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Autore: post it    26/09/2012    1 recensioni
"...Vorrei poter dimenticare e ricominciare dall'inizio con te, ma purtroppo non posso..."
Annie appoggiò la lettera sul cuscino, uscì di casa e salì in macchina per tornare a casa sua.
Non si accorse delle due grandi luci gialle che venivano verso di lei.
Di colpo tutto divenne buio e troppo freddo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Niall, mi dispiace, ma non riesco più ad andare avanti in questo modo. Io ti amo, ma a volte l'amore non basta, a volte ci sono motivi per cui una persona decide di rinunciarci per la propria serenità. Sarò egoista, ma per me è davvero difficile continuare così e credo di aver sopportato abbastanza, io ci ho provato per sei mesi, per te, perché tengo a noi due, ma non ce la faccio più. Questa relazione é impossibile e finalmente l'ho capito anche io, è inutile continuare a fingere che tutto sia a posto, perché entrambi sappiamo che non è così. Vorrei poter dimenticare e ricominciare dall'inizio con te, ma purtroppo non posso. Per questo credo sia meglio che io me ne vada. Sono solo una codarda, perdonami se non ho il coraggio di dirti tutto questo di persona, se so di non avere la forza di andarmene dopo averti guardato negli occhi. Scriverti mi è sembrato l'unico modo per dirti addio. Si sa, gli occhi sono lo specchio dell'anima, guardando nei miei ti saresti accorto che il mio cuore mi sta urlando il tuo nome, ma il cervello invece mi dice che è meglio andarmene. E credo di volerlo ascoltare. Tu non mi devi cercare più, non mi vedrai più e mi dimenticherai, io cercherò di fare lo stesso.
Ti amo. Addio.
Annie."


Appoggiata la lettera sul cuscino, Annie guardò per l'ultima volta il volto addormentato del suo Niall e, con le lacrime che le rigavano il volto, uscì da quella casa.
Si avviò verso la sua macchina parcheggiata davanti al cancello, senza voltarsi indietro, senza pensare a niente. Erano le sei del mattino di una uggiosa giornata invernale, era buio e freddo, Annie pensò che non ci sarebbe stato cielo più adatto al suo umore in quel momento. Salì in auto, inserì la chiave e accese il motore. Senza girarsi indietro nemmeno per un secondo svoltò l'angolo e tutto divenne subito vero. Imboccò l'autostrada per andare a casa sua e scoppiò in pianto, improvvisamente era come se avesse preso coscienza di quello che stava accadendo, lei se ne stava andando lontana dal suo amore, per non tornare. Non voleva pensare a Niall, non voleva nemmeno pensare il suo nome, voleva dimenticarlo e basta, lo voleva con tutta se stessa. Le faceva male la testa.
Sentiva un acuto fischio nelle orecchie. Non si accorse del cellulare che squillava. Piangeva. Le lacrime le offuscavano la vista. Non si accorse di un camion che guidava contromano. Non se ne accorse, finché non vide due grandi e luminosi fari che la guardavano, come due enormi occhi. "Niall" fu l'unica e l'ultima cosa a cui pensò, prima che tutto diventasse buio e freddo intorno a lei.

Un ragazzo biondo entrò nell'ospedale e chiese all'infermiera in quale stanza si trovasse Annette Cutler. Salì le scale di corsa, si diresse verso la stanza che gli era stata indicata ed entrò.
Annie era sul letto, incosciente, con una flebo attaccata e un cerotto sulla fronte. Lui si avvicinò e si sedette di fianco al letto.
-ciao Annie, eccomi qui. Ho letto la tua lettera, ma non ce l'ho fatta a rimanerti lontano, quando ho saputo cos'era successo.- le prese una mano. -mi hanno detto che quando ti sveglierai probabilmente non ti ricorderai di me.-
Si alzò, si tolse la collana col trifoglio che portava sempre e la allacciò al collo di Annie.
-questa è per te, perché anche se mi dimenticherai io non lo farò, avrai sempre un po' di me. Io non smetterò di amarti. Ciao Annie.- Niall le accarezzò i capelli scuri, le stampò un bacio sulla fronte e se ne andò.

QUATTRO MESI DOPO
La prima cosa che Annie sentì quella mattina fu un filo di vento che proveniva dalla finestra aperta, seguito dalla voce di una donna.
La ragazza aprì leggermente gli occhi, vedeva tutto appannato e i colori troppo accesi, vide il soffitto bianco troppo luminoso e freddo sopra di lei e percepì l'ago nella sua pelle, istintivamente spostò con fatica sguardo sul suo braccio sinistro e seguì il tubicino che lo collegava ad una piccola sacca trasparente piena di liquido, di fianco al letto sul quale si trovava. Annie richiuse gli occhi, era stanca, troppo stanca, e si sentiva confusa, come se non riuscisse a collegare il cervello. Sentì ancora la voce della donna, questa volta più agitata di prima, stava chiamando l'infermiera... L'infermiera?
Ecco altre voci.
-ve lo giuro, si è svegliata, l'ho vista con i miei stessi occhi.-
-va bene, signorina, se non le dispiace le chiedo di allontanarsi, il risveglio deve essere quanto più tranquillo possibile, considerate le sue condizioni.-
Quali condizioni? Le condizioni di chi? Chi era quella gente?
Annie sentì l'atmosfera calmarsi, le voci si abbassarono e riaprì gli occhi.
Stavolta la prima cosa che vide fu un viso sfocato di una donna di mezz'età, indossava un camice da infermiera, aveva i capelli biondi raccolti e un'espressione seria e allo stesso tempo dolce.
-ehi, buongiorno tesoro, come ti senti?-
Annie cercò di parlare, ci riuscì ma le uscì una voce gracchiante e ben diversa dalla sua.
-b-bene, dove sono?- si sentiva abbastanza rincoglionita.
-sei all'ospedale tesoro, ma non preoccuparti, pensa solo a riposarti e vedrai che starai subito meglio.- la donna le accarezzò i capelli.
Poi sentì un'altra voce, che questa volta non si stava rivolgendo a lei.
-secondo l'esame i valori sono tutti nella norma, per cui ora é meglio uscire e lasciarla un po' da sola.-
Annie chiuse gli occhi e si riaddormentò.
Si svegliò dopo un tempo che sembrò lunghissimo e allo stesso tempo molto breve. Questa volta era più lucida e realizzò di trovarsi nel letto di un ospedale, con una flebo attaccata al braccio e collegata ad un tanto scenografico quanto inquietante elettrocardiogramma. Con fatica si mise seduta, appoggiando la schiena al cuscino. Istintivamente controllò i suoi capelli, terrorizzata dall'idea di non averli più per chissà quale motivo, ma, quando vide i suoi capelli castani ricaderle mossi davanti alle spalle come al solito, si tranquillizzò un pochino. Non aveva ancora sentito la pressione dell'enorme cerotto sulla sua tempia destra, e quando se ne accorse subito le prese il panico. Cosa era successo? Perchè era in un ospedale? E perché aveva un cerottone in testa??
Chiamò l'infermiera, che passava davanti alla porta aperta della stanza. La donna entrò e Annie le chiese cosa ci facesse lì.
-vedi, cara, hai subito un forte trauma cranico in seguito ad un incidente stradale, e sembra tu abbia riportato danni alla memoria. Ora se non ti dispiace, dimmi l'avvenimento più recente che ricordi.-
-beh, io credo di ricordare tutto... Vediamo, l'ultimo avvenimento è stato il compleanno di mia sorella, settimana scorsa. Ah, e ieri sono andata a fare shopping.-
-in che giorno compie gli anni tua sorella? E quanti anni ha compiuto?-
-Elinor ha compiuto 21 anni una settimana fa, il 19 agosto.-
-tesoro, non so come dirtelo, tu hai avuto un danneggiamento della memoria... È passato un anno e otto mesi. Siamo in aprile e tua sorella ha compiuto 22 anni lo scorso agosto.-
-ma... Ma come?! Ho dimenticato anche il mio diciottesimo compleanno?-
-esattamente.-
La notizia non sconvolse particolarmente Annie, era sempre stata una persona che non si faceva turbare facilmente, ma ripensò a tutte le cose che non ricordava di quell'ultimo anno e constatò di aver perso più di un anno della sua vita, di averlo buttato nel cesso.
L'infermiera la aveva lasciata sola, perché "era necessario che elaborasse la cosa".
Annie non era il tipo che si arrendeva facilmente, era convinta di poter ricordare, con un po' di impegno e attenzione. Decise di controllare eventuali tatuaggi nuovi o qualsiasi altro particolare che avrebbe potuto aiutarla a ricostruire quell'ultimo anno per lei buio e vuoto. Notò che indossava una collanina che non ricordava. Era un cordino nero con un ciondolo d'argento a forma di trifoglio. Non capiva perché la portava, non aveva mai creduto alla fortuna. Ah no, il portafortuna è il quadrifoglio. Il trifoglio cosa significa? La sfiga? È un portasfiga? Se è così sicuramente quella collana aveva fatto il suo dovere. Annie non capiva, ma decise di tenerla ugualmente, sentiva di doverlo fare.
Dopo due settimane e un sacco di esami, Annie fu dimessa dall'ospedale e poté tornare a casa sua.


Era una soleggiata mattina di maggio e Annie decise di andare a fare un giro nel centro di Londra. Scese le scale di casa, uscì dal condominio e prese un taxi fino a Russel Square. Mentre camminava con un cappuccino take away di Starbucks in mano, guardava le vetrine e i manifesti degli spettacoli teatrali. Era distratta e non si accorse di stare per andare addosso ad un tipo, confuso anche lui dal cellulare. Si scontrarono e lei rovesciò il contenuto del bicchiere sulla t-shirt del ragazzo. Mortificata, rimase senza parole per la vergogna, alzò lo sguardo negli occhi blu di lui. Era molto carino, biondo e con un'espressione dolce e simpatica.
-oh mio dio, scusami tanto, sono un disastro.-
-non preoccuparti-
Il ragazzo sorridendo spostò lo sguardo sulla collanina di Annie.
-bella la tua collana, ha un significato?- le chiese, guardando timidamente a terra.
-beh a dire il vero io non lo so.-
Il biondino la guardò negli occhi e a lei sembrò di conoscerlo.
-come ti chiami?-
-Niall.-
-piacere di conoscerti Niall, io sono Annie. Ma hai un viso familiare, ci siamo già visti da qualche parte?-
-beh... No, direi di no.- abbassò nuovamente lo sguardo.
-ah, mi sembrava. Comunque scusami ancora per la maglietta.-
-ti va di andare a mangiare qualcosa insieme, Annie?- chiese lui, alzando improvvisamente la testa.
-è un appuntamento?-
-sì, adesso.- così su due piedi. Annie non era sicura di voler accettare, insomma quel ragazzo era un perfetto estraneo... Ma perfetto. Niall le sorrise e Annie pensò di non aver mai visto un sorriso più dolce.
-va bene.-
Si avviarono per la strada insieme, uno di fianco all'altro, le braccia che si sfioravano. Niall sorrise e le sussurrò qualcosa, senza guardarla negli occhi:
-ti prometto che questa volta non sbaglierò, Annie.- la ragazza si voltò verso di lui.
-come hai detto, scusa?- gli chiese, interrogativa.
-Niente. Annie, tu credi nel destino?-
-no, perchè non ne ho le prove.-
-e se ti dicessi che io ho le prove?-
-di direi di mostrarmele.-
-non serve, veramente le conosci già.-
-non le hai.- disse Annie, sorridendo senza guardarlo, con aria di sfida. Eccone un'altro che ci provava con la storia del destino. Niall sorrise di nuovo e le rispose alzando le spalle, con un'espressione innocente.
-forse.- 
  
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