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Autore: murtagh4e    26/09/2012    0 recensioni
Ho deciso di trasportare anche qui la mia storia, pubblicata anche su eragonitalia.it, sulla vita di Selena... o almeno la parte della sua vita in cui conosce Morzan, Galbatorix, da la vita a Murtagh, conosce Brom e i suoi ideali, tiene nascosto al Cavaliere rosso il piccolo Eragon...
-dal testo: "Spronò il cavallo a galoppare più velocemente e ben presto vide il profilo della cittadina. Un enorme drago rosso spuntava all’orizzonte. Un Cavaliere! , pensò lei euforica. Un uomo le andò in contro. Selena quasi cadde da cavallo quando lo guardò: era l’uomo più affascinante che avesse mai visto."
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brom, Eragon, Galbatorix, Murtagh, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AL CASTELLO DI MORZAN 

Domia lasciò la ragazza davanti al grande portone del castello di Morzan. Spiccò un balzo dopo essersi raccomandato di essere prudente e volò nella direzione del nascondiglio di Galbatorix. 
«Voi siete la signorina Selena?» chiese una voce femminile dalle sue spalle. La ragazza si voltò si scatto, spaventata. Una donna anziana, sulla sessantina, le andò vicino, girandole intorno. La scrutò dalla sua statura – era più bassa di Selena di almeno venti centimetri – e incrociò le braccia al petto, sorridendo. 
«Vedo che il mio padrone ha finalmente deciso di prendere una ragazza in sposa. Peccato che siate molto più giovane di lui.» 
«Solo di qualche anno...» rispose la ragazza imbarazzata. La donna scosse il capo. 
«Morzan non ha più vent’anni da un sacco di tempo. È un Cavaliere e il suo aspetto non muta velocemente come nei comuni mortali. Il vostro caro Morzan ha ormai settant’anni.» 
«Settanta? Com’è possibile? Pensavo che ne avesse trenta o giù di lì...» 
«Beh, ora lo sapete. Volete entrare?» la invitò la donna con un cenno del capo. 
«Sì, per favore. Ne sarei onorata.» rispose cingendosi il corpo con le braccia, cercando di proteggersi dal freddo. La donna le fece un gesto con la mano e lei la seguì dentro una porticina e fu costretta a chinarsi per poter entrare. Due uomini uscirono e portarono dentro le bisacce. Lei ebbe appena il tempo di guardarsi intorno. La stanza dove si trovavano era enorme: nemmeno il castello di Ilirea ne possedeva una tanto immensa. Arazzi di ogni genere e dimensione decoravano le pareti insieme a diversi ritratti su fairth. La donna la portò al piano superiore, prendendo grosse scale di marmo rosso ricoperte da un tappeto bianco. Un corridoio lunghissimo da quale si aprivano centinaia di camere da letto. La donna iniziò a camminare lentamente, quasi teatralmente. «Dove avete conosciuto mio nipote?» chiese facendola sobbalzare. «Oh...» ci pensò qualche attimo e poi rispose. «In un villaggio vicino ad Ilirea.»
«Scommetto che vi siete invaghita di lui fin da subito...» 
«S-sì... è-è così.» 
«Sceglietevi una camera, allora.» 
«Uhm... Dov’è la camera di Morzan?» chiese guardandosi intorno. 
«Dovreste chiamarlo “mio Signore”, presto diventerete marito e moglie.» 
«M-ma quella tradizione è morta con la terza generazione dei Cavalieri...» si lamentò la ragazza. 
«Già. Così sembra. Ma uno di loro sopravvive ancora, sfidando la morte assieme al suo drago rosso...» rispose la donna pazientemente. Selena non poteva credere che Morzan appartenesse all’epoca dello splendore dell’Ordine dei Cavalieri dei Draghi. 
«Siamo arrivati. Per qualsiasi cosa vi serva, non esitate a chiamare.» disse la donna aprendo una stanza enorme. Spinse la ragazza dentro e chiuse la porta a chiave. I suoi bagagli erano già lì, ammucchiati al fianco dell’enorme letto a baldacchino. Un grande terrazzo di marmo si apriva al di là di una grande porta-finestra di oro e vetro. Aprì le imposte e si abbandonò su una grande poltrona, scrutando ogni millimetro della stanza con lo sguardo. Si soffermò sul grosso armadio che riempiva un’intera parete. Appoggiò le mani sui braccioli dello scranno e si costrinse ad alzarsi in piedi, barcollando fino al guardaroba. Aprì una grossa anta, ritrovandosi davanti soltanto vestiti da uomo. Di Morzan. Iniziò a frugare sulle mensole dove erano appoggiati un centinaio di paia di stivali, cercando indizi di altre donne che erano state in quella stanza. Quando ebbe controllato la prima sezione del mobile di legno scuro, passò alla seconda, più piccola della prima. Una sola anta era chiusa a chiave. 
E dove ci sono porte chiuse a chiavi ci sono dei segreti... , pensò lei cercando la chiave dappertutto. 
La trovò nella scrivania addossata all’angolo opposto, in un piccolo bauletto pieno di spille da mantello di ogni forma e colore. Infilò la chiave nella serratura e spalancò lo sportello. Un bianchissimo abito da sposa era appeso ad un gancio di metallo splendente. La ragazza deglutì più e più volte e allungò la mano tremante verso il vestito. Le sue dita sottili sfiorarono la stoffa: era la più soffice che avesse mai tenuto tra le dita. Strati e strati di tulle ricoprivano la gonna e milioni di perle minuscole ricoprivano il corpetto. Lo sfilò dal gancio e lo soppesò con le braccia. Era più leggero di qualsiasi abito che avesse mai toccato, perfino della sua leggerissima camicetta da notte. «Mio nipote l’ha commissionato apposta per voi.» una voce fece sobbalzare Selena. Riappese velocemente il vestito e chiuse l’armadio poggiandoci la schiena. «Io... Stavo solo...» balbettò lei. La donna aggrottò le sopracciglia. 
«Non importa. Sono venuta a dirle che il vostro bagno è pronto.» 
«Io non...» iniziò lei. La donna aveva la brutta abitudine di interromperla a metà frase. 
«Non importa. Di nuovo. Vi prego di seguirmi.» disse alzando i tacchi e uscendo dalla stanza. Selena si affrettò ad alzare il vestito alle ginocchia e a correrle dietro. Per essere così anziana va veloce... , pensò la ragazza. La donna entrò in una porta dorata dalla quale usciva parecchio vapore. Entrò anche lei e trovò una gigantesca vasca da bagno ad aspettarla, colma di latte. 
«Un bagno di latte? Per me?» chiese emozionata. Non avevano certo badato a spese. 
«Soltanto le principesse e le regine elfiche si permettono un simile lusso...» mormorò infine lei. 
«Siete voi la principessa elfica di questo castello, Selena. Morzan ha espressamente ordinato di prepararvi al meglio per il suo ritorno.» disse la donna avvicinandosi e iniziando a svestirla. 
«E perché?» domandò sentendo le guance andarle a fuoco, forse per il vapore o forse per la vergogna. 
«Quando tornerà vi sposerete.» La donna si allontanò di pochi passi da lei e la squadrò dall’alto in basso. Il riflesso di Selena fu quello di coprire le sue nudità, ma si trattenne. Rimase immobile ad arrossire ancora di più. 
«Allora? Ci facciamo questo bagno o no?» disse la donna prendendola per un braccio e immergendola nel latte caldo. Iniziò a sfregarla su tutto il corpo con una spugna ruvida, stando attenta a non passare sul suo ventre. «Da quanto tempo siete in viaggio, mia Signora?» chiese la donna anziana massaggiandole le spalle. «Ecco... più o meno da quattro mesi...» 
«E il bambino è li da quattro mesi?» 
«Tre e mezzo, per la precisione.» mormorò lei. La donna espirò sonoramente. 
«Dovete pregare giorno e notte i vostri Dèi perché diate alla luce un maschio. Morzan non accetterà mai una bambina...» disse la donna. Selena avrebbe voluto morire in quel momento.
 
  
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