Note:
Generalmente metto le
note alla fine per evitare di fare spoiler, ma questa volta
è doveroso metterle
all’inizio. Ho dichiarato il raiting arancione, per lo stesso
motivo per cui ho
dichiarato il pairing Contenuti forti. All’interno della shot
troverete dei
riferimenti abbastanza espliciti a certi tipi di cose, e dato che forse
io per
prima mi sentirei infastidita se dovessi leggere una storia
così senza prima
essere avvertita, ho preferito mettere le cose in chiaro.
La shot comunque non ha
basi fondate, è il risultato di un discorso
fatto con un’altra fan che è leggermente
degenerato.
Quindi godetevi questa
storia, e magari fatevi anche qualche risata. Le
recensioni sono comunque apprezzate.
Grazie per
l’attenzione!
Aria di
Cambiamento
C'era
una
strana sensazione nell'aria al CBI...
Tutti
se ne erano accorti. Persino Jane e Lisbon
che erano costantemente impegnati nel loro balletto d’amore,
fatto di mezze
frasi, sorrisini imbarazzati e telefonate mielose degne di due
quindicenni alla
prima cotta.
Se
ne era
accorto Luther Wainwright che, convinto di andare a dirigere una delle
migliori
squadre di polizia investigativa, si era ritrovato di nuovo al liceo.
Se ne era
accorto Wayne Rigsby che ormai padre provetto, non aveva proprio tempo
per dedicarsi
a quei due.
Lo aveva capito
Grace VanPelt che non poteva credere a quello che stava succedendo.
Ma colui a cui
questa situazione dava più fastidio era Kimball Cho, che sul
campo era
costretto a vegliare che nessuno si facesse male, o che Jane combinasse
qualcuno dei suoi guai. E in ufficio era costretto a vedere il
consulente che
magicamente scompariva nell’ufficio del capo, o nella sua
adorata soffitta.
Nella quale spesso veniva raggiunto dalla magnifica poliziotta dagli
occhi
verdi.
Fu proprio suddetto
agente Cho che un giorno decide di convocare una riunione speciale,
all’insaputa del consulente e dell’agente speciale.
I due colleghi
d’unità accettarono subito l’invito,
incuriositi dalla strana richiesta, e in
un giorno di quiete si ritrovarono in una delle stanze per gli
interrogatori,
ormai in disuso, per discutere delle contromisure da adottare per far
cessare
quel clima da “Gli orsetti del cuore”.
Ma, non si sa
come e non si sa perché, furono subito scovati da Luther
Wainwright, che quel
giorno aveva deciso di esplorare i sotterranei del CBI.
Ma con lo
smascheramento del suo piano, Cho non decise di abbandonare la barca,
bensì
accolse il nuovo marinaio a bordo. Quindi, dopo che anche il giovane
Luther
prese posto alla tavola rotonda, cominciò a spiegare.
“E’ ormai da
anni che questa manfrina fra Jane e Lisbon va avanti. E se
all’inizio poteva
anche essere una cosa sensata, ormai siamo arrivati al punto di non
ritorno.
Devono smetterla di comportarsi come due liceali. Ed è qui
che entriamo in
campo noi” asserii il coreano ghignando.
“Cosa proponi,
capo?” chiese Wayne mentre mangiucchiava distrattamente un
pacchetto di
patatine.
Kimball, dal
canto suo, allargò il suo ghigno malefico e
cominciò a descrivere per filo e
per segno il suo piano.
“Tu vuoi
cos.... cough cough” provò a chiedere il povero
Rigg che si era affogato con le
patatine per lo stupore.
“Vuoi
rinchiudere Jane e Lisbon in una stanza?” chiarì
Grace, che già stava già
cominciando a figurarsi la scena nella sua testolina tutta pony e
arcobaleni.
“Esattamente”
disse Cho.
“Questa
situazione deve finire. Abbiamo bisogno sia della guida di Lisbon che
della
mente lucida e calcolatrice di Jane. E se per riavere entrambe le cose
dovrò
rinchiuderli in una stanza vuota con solo un letto e un cesto pieno di
preservativi, bhe lo farò. Muahahahahahaahah!!!!!”
concluse il perfido Cho.
Rimasero tutti
a bocca aperta a guardare l’ormai ex serafico agente che
ancora se la rideva,
chiedendosi quanto fosse bravo a fingere per non essersi mai accorti
che sotto
quella scorza indifferente, nascondeva una mente degna del miglior
criminale
degli ultimi anni.
Quando,
finalmente, Cho ebbe smesso di ridere, riprese a parlare.
“Ma non posso
fare tutto da solo. Qualcuno deve allontanare dal CBI sia Jane che
Lisbon, per poi
ricondurveli questa sera stessa. E si dovrebbe pensare anche a
sistemare la
soffitta di Patrick.”
Si guardarono
l’un l’altro interdetti, poi fu Luther a rompere il
silenzio.
“Allora, io mi
occupo della location. Magari potrei apparecchiare un tavolo per due,
con una
cena fredda. Mettere qualche candela, della musica soffusa. E non
dimentichiamo
le lenzuola di raso, e soprattutto il cesto delle meraviglie.”
Insomma il caro
Luther era già partito per Erotic-Fantasylandia e di sicuro
nessuno degli
agenti rimasti si sarebbe preso l’incarico di riportarlo al
mondo reale.
Dopo Luther, fu
Grace a prendere parola.
“Io mi occupo
di Lisbon. Anzi Wayne potresti chiedere a Sarah di darmi una mano?
Porteremo il
capo a farsi bella e magari la faremo cambiare
d’abito” e pure la nostra cara
rossa era partita per le sue fantasia. Stava già
progettando, infatti, di
passare un pomeriggio di “sole donne”
all’insegna di manicure, pedicure,
parrucchiere –effettivamente Lisbon aveva bisogno di un nuovo
taglio, che
magari la svecchiasse un pochino-, shopping selvaggio e
un’immancabile giro al
Sexy Shop, dato che l’occasione richiedeva della lingerie
particolare.
Resisi conto, i
due agenti rimasti, che ormai non avrebbero più potuto
riprendere i compagni
d’arme, non gli rimase che convenire che a loro sarebbe
toccato il compito di
distrarre Patrick, fino all’ora “X”.
Ritornati, i
due sognatori, con i piedi ben piantati per terra, la compagnia si
sciolse e si
diede appuntamento alle nove di sera al centro del Bull Pen.
Ed era proprio
li che ormai, passata da circa un quarto d’ora
l’ora concordata, si trovavano
Cho, Rigsby, Wainwright e Jane che chiacchieravano amabilmente del
più e del
meno.
Se non fosse
che quello era stato un giorno particolarmente noioso, nonostante la
compagnia
dei colleghi, e Jane aveva più volte palesato la propria
intenzione di
volersene andare a casa.
Guarda te se il
mio piano deve andare in fumi a causa del ritardo di una donna, pensava
Cho che
stava quasi per spazientirsi per i reiterati capricci del consulente.
Aveva deciso di
tacitarlo assestandogli un pugno in faccia, quando il campanello
dell’ascensore
suonò e le porte di aprirono, facendo uscire
l’agente VanPelt, Sarah e Lisbon
in tutto il suo splendore.
Chissà come mai
quando Jane vide Lisbon, smise subito di lamentarsi.
Ma finalmente
erano tutti, e i giochi potevano iniziare.
“Bene,
finalmente siete arrivate. Ora, se vogliamo procedere...”
disse Cho,
riacquistando la sua posa inespressiva.
A quelle parole
Grace e Wayne uscirono dalle tasche delle loro giacche de nastri neri e
con
questi bendarono il consulente e la poliziotta, non senza qualche
protesta.
“Silenzio voi
due!” abbaiò Cho.
“Per sta sera
comando io, e voi farete esattamente quello che dirò
io”.
Pur con un
certo stupore, consulente e poliziotta decisero di seguire gli ordini.
Nel
peggiore dei casi, se fossero riusciti a liberarsi, Lisbon si sarebbe
vendicata per il
trattamento
costringendo Cho e tutta la combriccola ai doppi turni per almeno tre
settimane.
E Jane avrebbe sicuramente trovato un modo per rifarsi.
Fu così che Cho vide il suo piano compiersi e i due ostaggi
entrare nella soffitta di Patrick credendo che stessero andando a
morire o
chissà che.
Dopo che la coppietta felice fu rinchiusa, i quattro compari
rimanenti si recarono in sala video, dove campeggiava
un’enorme televisore che
proiettava l’immagine di Jane e Lisbon ancora bendati.
Cho prese il piccolo microfono che era stato opportunamente
collegato con la soffitta e parlò.
“Ora potete anche togliervi la benda, ma molto
lentamente”.
E così fecero i poveri reclusi, che in un primo momento
rimasero interdetti, non riuscendo a capire dove fossero finiti; ma
quando
realizzarono lo stupore e il dubbio cominciò a lampeggiare
sui loro volti.
“Che cosa vuol dire tutto questo?” chiese Jane,
leggermente
preoccupato.
“Vuol dire che siamo stufi di avere a che fare ogni giorno
con due ragazzini alla prima cotta. E’ ora che le cose
cambino” asserì deciso.
“E come dovrebbero cambiare secondo te?” gli chiese
Lisbon
deridendolo.
Ma Cho non colse la provocazione e al contrario le disse.
“Per quanto mi riguarda Jane può anche metterti
incinta, non
importa. Certo è che non potete ancora andare avanti
così, con tutta questa
attrazione repressa. Quindi noi vi diamo la possibilità di
sfogarla. Per tutta
la notte. Verremo domani a liberarvi. Buona notte
piccioncini!” e così dicendo
spense televisore e microfono, con ancora un ghigno sul viso.
L’allegra combriccola aveva già deciso che non si
sarebbero
soffermati a spiare i due reclusi, almeno per rispetto del diritto alla
privacy; erano pur sempre un branco di poliziotti ed un avvocato.
Ragion per
cui, lasciarono i malcapitati in soffitta e si andarono a mangiare una
bella
pizza tutti insieme.
La mattina dopo, alle sette del mattino, erano già tutti e
quattro in ufficio, pronti a vedere i frutti del loro lavoro. Ma.....
nessuno
aveva il coraggio di andare ad aprire quella porta, anche se erano
estremamente
curiosi.
Decisero di giocarsela a morra cinese, e dopo un infinita
serie di scontri e duelli all’ultimo sangue, la sorte volle
che fosse proprio
Cho ad uscire vincitore.
Il coreano di sentì orgoglioso della vincita, ma sapeva che
una Lisbon arrabbiata non era proprio la cosa migliore da affrontare di
prima
mattina, e se il suo piano non avesse funzionato, Lisbon sarebbe stata
per
molto tempo intrattabile.
Si dovette far coraggio e dirigendosi a passo cauto verso la
soffitta cominciò a prepararsi mentalmente a combattere
un’imminente guerra.
Arrivato alla porta, diede le mandate con meno rumore possibile,
sperando di non svegliare il can che dorme, anche se non ci credeva poi
molto.
Dovette ricredersi, perché quando la porta si
aprì neanche
un rumore provenne dalla stanza. Fu tirando un sospiro di sollievo che
Cho si
accorse di avere il resto dei membri della squadra, compreso Luther,
dietro di
se.
Tutti insieme si addentrarono nei meandri della soffitta,
illuminata dolo da alcuni rari raggi di sole, e si fermarono stupiti
quando si
accorsero che il pavimento in legno era disseminato di vestiti. Fecero
qualche
altro passo, per poi bloccarsi inteneriti davanti al letto.
Jane e Lisbon erano ancora lì, addormentati l’una
fra le
braccia dell’altro.
Non sapevano gli agenti cosa sarebbe successo in futuro, ma
per il momento la guerra l’avevano vinta loro.
Fine