Adesso, è il secondo caso.
"Spazio personale". Non vuoi che io ti stia vicino. Va bene. Per me è la norma anteporre le tue volontà alle mie; per questo, anche se vorrei starti appiccicato ventiquattr'ore su ventiquattro e tenerti compagnia, magari anche solo stando in silenzio... Mi allontano.
Vuoi che mi allontani, mi allontano.
È strano, però. Non so... Una volta Sam mi ha parlato del dispiacere. Una delle tante sensazioni che voi umani provate.
Quello che provo quando mi dici così, facendomi un cenno sbrigativo con la mano, è qualcosa di molto simile al dispiacere.
Mi dispiace che tu non voglia avermi intorno, Dean. Eppure non sto facendo niente di male. Voglio solo proteggerti. Aiutarti.
Faccio qualche passo indietro, quando me lo chiedi. Mi dispiace, ma lo faccio, perché è quello che vuoi.
Mi si smuove una specie di piccolo terremoto, dentro, quando mi dici di andarmene. Però si placa subito, perché posso comunque guardarti.
E guardarti vivere, parlare con Sam, discutere con Bobby... Anche soltanto guardandoti mi sembra di proteggerti.
Tu sei così... Normale, Dean. Così umano.
... Eppure la tua normalità a me sembra una cosa straordinaria.