Eravamo pronte. Ci eravamo preparate a lungo e quello era il nostro momento. Io e la mia amica Chiara ci stavamo dirigendo al teatro del paese per partecipare ad una gara a ritmo di hip-hop. Percorrevamo la strada che portava al grande edificio ripassando la coreografia del nostro balletto.
Arrivate all’entrata del teatro, ci dirigemmo nelle quinte, per chiedere poi l’accesso ai camerini. Trovammo un tecnico audio in divisa nera al quale potevamo rivolgere la nostra domanda. Senza esitare avanzammo e chiedemmo dove fossero i camerini per cambiarsi e indossare gli abiti di scena. Alla domanda, l’uomo ci guardò perplesso. Ma poi sembrò riprendersi e, senza indugiare, si diresse a una zona proprio dietro il palco, sul quale ci saremmo esibite. Il cosiddetto ‘camerino’era composto solo da un muretto di 1.50 m sul quale appoggiare le nostre borse e coprirci mentre ci cambiavamo. Rimanemmo allibite. Non ci era mai capitata un’esperienza simile. Ad ogni modo, ci adeguammo e decidemmo di cambiarci. Tirammo fuori il nostro costume di scena, composto da un paio di pantaloncini corti di jeans e una felpa chiusa blu. Solo tirando fuori dalla borsa i miei indumenti mi accorsi di aver dimenticato a casa i pantaloncini. Oramai il dado era tratto e non potevo più tornare indietro a recuperarli. Così decisi semplicemente di indossare la felpa e andare in giro con addosso solo quella e le mie mutandine blu. Insieme alla mia amica, uscii dall’edificio per prendere una boccata d’aria e a quanto pare non eravamo state le uniche ad avere quest’idea. Moltissimi artisti presenti in gara si erano appostati in quel cortile per riposarsi, concentrarsi oppure ripassare la coreografia. Mi guardavo in giro spaesata, ma per nulla imbarazzata riguardo al mio abbigliamento. Beh, almeno fino a che non incontrai il suo sguardo. Degli occhi verdi, in parte nascosti dai ricci che ricadevano sulla fronte, mi stavano scrutando… maliziosamente. D’istinto abbassai la felpa per coprire le mie cosce fredde e nude, ma lui sembrava non riuscire a scrollarmi gli occhi di dosso. Io lo conoscevo quel riccio dagli occhi color smeraldo. Era Harry. Lo riconobbi fin da subito. Era un bravo ragazzo, nonostante il suo lato malizioso e da playboy. Aveva la capacità di ipnotizzare le ragazze solo con uno sguardo e io non ero tanto diversa da quelle. Riusciva a mandarle in trance solo con un sussurro e nemmeno io riuscivo a resistergli. Lo vidi avanzare, ma lo persi di vista tra la folla.
D’un tratto avvertii una presenza dietro di me.
Delle mani si posarono dolcemente sui miei fianchi.
Un lento e tiepido respiro sfiorava il mio collo.
Nemmeno quella volta sarei riuscita a resistergli.



Rory's corner
salve a tutti! come va? allora, voglio solo dire, come ho scritto nell'introduzione, che questa è una stesura di un mio sogno, quindi se ci sono parti poco realistiche nel testo qui sopra, ricordatevi che è un sogno ;)
spero vi piaccia e se volete recensire con dei consigli, critiche (non andateci giù pesante ahhahhahhah) o altro, grazie mille!
bene ho detto tutto, vi saluto e spero a presto! bye :)