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Autore: _Girella_    26/09/2012    11 recensioni
Fubuki annuì sorridendogli. E arrossì.
Solo allora Goenji si rese conto di quanto erano vicini. La bocca di Fubuki era a pochi centimetri dalla sua.
Chi non ne avrebbe approfittato??
[GouFubu]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel/Shuuya, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le torture di Gouenji

Gouenji strizzò gli occhi e prese un profondo sospiro.
Tortura.
A questo era sottoposto.
Ma cosa aveva fatto per meritarsi una cosa del genere??
Si passò una mano tra i capelli bagnati e per l’ennesima volta cercò di ignorare il corpo accanto al suo, senza però riuscire a trattenersi da lanciargli occhiate sporadiche e assolutamente casuali.
 
Come aveva fatto a finire in una situazione del genere??
Perché lo aveva accettato??
Perché non aveva fatto niente per impedirselo??
Regolando l’acqua su una temperatura più accettabile, ripensò agli eventi degli ultimi minuti che avevano sconvolto la sua vita.
 
L’amichevole contro la Teikoku Gakuen era stata ovviamente proposta da Endou il quale, dato che il Football Frontier era appena terminato, non ce la faceva più a stare fermo e li aveva praticamente implorati in ginocchio di giocare.
E ovviamente nessuno di loro si era tirato indietro.
 
Per tutta, tutta la partita, Goenji non aveva fatto altro che lanciare sporadiche occhiate al compagno dietro di lui, senza quasi prestare attenzione al gioco e mancando due volte la palla.
I suoi amici erano stupiti: decisamente non era da lui.
Cosa poteva esserci di così terribile da distrarre Goenji dall’amato calcio??
Il suddetto Shuya aveva la risposta.
Forse il fatto che i suoi occhi erano incollati sul corpo del compagno, copiosamente sudato a causa del forte sole estivo.
Le goccioline sul collo… i capelli scompigliati… le guance rosse… il respiro ansante…
 
Quella era stata la prima tortura alla quale era stato sottoposto il povero Goenji che si trovò a pregare Dio perché l’arbitro fischiasse la fine della partita, per poter correre a casa e rifugiarsi nei suoi sogni che lo facevano si arrossire, ma almeno avrebbe potuto risparmiarsi gli sguardi eloquenti dei compagni.
Tipo Kazemaru, che passandogli accanto gli mormorò –Guarda che si consuma se lo guardi troppo- e poi, approfittando della sua grande velocità, fuggì prima che Goenji potesse acchiapparlo.
Che poi anche lui aveva un bel coraggio a parlare.
Dato che non staccava gli occhi da Endo…
 
Quando finalmente il triplice fischio dell’arbitro raggiunse le sue orecchie, sentì il cuore alleggerirsi.
Il suo tormento sarebbe finito finalmente, no??
No.
 
Perché in quel momento iniziò la seconda tortura.
Ossia che l’oggetto del suo interesse si lasciò andare a un sospiro e poi si allungò sull’erba del campo, chiudendo gli occhi, cercando di riprendere il fiato, passandosi una mano tra i capelli.
E Goenji non avrebbe saputo dire che cosa lo aveva trattenuto dal saltargli addosso e stuprarlo seduta stante.
 
Fatto sta che era riuscito a trattenersi, grazie alla sua enorme forse di volontà, e assieme agli altri si era avviato verso gli spogliatoi.
Cercando di evitarsi in tutti i modi di guardare Fubuki che si rialzava spazzolandosi l’erba dal retro dei pantaloncini con la mano.
E Goenji sentì che stava diventando pazzo.
Altrimenti perché sarebbe stato così geloso di una mano ??
 
Gettò la bottiglietta nella borsa e si sfilò la maglia, grato del leggero venticello che entrava dalla finestrella dello spogliatoio e concedeva un po’ di sollievo alla sua pelle arroventata.
Era silenzioso. Pensieroso.
In realtà, stava psicologicamente preparandosi alla sua terza tortura.
Già, perché Fubuki sembrava così maledettamente intenzionato a togliersi la maglietta proprio accanto a lui…
Si sentì deglutire rumorosamente mentre osservava la schiena nuda dell’amico.
“La sua pelle deve avere un ottimo sapore” riflettè, per poi trattenersi a stento dal prendersi a schiaffi dandosi del cretino.
Non avrebbe nemmeno dovuto pensarle, quelle cose.
 
Mentre stava entrando in iper fibrillazione praticamente con la bava alla bocca, Hiroto gli si avvicinò.
-Kudou ha detto che ti vuole parlare??-.
Goenji lo guardò grato che qualcuno interrompesse i suoi poco casti pensieri.
-Perché??-.
-Boh, non saprei…-.
Goenji si infilò nuovamente la maglietta e uscì dallo spogliatoio.
Almeno quella tortura gli era stata risparmiata!
 
Kudou lo guardava come se fosse diventato pazzo.
-Ma che stai dicendo??-.
Goenji era ancora più stupito di lui.
-Non voleva parlarmi, mister??-.
-Assolutamente no-.
-Avrò capito male…-.
Mentre tornava verso lo spogliatoio, aggrottò la fronte.
Era troppo intelligente per non rendersi conto che doveva esserci qualcosa sotto.
 
E ne ebbe la conferma quando rientrò nello spogliatoio.
I suoi compagni erano già sotto la doccia.
-Ma che ti sei fumato, Hiroto??- esclamò a voce alta. –Kudou non voleva parlarmi!!-.
-Davvero??- domandò Hiroto con un tono innocente che non lo ingannò. –Mi sarò sbagliato…-.
Goenji sospirò e riprese a spogliarsi.
Si bloccò a metà dell’atto di togliersi la maglia.
E improvvisamente il piano dei suoi amici gli risultò più che chiaro.
 
Perché, ovviamente, quale sarà stata l’unica doccia rimasta libera, se non quella accanto a Fubuki??
Goenji non potè fare altro che maledire se stesso e quei bastardi dei suoi amici.
 
“Maledetti, maledetti, maledetti…” pensò a ripetizione mentre si infilava sotto il getto d’acqua tiepida tenendosi a debita distanza da Fubuki che gli sorrise a occhi semichiusi, attraverso le gocce d’acqua scintillanti che si posavano in ogni punto del suo corpo.
 
E in quel momento era iniziata la quarta tortura, la più terribile.
Perché, se era insopportabile fare la doccia accanto a Fubuki e cercare di impedirsi di fissare ogni due secondi il suo fisico perfetto, guardare le sue mani che massaggiavano ogni singola parte del suo corpo con il sapone era semplicemente insostenibile.
Perché, perché, perché proprio a lui??
 
Stava impazzendo.
Stava davvero impazzendo, e l’unica cosa che lo bloccava dal buttare all’aria shampoo e sapone e assalirlo era forse il fatto che sentiva su di sé gli sguardi di ogni singolo componente della Raimon, nonostante all’apparenza facessero di tutto per ignorarlo.
Accidenti a lui e a quando aveva deciso di confessare a Hiroto quello che provava per Fubuki.
Hiroto ovviamente non aveva potuto fare a meno di dirlo a Midorikawa.
Che non aveva potuto fare a meno di dirlo a Kazemaru.
Che non aveva potuto fare a meno di dirlo a Endou.
Eccetera eccetera eccetera…
 
Evidentemente l’unico che non lo sapeva era il diretto interessato, ma se continuava a lavarsi i capelli con quei gesti lenti e delicati il segreto non sarebbe rimasto tale ancora per molto.
Ci avrebbe pensato Goenji e gridarglielo in faccia mentre gli saltava addosso.
 
Forse sarebbe stato saggio lavarsi il più velocemente possibile e fuggire da quella tortura, ma si sentiva la testa pesante e il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi.
Così era rimasto impalato sotto l’acqua che piano piano diventava sempre più calda fino a ustionargli una spalla, tenendo il volto sotto il getto per fare in modo che non fosse così terribilmente chiaro dove il suo sguardo andava a cadere.
   Perciò alla fine, gli unici a restare sotto la doccia furono lui e colui che ci metteva sempre una vita per lavarsi e faceva la muffa sotto l’acqua prima di uscire.
   Lui.
   Ovviamente…
 
Finalmente anche Fubuki girò il rubinetto e spense l’acqua, mentre Goenji stava piegato, col volto praticamente immerso  nella propria borsa per evitare di guardare negli occhi l’amico.
Perché non si rivestiva, possibilmente in tre secondi netti??
Perché gli piaceva così tanto torturarlo??
Sadico!!
 
Gli altri erano tutti spariti in pochi secondi.
Chissà perché improvvisamente avevano sentito il bisogno di dileguarsi…
 
Fubuki si sedette sulla panca avvolgendosi i capelli con l’asciugamano.
-Sono stanchissimo…- gemette.
-Mmmh- fu la risposta di Goenji.
Fubuki lo guardò interrogativo per qualche secondo, poi si alzò e in troppo poco tempo gli fu alle spalle.
-Che ti prende, Goenjikun??- mormorò. –Sei strano oggi…-.
Goenji deglutì molto rumorosamente.
 “Almeno si è messo i boxer” si ritrovò a pensare. Non che la cosa lo rinfrancasse poi più di tanto.
­-Perché??- domandò ostentando più sicurezza di quella che in realtà provava.
-Non lo so… ti comporti in modo diverso dal solito…-.
Goenji prese un sospiro profondo, molto profondo, poi si voltò.
 
Quasi svenne.
Quanto era bello Fubuki… I capelli bagnati gli ricadevano in ciocche sul volto e sulle spalle e le restanti gocce sul suo corpo brillavano alla luce del sole che stava tramontando in lontananza.
E quegli occhi grigi che sembravano scrutarlo nel profondo, leggergli anche l’anima…
Menomale che non potevano farlo!!
 
-Tranquillo, Fubuki, non è niente…-.
Si costrinse a rimanere immobile mentre Fubuki gli poggiava una mano sulla fronte con estrema delicatezza.
-Non sembri caldo…- commentò.
Goenji si irrigidì e si scostò bruscamente. –Ho detto che sto bene-.
La frase gli uscì più forte di quanto avesse voluto e avrebbe voluto prendersi a morsi quando Fubuki abbassò lo sguardo.
La troppa vicinanza lo mandava in ebollizione.
 
Gli afferrò il mento alzandoglielo delicatamente, in modo da guardarlo negli occhi.
-Scusami, Fubuki. Non volevo gridare. Sono un po’ nervoso-.
Fubuki annuì sorridendogli. E arrossì.
Solo allora Goenji si rese conto di quanto erano vicini. La bocca di Fubuki era a pochi centimetri dalla sua.
Chi non ne avrebbe approfittato??
 
Fubuki si staccò lievemente ansante da lui. Goenji lo teneva schiacciato contro il muro e con la mano gli carezzava i capelli.
Il suo sguardo venne attratto dalle labbra di Fubuki, così tremendamente invitanti. Voleva sentire il suo sapore, di nuovo.
-Goenji…- sussurrò questi mentre l’attaccante gli baciava le labbra e poi scendeva sul suo collo, strappandogli un gemito, mentre la sua mano abbandonava i suoi capelli e iniziava a massaggiargli il petto.
-Fubuki…- gli ansimò nell’orecchio, al culmine dell’eccitazione. –Fubuki, vuoi… vuoi che mi fermi??-.
Il ragazzo scosse la testa, sempre più rosso, e qualunque timore scomparve dalla mente di Goenji.
 
-Ti amo, Shuya- sussurrò l’albino tirandosi a sedere e ignorando le fitte che gli lanciava il suo corpo.
Goenji lo fissò. Non poteva ancora crederci, era accaduto tutto così velocemente…
Eppure era stato fantastico.
-Anche io, Shirou-.
 
***
 
-Questa porta è troppo spessa!! Non si sente niente!!- esclamò Midorikawa con l’orecchio schiacciato contro l’uscio. Kazemaru,inginocchiato accanto a lui, sospirò contrariato.
-Non è giusto!!-.
-Ragazzi, non mi sembra il caso…-  s’intromise Kidou che si teneva a distanza di sicurezza.
Sapeva che Goenji non sarebbe stato contento di beccarli a origliare.
Ma a quei due sembrava non importare niente.
-Non è il caso??- ripetè Kazemaru contrariato. –A volte mi stupisci. Sono chiusi lì dentro da più di un’ora!! Non ce la faccio più!-.
-Dai calma, quando abbiamo spiato Kidou e Fudou ci siamo stati anche di più!- commentò Midorikawa.
-Cosa??--.
-Si ma almeno si sentiva qualcosa!!Le pareti erano fini!!-
-COSA?????-.
Kidou prese a rincorrere Midorikawa mentre Kazemaru, distratto, non si era accorto che la porta si stava aprendo.
Quando si voltò, Goenji era già davanti a lui che lo fissava dall’alto molto accigliato.
-Oh ehm… ciao-  sorrise Kazemaru con finta aria noncurante. –Come va??-.
-Benissimo-.
-Non ne dubito…-.
Goenji fece per prenderlo per il collo mentre Fubuki ancora in trance appariva alle sue spalle.
Il suo aspetto scompigliato parlava chiaro.
E mentre li rincorreva, Goenji non potè fare altro che benedire, in cuor suo, quei santi  dei suoi amici.

 
Angolo Moi :)
Prima bastardi, poi santi… deciditi Goenji!!
Era tempo che volevo scrivere una GouFubu ma non sapevo bene cosa scrivere… così alla fine è venuto fuori ‘sto robo.
Mah…
E’ orrido, LO SO!!!
Mi disp :((((
Però loro sono tenerrrrrrr *erre moscia* rrrri <3
Bene, vado a finire di vedere l’Era Glaciale ;))
Bacio
Marty 
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