Hinata era seduta in riva al lago.
Era triste.
Aveva fallito la missione.
Un’altra volta.
Aveva disonorato la sua famiglia anche quel giorno.
Ed era stata criticata.
Da suo padre.
Da sua sorella.
Da suo cugino.

Come pensavano di aiutarla se continuavano a demoralizzarla?
E poi cosa ne sapevano loro di lei?
Loro che si erano sempre disinteressati dei suoi problemi?

Hinata strinse i pugni,
pensando alla nobile famiglia a cui apparteneva:
gli Hyuga.

Guardatemi!
Potreste pensare di sapere   
come sono veramente  
Ma non mi conoscerete mai

Hinata non era veramente una fallita.
Semplicemente si era convinta di esserlo
poichè tutti glielo facevano credere.
Che cattivi!      
          
E’ come se stessi recitando una parte;
Ma se indosso una maschera
posso ingannare il mondo
ma non il mio cuore

Guardò la sua immagine riflessa nell’acqua cristallina del lago. 

Chi è la ragazza che sto osservando, ricordando il passato?
Quando il mio riflesso mostrerà come sono veramente ?

Hinata si sentiva schiacciata dalle sue responsabilità.
Oppressa dal nome che portava:
quello degli Hyuga.

Vivo in un mondo dove
devo nascondere i miei sentimenti e quello in cui credo

Tutta colpa di quella maledetta casata di cui lei rappresentava il futuro.
Non riusciva ad essere se stessa.
E si sentiva infelice.
Molto infelice.
Doveva reagire.
Sì.
Doveva fare qualcosa.

Ma in qualche modo
mostrerò al mondo cosa nasconde il mio cuore
E verrò apprezzata per chi sono veramente.


Hinata era stufa.
Stufa di soffrire a causa degli altri.
Lei non era solo un’oggetto che poteva essere usato a piacere per i propri scopi.
Era per prima cosa una persona.
Perchè non capivano che lei era così e basta?
Perchè continuare questa inutile tortura?

Chi è la ragazza riflessa nel lago?
Perché non la conosco?
Perché devo fingere di essere un’altra per tutto il tempo?
Quando il mio riflesso mostrerà come sono veramente?


Hinata doveva comportarsi in un certo modo per l’orgoglio della famiglia
 - rinnegava se stessa-
Hinata continuava a sentirsi dire che tutti gli sforzi che faceva per essere come la sua famiglia voleva che fosse, sarebbero risultati vani.
Perché la consideravano un’incapace.
 - a forza di sentirselo ripetere lo era diventata realmente-
Non era giusto.
ORA BASTA.

C’è il mio cuore che necessita di essere libero di volare.
Che brucia dal  desiderio di sapere perchè dobbiamo nascondere
cosa pensiamo, come ci sentiamo …
Deve essere un segreto.
Ed intanto io mi nascondo da me stessa.

Per Hinata era giunto il momento di ribellarsi.
Ma come?
Cosa poteva fare per scappare dal suo destino?
Come poteva piantare la sua famiglia così, tutto ad un tratto?

Non voglio più fingere di essere qualcuno che non sono.

Hinata guardò per l' ultima volta la sua immagine riflessa nell‘acqua.

Quando il mio riflesso mostrerà chi sono veramente?
Quando il mio riflesso mostrerà la Vera Hinata?

All’improvviso il suo riflesso svanì.
Era stato cancellato da un sassolino che qualcuno aveva gettato nell’acqua.
Si voltò per vedere chi l’aveva disturbata.
Era Kiba.
-Hinata cosa ci fai qui, tutta sola?-
-Penso-
Kiba si avvicinò alla ragazza.
-Hinata, tu pensi troppo e sorridi raramente … non sarebbe meglio se fosse il contrario?-
  Chiese il ragazzo in un sorriso, convinto di una risposta affermativa.
Per un attimo si sentì solo il canto degli uccellini che volavano liberi nel cielo.
Poi Hinata si alzò.
Guardò Kiba negli occhi e gli rispose in un sussurro.
-Forse-
Dopodichè scomparve tra gli alberi del bosco, sotto lo sguardo stupito del suo compagno di squadra.
E non fece più ritorno.