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Autore: AlexisLestrange    26/09/2012    4 recensioni
La leggenda narra che la Ninfa Eco, una delle Oreadi che vivevano sulle montagne,
era solita parlare e cantare molto. La sua attitudine maliziosa scatenò l'ira della dea
Era, che la punì, togliendole la voce, permettendole solo di ripetere l'ultima sillaba
delle parole che le venivano rivolte...
Dedicata a Sedra Starr, la mia prima e unica Bitchester.
DISCLAIMER: Il titolo è ispirato all'omonima canzone dei Nightwish.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural - Season ½'
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«Ma che diavolo...?» boccheggiò Dean, stupefatto.

La voce della fanciulla arrivava fino a loro, forte, sicura, e terribilmente dolce. Ethan la
guardava con un sorriso disarmante sul volto, ma Sedra teneva lo sguardo alto, mentre
cantava, muovendo lentamente le labbra.

«È lei? Sedra? La figlia del demone?» sussurrò Leanne, distogliendo lo sguardo dalla scena
per voltarsi verso Dean, che annuì. «Ma non era muta?»

Quello girò a sua volta la testa verso Sam. «Già, non era muta?» ripetè, con una punta di
sarcasmo.

«Io... non capisco» mormorò lui, socchiudendo gli occhi come per visualizzare meglio la
scena. Che cosa aveva ridonato la voce alla ragazza? Cosa le era successo? Perchè non era
possibile che per tutto quel tempo lei avesse saputo parlare, non dopo tutta la fatica che
avevano fatto per comunicare, quel giorno, quando le aveva chiesto aiuto per gli
acrostici...

Come in un lampo, gli tornò in mente la loro conversazione. Sedra davanti a lui, chinata
sul libro di mitologia, i lunghi capelli neri che le scivolavano davanti mentre voltava le
pagine alla ricerca di qualcosa... già. Ma cosa?

Fu un attimo. La sirena. Il canto. La poesia con il suo nome, Sedra. Com'era?

Silenziosamente estranea al docile e dolce richiamo amoroso.

«Estranea!» bisbigliò eccitato, e gli altri due si girarono di scatto a guardarlo, sorpresi.
«Sedra è estranea al richiamo... è estranea al canto! Non è lei a cantare!»

«Ma di che accidenti...?» cominciò Dean, aggrottando le sopracciglia, ma Sam lo zittì,
guardandosi attorno. Seguì lo sguardo della fanciulla, che puntava verso l'alto, ed esaminò
le cime degli alberi, e infine lo vide. Una massa scura ed informe di fumo nero, che si
addensava tra i rami di un larice.

«Dean, è lei! Il demone! É lei, Eco!» esclamò.

Probabilmente parlò a voce troppo alta, o forse fu colpa di Dean, che trattenne
rumorosamente il respiro, o forse ancora di Leanne, che fece un passo indietro, spezzando
un ramo.

Il canto s'interruppe bruscamente. Sedra aprì e chiuse la bocca invano, prima di accorgersi
che c'era qualcosa che non andava, e si voltò di scatto: nel vederli, spalancò gli occhi neri.

«Sedra!» fece Ethan, preoccupato: seguì il suo sguardo, vide il gruppetto ai piedi
dell'albero, ed aggrottò le sopracciglia nel riconoscerli. «Cosa ci fate, voi, qui?»

Leanne fece un passo avanti per raggiungerlo, ma Dean la bloccò con un braccio. Il suo
sguardo, come quello di Sam, erano fissi sulla sagoma scura immobile sulla cima
dell'albero.

Quello che pareva fumo si agitò, e prese una forma incredibilmente umana, come di una
fanciulla a cavalcioni su un ramo, che voltò la testa verso di loro.

«Attenti!» ringhiò Dean, ma fu troppo tardi: in una scia rapidissima, Eco si gettò verso di
loro, attraversò i fitti rami, si ricompose, simile come uno sciame di api, oltrepassò Sedra
ed Ethan, si gettò verso Sam e Dean, che si abbassarono istintivamente, e prese in pieno
Leanne, che cadde a terra.

«Leanne!» gridò Ethan, correndo verso di lei.

La ragazza si alzò lentamente da terra, si scostò i lunghi capelli biondi dal viso, poi alzò la
testa e aprì gli occhi. Erano completamente neri.

Leanne fece un sorriso storto e camminò verso di loro, che indietreggiarono lentamente.

«E' amore, ciò che vuole» fece Sam, il fiato mozzo.

«Buono a sapersi» ribattè Dean sarcastico, senza perdere d'occhio la ragazza.

Leanne si voltò di colpo verso di lui. Il sorriso si fece ancora più largo, poi, neanche un
istante dopo, con una spinta gli si gettò addosso. Dean sentì le sue braccia stringerlo con
una forza inaudita, e mentre cercava di liberarsi dalla stretta, le labbra di lei andarono a
cercare le sue, e senza lasciargli neppure prendere fiato, lo baciò.

Fu qualcosa di grottesco e bizzarro al tempo stesso: il demone aveva una forza ed una
passione fuori dal comune, e mentre le labbra di Leanne si muovevano nelle sue, sentiva
le sue mani stringerlo, passargli con veemenza tra i capelli, accarezzarlo, stringerlo.

A Dean parve di soffocare. Sentì qualcuno -probabilmente Sam- gridare, poi qualcosa colpì
Leanne, che lasciò la presa, e ne approffitò per allontanarsi di scatto, tossendo e
ansimando.

La ragazza parve furibonda. Alzò lo sguardo verso Sam, il respiro corto, fece un passo
verso di lui, e proprio mentre stava per alzare le mani per mandarlo a sbattere da qualche
parte, venne interrotta dalla voce di Ethan.

«Lascia stare mia sorella!» esclamò, arrabbiato.

Leanne inclinò il viso per guardarlo, sogghignò, poi rovesciò bruscamente la testa
all'indietro e il demone ne uscì di corsa, lasciando che la ragazza cadesse nuovamente a
terra, priva di sensi.

Eco rimase sospesa in aria per un attimo, poi si lanciò contro Sedra, che si raggomitolò su
sé stessa, spaventata, ma successe qualcosa di strano: invece di possederla, si limitò a
circondarla, girandole attorno, come alla ricerca di uno spiraglio per poter passare.

«Fammi entrare!»

La voce di Eco suonò stridula nel bosco.

Sedra si raddrizzò, e sollevò lentamente la testa, le pupille che saettavano in una direzione
e nell'altra, come alla ricerca di un volto da guardare negli occhi.

«Fammi entrare, figlia mia, ti darò ciò che vuoi!»

Sedra si fermò, ed esitò appena. Il suo sguardo corse a Ethan, che la osservava
stupefatto, gli occhi azzurri spalancati in un genuino stupore.

«Non farlo, Sedra!» esclamò Sam, intuendo troppo tardi quello che stava per succedere.

La fanciulla spalancò la bocca, ed Eco le si gettò dentro, rapidissima, fino a scomparire del
tutto. Sedra barcollò appena, poi rialzò lo sguardo, e quando aprì gli occhi, erano
completamente neri.

Mosse qualche passo verso Ethan, ma per qualche motivo non pareva così sicura come lo
era stata Leanne: tremava, camminava in una strana maniera, quasi trascinandosi.

Raggiunse il ragazzo, che rimase perfettamente immobile, osservandola con il suo sguardo
chiarissimo. Sedra alzò una mano per accarezzarlo, e qualcosa come un sorriso incurvò il
labbro di Ethan. La fanciulla avvicinò il volto al suo.

«Sedra, non farlo! È tuo fratello!» gridò Sam, in un ultimo, disperato, tentativo.

Lei parve bloccò per un attimo, trattenendo il fiato, poi, lentamente, si avvicinò ancora ad
Ethan, una mano ancora sul suo viso, e sovrappose la sua guancia bianca alla sua. Battè
gli occhi, che ripresero il loro colore naturale, e dischiuse le labbra. Una sola parola ne
uscì.

«Ora.»

Ethan fece d'un tratto un balzo all'indietro, alzò lo sguardo con una sorprendente fierezza, ed
osservando Sedra, che era rimasta immobile, al centro della radura, nonostante tremasse
chiaramente, cominciò a parlare, a voce alta.

«Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanica potestas...»

«Cosa?» boccheggiò Dean, che non sarebbe potuto essere più stupefatto, ma non c'era
tempo per meravigliarsi: con un grido, Sedra era caduta a terra, gli occhi di nuovo
nerissimi, e si dimenava sull'erba, rabbiosamente.

«...omnis incursip infernalis adversarii, omnis legio, omnis congregatio et secta
diabolica...»

Ethan continuava, senza la minima esitazione, fissando negli occhi Sedra, e nonostante
non ci fosse traccia di soddisfazione nel suo volto insolitamente pallido, non si fermò.

«Ab insidiis diaboli, libera nos, Domine. Ut Ecclesiam tuam secura tibi facias libertate
servire, te rogamus, audi nos.»

Sedra gridava, e le sue grida riecheggiavano in tutta la foresta, forti, terribili. Gli occhi neri
erano spalancati, e pareva che Eco stesse facendo di tutto per rimanere dentro il corpo
della fanciulla. Sprazzi di fumo le entravano e uscivano dalla bocca, simili ad artigli che
cercavano disperatamente un appiglio.

«...Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus, audi nos!»

Sedra spalancò la bocca più che mai, cadde di lato, si raggomitolò e parve vomitare fuori il
fumo nero, che venne risucchiato dall'alto, per poi sparire; infine, priva di forze, si lasciò
cadere al suolo.
   
 
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