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Autore: evelyne_    26/09/2012    3 recensioni
Tutto partì da quell’incontro, da quella giostra, dalla mia paura che magicamente si trasformò in piacere, in sollievo.
L’adrenalina che provavo ogni volta che mi parlava,
ogni volta che le sue labbra avvolgevano le mie portandomi tre metri sopra al cielo.
il mio uomo,
Zayn Jawaad Malik.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LUNA PARK.


 

Il vento che mi scombussolava i capelli, portandoli da una parte all’altra.

L’odore di pop-corn che le mie narici percepivano.

Un intero formicaio di persone che gironzolavano per il Luna Park.

Era tutto normale, come lo è sempre stato. Ogni cosa o persona al suo posto.

Ma c’era qualcuno in meno.

LUI.

I sensi di colpa presero il sopravvento di me.
I ricordi percorrevano la mia mente come in un videoclip, e come
Tocco finale lacrime, quelle lacrime che rigavano il mio viso, che appannavano
Interamente i miei occhi.

Ogni lacrima versata era un ricordo di lui che rivivevo,
parola per parola, attimo per attimo…
 
Zayn, non posso crederci che tu l’abbia fatto davvero”
Abbassò lo sguardo, evitandomi.
“hai mostrato delle mie foto nude ai tuoi amichetti drogati”
Continuò a non considerarmi, fissando il pavimento.
“mi fai schifo”

Pronunciai quelle parola con chiarezza, sembravo decisa, determinata ma sapevo che gli stavo mentendo, che stavo mentendo a me stessa.
Le lacrime iniziarono ad invadere il mio viso, scappai dal parco prima che se ne potesse accorgere, se avrei incrociato di nuovo il suo sguardo non sarei riuscita a lasciarlo andare per sempre, il nostro amore era troppo grande.

Sentì dei rumori che provenivano dalla mia destra, un forte bagliore di luce illuminò il mio viso, accecandomi.
Restai immobile tra la vita e la morte, forse la cosa migliore era aspettare che quella macchina avesse fatto ciò che era giusto fare… mettere fine alla mia vita.

Percepì delle grossi e forti mani sui mie fianchi che mi lanciarono sul lato opposto della strada, sulla salvezza.
Avrei riconosciuto quelle mani tra mille, le mani di colui che riusciva a farmi sorridere con un solo gesto, con una semplice azione.

Quella macchina lo scaraventò con violenza facendolo volare, volare per davvero come un angelo arrivò in paradiso.
Una coltellata nel cuore, questo sentivo.

La mia unica fonte di felicità era  andata via per sempre, si era sacrificato per me salvandomi, sotto quella fottuta macchina dovevo esserci io, non LUI.
Un insieme di rabbia, di tristezza, di assenza domina me stessa da quella notte ormai.

Vivo nei ricordi, ricordi di lui, ricordi di noi dei momenti passati insieme, momenti a cui avrei voluto non ci fosse stata mai una fine.

 
21 Maggio 2005

Il giorno più bello della mia vita, quando ho incontrato il cosiddetto vero amore.
Ero proprio qui, dove mi trovo adesso, al Luna Park.
Quella giostra acquatica partì, composta da una piattaforma rettangolare e da cascate, salti d’acqua di 20 metri circa.
Era l’attrazione più energica e adrenalinica di tutte, era proprio per questo che volevo provarla, per la prima volta.

Le mani iniziarono a sudare, ero agitata ed eccitata più che mai.
La discesa partì come le mie urla, ad un tratto sentì delle mani prendere delicatamente le mie, rabbrividì a quel contatto.

“tranquilla è quasi finito”-mi sussurrò una voce maschile molto profonda, una voce potente.
Istintivamente strinsi la sua mano con tutte le forze che possedevo,

in quel momento la paura e l’agitazione scomparve, socchiusi pian piano gli occhi e mi sentì meglio.

I suoi occhi incrociarono i miei, parlandosi tra di loro.
I suoi capelli corvini ricoperti da gel.
Il suo sguardo ipnotizzante.
Il suo fascino infinito.

Potevo definirlo con un solo aggettivo che richiudeva tutto quello che appariva, che era: PEFEZIONE
 
Tutto partì da quell’incontro, da quella giostra, dalla mia paura che magicamente si trasformò in piacere, in sollievo.
L’adrenalina che provavo ogni volta che mi parlava,
ogni volta che le sue labbra avvolgevano le mie portandomi tre metri sopra al cielo.

Sapeva di una fragranza che non riuscivo bene a definire, qualche sigaretta per cominciare e un odore di vaniglia che mi travolgeva mandandomi letteralmente in tilt.
Il nostro era un amore passionale basato sull’attrazione fisica, eravamo proprio come due calamite, ero presa da lui come non lo sono mai stata con nessuno.
Amavamo stuzzicarci per stimolare la nostra passione sotto forma di giochetti con un pizzico di romanticismo.

Passavamo le nostre serate a coccolarci sul divano con qualche film di sottofondo accompagnati da una birra.
Quella casa è vuota senza di lui, ogni singolo oggetto è un ricordo, ho provato ad entrare nella sua stanza ma iniziò a mancarmi l’aria malgrado fosse Gennaio.

E’ tutto al suo posto come lo ha lasciato lui, chiudo la porta dietro di me a chiave, in quella stanza ci sono stati troppi ricordi importanti e non sono pronti a riviverli, a vivere senza lui.
Mi dedicavo completamente a Zayn, ogni singola parte del mio corpo era sua.

Entrava dentro di me, le nostre sagome si univano formandone una sola.
Riusciva a farmi provare emozioni incredibili, ogni giorno che passava il nostro amore diventava sempre più profondo e intenso.

A volte ero sul punto di scoppiare, non riuscivo a controllare le mie emozioni nei suoi confronti mi mandava fuori di testa con un semplice “ti amo” o bastava sfiorarmi e desiderarmi per farmi  diventare fuoco indomabile.

Ma quel maledetto giorno il destino me lo ha portato via.

Da quel momento mi sembra di aver smesso di vivere, non passava secondo se non versavo una lacrima, ero arrivata al punto di esaurirle.
Mi sentivo vuota, insignificante.
Ogni mia azione ha smesso di avere un senso, io ho smesso di avere un senso in questo mondo.
Anche respirare mi fa ricordare di lui.

È come se il mio cuore avesse smesso di battere da quando lui non esiste più.
Mi sono persa in questo immenso labirinto e non riesco a trovare la via d’uscita.

 
Sistemo le protezioni sul mio busto e faccio un respiro profondo appoggiandomi alla piccola sbarra d’acciaio che trovo davanti, pronta per ripartire per quella giostra che cambiò la mia vita...
Socchiudo gli occhi immaginando il viso di Zayn, ogni suo più piccolo dettaglio e mi accorgo che non ci sono difetti.

Con il suo sorriso riusciva a rendermi felice.
Con il suo sorriso sono diventata una persona migliore.
Con il suo sorriso sapevo sempre di essere a casa.
Con LUI ho capito cosa significa amare veramente.

Quella grossa piattaforma inizia a muoversi, arrivando alla cascata più alta di tutte.
Riesco a non far uscire nessun urlo dalla mia bocca. Ero calma.

L’immagine di Zayn era ancora davanti ai miei occhi che mi proteggeva e mi faceva sentire al sicuro.
Non avevo più paura perché sapevo che lui c’era.

Per una frazione di secondo la mia mano prese contatto con la sua, riuscivo a sentirla esattamente come la prima volta.
Una lacrima scivolò velocemente sul mio viso.

“la giostra ha terminato il suo giro, vi preghiamo di scendere”-quel momento fu interrotto da una vocina che ci ordinò di scendere.

Tutto svanì in un secondo, era svanita la sua mano che prendeva la mia, era svanita la sua immagine davanti ai miei occhi.

Ti amo Zayn”- sussurrai

Una ventata mi scombussolò i capelli era proprio lui, lui che non mi lascerà mai che vivrà sempre in una parte del mio cuore, lui che mi proteggerà da tutto e da tutti,
il mio uomo,

Zayn Jawaad Malik.
  
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