Un imprevisto... Mostruoso.
“... Ovviamente aveva ragione. Quel
Ron Weasley era stato più che bravo ad inquadrarla: un incubo, ecco
cos'era.
«Sono
stata una stupida! Aia!» aveva
dato un calcio al water, forse si era rotta un dito.
D'altronde era così da sempre, anche
alla scuola babbana: una secchiona incapace di divertirsi; si era
illusa che Alice, Jane Eyre, Catherine
e tutti gli altri personaggi dei suoi adorati libri fossero amici
migliori di quegli scimpanzé dei suoi compagni. Eppure la sera prima
di addormentarsi non poteva ignorare la tristezza e la solitudine che
la attanagliavano.
Era
convinta che sarebbe stata sola per sempre, ne era stata certa fino
all'arrivo della lettera da Hogwarts: ci credette subito, era sempre
stata una ragazzina sveglia e intelligente ed era sicura che le cose
che faceva dovevano essere, in qualche modo, spiegabili
razionalmente!
Beh
per lei, oltre ad essere un grandissimo onore, era l'occasione per
ricominciare, per essere nuova.
Aveva
sperato di poter essere una persona diversa, si era ripromessa di
impegnarsi ad essere più aperta, meno rigida.
Ma
aveva fallito, il ruolo di so-tutto era talmente incollato al suo
essere che non era riuscita a staccarselo di dosso: ai suoi occhi era
tutto così
interessante,
non poteva non
desiderare di conoscere, così come non poteva ignorare le cose che
già sapeva. Proprio perché era una persona intelligente aveva ben
chiaro la differenza tra giusto e sbagliato e le sembrava da stupidi
non farlo capire agli altri.
Ok,
ok forse i miei modi non sono il massimo, ma cosa vogliono?! Io ci
provo, ci metto tutta me stessa, ma non si impara sui libri come
stare in mezzo alla gente. Si
disse.
Era
chiusa in quel cubicolo maleodorante a piangersi addosso da tutto il
giorno e le cose non sarebbero certo migliorate se continuava a
scappare.
Perché
diavolo quel cappello mi ha messa a Grifondoro? Il mio posto sarebbe
stato in una Casa per smidollati. Non sono in grado neanche di
affrontare me stessa.
Rimase
in silenzio per un po' ad ascoltare i suoni sinistri del castello.
Si
chiese che ora fosse, fuori il cielo era nero e la pioggia sferzava
le finestre del bagno delle ragazze.
L'improvviso
rumore della porta che si apriva e richiudeva la riscosse.
Basta
Hermione, prendi in mano la situazione! Puoi farcela.
Spalancò
la porta del cubicolo con un espressione risoluta, ma quasi
immediatamente la sua faccia fu deformata dalla paura.
Quello
che si ritrovò davanti non era, come aveva pensato, un'altra
studentessa, ma un enorme mostro puzzolente.
Era
paralizzata dal terrore. ...”
“...
Incredibile.
Assolutamente
incredibile.
Aveva
mentito, mentito
spudoratamente,
a degli insegnanti.
Ma
la cosa più incredibile non era il fatto in sé, la cosa veramente
sconcertante era la sua totale convinzione che quella fosse la cosa
migliore che avesse mai fatto!
Mi
hanno salvata!
Si
sono accorti che non c'ero, sono venuti a cercarmi e poi hanno
rischiato l'osso del collo per salvarmi!
Non
riusciva a spiegarselo, non erano quei due che più di tutti
le avevano fatto capire quanto la sua presenza fosse tutt'altro che
piacevole?!
Forse
li aveva malgiudicati...
Aveva
deciso, avrebbe messo da parte i suoi pregiudizi e li avrebbe
ringraziati.
La
sala comune era ghermita di ragazzi in maschera che festeggiavano,
quindi decise di aspettarli accanto all'ingresso in modo da
intercettarli prima che si mischiassero alla folla o non li avrebbe
più ritrovati.
Hermione,
calmati! Non
era così agitata nemmeno prima di un esame.
Udì
il ritratto della Signora Grassa scattare, il cuore le galoppava
all'impazzata.
Quando
se li trovò di fronte sentì le guance imporporarsi e lo stomaco
stringersi.
«Grazie!»
Le
labbra di tutti e tre si erano mosse in sincrono.
Si
sorrisero impacciati abbassando in continuazione lo sguardo.
Dopo
qualche istante, o forse un po' di minuti, Harry indicò il buffet
con una mano: Ron partì di corsa seguito a ruota dagli altri due,
abbattere un mostro di montagna gli aveva messo un certo appetito.
Dopo
essersi riforniti di pietanze riuscirono a farsi strada fino ad un
angolo vuoto.
Mangiarono
in silenzio scrutandosi di tanto in tanto, ma Hermione sentiva una
strana elettricità scorrere tra loro, qualcosa che non aveva mai
provato prima, un'emozione che solo una cosa sa provocare: la
compagnia dei veri amici! ...”
Nda:
Finalmente
mi sono decisa a riguardare questo estratto sull'episodio del troll
di montagna.
Lo
avevo scritto un bel po' di tempo fa per un concorso indetto da una
meravigliosa pagina di facebook che purtroppo ora è stata chiusa.
Subito
dopo averlo scritto ho iniziato The
beginning of a magical adventure e infatti credo che chi ha letto
i primi capitoli non faticherà a trovare gli spunti che ho rubato a
questa storia!
Con
affetto.