenzio Zoro e Robin dedussero che non c’era anima viva. Né morta, perché in quel caso avrebbe urlato contento.
Quando arrivarono anche loro sul ponte, rimasero immobilizzati a guardare la scena. Rufy si guardava intorno in silenzio.
Non era assolutamente normale lo facesse, doveva essere già dentro a cercare qualcosa di succulento o magari di divertente. Non era mai successo che facesse così.
L’atmosfera strana crebbe.
- Rufy? - Chiamò Zoro incerto.
Rufy si riscosse e lo guardò come se si svegliasse.
- C’è qualcosa di strano… - Zoro concordò subito.
- Sì! Tu che non fai casino! - Robin ridacchiò appena ma convenne con Rufy. Era vero.
- Penso non si riferisca a questo. Anche se è effettivamente strano… -
- Non è né morta né viva questa nave. E poi… non è né disabitata né abitata! - Eccolo lì Rufy e le sue stranezze.
Aveva l’istinto animale selvaggio, come sentiva profondamente le avventure, i pericoli e gli avversari, sentiva anche qualunque altra cosa anomala lo circondasse. E non scarseggiavano.
- Molto chiaro! - Esclamò con ironia Zoro entrando per primo. Lui non aveva un gran sesto senso e se ce l’aveva non si soffermava molto ad ascoltarlo, andava ad istinto anche lui, come gli pareva.
Robin alzò le spalle e lo seguì e Rufy esitò un istante per poi fare altrettanto.
Una volta dentro vide che gli altri due non c’erano più ma non se ne curò.
Doveva capire cosa succedeva alla nave, perché c’era quel religioso silenzio ma soprattutto chi la governava. Sembrava andasse da sola ma al tempo stesso che avesse una specie di meta. Non riusciva proprio a capire.
Le mura erano di un legno molto ma molto vecchio, anche l’intero stile del galeone lo era, non si capiva da che epoca venisse ma c’erano lampade ad olio, legno che appariva quasi marcio eppure che non crollava, assi cigolanti eppure intatte. Era tutto molto strano.
L’odore che aveva percepito fuori era sempre più forte, era tutt’intorno, era nella nave, era la nave ma non solo. Era anche qualcosa che l’abitava.
Non riusciva a capire di cosa si trattava.
Odore di vecchio, di antico, di un’epoca andata, di una dimensione incalcolabile, di un aldilà. Di… morte?
Non era la stessa cosa sentita quando si era imbattuto in Brook.
Oltretutto qualcosa lo ammosciava, qualcosa di strano, come una specie di incantesimo.
I corridoi sotto coperta erano tutti uguali. Scese ancora le scale fino a raggiungere le prigioni, sporche e nauseanti.
Non poteva non esserci nessuno.
Quando trovò una lampada accesa, lì sotto, lo trovò strano. La prese e cominciò a guardare.
Le prigioni erano vuote. Eppure?
Eppure sapevano di qualcosa…
Tornò su e finalmente trovò Zoro, si sentì meglio. Di Robin alcuna traccia.
I due ragazzi si riunirono e si guardarono, anche lo spadaccino ora aveva la stessa sensazione.
- E’ come se ci fosse qualcuno tutt’intorno eppure non vedo nessuno… anche queste lampade. L’olio è appena stato cambiato. E’ tutto vecchio però pulito. L’odore è di antico ma non sporco e polveroso. Come se ci fosse qualcuno. Eppure è tutto vuoto! -
Rufy annuì della sua analisi. Era proprio così.
Dopo di che Zoro smise di guardarsi intorno e corrugò la fronte, i lineamenti decisi si fecero più attenti, l’occhio aperto lo fissò male.
- E tu che diavolo hai? - Chiese notando subito quanto strano fosse quel suo silenzio.
- Pensavo di trovare qualcosa di sensazionale… - Zoro non ci poteva cascare.
- Non è questo! Saresti comunque iperattivo! Cos’hai, Rufy? - Era anche preoccupato ora. Tutta quella storia era strana, poteva essere potenzialmente un pericolo pazzesco e Zoro si preoccupava di Rufy e della sua insolita quietanza.
- C’è… qualcosa che… - Non riuscì a concludere, non sapeva come dire quello strano senso di ipnosi interiore. E non era proprio ipnosi… ma qualcosa lo teneva. Qualcosa scavava in lui.
Quando aprì una porta per evadere da una risposta che non sapeva proprio quale potesse essere, si fermò.
Guardò attentamente, una scrivania, carte di ogni genere, vecchie, vecchissime. Una lampada accesa in mezzo, due sedie, una per parte. In fondo un organo che sembrava venisse dagli abissi dell’aldilà. Poi libri, quadri, oggetti antichi di ogni genere, scaffali pieni di cose di varia natura, inconcepibili, incomprensibili.
Ma nessuno.
Eppure la presenza la percepivano.
C’era qualcosa.
C’era dannatamente qualcosa.
Anzi, qualcuno.
Rufy si sedette in una delle due sedie. Non era normale. Non si poteva dire lo fosse. Tutto quanto non lo era ma che lui fosse così contenuto proprio no.
Zoro fece altrettanto nell’altra sedia, come rispondesse allo stesso strano richiamo di Rufy, e trovatosi davanti sentì una sensazione interiore pazzesca, molto forte.
Come un soffio gelido di morte.
Un soffio che entrò in loro.
Sentirono freddo nelle ossa e poi l’odore di antico sempre più nelle narici, fino a che nei polmoni divenne il loro.
Improvvisamente vedevano quello che prima non vedevano. Improvvisamente sentivano quello che prima non capivano.
Improvvisamente tutto era chiaro.
Alzati gli occhi dalla scrivania si guardarono e videro che non avevano più l’aspetto di prima ma che avevano altri visi, altri corpi.
Rufy vide Zoro con le vesti di un giovane uomo molto affascinante, i capelli scuri erano lunghi fino alle spalle e legati in una coda bassa da cui sfuggivano molte ciocche ribelli, della barba sul mento, dei baffi corti che lo rendevano affascinante. Sulla testa una bandana. I lineamenti maturi e regolari, quasi dolci a tratti, era la persona più affascinante che avesse mai visto. Gli occhi scuri penetranti. L’aria calma. Mani rovinate da molte battaglie, sul petto scoperto dalla camicia mezza slacciata ed un po’ sgualcita, una cicatrice faceva sfoggio di sé. All’altezza del cuore. Una cicatrice lunga.
I vestiti erano comunque di un’epoca antica però non da gente per bene, erano vestiti comodi e pratici.
Rufy invece aveva lunghi capelli decisamente aggrovigliati e complicati, un po’ con delle treccine, un po’ con delle rasta. Aveva una fascia larga e rossa sul capo ed un osso dietro che li teneva un po’ legati. Il pizzetto sul mento con due treccine assurde, dei baffi. Occhi truccati di nero, a loro volta castani. Un po’ sullo sporco andate, molto trasandato come tipo ma soprattutto eccentrico. Lo si capiva guardandolo. I lineamenti erano di un uomo adulto più grande dell’altro, molto affascinante comunque, dietro a tutte quelle eccentricità.
Provarono a parlare e a chiedere che diavolo stesse succedendo ma non fu possibile, le lingue legate, le corde vocali indurite. Provarono a muoversi ma non erano più loro. Erano come ospiti in qualcuno.
Allora assistettero inermi.
Zoro parlò con calma, l’uomo che l’ospitava pareva non essersi accorto di nulla.
- Jack io capisco il tuo desiderio, ti conosco e so cosa vuoi, credimi. Ma per l’ultima volta, oltre che proporti questa soluzione non ne ho altre. - Zoro sentiva un’indulgenza strana dentro di sé, quell’uomo provava qualcosa per l’altro.
Rufy, chiamato Jack, parlò ma era più agitato. Bè, non proprio agitato. Sembrava comunque scontento, inquieto, nervoso, frenetico.
- Se mi conosci sai che non posso accettare! - Si mosse sulla sedia alzandosi e risedendosi, accavallò le gambe e mosse le dita in modo strano. Il tutto con movenze davvero equivoche. Zoro che lo vedeva si mise a ridere dentro di sé, non potendolo fare davvero. Quell’uomo era gay perfino nella punta dei piedi!
- Puoi accettare benissimo e comunque questa è l’unica soluzione che posso offrirti! - Rufy/Jack sospirò impaziente e allargando le braccia con fare teatrale e marcato rispose melodrammatico:
- Io sono Capitan Jack Sparrow! Non posso far parte di una ciurma, io devo esserne il capitano! Non esiste, Will, lo capisci? Non ti ho chiesto di entrare nella tua, ti ho proposto un affare! -
Zoro/Will manteneva la calma in modo davvero ammirabile. Soprattutto Zoro si chiedeva come questo Will non scoppiasse a ridere. Era un comico quell’altro che aveva davanti.
- Lo so che tu sei Capitan Jack Sparrow ma al momento hai solo una nave e nessun equipaggio! E sottolineo che hai quella nave per miracolo! - Era quasi divertito, ora, ma non si scompisciava dal ridere come voleva far Zoro.
L’altro cominciò con la sua opera di convincimento illustrandogli la sua geniale idea. Jack si sentiva davvero così ingegnoso e Rufy che sentiva i suoi pensieri si perdeva in essi non capendone nemmeno la metà. Però sentiva paura, dentro di lui. Terrore puro, ma non dell’uomo che aveva davanti per cui invece provava qualcosa.
- Forse non te l’ho spiegata bene… tu sei William Turner, il capitano dell’Olandese Volante che traghetta le anime dei morti nell’Aldilà, nella tua dimensione… tu puoi fare qualunque cosa, sei immortale! Hai il potere di rendere la Perla Nera la tua ammiraglia e di rendere me capitano e tue diretto ufficiale. Io navigherei sotto la tua bandiera e mentre tu traghetti quei poverini cantando la tua triste canzone… o qualunque cosa tu faccia… io cercherei tesori per te. So che non puoi farlo perché altrimenti diventi tentacoloso… per questo io dividerei i miei tesori con te. Sarei sotto la tua bandiera, farei parte comunque della tua ciurma, ma sarei capitano di una nave mia. Bè, tua. Comunque nostra. Sarei anche io immortale! -
La fine lo disse vittorioso. Will stava ridendo, ora, e Zoro non capì perché lo faceva ora con una proposta simile che aveva dell’incredibile. Oltretutto capirci qualcosa era quasi un’impresa. Era sicuro che Rufy si fosse perso molto prima ed infatti era così. Aveva lasciato perdere quei pensieri contorti, si concentrava su quel che provava l’uomo.
- Non ho i poteri che dici, chiunque sia che dà questi poteri al capitano dell’Olandese Volante, non gli dà anche la facoltà di farsi navi ammiragli e dare l’immortalità a chi vuole. Posso dartela solo nel caso tu voglia entrare a far parte della ciurma e come ben sai, Parte della Nave, Parte della Ciurma. - Lo disse quasi canticchiandolo. Zoro cominciava a capirci qualcosa, ma gli ci sarebbe voluta Robin per illuminarsi.
Jack era davvero teso e contrariato.
- Non posso stare sotto nessuno, lo sai, mi viene l’orticaria. E poi qua si deve seguire i doveri e le regole ed io non sono famoso per questo. Non mi piacciono i morti… tanto meno l’aldilà. O il tuo splendido scrigno… - Tralasciò il fatto che se non gli piaceva non poteva anche essere splendido, quindi Will rispose calmo sospirando, sembrava sapere quale era il vero punto della questione. Zoro a quel punto provò qualcosa di molto strano, dentro. Una sorta di senso del dovere verso Jack ma non solo. Era anche un sentimento vero.
Gli doveva tantissimo ma provava. Provava sicuramente qualcosa per lui, ne era certo.
- Ascolta Jack. So che tu hai paura di morire. E che però vuoi vivere per sempre alle tue condizioni, depredando, saccheggiando e… facendo il pirata in libertà! Però l’immortalità, quella che vuoi tu, quella libera, non esiste. Ci sono sempre delle condizioni e credimi che pesano. Se non vuoi stare sotto nessuno posso offrirti il mio posto, così io posso magari morire in pace, ma non sapresti adempiere al dovere che il capitano dell’Olandese deve fare. Trasportare le anime dei morti e non fare il pirata. - Rufy a quel punto sentì un fortissimo moto di ribellione interiore e capì che Jack provava qualcosa di davvero molto forte per Will ma non poteva immaginare di cosa si trattasse. Sentì che piuttosto sarebbe morto.
Sbatté nervoso i pugni sul tavolo e Will se ne stupì, poi rispose concitato:
- Andiamo Will! Ho sacrificato il mio sogno per te! Come pensi che ora possa rubarti il posto solo per vivere per sempre? E discorso di doveri e tentacoli a parte… cioè… posso anche sopportare i tentacoli se poi posso fare quello che mi pare per sempre, come faceva Davy Jones. Ma non posso sopportare, e lo sai bene, che tu muoia! Non prenderò mai il tuo posto! Dovrei ucciderti per questo e non se ne parla! Ti ho salvato per evitare che morissi, casomai te ne fossi dimenticato! - Replicò piccato e ironico. Però Rufy lo sentiva seriamente coinvolto ed arrabbiato. Come poteva dire di ucciderlo per prendere il suo posto?
- Ma hai paura di morire e a me non interessa… dopo tutto questo tempo che vedo anime mi sento più parte di loro che di… - Jack si alzò dal tavolo seccato e si mise a camminare per la stanza, arrivò nervoso all’organo e lo fissò, respirava pesantemente, odiava quando faceva quei discorsi, Will. Perché lui era quello impavido senza volerlo essere? Non gli interessavano quelle cose però le aveva. Jack che gli piaceva la fama invece finiva sempre per essere uno zimbello o comunque detronizzato. Era una cosa che il suo ego non sapeva gestire ma non era solo questa la questione.
La questione era ben altra.
Perché Will che non aveva paura della morte era il capitano dell’Olandese Volante ed era immortale e lui che invece ne aveva il sacro terrore era un comune pirata mortale?
“Certo, perché l’ho fatto io capitano dell’Olandese. Al posto di diventarlo io. Ma dannazione, stava morendo… non potevo lasciare che… -”
Jack non completò il pensiero ma Rufy lo sentì.
Non poteva permettere che morisse, provava qualcosa che andava oltre l’amicizia. Per l’amicizia uno meschino come Jack non sacrificava il proprio sogno più importante, tutto ciò per cui aveva sempre vissuto.
Will si alzò, Zoro sentiva quanto dispiaciuto fosse e stanco della sua vita. Però al tempo stesso provava oltre che un grande senso di gratitudine per Jack. Provava del sincero sentimento per una persona che gli aveva dato tanto e soprattutto insegnato, a modo suo, a vivere per degli ideali più valorosi dell’amore personale verso una donna.
Grazie a lui aveva capito che non si poteva sacrificare tutto per la propria fidanzata, che c’erano cose più importanti ed anche se non era la filosofia di vita di Jack, che invece era tutta l’opposto -ovvero che si poteva vivere solo per sé stessi ed i propri desideri-, proprio questo suo stile di vita gli aveva fatto capire quale era quello giusto.
Per questo gli doveva tanto.
E non solo.
In un modo incomprensibile per primo a Will stesso, lui ne era innamorato.
Zoro riconobbe il sentimento che forse a quel Will non era chiaro perché lo provava per Rufy.
Rufy era nelle stesse sue condizioni. Aveva capito qualcosa che normalmente non avrebbe mai colto nemmeno con un disegno illustrativo e ci era riuscito perché lo viveva con Zoro. Quell’amore.
Zoro che aveva sacrificato la vita per lui tante volte. O tentato. E Rufy che aveva sempre vissuto per Zoro, in un modo o nell’altro, prendendo la forza maggiore da lui e da quel che provava. Che faceva le imprese più impensate perché sapeva che anche se gli altri lo chiamavano pazzo, lui lo seguiva e lo sosteneva sempre.
Jack premette alcuni tasti dell’organo senza saperlo suonare, un suono basso si levò, imponente. Will si avvicinò piano e calmo andandogli dietro, gli sfiorò il braccio ma l’altro non si mosse. Era amareggiato di quel suo ‘no’. Lo vedeva come un ‘no’ che andava oltre quel che appariva. Non capiva che Will davvero non poteva accontentarlo e l’idea peggiore per Jack era quella di invecchiare e morire mentre Will dopotutto andava avanti in un modo o nell’altro. Sempre giovane ed eterno.
Will abbassò la mano e la spostò sull’organo accanto alla sua. Aveva imparato ad usarlo e suonò un’altra nota, più alta. Cominciò una musichetta semplice ma malinconica, sapeva d’altri tempi, sapeva d’altri sentimenti, sapeva d’altre vite. A Zoro e Rufy scatenarono una tristezza infinita per il fato di quei due ragazzi che forse non avevano mai avuto il coraggio di viversi veramente e mai l’avrebbero avuto.
Altri tempi, no?
Tempi in cui quelle cose non erano concesse e non le si vedevano spesso.
- Ascolta Jack… - Poi il silenzio. Jack non si mosse, non lo guardava. - Io ricambierei volentieri quello che tu hai fatto per me, perché per te è più importante. Poi quello che farai una volta capitano di questo galeone sono affari tuoi. Cioè se vuoi seguire le regole allora bene, altrimenti diventeresti come Davy Jones e lo sai. Ma sono scelte tue. Tutto quello che posso fare per te, per accontentarti e farti felice, è darti il mio posto. E lo farei volentieri. Perché ti sei sacrificato, quella volta. Hai sacrificato il sogno della tua vita per me. Lo farei davvero per te. - Zoro si chiese come potesse non capire che quella era una dichiarazione, Rufy si commosse perché si vide Zoro dirgli le stesse cose. Ricordò quando si erano ritrovati dopo due anni di lontananza… quello che gli aveva detto ‘Per te ogni sacrificio, non ha importanza. Se sei tu a volerlo, per te tutto.’ Quella era stata la sua dichiarazione d’amore più bella, l’aveva fatto piangere.
Jack si emozionò, la percepì anche lui in quel modo ma lo sentì pensare che Will era così, era sensibile e sentimentale e che quelle cose non significavano niente. Che lui amava una certa Elizabeth. Jack si sbagliava. Forse una volta era stato così, ora Will aveva capito cosa contava veramente, che un sacrificio come quello che aveva fatto Jack era qualcosa che andava al di là di tutto.
Jack non si voltò.
- Non prenderò mai la tua vita, Will, mai. Quindi smettila di dirlo. Solo… solo se vieni a sapere di un modo per realizzare questo mio desiderio… dimmelo e basta. Però non voglio il tuo posto. E se lo ripeti non verrò più a trovarti. -
Will finalmente si decise e girandogli il viso lentamente lo guardò. Rufy sentì il pensiero di Jack, chiaro e netto. Will era bello.
Rufy sapeva che non si riferiva alla bellezza esteriore bensì a quella interiore.
Aveva ragione.
In quello Will parlò piano avvicinando il viso al suo. Non erano più due uomini molto diversi fra loro, di cui uno molto eccentrico e strano. Erano due persone che forse potevano stare insieme in qualche modo, incontrarsi, chi lo poteva sapere.
- Farò tutto quello che posso. - E Zoro sentì quale senso aveva quella frase per lui, invece.
‘Per te tutto quello che posso.’ Una dichiarazione che non fu certo Jack percepisse come tale.
Un rumore li distrasse proprio in quel momento, mentre i due si guardavano negli occhi con una tale intensità che, loro da dentro lo sentivano, non avevano mai avuto. La prima volta?
Qualcosa era diverso.
Però la porta si aprì e Zoro e Rufy non poterono saperne di più, ogni sensazione venne spazzata via mentre lentamente tornavano loro, mentre Zoro si riappropriava del suo occhio chiuso da una cicatrice verticale, dei suoi capelli corti dal colore dell’alga marina e della sua cicatrice sul petto, lunga e di traverso. Mentre Rufy stesso tornava coi suoi capelli neri normali, corti e spettinati. La sua enorme X sul petto ed il viso fanciullesco pulito.
I due si guardarono senza capire di preciso cosa fosse successo ma con la voglia immane di tornare come prima per vedere come sarebbe poi andata avanti.
Sentimenti tanto uguali a quelli che provavano loro con la differenza che i due presenti si erano vissuti, invece.
Si guardarono con gli occhi lucidi, scossi dentro, storditi, poi si voltarono verso la porta, chi aveva rotto l’incantesimo?
Robin era lì con un enorme diario di bordo.
Li guardò e con pacatezza capì subito cosa dovevano aver vissuto.
Senza troppe cerimonie ma la sua solita calma, spiegò piano senza gridare.
- Questo galeone, l’Olandese Volante, è una porta verso un’epoca ed una dimensione da noi un po’ diversa. Nel nostro mondo L’Olandese Volante è la nave maledetta di Van Der Decken che vaga in solitudine per i mari in condizioni pietose. In quest’altro mondo invece è il traghetto delle anime dei morti che, nello scrigno del capitano, a sua volta la dimensione dell’aldilà e dei morti, li trasporta dove devono andare. Il capitano un tempo era Davy Jones, poi è diventato William Turner. Se il capitano viene meno al suo dovere di traghettatore delle anime, lui e la ciurma vengono maledette e diventano uomini pesce. Non hanno le stesse caratteristiche dei nostri però possiamo dire che non sono poi così diversi. Il capitano non può scendere a terra se non una volta ogni dieci anni. Per il resto deve sempre fare il suo dovere e stare in mare, però è immortale. Così come lo è la sua ciurma che presta giuramento facendo parte della nave. Il punto è che penso sia incappata in una specie di porta dimensionale, non so bene… o forse è stata doppiamente maledetta, qua non è chiaro, ma colui che scriveva questo quaderno dice che ad un certo punto, di tanto in tanto, si intromettono degli spiriti che, se particolarmente sensibili o aperti, riescono ad inserirsi in loro ma non fanno niente. Assistono e basta. Poi come arrivano se ne vanno. Penso che sia una specie di maledizione che unisce quel loro mondo al nostro. Di conseguenza chi si imbatte nell’Olandese Volante e vi entra ed è particolarmente recettivo, riesce ad entrare in qualche modo nei loro corpi e a vedere ciò che altrimenti non si vede. Cioè… qua sarebbe pieno di gente ma noi non li vediamo perché c’è questa maledizione, credo. Colui che scrive non lo sa bene cosa succede ma dice che questi spiriti che ogni tanto fanno visita non possono intromettersi attivamente e non fanno nulla. Siamo noi gli spiriti per loro. In questo momento qua ci sarà qualcuno, voi vi sarete scontrati con loro e forse sarete entrati in loro, quindi li avrete visti come sono, avrete sentito cosa si dicono, assistito a tutto… - Robin non amava parlare molto ma se doveva spiegare qualche scoperta sensazionale lo faceva dettagliatamente.
Zoro e Rufy l’ascoltarono, Rufy capì la metà e Zoro le parti essenziali.
Comunque fu chiaro cosa era successo e guardarono i posti a sedere che avevano occupato.
Era quello che li aveva resi così strani anche prima, quel posto pregno di persone vive ma in un altro mondo collegato a quello solo tramite un galeone che esisteva in entrambi i posti, solo che aveva vissuto cose diverse.
Capirlo e spiegarlo erano due cose diverse, decisero comunque di tenere per loro due quell’esperienza pazzesca ed uscendo rimasero un po’ indietro. Occasione in cui Rufy prese la mano di Zoro e con la sua espansività che stava per ritrovare gli disse con un espressione mista fra il dolce ed il malinconico.
- Mi dispiace per loro. Non so se si capiranno mai. Cioè se avranno il coraggio di dirsi davvero cosa provano. Però noi non facciamo come loro. Noi diciamocelo sempre. - Zoro lo trovò tenero come in privato ed in realtà piuttosto spesso era. Sorrise, in quel modo lo faceva solo con lui, con quell’amore reale e personale, quindi strinse la presa e si chinò a baciarlo delicato in risposta.
Non gli servivano molte parole, lui preferiva i fatti, per questo fra loro sarebbe sempre andato tutto bene e non si sarebbero mai fraintesi.
Uscirono dall’Olandese Volante, nave che esisteva in entrambe le dimensioni ma che aveva dei vissuti e delle storie diverse e che forse proprio per questa doppia esistenza aveva fatto vivere cose tanto incredibili e strane anche ai membri delle rispettive ciurme. Nave maledetta. Forse doppiamente maledetta, forse per questo collegata in due mondi diversi, in due epoche diverse. Nave con un’importanza incredibile che solo in pochi potevano sapere, in quel modo solo loro tre.
Scesi nella loro scialuppa rimasero un attimo fermi a guardare il galeone allontanarsi con una lentezza esasperante, come se una terza forza invisibile avesse deciso che per quella volta l’incontro era concluso e che si poteva andare oltre.
Oltre il visto e l‘invisibile, oltre il vero e l’irreale, oltre la vita e la morte, oltre lo spiegabile e l’inspiegabile.
Oltre ogni regola e logica, oltre tutto.
- Sono sicuro che troveranno una soluzione. - Disse poi Rufy tornando a sorridere radioso, mentre dentro la tristezza e quella specie di incantesimo che l’aveva annullato svaniva restituendogli l’argento vivo che lo muoveva e sempre l’avrebbe mosso.
La vita era in lui ed in lui eccola che tornava.
Zoro tornò a respirare rilassato grazie al suo compagno.
La sua risata fu la cosa più bella che avesse mai sentito e non gli importava il motivo per cui ridesse, purché lo facesse. Anche Robin pensò la stessa cosa mentre sorrideva anche lei, composta e a modo.
Tutto come sempre, si poteva andare avanti verso la prossima avventura.
 
FINE
   
 
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