Salve a tutti! Mentre attendo l’ispirazione per concludere l’altra fic, mi do alle
drabble…ne ho abbozzate un po’ e giusto stasera ho
deciso di dare a queste piccole storielle una rispolverata.
Il rating cambia a seconda della drabble, così come i personaggi, che saranno svariati.
Se qualcuno poi vuole suggerire qualche personaggio
si senta libero di farlo, anche se non garantisco al 100% che la drabble verrà scritta (capite, non riuscirei mai a scrivere
qualcosa di decente su un personaggio che non mi piace).
Mi sono dilungata abbastanza, buona lettura a tutti!
Rating: G
Dusty window
(the soul within)
È che a volte non c’è nulla da fare, la polvere si posa
sempre dove non è possibile toglierla.
Negli angoli, sotto ai letti, tra
i mobili.
Forse anche sull’anima.
La polvere si posa con la delicatezza di un respiro.
Si accumula nel tempo, un granello sopra un altro, passato
che si sovrappone a un altro passato, impalpabile
coperta farinosa che il tempo stende sopra ogni cosa.
Forse anche sull’anima.
C’è della polvere sul vetro attraverso il
quale Hinata sta guardando.
Il giardino pare immerso in una cupa e innaturale foschia
granulosa che le annebbia la vista.
Il suo riflesso sul vetro è poco più di un fantasma
evanescente che la scruta imperturbabile protetto da un velo grigio.
Inginocchiata davanti alla finestra, Hinata
ha un panno di pezza in mano.
Sarebbe così facile appoggiarlo su quel vetro e liberarlo
da quel drappo leggero che pare pesare come granito.
La presa intorno allo straccio si fa leggermente più forte.
Perché non può essere così facile per il suo cuore, dove
anni di umiliazioni, di indifferenza, di sguardi più
taglienti delle lame di mille pugnali hanno lasciato franare polvere pesante
come macigni?
C’è della polvere su un amore che avrebbe
dovuto essere puro. E lei è pura
impuramente.
C’è della polvere su cadaveri di sogni non realizzati,
lasciati indietro a farsi divorare dal tempo.
C’è della polvere sui suoi occhi bianchi come la nebbia
d’autunno. Che ricorda così
tanto la polvere.
C’è della polvere anche sui cocci di un’ambizione che non è
la sua, sulle macerie di una famiglia a cui ora meno che mai sente di
appartenere.
Hinata passa lo straccio
sulla finestra, un arco limpido si staglia in quel deserto color cenere.
E mentre si alza per obbedire alla
voce del padre che le arriva ovattata alle orecchie stanche (di soffrire), si domanda se mai qualcuno
passerà un panno di pezza anche sulla sua anima.