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Autore: LyraB    26/09/2012    2 recensioni
Kailey è all'ultimo anno. Ha i capelli rossi, una terribile insicurezza, una fervida immaginazione... e una migliore amica di nome Jo. Jo è vitale, energica e intraprendente. È solo al primo anno, ma non ha paura di niente. Quando decidono, improvvisamente, di iscriversi al Glee Club, intaccano inevitabilmente gli equilibri del gruppo. Ci sarà chi se ne innamorerà, chi le detesterà e chi penserà che "mancavano solo Anna dai capelli rossi e un maschiaccio" per completare il gruppo. Ma entrare a far parte di quel gruppo cambierà le loro vite, insegnando loro che si può, davvero, afferrare una stella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gleefanfic
trentadue

sabato pomeriggio, Emerald Auditorium di Seattle





Erano le due e mezza precise.
L'Emerald Auditorium di Seattle era immenso e spazioso, con una spessa moquette verde e poltrone così larghe e comode da sembrare quelle di un salotto di gran classe. La platea era zeppa di gente e Mercedes aveva infilato la testa al di là delle tende per guardarla, era tornata indietro con il volto luminoso e raggiante, ridente di gioia per la quantità di persone sedute nella sala. Rachel era aggrappata al braccio di Kurt e continuava a dire cose completamente superficiali e inutili, forse solo per accertarsi che la sua voce fosse ancora al suo posto; Kurt tentava inutilmente di tranquillizzarla, ascoltando solo a metà le sue chiacchiere inutili e specchiandosi di continuo nelle finestre della hall per controllare di avere i capelli a posto e la camicia in ordine.
La loro mise per quelle Nazionali era la cosa più bella che Kailey avesse mai visto: abiti neri semplicissimi con le spalline sottili, che arrivavano in morbide onde sopra al ginocchio e il cui orlo era cosparso di strass, fitti all'estremità e sempre più radi via via che si alzavano. Ogni volta che venivano colpiti dalla luce lanciavano riflessi di un colore diverso, tanto da avere la sensazione di avere adosso uno spicchio di arcobaleno. I ragazzi, in jeans scuri, camicia nera, gilet di seta e cravatta bianca, erano tutti incredibilmente eleganti: Puck soprattutto sembrava esserne consapevole, tanto che si passava la mano sulla cresta di continuo e ammiccava a tutte le ragazze sopra e sotto i vent'anni che passavano nei dintorni. Kailey, agitata, teneva per mano Jo e la stringeva con una foga tale che la sua migliore amica fu costretta a sottrarla alla sua stretta.
- Se mi sloghi le dita, come faccio a suonare, domani? - Le disse con più cattiveria di quanta non fosse necessaria.
- Scusami. - Disse Kailey, mogia, lasciandosi cadere su uno dei divanetti della hall.
Uno ad uno, i Glee club che sostavano nella hall vennero chiamati sul palco a presentarsi, poi sarebbero andati nei loro camerini e avrebbero atteso lì il momento della loro esibizione.
Kailey tentava di vedeere Jamie, ma sapeva che la folla era talmente numerosa che non sarebbe riuscita a vederlo nemmeno se si fosse messa in piedi sulle spalle di Finn.
Chi invece vide comparire all'improvviso fu Jesse, il ragazzo che aveva preso a male parole quel pomeriggio a scuola. Istintivamente avvampò e si nascose dietro Puck, sperando di apssare inosservata.
- Chi si rivede. - disse Jesse con freddezza, avvicinandosi a loro col suo sorriso affascinante e sfrontato dipinto sul volto. - Siete pronti a mangiare la polvere per il secondo anno di fila? -
- Cosa vuoi, Jesse? - Sbottò Finn.
- Ricordarvi che non siete riusciti a batterci l'anno scorso, con me come coach, non riuscirete nemmeno quest'anno, soprattutto visto che stavolta mi avete come rivale. Sempre ammesso che tu e il tuo patetico fidanzato riusciate a stare lontani per più di dieci secondi di canzone, Rachel. -
Gli occhi di Rachel saettarono verso Finn, incrociando il suo sguardo. Il quarterback distolse gli occhi un istante più tardi.
- Fatti gli affari tuoi, St.James. - Sbottò Puck, facendosi avanti.
- Ah sì? E per quale motivo? Sennò mi spacchi il naso? - Disse Jesse.
- Noah, ti prego. - Intervenne Rachel, imbarazzata. - Lascia perdere. Va' via, Jesse, non abbiamo voglia di litigare. -
L'inserviente uscì dalla tenda per chiamare a raccolta i Vocal Adrenaline del Carmel High e Jesse si allontanò tenendo gli occhi castani, colmi di sfida, fissi su Rachel. Quando Jesse e i suoi ragazzi furono entrati nell'auditorium in uno scroscio di applausi, Puck guardò Rachel con aria di sufficienza.
- Avrei potuto dimostrargli con chi aveva a che fare. - Disse con rabbia.
- L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di farci buttare fuori per aver messo le mani addosso a un nostro rivale. - Disse Rachel con voce insopportabilmente acuta. - Ma se non hai abbastanza cervello per arrivarci, per me è lo stesso! -
Il rumore dei tacchi di Rachel che si allontanavano lungo la hall piena di gente riempirono il silenzio che seguì le sue parole e Kailey la raggiunse dall'altra parte della sala. Rachel era ferma vicino a una finestra e fissava il giardino con le braccia conserte con l'aria di chi stava per scoppiare in lacrime.
- Rachel. -
- Sono terribilmente agitata. - Disse lei. - E ferita. E... -
Kailey le sorrise.
- Andrà tutto bene. Ne sono sicura. Si aggiusterà tutto. -
- Ne sei sicura? -
- Al cento per cento. -
In realtà Kailey stava morendo di paura: era sicura che sarebbe caduta dai tacchi delle sue scarpette da charleston facendo fare una pessima figura a tutto il gruppo, temeva di fare le figuracce peggiori, di sbagliare gli attacchi, di andare in scena con il vestito incastrato nella biancheria e tutta un'altra serie di terribili sventure... ma si rendeva conto che la cosa migliore, in quel momento, era dire che sarebbe andato tutto bene.
- Non piangere, o Kurt ti maledirà per aver fatto sbavare il suo trucco perfetto. - Disse poi con un sorriso. - Torniamo dagli altri, dai. -
Rachel annuì, con un sorriso tutt'altro che convinto, e tornarono verso il resto del gruppo. Il professor Schuester era con loro e, quando le vide arrivare, sorrise sollevato.
- Allora, ragazzi. Questa è la nostra occasione. Dobbiamo fare vedere a tutti loro, ad ognuno di loro, quanto noi valiamo. - I suoi occhi scivolarono su tredici visi, su tredici paia di occhi pieni di sogni e di speranze.
Occhi verdi, occhi castani, azzurri e dorati. Occhi a mandorla, da cerbiatto, grandi e tondi come quelli di un bambino e scuri e intensi, da duro. Dietro ogni paio di quegli occhi stava un sogno, grande o piccolo, lontanissimo o a portata di mano. Il professore pensò che avrebbe voluto poterli realizzare tutti.
I suoi occhi si riempirono di lacrime di commozione e fu Mercedes a levarlo dall'imbarazzo.
- Abbraccio di gruppo, ragazzi? - Disse con un sorriso.


☆☆☆



Il sipario era ancora chiuso.
Per la terza volta, Kailey si sentiva sull'orlo di un precipizio, ma stavolta aveva la convinzione che, se avesse messo un piede nel buio, avrebbe imparato a volare.
Lentamente, nel silenzio, il sipario si aprì. I loro abiti, completamente neri ora che erano di spalle, si confondevano con il fondale scuro e davanti a tutti, solo sul proscenio vuoto, c'era Blaine.
Jo sorrise tra sé, con gli occhi chiusi. Voleva immaginare il suo ragazzo cantare quella canzone in tutta la sua bellezza, come faceva quando la riaccompagnava a casa in macchina: si fermavano davanti al cancello e lui le cantava sempre qualcosa. Lei tornava in casa cullata dal suono della sua bellissima voce e dai suoi occhi dorati.
La voce di Blaine, dolce ed elegante come tutto in lui, si allargava in onde perfette che investivano il pubblico con grande intensità.

    Knowing that hate is wrong
    And love is right, for us tonight
    When I look into your Spanish eyes
    I know the reason why I am alive


Al termine del suo assolo, Blaine si posò una mano sul cuore e si inchinò al pubblico, che applaudiva commosso e ammaliato dalla sua bellissima esibizione.
L'applauso venne smorzato dall'alzarsi della musica di una famosissima canzone degli U2. La voce di Puck si alzò assieme alla musica, accompagnata da quella di Finn. Un applauso serpeggiò per la platea, fomentato probabilmente dalla porzione femminile del pubblico, su cui il fascino da bello e dannato di Puck faceva sempre presa.

    And I miss you when you're not around
    I'm getting ready to leave the ground
    Oh you look so beautiful tonight
    In the city of blinding lights


L'applauso alla fine dell'esibizione fu deciso e insistente: pareva non dovesse finire mai e Puck ammiccò al pubblico con aria volutamente sexy.
"Non cambierà mai." Pensò Kailey con un sorrisetto.
Finn e Puck tornarono in fila assieme agli altri, la musica cambiò completamente registro e un'orchestra di chitarre e percussioni riempì l'aria. Tina iniziò a cantare facendo un passo avanti dall'estremità destra della fila.

    It's a sad picture, the final blow hits you
    Somebody else gets what you wanted and you can't win.


Poi fu il turno di Mercedes, che fece un passo avanti dall'estremo opposto della fila.

    You know it's all the same, another time and place,
    Repeating history and you're getting sick of it

Infine fu il turno di Rachel, che si voltò verso il pubblico con una mezza piroetta. Il suo abito lanciò schegge di luce in ogni angolo dell'auditorium e per un attimo la fece risplendere come una stella.

    But I believe in whatever you do,
    And I'll do anything to see it through
    Because these things will change.

L'esibizione andava avanti con l'intensità di un'onda del mare: potente, invincibile, inarrestabile. Le Nuove Direzioni si esibirono nella coreografia che avevano scelto per accompagnare il pezzo e unirono le loro voci a quelle delle loro compagne per il grande, potente, intensissimo brano finale.

    It was the night things changed, can you see it now?
    These walls that they put up to hold us back fell down,
    It's a revolution, throw your hands up,
    'cause we never gave in.

Quando la musica si fermò, l'intero gruppo era schierato alle spalle delle tre voci soliste di quel pezzo finale.
Kailey, ferma nel suo angolino all'estrema sinistra, riuscì a vedere nel buio della sala un paio di occhi castani, una cascata di ricci scuri e una sciarpetta legata attorno al collo.
"Le cosa cambieranno, stavolta." Pensò Kailey.
E stavolta non lo diceva per convincere qualcun altro: ci credeva davvero.

Cinque minuti più tardi stavano tornando verso il loro camerino.
- Siamo stati eccezionali! - Esclamò Rachel piena di entusiasmo.
- Di più! Siamo stati strepitosi! - Ribadì Tina, gettandosi al collo di Mike.
- Stavolta la finalissima non ce la toglie nessuno. - Disse Mercedes, con gli occhi che brillavano.
Quel terzetto al femminile in cui solo il professor Schuester aveva creduto fino in fondo si era rivelato veramente esplosivo. La voce argentina di Rachel, quella intensa di Mercedes e quella morbida di Tina si erano unite in un'esibizione assolutamente impeccabile.
- Siete state fantastiche, sì, è vero. Non si potrebbe mai dire il contrario. - Disse Kurt con un sospiro e un sorriso.
Finn non disse nulla, limitandosi a guardare Rachel con più insistenza che mai. La ragazza gli rivolse un timido sorriso, ma Finn si affrettò ad alzarsi e avvicinarsi alla finestra, ignorandola. Era più silenzioso che mai, da quando erano arrivati a Seattle ed erano costretti a quella convivenza forzata: evitava Rachel con metodo, fermandosi a chiacchierare solo con Santana e Brittany oppure uscendo con Puck e Artie.
In fibrillazione per l'esibizione appena fatta e per l'imminente pubblicazione dei risultati, nessuno riusciva a stare fermo, in camerino: Jo si era liberata dell'abito dell'esibizione un momento dopo essere scesa dal palco e adesso era l'unica a indossare felpa e salopette, mentre gli altri erano ancora in abito di scena.
- Ragazzi. - Disse il professor Schuester aprendo la porta.
- Sono usciti? - Domandò Kurt con voce stridula, scattando come se fosse stato a molla.
- Volete venire anche voi o vado io e torno a riferire? -
I ragazzi si guardarono.
- Vada lei, professor Schue. Ritorni con buone notizie. - Disse Rachel.
Il professore si chiuse la porta alle spalle, lasciando il camerino nel silenzio più completo.
Kailey poteva sentire il proprio cuore battere nelle orecchie, Jo si appoggiò al bracciolo della poltrona di Blaine per cercare un po' di appoggio e il giovane le posò una mano sul ginocchio in un gesto affettuoso e protettivo al tempo stesso. Il respiro corto di Kurt, Mercedes e Rachel si sarebbe potuto avvertire a distanza di miglia.
Gli occhi di tutti erano fissi sulla maniglia argentata della porta del camerino.
Quando il professor Schuester la abbassò, era passata un'eternità.
O forse era stato solo un lunghissimo, infinito momento.
Il professore entrò e si chiuse la porta alle spalle.
- Allora? - Domandò Kurt, facendo un passo avanti.
Il professore alzò gli occhi, il viso impassibile. Sul volto di tutti passò un'ombra.
- Siamo passati! - Gridò Schuester, con la voce rotta per l'emozione.
- Davvero? - Domandò Rachel, con le mani davanti alla bocca spalancata.
Il professore aprì la porta e fece loro cenno di uscire.
- Andate a vedere voi stessi, ragazzi. Correte a leggere il nome delle Nuove Direzioni su quel cartellone! - Disse.
Non se lo fecero ripetere due volte: in una confusa corsa di tacchi, scarpe da ginnastica, gonne e jeans, le Nuove Direzioni si precipitarono nella Hall.
Su un treppiedi argentato stava un cartellone verde cupo su cui erano scritti, in bell'ordine, i dieci Glee club che avrebbero avuto accesso alla finalissima del giorno successivo; accalcandosi gli uni sugli altri, sgomitando per riuscire a vedere meglio e scacciando i gruppi più o meno felici che si abbracciavano nell'ingresso, riuscirono a leggere la lista.
Il primo gruppo, i Vocal Adrenaline, erano la lettura più scontata del cartellone.
- I Diamanti! - Esclamò Kailey, indicandoli lì, alla posizione numero tre.
- Eccoci! - Gridò Tina.
Le Nuove Direzioni erano lì, su quel cartellone, oro su verde, insieme ai nove migliori Glee club della nazione.
Jo si gettò tra le braccia di Blaine, Tina e Mike si baciarono sulla bocca. Santana baciò Brittany e Mercedes e Kurt si strinsero in un abbraccio. Rachel si voltò verso Finn, ma lui aveva gettato le braccia al collo del professor Schuester e aveva nascosto il viso contro la sua spalla. Il disappunto sul viso della ragazza fu cancellato dall'abbraccio affettuoso e travolgente di Kailey.
- La battaglia per quello per cui abbiamo lavorato in tutti questi anni è diventata la battaglia per le nostre vite, stasera che ci alziamo in piedi da campioni. - Le disse.
Rachel rise, riconoscendo le parole della canzone di Taylor Swift che avevano appena cantato, la canzone che lei aveva aggiunto al suo blog di MySpace in un lontano primo giorno di scuola.
Le Nuove Direzioni erano arrivate fino a lì: ora le Nazionali erano davvero a portata di voce.


☆☆☆



Per festeggiare la vittoria alla prima fase delle Nazionali, il professor Schuester decise di portare tutti a cena fuori: aveva detto loro di vestirsi bene e di non farsi grandi programmi, perchè sarebbero tornati a casa presto: l'indomani sarebbe stata la giornata più importante delle loro vite, almeno fino a quel momento.
Con la giacca nera sui jeans aderenti e la camicia bianca, Finn era decisamente il più bello del gruppo. Blaine era sempre elegante, anche se la sua mise di giacca, golf e pantaloni classici non era una novità; Kurt portava una camicia con vistose ruches color mattone e una sciarpa in cachemire color sabbia che lo rendeva incredibilmente affascinante. Camminava con eleganza al braccio di Mercedes, in bustino color vinaccia e gonna nera, intonata agli stivali bassi di pelle nera, e sembrava decisamente fiero di sè stesso, della sua sostanza e della sua apparenza.
Jo lo fissava con un sorriso sereno: sperava davvero che Kurt avesse trovato il suo equilibrio.
- Sei bellissima, Jolie. - Le sussurrò Blaine all'orecchio, passandole un braccio attorno alla vita.
- Non tirare troppo la corda, carino. - Disse lei con un sorriso divertito, cercando di ignorare il fatto di essere arrossita.
Si era rifiutata fino all'ultimo di indossare una gonna, così aveva dovuto scendere a compromessi con Kailey, mettendosi una camicetta della sua migliore amica: a quadretti bianchi e azzurri con i risvolti bianchi e i bottoni color perla. Quando Blaine l'aveva vista le era andato incontro con uno dei suoi indimenticabili sorrisi e l'aveva guardata con gli occhi colmi di amore e meraviglia, tanto che Jo si era quasi sentita morire.
Si appoggiò al fianco di Blaine e gli sorrise, mentre Santana e Puck si avvicinavano al gruppo: Santana aveva un vestitino nero che lasciava ben poco all'immaginazione, ma quando Puck aveva tentato di dire qualcosa sulle sue curve, Santana gli aveva detto che nessun Mohicano dalla testa pelata avrebbe potuto posare occhi o mani sulle sue grazie.
- Ci sta portando al Bel Grissino, professor Schue? - lo prese in giro Finn, mentre uscivano dalla metropolitana e riaffioravano in superficie.
- Direi qualcosa di più adatto all'occasione. - Disse il professore, alzando gli occhi.
Sopra di loro la sagoma luccicante dello Space Needle si stagliava nel cielo buio di Seattle. Il silenzio attonito dei ragazzi alle sue spalle fece capire al professore che era la scelta giusta.
Anche se avrebbero dovuto stare seduti attorno al grande tavolo rotondo prenotato per loro, i ragazzi non riuscivano a stare lontani dalle finestre. Il ristorante, rotondo, girava piano su sé stesso, dando la possibilità di vedere l'infinita distesa di luci della città sotto di loro.
- C'è una vista incedibile! - Esclamò Tina.
- Non si vedono le stelle, però. - Disse Finn in un sussurro.
- È nuvoloso, genio. - Disse Santana.
Lo schiarirsi della voce del cameriere, arrivato al loro tavolo con i primi, richiamò tutti attorno al tavolo. La cena era deliziosa e il professore insistette per pagare personalmente.
- È l'ultima cena delle Nuove Direzioni, mi sembra giusto offrire io. Non sarei qui se non fosse per merito vostro. -
- Saremmo noi a non essere qui, se non ci fosse stato lei. - Disse Rachel, commossa.
- E non sarà l'ultima cena delle Nuove Direzioni. - Disse Mercedes. - Abbiamo ancora gli esami, il ballo, la consegna dei diplomi. C'è tempo per dirsi addio. -
- Hai ragione, come sempre, 'Cedes. - disse Kurt facendole un occhiolino. - E il nostro gruppo non si scioglierà con la fine dell'anno scolastico. Questa è una promessa. -
Finn prese il bicchiere ancora mezzo pieno di vino e lo alzò.
Tutti alzarono il loro bicchiere.
Il brindisi uscì all'unisono dalle labbra di ognuno, senza nemmeno essersi dovuti guardare.
- A noi. -

Stavano tornando in albergo e i passanti non sembravano minimamente interessati a quell'allegra combriccola di ragazzi vocianti e divertiti, tutti a braccetto o mano nella mano, che ridevano e scherzavano tutti insieme. Lungo la strada si erano fermati davanti al The Moore, il più noto dei teatri di Seattle: Kurt aveva voluto portarci il professor Schuester a tutti i costi, per fargli vedere l'allestimento che avevano fatto per la recente rappresentazione de Les Miserables.
- Siete in vacanza? - Esclamò la voce di Jesse alle loro spalle.
- Dannazione, Jesse, ma non puoi farti gli affari tuoi e girare al largo, per una volta? - Domandò Finn spazientito, sospirando.
- La mia vena caritatevole sente il bisogno di mettervi in guardia. - Disse il ragazzo. - Dalla figuraccia che farete domani. -
- Noi non faremo nessuna figuraccia. - Disse Mercedes sorridendo divertita. - Sei tu che dovresti pensare a come evitare di scendere dal podio in malo modo rischiando di dare un altra botta al tuo bel sederino. -
La scena di Jesse che inciampava e rovinava sugli scatoloni, in auditorium, era rimasta impressa a tutti e un vago sorriso si fece strada su molti visi.
- Ride bene chi ride ultimo. - Sentenziò il ragazzo, serio.
I suoi occhi si posarono su Rachel, la quale abbassò gli occhi e guardò altrove per evitare il suo sguardo inquisitorio.
- Pensate di poter splendere come delle stelle, ma vi sbagliate. È facile spiccare tra gli sfigati di quel liceo in cui vi trovate, è facile strappare gli applausi a un pubblico di ragazzine che pensano che Andrew Lloyd Webber sia un altro nome di Yves Saint Laurent. - Le parole di Jesse, sincere come sempre, avevano azzittito l'intero gruppo. - Provate a fare bella figura in mezzo a ragazzi che hanno la vostra stessa voce, che hanno studiato il doppio di voi e che, pur con il vostro stesso estro artistico, hanno il triplo della voglia di sfondare. Hanno gli agganci giusti, sono cresciuti nelle migliori scuole e hanno studiato fin da bambini con i migliori maestri. Non siete abbastanza speciali. Non siete abbastanza dotati o abbastanza in gamba per sfondare. -
I suoi occhi tornarono su Rachel.
- Non siete stelle. Non lo sarete mai. -
La sua voce era fredda, scostante, ma non solo. Sembrava ferita.
Kailey si chiese se non fossero state le parole di un ragazzo che aveva affrontato quella situazione e ne era uscito sconfitto... e sentì un istintivo moto di compassione per i sogni infranti del presuntuoso leader dei Vocal Adrenaline.
Il professor Schuester e Kurt uscirono ridendo dal teatro e trovarono Jesse e gli altri ragazzi in completo silenzio; si fermarono interdetti guardandosi intorno.
- Che succede? - Domandò il professore.
- Niente. Me ne stavo andando. Auguri per domani. - Rispose Jesse.
Senza muoversi, le Nuove Direzioni lo videro allontanarsi sul marciapiede con il suo passo elegante e dinoccolato.
- Che cosa vi ha detto? - Domandò di nuovo il professore.
- Le solite sciocchezze. - Tagliò corto Jo.
- Torniamo indietro? Sento freddo. - Disse Rachel, stringendosi nella giacca azzurra.
Arrivati all'hotel, trovarono un gruppo di ragazzi fermi nella hall.
- Finn! -
Jamie comparve tra la folla, abbracciando il suo amico. Gli occhi di Kurt, Artie e Mike lo guardarono di traverso, ma Jamie sorrise.
- Forza, ragazzi, mettiamo da parte la rivalità e godiamoci questa serata. - Disse allegramente. - Vi offro da bere, vi va? Non faremo parola di musica, Glee Club o cose del genere per tutta la sera. Solo quattro chiacchiere tra amici. -
- Io sono stanchissima, vado in camera. - Disse Rachel in un sussurro.
Mercedes le diede una gomitata.
- Non credo che la nostra camera sia... disponibile. - Disse in un sussurro.
Rachel la guardò senza capire e Mercedes le fece cenno di guardarsi intorno: non c'era traccia di Cheerios, nei paraggi. Rachel sospirò.
- Vado in camera anche io. - Disse Kailey.
Jamie la guardò con una espressione palesemente delusa, ma Kailey gli lanciò un sorriso di scuse: tutti pensavano che fossero due sconosciuti, non sarebbe riuscita a comportarsi come tutti si sarebbero aspettati... non se ogni volta che gli stava vicino moriva dalla voglia di rifugiarsi tra le sue braccia e baciarlo sulla bocca. Jamie sembrò capire, perchè le sorrise a sua volta con uno sguardo così dolce negli occhi verdi da farla avvampare.
Il professor Schuester si fece promettere che non avrebbero bevuto niente di alcolico - ben sapendo che metà di quelli che stavano promettendo avrebbero ordinato un Cosmopolitan nel giro di cinque minuti - e poi se ne andò.
Kailey e Rachel si salutarono in corridoio e Kailey si infilò nella sua stanza liberandosi delle ballerine di vernice e della giacca; stava pensando di farsi una bella doccia tiepida prima di mettere il pigiama, quando sentì bussare alla porta.
- Posso? - La testa bruna di Rachel fece capolino dalla porta.
- Certo. - Disse Kailey con un sorriso.
- Brittany e Santana non mi hanno aperto, probabilmente stanno già dormendo... non le volevo svegliare. - Disse Rachel, sedendosi sul letto.
Kailey annuì, sapendo benissimo che le due cheerleader non stavano esattamente dormendo.
Erano sedute sul letto a chiacchierare da nemmeno un'ora quando le voci degli altri risuonarono nel corridoio, aprirono la porta e invasero la stanza. Blaine aveva rubato metà dei cioccolatini da caffè del bar dell'hotel e Mercedes aveva preso lattine di 7up per tutti.
- Non vi avremmo lasciate qui da sole tutta la sera! - Esclamò Jo, stampando un bacio sulla guancia di Kailey.
- E Finn? -
- Lui e Jamie stavano parlando di noiosi ricordi d'infanzia. - Disse Kurt con sufficienza. - Li abbiamo lasciati da soli mentre parlavano di quando avevano riempito di sassi i cuscini del dondolo della veranda di Carole davanti a due birre rosse. Non si sono nemmeno accorti che ce n'eravamo andati. -
Tra risate, battute e scherzi, la serata volò: Blaine imitò il professor Schuester quando ballava, Kurt e Rachel fecero una gara di canto (dichiarata pari per evitare che durasse tutta la sera); Tina e Mike si sbizzarrirono in traduzioni in cinese delle canzoni più famose e Artie, Puck e Blaine improvvisarono una air band. Era quasi mattino quando i ragazzi salutarono per andare nella loro stanza.
Mercedes si stiracchiò, allungandosi sul cuscino di Tina.
- Vi spiace se dormiamo qui? Non ce la posso fare a trascinarmi nella nostra stanza. -
- Un posto in più c'è, nel letto a castello sopra Tina, ma se Rachel vuole dormire qui anche lei, dobbiamo stringerci nel matrimoniale. - Disse Jo, pratica.
- Per me va bene. - Disse Tina.
- Non c'è problema. - Disse Kailey allegra: le sembrava di essere tornata alle medie, quando la parte migliore delle gite era andare a dormire gli uni nelle camere degli altri. Ci fu una confusione di prestiti quando Jo e Kailey diedero a Rachel e Mercedes qualcosa come pigiama e poi si infilarono sbadigliando sotto le coperte.
Avevano appena spento la luce quando il cellulare di qualcuno vibrò e si illuminò nel buio.
- Chi diavolo è, a quest'ora? - Sbottò Mercedes.
- Rachel? È il tuo. - Disse Jo, passandole il telefonino coperto di strass rosa.
La ragazza lo aprì, illuminando a giorno la stanza. Jo si coprì la faccia col cuscino.
- Chi è? - Domandò Kailey.
- Un numero che non conosco. - Disse.
Kailey le si avvicinò: aveva il terrore di telefonate e messaggi in piena notte.
- Brutte notizie? - Domandò in un sussurro.
- Guarda tu stessa. -
“Non c'è nessuno luminoso quanto te, Rach. Continua a brillare.”
   
 
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