Salve a
tutti.
Vi propongo una fan fic
strana e diversa partendo dalla domanda: “E se Hinata non fosse quello che tutti
credono?”
Questo capitolo è una
specie di prologo, mi serve per spiegare un po’ la situazione e per avviare la
fan fic.
Dal prossimo capitolo le
cose si faranno più interessanti.
Fatemi sapere cosa ne
pensate, così capisco se posso continuarla, se ne vale la
pena.
Buona
lettura.
Tutti
conoscevano l’Hinata timida, silenziosa e quasi
invisibile.
I ninja di
Konoha credevano che l’Hinata poco coraggiosa e senza grinta fosse quella
vera…
Si
sbagliavano.
Hinata era
anche altro…
La
giornata era finita.
Hinata
Hyuga poteva finalmente tornare se stessa, poteva togliersi le finte spoglie che
aveva assunto come sempre durante tutto il giorno. Era stufa di quel vestito
così largo e imbottito, di quei capelli piatti che le ricadevano coprendole un
po’ il viso, di quello sguardo assente e imbarazzato. Eppure doveva per forza
assumere quell’aspetto pacifico da brava ragazza durante la giornata, faceva
parte del patto stipulato con la sua famiglia anni addietro. Il ricordo del
giorno del patto le balzò alla mente:
Circa sette anni addietro in casa
Hyuga…
- Hinata! Si può sapere dove credi
di andare così conciata?
La bambina aveva indossato una
gonna viola corta simile a quella di Ino e una canottiera sbracciata.
- Ma padre guarda che sono tutte
così conciate! Esclamò la giovanissima Hyuga;
- Ma tu non sei una qualunque delle
tue compagne d’accademia! Quante volte te lo devo ripetere che dobbiamo
mantenere l’immagine sobria della nostra famosa casata?! Vatti a
cambiare!
Una sera…
- Padre posso chiederti una
cosa?Chiese Hinata;
- Certo cara, dimmi
pure.
- Riguardo al mio
travestimento…
- Cosa c’è che non va? Devo stare a
ripeterti un’altra volta il perché ti devi vestire e atteggiare in una
determinata maniera?! Esclamò il padre stanco e
irritato;
- Ma no padre…è solo che…ecco e se
mi lasciassi fare quello che voglio solo la sera? Andrò dove gli altri non mi
vedono ma sarò me stessa…
- Ma figlia mia è così importante
per te?
- Certo padre…voglio provare ad
assaporare un po’ di giovinezza almeno la sera se non posso di
giorno…
- Solo la
sera?
- Sì…di giorno sarò me
stessa…
Lo Hyuga riflettè e
acconsentì:
- Vedi di non farti
scoprire…altrimenti dovrò prendere seri provvedimenti…
- Grazie
padre…
- Ed
eccomi qui…pronta a trasformarmi nella vera Hinata…sussurrò la
Hyuga.
La vera
Hinata indossò una canottiera attillata e corta che le lasciava scoperta la
pancia; tolse i pantaloni pesanti e mise una gonna scozzese corta. Indossò gli
stivali neri, mise la matita nera ed un rossetto rosso; scostò i capelli dal
viso con delle forcine e li scompigliò un pochino rendendoli più voluminosi.
Prese alcuni braccialetti da un cassetto e li mise al polso
sinistro.
Tolse la
sacca che conteneva l’equipaggiamento ninja dal completo di prima e la allacciò
nella gamba destra.
Hinata
quando ritornava se stessa diventava anche una ninja più grintosa e agguerrita;
non aveva paura di niente.
Si osservò
per un attimo allo specchio e annuì abbastanza soddisfatta.
Senza
pronunciare parola uscì dalla sontuosa casa guardando di sfuggita i suoi che
ormai ci avevano fatto l’abitudine a vederla uscire di sera e tornare a chissà
quale ora della notte.
Hinata
cominciò a correre. Le piaceva quell’aria primaverile.
Conosceva
Konoha benissimo più di un qualsiasi ninja normale, dato che usciva sempre di
notte e ogni volta cambiava meta.
Quella
sera aveva appuntamento appena fuori da Konoha con alcuni ninja che come lei
vivevano la notte. Erano giovani che aspiravano all’indipendenza totale e che
non volevano farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
Tutte
gente stravagante e sicura di sé.
Hinata si
sentiva come se potesse spaccare il mondo in quel gruppo di amici della
notte…poteva fare quello che voleva e come voleva…
La notte
era tutta per lei e per quelli come lei con sete di
vendetta.
Hinata
arrivò a destinazione.
- Ehi è
arrivata HI!
I ninja
della notte la chiamavano così.
- Ciao
raga! Che si fa oggi?
-
Mah...pensavamo di andarcene per un po’ da Konoha, che dici? Le disse una
ragazza dai capelli neri lunghissimi.
Il gruppo
di cui faceva parte Hinata trascorreva il tempo facendo scherzi di nascosto agli
abitanti di Konoha, perché questo li faceva sentire soddisfatti.
Facevano
scherzi soprattutto a persone che li trattavano male durante il
giorno.
Ma questa
volta era diverso: il gruppo se ne sarebbe andato.
- Andar
via? Chiese Hinata accigliata;
- Certo.
Abbiamo intenzione di partire questa sera stessa, tanto nessuno ci aspetta qui.
Nessuno si accorgerà della nostra presenza.
Hinata non
si aspettava quella proposta.
Cosa
avrebbe detto a suo padre?
Si era
fatta pensierosa.
- Che ti
succede Hi? Chiese il ragazzo dai capelli a spazzola.
- No
niente.
- Che è
sei preoccupata? Hai paura di lasciare i tuoi che ti costringono a vivere una vita dannata?
Chiese sarcastica Hika la ragazza dai capelli neri.
Hika la
stava deridendo. Aveva ragione.
Lei si
stava preoccupando per delle persone che la trattavano come un
giocattolo.
“Perché
rimuginare?”
- Ti
sbagli. Aggiudicato. Si parte. Disse seria.
I ninja
della notte attorno a lei risero contenti.
Sarebbero
andati via.
Fuori da
quel villaggio che non li voleva. Almeno questo era quello che penavano
loro.
- Dove?
-
Mah…
- Raga che
ne dite di dirigerci verso Suna?? Chiese Fuji, un altro componente del gruppo
dai capelli ricci:
Ci fu
silenzio.
Suna era
lontana.
La vera
Hinata aveva l’occasione di uscire dal villaggio che l’aveva fatta avvilire per
anni e non voleva lasciarsela scappare.
Fu lei a
prendere parola per prima.
- Va
benissimo, per giunta è lontana. Ragazzi è la nostra occasione!
Esclamò
prendendo una sigaretta che le aveva appena offerto Haki.
Tirò una
boccata mentre aspettava che gli altri parlassero.
Fumare la
rilassava.
Era
diventato un vizio, oramai. Erano anni che fumava di
nascosto.
I suoi non
lo sapevano. Non lo dovevano sapere.
La vera
Hinata faceva e pensava delle cose che nessun abitante di Konoha si sarebbe mai
immaginato.
Altro che
ragazza debole.
La vera
Hinata aveva coraggio da vendere.
-
Aggiudicato, si parte per Suna!
I ragazzi
della notte partirono.
Quattro
ombre scure che correvano silenziose.
A vederli
da fuori facevano paura, così diversi, così cupi.
Era stata
la società piena di pregiudizi in cui vivevano a farli diventare così schivi e
incattiviti…
Eramo
state certe persone ignoranti a creare problemi ai giovani come Hinata che non
vedevano l’ora di vendicarsi.
Suna
rappresentava la loro grande occasione di libertà ed
indipendenza.
Sicuramente avrebbero fatto quello
che gli era vietato fare.
Si
sarebbero fatti sentire…
Vedevano
Suna come la loro salvezza.
Un punto
luce.
Il posto
dove si sarebbero riscattati…
Al prossimo capitolo, se
volete, ciao a tutti,
terrastoria