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Autore: ChiiCat92    27/09/2012    2 recensioni
Anno 2478, Adam e il suo esercito di Umanoidi hanno preso possesso della Terra e braccano gli Umani come animali. La lotta tra bene e male vede Bill e Tom, Umanoidi di razza superiore, contro i Ribelli, Umani scappati su Marte in cerca di salvezza, mossi solo dalla disperazione.
Adam desidera solo una cosa: distruggere l'Universo per poterlo plasmare e piegare al suo volere, ma non ha fatto i conti con un antico scritto venuto dal 2012, che profetizzava la fine del mondo a noi conosciuto...
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

Quindici anni dopo Gustav non aveva perso la cattiva abitudine d’infilare dovunque i suoi congegni, neanche nei momenti meno indicati, esattamente come quello. Il tempo poteva anche passare, ma lui non sarebbe mai cambiato, o quanto meno era quello che continuavano a ripetergli.

- Per Dio, fai sparire quella telecamera! -

Sbottò nervoso Georg, passeggiando avanti e indietro nella sala d’attesa.

- Datti una calmata, voglio filmare tutto. -

- Ti avevo detto che non volevo essere ripreso. -

- Guarda che siamo sulla stessa barca. -

Georg imprecò tra i denti. Per il nervosismo sarebbe potuto saltare addosso all’amico da un momento all’altro.

Dei piccoli vagiti riempirono l’aria. I due si scambiarono un’occhiata terrorizzata e sbalordita.

Entrambi corsero a perdifiato nella sala operatoria, Gustav aveva dimenticato la sua telecamera.

- E’ una femminuccia. - la donna, sfibrata dal travaglio e dal parto, sorrideva con dolcezza all’indirizzo di Georg; teneva in braccio un fagottino che si agitava appena, avvolto in una morbida coperta rosa - Vieni, non ti mangia mica. -

Georg si avvicinò, la donna le porse il fagottino e lui, goffamente, lo prese in braccio.

Era una bambina, una spruzzata di capelli neri le ricopriva la testolina.

Osservò il suo visetto temendo di sciuparlo, la sua pelle chiara, delicata, sembrava fatta di carta velina; teneva le manine strette a pugno, tremando per il freddo e respirando velocemente.

- Ehi, ciao piccolina. -

Le sussurrò, solleticandole il volto con il dorso della mano. Lei spalancò gli occhi all’improvviso, di un grigio-blu intenso che lo fulminò.

- Come vogliamo chiamarla? -

Gli chiese il medico, come da molto, molto lontano mentre lui si perdeva nei meandri di quelle iridi così dolcemente famigliari.

- Tomoyo. -

Sussurrò lui, senza neanche pensarci.

Il secondo vagito, più intenso, veniva dal lettino operatorio vicino a quello di sua moglie.

- Ehi, hai avuto una femmina! -

Sbraitò Gustav, sovreccitato come quando da ragazzo costruiva qualcosa che non esplodeva, non subito almeno. Gli annuì sorridendo della sua vivacità.

- E tu? -

Gustav gli rivolse un sorriso a trentadue denti e gli mostro due fagottini stretti tra le braccia.

- Due maschietti! -

Georg tese la bimba alla donna, le scoccò un bacio sulle labbra e si avvicinò all’amico per guardare i piccoli.

Uno aveva un’espressione assonnata, un mucchio di capelli biondo oro e due occhioni castani tendenti al nocciola; l’altro sembrava sveglio, osservava il mondo con gli stessi occhioni castani-nocciola, mangiandosene ogni centimetro, quasi avesse fretta, ma aveva i capelli scuri come la notte. I due si guardarono ed insieme esclamarono:

- Tom e Bill. -

Gustav osservò i neonati con occhi assenti, aveva il volto rosso peperone, poi li porse a Georg.

- Tienili un attimo. -

- Perché? -

- Non mi sento affatto bene. -

Georg lo osservò con apprensione, prendendo dolcemente i piccoli che, curiosi, facevano sfrecciare i loro piccoli occhi ovunque.

- Vuoi sederti un attimo? -

Gli chiese, lui scosse la testa, massaggiandosi le tempie.

- No, no, ora mi passa… -

Ma cadde svenuto come una pera cotta, senza preavviso.

- Gustav! -

Lui si abbassò per dargli dei colpetti sul viso, cercando di rianimarlo, e i medici accorsero in suo aiuto. I bimbi tra le sue braccia e la sua bambina, intanto, ridevano.

Da qualche altra parte, nello stesso ospedale, veniva al mondo una bimba dagli occhi di smeraldo e folti, lunghissimi, bagnati capelli castano oro.

La vita non si era arresa, non l’avrebbe fatto mai.

 

The End

   
 
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