E' difficile ripredere la penna in mano, ricominciare a raccontarsi ad un foglio di carta dopo tanto tempo. E' strano... Fisso il foglio, ci affogo dentro: com'è tutto uguale, intatto, aspetta solo che, con la mia orribile grafia gli racconti qualcosa. E ho l'ansia. Un tempo non era così, neanche lo guardavo e subito cominciavo a mettere giù parole su parole, tante parole. La mia fantasia poi dev'essere morta. Senza che io me ne accorgessi, lentamente, lentamente, è andata via, e mi ha lasciata vuota e bianca come il foglio. Io e lui mi rendo conto siamo fratelli in questo momento, e tutti e due aspettiamo; aspettiamo che qualcuno ci sriva sopra qualcosa, ma da soli restiamo bianchi, anonimi, ma comunque pieni di speranze, aspettative: saranno disattese? chissà! purtroppo non dipende da noi... Io però non voglio essere un foglio bianco, allora la smetterò di guardarlo, mi sposto in terrazza così vedo qualcosa di vivo, anche se c'è solo una stradina poco trafficata...Alzo su le serrande, è sera. Come apro la finestra il rumore della città mi frastuona. Prima era così tutto silenzio..Com'è possibile?? Ed il mondo subito mi fa sorridere, anche solo da spettatrice non è male, così variabile, così pieno di errori, difetti, irregolarità: è unico. , eppure quella che vedo è solo una piccola porzionedi mondo, un marciapiede grigio, un palazzo grigio e delle macchine grigie, un clacson lontano che suona, un ambulanza e il vento, una donna che parla a alta voce con la vicina. Dietro tutto questo ci devono essere cose molto più belle! se mi piace questa strada, quanto posso amare allora il mare, i deserti, la piazza, la folla, la sabbia e il sole, il divano o la corsa?? Tantissimo, più ci penso, più amo il mondo. ma allora cosa aspetto?? chgiudo il computer e vado a conquistarlo