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Autore: Ashlein    26/09/2012    0 recensioni
“Oltrepasserò il limite oltre il quale nemmeno Lord Voldemort ha saputo spingersi.”
Sono passati quasi venticinque anni dalla scomparsa di Lord Voldemort, anni di fatiche ed impegno per il Mondo Magico, costretto a risorgere dalle sue ceneri. Mentre il dolore e la disperazione dei tempi appena trascorsi rieccheggiano ancora nelle menti e nei cuori dei sopravvissuti, la pace duramente conquistata pare essere messa nuovamente in pericolo: un Erede del Signore Oscuro comincia la sua scalata al potere, ripercorrendo i passi del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi, disseminando lungo il suo cammino morti e torture. L'Erede verrà aiutato ed affiancato da una figura misteriosa, ultimo membro di una delle famiglie più antiche e potenti, creduta ormai estinta da oltre settant'anni. Il panico ed il caos sono pronti a sconvolgere nuovamente il popolo magico, portando un'ennesima lotta estenuante: chi l'avrà vinta stavolta?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Più contesti
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L'Erede

Oltrepasserò il limite oltre il quale
nemmeno Lord Voldemort ha saputo spingersi.”


[1. Dejà-vu]

 

Little Hangleton, 31 Agosto 2022

 

Il cielo era pece quella notte. Nubi spesse oscuravano le stelle e la luna, mentre una leggera nebbiolina scendeva sulla cittadina di Little Hangleton; nessuno avrebbe pensato di trovarsi nel pieno dell'estate quella notte, se solo il caldo non fosse stato così asfissiante.
Per le stradine lastricate della cittadina babbana, qualche giovane ubriaco camminava barcollando alla ricerca della propria casa, ma di altre persone non v'era l'ombra: la nebbia aveva spaventato tutti e, come i topi si nascondevano nelle proprie tane al minimo segnale di pericolo, anche gli abitanti s'erano barricati all'interno delle loro accoglienti abitazioni luminose.
L'assenza di possibili testimoni non poteva che avvantaggiare l'ombrosa figura che camminava a passo slanciato su per un pendio, poiché la sua meta era tanto insolita, quanto proibita, ed era di massima importanza passare inosservato; per quanto disprezzasse i babbani con ogni cellula del suo corpo, doveva ringraziare il loro legame con le antiche leggende, poiché senza quella che aleggiava sulla famiglia Riddle, la casa non sarebbe stata ancora lì.
Erano passati quasi venticinque anni dalla scomparsa del Signore Oscuro, eppure il suo ricordo era ancora vivido nei cuori di tutti, sebbene fosse un argomento di cui non si amava parlare; la maggior parte dei suoi antichi possessi era stata distrutta dai fanatici o adeguatamente nascosta e protetta, ma non la casa dove s'apprestava ad entrare e dove visse il padre di quello che lui considerava il più grande Mago mai esistito. Fino ad ora.
Quella villetta un tempo era stata evidentemente una costruzione lussuosa, elegante, così distaccata dalla rudimentalità delle altre casette, ora modernizzate per la maggioranza; chiunque l'avesse costruita doveva essere stato un architetto molto abile, poiché lui la vide quella notte quasi completamente intatta, mancante solo dei vetri alle finestre e di poche tegole. L'edera, che serpeggiava lungo tutte le pareti esterne, contribuiva a mantenere un'aria spettrale attorno alla costruzione, non smentita dalla presenza del cimitero di famiglia nei dintorni, ma lui non era il genere di persona facilmente impressionabile: aveva pensato accuratamente ai rischi che avrebbe corso nell'avventurarsi sin lì, ma infine aveva convenuto con sé stesso che il gioco sarebbe valso la candela.
Oltrepassò la soglia, spingendo il battente della porta cigolante con una mano grande e pallida, e s'inoltrò nell'atrio stretto e corto.
« Lumos ».
La punta della sua bacchetta s'accese al suo comando e gli illuminò la via che doveva seguire. Un pizzico d'emozione gli ribollì il sangue nelle vene quando realizzò di trovarsi nel luogo in cui il Signore Oscuro aveva operato di nascosto per risalire al potere, ma fu solo un attimo, uno zampillo che si spense immediatamente: aveva uno scopo da raggiungere, doveva pensare a quello.
Nel salire le scale per giungere al piano superiore, lentamente il suo cuore tornò a battere regolarmente e la freddezza si impossessò di nuovo delle sue membra; la scalinata fu breve, per fortuna, perché ad ogni passo gli scalini avevano scricchiolato sinistramente e lui avrebbe preferito evitare un volo improvviso al piano inferiore.
La bacchetta, puntata dinnanzi a sé sprigionava il fascio di luce che illuminò la porta della stanza che gli interessava, di cui aveva sentito parlare e di cui aveva letto sino ad averne la nausea. Era in quella stanza, in quel salotto con ancora tutti i mobili al loro posto, che il Signore Oscuro aveva giaciuto nella sua forma neonata, accerchiato dai fedeli Mangiamorte e da Nagini.
Entrò in quella stanza e la prima cosa che vide fu uno specchio. La superficie era ricoperta da uno strato spesso di polvere, accumulata negli anni, e lui non si sarebbe azzardato a pulire se non fosse stato necessario; per la prima volta nella sua vita, si ritrovò a spolverare uno specchio, per ricreare la stessa atmosfera che doveva esserci stata un tempo.
L'oggetto riflesse il suo volto pallido, dai lineamenti affilati ed eleganti, con ancora una lieve traccia infantile che denunciava in modo palese la sua giovane età; la luce della bacchetta donava una sfumatura demoniaca al suo volto, rendendolo del tutto simile ad un fantasma.
Si volse con calma a guardare una poltrona in particolare, l'unica di tutta la stanza, posizionata accanto al camino spento e zeppo di ragnatele.
S'avvicinò a quella poltrona, la sfiorò con una mano da pianista e poi vi si sedette con eleganza; da lì osservò la stanza.
Un ghigno si dipinse sul suo volto e solo un pensiero rimbalzava nella sua mente. Oltrepasserò il limite oltre il quale nemmeno Lord Voldemort ha saputo spingersi.


Abbiamo tre morti a Little Hangleton, è richiesta la tua presenza....
Quelle fredde parole rimbombavano violentemente nel cervello del Bambino Sopravvissuto; i capelli brizzolati non erano stati domati dal tempo e sorgevano scomposti sul suo capo chino verso la strada che stava percorrendo. Vedeva in lontananza le figure dei suoi colleghi Auror, ma il suo sguardo era dolorosamente attirato verso quella casa. Aveva sperato di non doverla rivedere mai più, di non sentire un'altra volta parlare di morti d'Anatema che Uccide, invece ora si ritrovava a dover giungere sul luogo di un delitto magico; mentre camminava nel cuore della notte, un velo di timore era calato su di lui, alimentato dalla sua mente che si ritrovava a vivere un triste dejà-vu.
Non sapeva per quale motivo si sentisse in quel modo, dopotutto quella poteva essere l'opera di un pazzo, ma la cicatrice prudeva in modo fastidioso e non l'aveva più fatto da quel giorno di quasi venticinque anni fa, quando Lord Voldemort era stato definitivamente sconfitto. O almeno così tutti avevano creduto e lui stesso sapeva di aver fatto tutto ciò che doveva fare per far sì che lui non tornasse alla vita un'altra volta. E allora perché quella spiacevole sensazione alla bocca dello stomaco?
« Oh, Harry, finalmente sei arrivato... » lo accolse Ronald Weasley, il suo migliore amico.
Ron affiancò Harry come tante volte aveva fatto nel corso della loro vita ed i due ritrovarono anche Hermione Granger, che aveva dovuto presenziare come Capo del Dipartimento della regolazione della Legge Magica, ed un loro vecchio conoscente, Kingsley Shacklebolt, attuale Ministro della Magia, con il suo vice, Percy Weasley.
Vedendo come Hermione tenesse la mano del marito, Harry sentì per un momento il bisogno di aver Ginny al suo fianco, ma sua moglie non era né un Auror né un membro del Ministero e lui doveva cavarsela da solo...cosa in cui non era mai stato particolarmente bravo. Però aveva i suoi due miglior amici accanto e quello era l'importante.
Avanzarono verso l'interno della casa. I cadaveri erano riversi al suolo del piano inferiore: chiunque fosse stato doveva averli colpiti dall'alto o dal lato opposto dell'entrata. Harry si trovava spesso in difficoltà quando aveva di fronte dei corpi, ma quella sera lo fu ancora maggiormente: quella sensazione di disagio e di paura non accennava a svanire e la cicatrice prudeva sempre di più.
Il Bambino Sopravvissuto non si soffermò a lungo su quel piano, salì a quello superiore con lentezza e con angoscia immane: ad ogni scalino si sentiva sempre più vicino ad un passato che aveva sepolto con fatica e che ora sembrava pronto a tornare in superficie in un colpo solo, rendendo inutile tutto il suo lavoro passato.
Raggiunse la stanza che ricordava come se fosse ieri e vi entrò, spingendo la porta con calma. Sussultò nel vedere la sua immagine riflessa nello specchio e per un attimo sorrise dell'espressione tesa e spaventata che lo faceva somigliare in tutto e per tutto ad un bambino.
Harry Potter...ti ucciderò...
Una voce nella sua testa lo bloccò sulla soglia. Si volse di scatto da un lato e dall'altro della stanza, la bacchetta pronta a colpire, il cuore in gola. Quella voce...
«Harry?».
Sussultò di nuovo e si volse, puntando la bacchetta in viso ad Hermione, che lo fissava preoccupata: aveva un sopracciglio inarcato, come suo solito e gli occhi marroni erano penetranti come sempre.
«Cosa succede?» gli chiese, guardandosi intorno e rabbrividendo a sua volta.
«Io...» cominciò Harry, ma poi cambiò idea e scosse il capo «Nulla, solo non mi piace questo posto.».
«E a chi piace?»replicò Hermione, sarcastica.
Harry sorrise pallidamente ed evitò il suo sguardo, cercando qualche indizio nella stanza: se lei lo avesse guardato ancora, avrebbe capito che mentiva, ne era sicuro.
Quella notte si concluse tutto con un nulla di fatto: l'unico segno del passaggio dell'assassino era al piano superiore, dove lo specchio era stato pulito dalla polvere, ma nessuna impronta digitale.
Quello pareva proprio un caso che s'apprestava a non trovare mai e poi mai una soluzione.


"Ad ogni modo ora mi sto appassionando alla scrittura di nuove storie mie, quindi ciò mi porterà ad allontanarmi da EFP per un po'. Ma tornerò, ne sono sicura."
[cit del 20 Dicembre 2010]

Effettivamente, sono passati quasi due anni dall'ultima fanfiction che ho postato qui su EFP ( ovvero King and Queen...Love or Duty) però è anche vero che, come avevo preannunciato, sono tornata, con un'altra creazione su Harry Potter nata circa sei mesi fa e su cui sto lavorando anche ora (sono al capitolo 18 in effetti e prevedo sarà abbastanza lunghetta).

Parlando del capitolo per non tediarvi oltre con la mia ingombrante presenza, credo che all'incirca la lunghezza dei prossimi sarà più o meno così: so che sono brevi rispetto ai miei soliti, ma mi trovo meglio a concentrare poche cose insieme facendo più capitoli, piuttosto che rinchiuderne tante in meno e finire per fare confusione o annoiare.
L'idea è di postare un capitolo a settimana, ma potrei anche esagerare e postarne due qualora l'attesa divenga troppo lunga per i lettori (e spero veramente di attirare qualcuno così tanto da desiderare di leggere il prima possibile, come capita a me con le storie che mi piacciono).
Come avrete letto, penso, dagli avvertimenti che ho scelto e dal capitolo, l'ambientazione è quella post - Guerra Magica ed i personaggi saranno praticamente quasi tutti quelli della nuova generazione, più alcuni di mia personale inventiva, ovviamente. Non mancheranno, però, apparizioni anche dei vecchi personaggi, che potrebbero avere più di un ruolo importante nello sviluppo della storia.
Premetto che non sempre terrò conto della trama dei libri (per quanto rispetti e veneri il lavoro di zia Row), ma sgarrerò solo in piccoli dettagli, senza assolutamente stravolgere gli eventi già scritti che tutti noi conosciamo.
Nel prossimo capitolo posterò una lista dei personaggi che mano a mano riproporrò aggiornata, così da potervi aiutare meglio a memorizzarne i nomi (almeno di quelli nuovi).
Penso di aver detto tutto, più o meno, al massimo aggiungerò nei prossimi capitoli qualora mi sia persa qualcosa (come probabile dato che il mio unico neurone spesso e volentieri impazzisce e mi pianta in asso la sera).

In conclusione, a chiunque sia arrivato sin qui senza premere la X rossa in alto, prego davvero di lasciare una piccola recensione, sia negativa, che positiva, così da incoraggiarmi a continuare, magari aiutarmi a migliorare oppure anche a scoraggiarmi a proseguire nel postare altri capitoli, qualora il lavoro non sia di gradimento. Sono una persona che apprezza sia i complimenti, che le critiche, poiché anche attraverso quelli si matura e ci si perfeziona.

Auguro una buonaserata a tutti,
Ginny.


 

  
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