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Autore: Pipia    25/09/2012    15 recensioni
Dal capitolo 19 : -Tu mi odi..- riuscì a dire solo quello prima di scoppiare a piangere. L’unica persona che potesse volerle bene l’aveva punita, si sentiva disintegrata. Joseph di scatto la raggiunse. Le alzò il viso con la mano. Non gli era mai stato insegnato l’affetto. Non riusciva a dimostrarlo, se non con amore carnale o violenza. E si odiava per questo, odiava dover essere così. Baciò impetuoso le labbra della demone, che si tirò indietro. Il principe non glielo permise e la catturò a sé mettendo una mano sulla schiena. Non centrava niente con il sesso, o il piacere. Erano entrambi distrutti dentro, entrambi richiedevano qualcosa dall’altro. Avevano bisogno di quell’amore negatogli, da fattori esterni. Joseph si staccò, guardandola scuro in volto, quasi severo.
-Io non ti odio.-
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Relazione tra padrone e schiava, ma non solo. Punizioni, scene carnali, personaggi secondari intriganti e particolari. Halchi, cittadina natale della nostra protagonista, viene rasa al suolo per conto di Joseph, demone e principe dei purosangue sbruffone, insensibile, erotico e sprezzante; e Priscilla, demone mezzosangue diventa schiava del primo. E' una ragazza spigliata, testarda, scontrosa, sensibile e sincera... non si fa sottomettere facilmente.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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Capitolo 11


 
Priscilla aprì gli occhi assonnata. Il piumone ricadeva pesante sulla sua pelle nuda, il calore non era troppo intenso, nemmeno fastidioso. Era addirittura piacevole.  Seppur avesse dormito sul tappeto aveva riposato con una certa soddisfazione e contentezza. Con un'infinita lentezza si alzò da supina e una fitta l'attraversò. I muscoli erano decisamente tesi e il bacino, con sua grande sorpresa, le faceva ancora male. Non aveva sperato di svegliarsi accanto al principe, e così non era successo. Si coricò nuovamente guardando il soffitto bianco scintillante. Spostò la testa di lato, notando il letto ricoperto da stoffe pulite e pregiate, disposte in modo ordinato, di un colore grigio topo. Sentiva il suo respiro calmo che invadeva la stanza. L'aria era umida e pesante, il camino era coperto di cenere e il fuoco, come la legna, era scoparsa.
Le immagini della notta precedente le affolavano la mente, quasi si vergognava del piacere che aveva provato. Eppure tutta quella eccitazione l'aveva aiutata a sfogarsi, a renderla più combattiva e tenace di quello che già era. Si era sentita amata, seppur era consapevole di aver concesso il suo corpo per scopi esclusivamente carnali. 
La porta in legno si aprì improvvisamente, e Priscilla d'impeto chiuse gli occhi e si immobilizzò. Con che faccia avrebbe guardato il moicano? La spavalderia che gli riservava sempre aveva fatto le valigie. Il suo cuore aumentò inspiegabilmente il battito quando il suono delle scarpe si attenuò proprio accanto al suo viso. Sentì uno spostamento d'aria attorno a lei, e un soffio dall'odore di menta le accarezzò il viso lentigginoso.
-So che non stai dormendo.- 


 
Giusy entrò rapida in cucina incontrando l'unica anima vivente che stava, allegramente, preparando la colazione al suo padrone. Il vestitino blu cielo, a pois bianchi, svolazzava di qua e di là e fasciava incredibilmente il vitino della mezzosangue. La rossa prese con fervore il braccio della biondina la quale indispettita la guardò emettendo un suono primitivo e grottesco, mostrando leggermente le vene nere.
-Non osare ringhiare a me!- l'apostrofò la purosangue, puntandole il dito contro, facendo risuonare i costosi braccialetti che teneva al polso.
Luna con semplicità, e superiorità, riprese a preparare il dolce alla crema, ignorando gli sguardi indagatori di miss Thompson. 
-Xanver cosa ha ultimamente? Sono due giorni che non si fa sentire..nemmeno un ciao!- Giusy era leggermente suscettibile. Come si permettevano di ignorare Lei! Non permetteva che gli uomini la liquidassero con tanta semplicità, men che meno il suo amante fisso.
Luna la guardò aggrottando la fronte. Scosse la testa, scompigliando i capelli lisci, e tornò a lavorare concentrata. Giusy ebbe un fremito di rabbia. Joseph si era scopato la sua serva, e lei odiava quando lo faceva. Lo riteneva ripugnante. Mentre Xanver, del tutto lontano e distaccato dalle perversioni del principe, l'aveva bellamente scaricata. 
Giusy sbuffò sonoramente, innervosita dalla tranquillità della ragazzina, che con pazienza versava del sangue di mezzosangue un un bicchiere di cristallo. 
La rossa si girò di scatto uscendo dalla stanza. Si morse il labbro. Era arrabbiata nera, furente. 
Per capire il problema doveva risalire all'origine. Si diresse con passo svelto verso la camera di Xanver.

 
 
Priscilla sbarrò gli occhi, trovandosi quelli del principe di fronte ai suoi scuri e severi. Deglutì, mentre lo stomaco si contraeva. Joseph si sedette sul cuscino a terra, facendo passare l'indice sul viso della serva la quale rimaneva immobile. Inutile dire che si era coperta con la coperta fino al collo. Distoglieva lo sguardo, l'insicurezza l'attanagliava. E il principe era seccato da questo comportamento. Lui voleva la ragazzina ribelle e sfrontata con cui poteva esercitare il suo potere, se lei fosse diventata accondiscendente e ubbidiente come le altre avrebbe perso ogni tipo di interesse. 'Peccato,mi sbagliavo' Joseph sorrise amaro. Le dita passarono vicino alla clavicola, vicino alla gola pronta a stringerla e levarle, letteralmente, il respiro. 
-Lo sai che hai una faccia pessima?- la voce di Priscilla risuonò davvero forte, tanto che arrossì violentemente. Non credeva che avesse potuto parlare in modo tanto diretto, i pensieri le erano usciti dalla bocca senza passare dal cervello. Joseph ritrasse la mano, decisamente divertito. Guardò tetro la ragazza, indeciso se punirla o lasciare scorrere questa frase. Optò per la seconda, per il semplice fatto che aveva ben altro per la testa.
-Farò finta di non aver sentito.- il tono non ammetteva repliche, e Priscilla diligentemente rimase zitta, sollevando leggermente la testa quando lui si diresse verso l'armadio. Cercò attento qualcosa, e dopo poco lanciò un intimo di color lavanda alla ragazza. Tirò poi un delizioso corpetto ambra con pizzo di un intenso marrone scuro, e una lunga gonna marrone ricamata in oro. 
La serva alzò gli occhi al cielo. 'Ancora questi assurdi abiti' pensò innervosita. Il moicano la guardò glaciale. Come aveva potuto dubitare che avesse perso la lingua biforcuta e la testardaggine che la caratterizzavano? Sorrise, leccandosi piano il labbro superiore. 
-Non alzare gli occhi con me, Priscilla. E muoviti dobbiamo andare da Xanver. Ho in mente una certa cosuccia.- la schiava aveva sconnesso la testa dopo aver sentito il suo nome. Non la chiamava mai per nome. Solo nel loro primo incontro e la sera appena trascorsa aveva sentito la voce suadente e baritonale del principe pronunciare quello strambo nome. Cercò di controllare il respiro, mentre con un certo impaccio cercava di vestirsi sotto il piumone, per non mostrare,nuovamente, il suo corpo al suo padrone. Nel mentre arrivò sgambettando un enorme cane nero, che da bravo animale domestico si sedette accanto a Joseph. Entrambi guardavano con un certo divertimento la mezzosangue che si dilettava nell'impresa. Il principe probabilmente se fosse stato di umore cattivo l'avrebbe già levata di forza da lì, a lui non piaceva perdere tempo e le poche persone che avevano osato farlo attendere...bhe non erano arrivate a fine giornata. Ma doveva ammettere che quella schiava gli piaceva, non in campo sentimentale ovviamente. Bensì aveva quella determinazione che le altre schiave, forché Giusy, non possedevano. Quando finalmente la ragazza si mise in piedi, a fatica sempre a causa del dolore, Joseph alzò un sopracciglio. Odiava con tutto se stesso quegli orribili vestiti di fine '800, però le ragazze erano sempre a disagio a indossarli e piaceva lui come fasciavano il corpo. Con un sorriso sardonico Joseph aprì la porta aspettando da galantuomo che la serva l'attraversasse. Priscilla con testa bassa, cercando di nascondere il rossore camminò vero di lui. 'Sembra un pinguino'. Ed era vero, teneva le gambe quasi unite e faceva passettini decisamente piccoli. 
-Ci sono andato troppo pesante, mezzosangue?- Priscilla alzò il viso incontrando gli occhi duri e scuri a un centimetro dai suoi. Quel ''mezzosangue'' non era dispregiativo, eppure la ragazza sentì che un velo di separazione li allontanasse.
-No, purosangue.- mormorò continuando a camminare in modo buffo. Joseph sorrise. Si era sbagliato, ma non l'avrebbe mai ammesso.

 
 
La rossa entrò senza bussare nella camera maestosa di Xanver. Le porte sbatterono fragorosamente contro la parete che le sorreggeva e il biondino sobbalzò a tale rumore. Guardò Giusy avanzare verso di lui furiosa.
I loro sguardi si incontrarono, ma nessuno dei due accennava a intavolare il discorso. In quel preciso momento entrò Luna che con maestria avanzò verso i due appoggiando nel tavolino in metallo il vassoio contenente il dessert e il calice di sangue. Miss Thompson guardò adirata la ragazzina, la quale diligentemente si sedette sulle gambe del padrone. Giusy assotigliò gli occhi. Xanver deglutì. Dopo quel bacio, la biondina si era più volte accoccolata su di lui, ma con impegno costante lui aveva sempre evitato un contatto delle loro labbra seppur desiderato. 
-Che diavolo sta facendo?- Giusy ringhiò con un tono decisamente alto, mentre Joseph entrava aggrottando la fronte. La rossa si girò furente, notando l'accompagnatrice che lo seguiva. La sua rabbia aumentò. 
Priscilla sbarrò gli occhi. La stanza era quasi grande come quella del principe, il pavimente era di un marmo bianchissimo. Era tutto abbastanza spoglio. Un letto a baldacchino dalle lenzuola scure troneggiava imponente nella stanza. Un tavolino in ferro battuto con sedie accanto erano accantonate in un angolino, dove erano seduti i due biondini. Priscilla accennò un sorriso quando li vide, ricordando la confessione della ragazzina. Il quale sparì appena incrociò lo sguardo nero e furente di Giusy. Delle armi erano appese al muro, esclusivamente per bellezza, e una scrivania in legno scurissimo era piena di scartoffie accuratamente sistemate. 
-Sono felice di avervi entrambi qui- Joseph si intromise tra il cane rabbioso e il guerriero, ignorando le due serve, abituate a tale esclusione.
-Giusy, innanzitutto auguri.- il silenzio calò. Priscilla guardò Giusy che rilassò il viso notevolmente. Alzò il mento con superiorità e un sorriso appena accennato le arricciò le labbra scarlatte. 
Xanver fece alzare in modo un poco brusco Luna dalle sue ginocchia e con leggera apprensione aprì l'armadio. Priscilla non aveva notato questa sua totale preoccupazione nei confronti di Giusy, eppure la donna sembrava essersi tranquillizzata. Ma il sorriso che la faceva diventare la più bella tra tutte arrivò quando il guerriero biondo porse lei una scatoletta nera ricamata con un fiocco in argento. 
-Buon compleanno.- Priscilla trattenne il fiato. Non aveva avuto il tempo di pensare a certe 'stupidaggini' e con sua sorpresa pensò solo allora che anche loro, purosangue sicuri di loro stessi, potevano avere delle debolezze. E sembrava che Giusy si fosse sentita decisamente scartata da tutti e sola in quel giorno. La capiva, avrebbe voluto consolarla ma rimaneva in disparte. La rossa aprì il pacchetto sollevando una bellissima collana d'argento con un ciondolo rappresentante una bocca rossa semi-aperta con dei canini visibili. Decisamente moderno e simpatico. Priscilla notò quanto le pietre che componevano e coloravano il disegno fossero scintillanti e una vaga sensazione che quelle pietre fossero diamanti e rubini le attraversarono la mente.
-Oh ma è bellissima!- Giusy si lanciò tra le braccia di Xanver stringendolo a sé. Tuffò la massa di capelli, ricci e ribelli, decisamente sexi, sul viso del ragazzo che imbarazzato dalla dimostrazione pubblica d'affetto la strinse sorridendo. Luna sentì una strana stretta al cuore, e distogliendo lo sguardo si avvicinò all'amica prendendole la mano. Priscilla gliela accarezzò capendo,relativamente , cosa stesse provando.
Quando finalmente la rossa si distaccò nettamente felice Joseph poté continuare a parlare. 'Poco lunatica' pensò Priscilla, ricordando lo sguardo assassino di pochi minuti prima.
-Il mio regalo è assai differente. Innanzitutto ho prenotato per noi 3 un week-end nel migliore hotel di lusso sul monte Syrah.- uno squittio acuto di Giusy la fece assomigliare vagamente alla ragazzina raggiante e sprezzante che ricordava Priscilla. Era quasi felice per lei. La purosangue batté le mani raggiante. Sembrava davvero una bambina, complentamente diversa dalla donna sicura che cercava di apparire.
-Inoltre ho anche una piccola sorpresa.- Joseph tossì, facendo avanzare insicura una serva mezzosangue dal colorito decisamente pallido. Tutti si voltarono verso di lei, ma nessuno si soffermò sulla sua figura bensì sul ragazzo dallo sguardo minaccioso.
-Proviene da Halchi ed era considerato uno dei ragazzi più belli...pensavo gradissi un servo al tuo servizio- Il ragazzo girò la testa vero terra, sentendo l'umiliazione salire. 
Priscilla guardò attentamente i lineamenti del mezzosangue. Non c'erano dubbi. Seppur il viso fosse molto, fin troppo magro, avesse dei pestoni evidenti e fosse decisamente affaticato era più che riconoscibile. I capelli di un castano chiaro erano puntati comunque verso l'alto, lo sguardo nocciola era spento ma penetrante e la bocca carnosa era piena di tagli, dovuti dalla fame probabilmente. Priscilla ebbe una stretta al cuore. Non pensava ci fossero altri sopravissuti, e si sentì offesa a non saperlo.
-Steven.- Priscilla pronunciò il suo nome con voce grave e preoccupata. Lui alzò lo sguardo deciso osservando attentamente la figura della ragazza dai capelli color cioccolata. Joseph guardò lo scambio di sguardi con rabbia. Si conoscevano?
Xanver guardò immediatamente Luna, cercando un segno di riconoscimento da parte sua ma lei impassibile scrutava il nuovo arrivato. Giusy non voleva un servo personale, ma era decisamente interessata al ragazzo. Un po' di sangue e sarebbe tornato il figo che dichiarava di essere, ne era certa. 
Steven sbatté piano le palpebre staccandosi dalla presa della donna. Guardò con disgusto Joseph il quale avrebbe volentieri staccato la testa al regalo di compleanno dell'amica ma decise che nel momento che l'aveva consegnato alla rossa aveva perso il suo potere su di lui. 
-Priscilla..- mormorò con voce profonda il ragazzo, alzando la testa sfrontato. Incrociò i suoi occhi chiari con quelli scuri del principe senza avere paura. Priscilla ebbe un brivido di preoccupazione dalla reazione del moicano, mentre miss Thompson ebbe un fremito di piacere a sentire quella voce.





Buona sera ragazzi :)
Mi scuso innanzitutto per l'enorme ritardo D: Ma ho incominciato la scuola e già sono iper impegnata :( Spero che questo capitolo vi piaccia :D 
Ringrazio tutti quelli che continuano a seguire queste mie fantasie perverse, che continuano a recensire ! Mi fate davvero felice :) 
Inoltre ringrazio i
52 che hanno messo la storia nelle preferite, i 12 nelle ricordate, i 142 nelle seguite :D 
Vi lascio nuovamente il mio profilo di facebook : 
http://www.facebook.com/sofia.p.panza
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso, seppur non sia pieno di azione D: 
E se avete un piccolo momento lasciate una recensione :3
un bacione grandee
tua Sofii
<3
   
 
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