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Autore: MariD96    27/09/2012    5 recensioni
"Così tutti sapevano come mi comportavo ma nessuno sapeva il motivo per cui lo facevo, perché ero sempre triste e perché preferivo stare da sola.
Nessuno conosceva la mia vera storia, cosa era successo 8 anni fa."
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Il giorno dopo aprii gli occhi e vidi che Justin mi stava ancora abbracciando nonostante fosse sveglio probabilmente già da un bel pezzo e avrebbe avuto altro di meglio da fare.

Gli chiesi:

- mi accompagni in bagno?
- emmh.. Certo.


Mi prese in braccio invece di farmi camminare e mi mise giù proprio davanti alla porta io entrai appoggiandomi al lavandino e mi fermai davanti a uno specchio, all'inizio non mi ero neanche riconosciuta. Non avevo mai visto una creatura più brutta: un occhio nero, la fronte e una guancia scorticate, tagli sulle labbra. Tutto era in risalto a causa della pelle pallidissima. Non immaginavo di avere quell'aspetto, chissà cosa pensava Justin vedendomi, io al suo posto sarei scappato.

- sono orribile.
- sei bellissima.
- lo dici perché mi vuoi bene.
- tu vedi dei lividi e dei graffi, io vedo degli occhi azzurri stupendi e un sorriso fantastico.


Era così gentile per sentirmi meno in debito avrei dovuto almeno fargli un regalo, in quel momento mi venne in mente il pacco del regalo per lui che gli avevo comprato così mi precipitai fuori dal bagno e feci quasi cadere Justin, dopo pochi passi caddi per terra perché ancora le mie gambe non riuscivano a reggermi.

- che succede?

Chiese allarmato, avvicinandosi a me.

-Dove tengono i miei bracciali la collana e tutte le cose mie che hanno trovato?
- forse in quell'armadio.


Indicò un mobile vicino la porta, cercai di alzarmi per raggiungerlo ma lui mi prese in braccio e mi adagiò nel letto stesa poi si allontanò e andò ad aprirlo.

-che devo prende..

Si bloccò di colpo e tirò fuori il mio regalo per lui. Una chitarra.

-Linz, cosa è?
- quando ho incontrato Jason ero appena uscita dal negozio di musica, spero ti piaccia credo che tu abbia del potenziale per diventare famoso e poi hai detto che ne volevi una giusto?
- Linz... grazie io... -
poi si bloccò di colpo.- aspetta, quindi è colpa mia se Jason ti ha...

Si mise a piangere prima di riuscire a finire la frase mi corse incontro e si stese sul letto vicino a me singhiozzando così lo abbracciai e lui ricambiò ma ancora non aveva smesso di piangere.
 
**

Passammo una settimana tranquilla, Ronnie e Lea venivano a trovarmi quasi ogni giorno e i genitori di Justin erano sempre gentili con me, intanto Justin stava imparando con delle lezioni su internet a suonare la chitarra e si esaltava per ogni minima cosa che riusciva a fare anche se era sbagliata, mi faceva tanto ridere.
Ronnie mi aveva raccontato che anche i compagni di scuola avevano smesso di insultarci dopo aver scoperto cosa era successo con Jason anzi le chiedevano come stavo e molti che neanche riconoscevo mi erano venuti a trovare. A fine settimana mi sentivo già meglio i segni della lotta con Jason non mi facevano quasi più male ed erano quasi scomparsi, l'unico problema era che spesso avevo paura, mi tornavano in mente i suoi occhi e le sue mani e mi bloccavo con gli occhi spalancati terrorizzata Justin se ne accorgeva e mi teneva strette le mani perché se mi avesse abbracciato sarei morta dalla paura ancora di più pensando fosse Jason, dopo un po' questa sensazione terribile passava.
Ciò che comunque quella settimana ci fece penare di più fu aspettare la risposta da parte della polizia riguardo al caso della morte dei miei cari.
Quando il lunedì dell'altra settimana ci dimisero mi arrivò anche la chiamata da parte della polizia lo dissi a Justin e dall'ospedale ci precipitammo lì direttamente.

- l'uomo che state cercando è Matthew Russo, vi dice qualcosa?

Ecco di nuovo punto e accapo, le indagini non avevano portato a nulla perché io non conoscevo questo Matthew, sia Justin che il poliziotto lessero la mia espressione delusa sul volto.

- avete una sua foto? magari potrebbe riconoscerlo, sono passati tanti anni ma se fosse un amico di famiglia lo riconoscerebbe ugualmente.

Suggerì Justin.
Il commissario stampò una foto e dopo qualche minuto mi avvertì:

- se lo riconosci potrebbe essere uno shock per te devi stare calma e se ti senti male fai dei profondi respiri va bene?

Annuii, con cautela mi passò la foto e la guardai attentamente. Non riconobbi la figura subito, era molto giovane, un ragazzo di circa 30 anni con i capelli neri e gli occhi profondi e scuri, degli occhi conosciuti e difficili da dimenticare bastava immaginarlo invecchiato di qualche anno e si riconosceva benissimo. Mi venne un nodo allo stomaco, come poteva avermi fatto una cosa del genere? Adesso si spiegavano molte più cose. Mi venne da piangere perché lui era una persona di cui mi fidavo e non potevo credere che mi nascondesse un segreto così grande.
Presi velocemente le chiavi dell'auto di Justin dal tavolo e corsi via dalla stanza poi uscii dal commissariato e mi misi velocemente in macchina con una sola idea in testa: la vendetta.
Guidare non fu un problema perché avevo già preso lezioni di guida nella vecchia città anche se ancora ufficialmente non avevo la patente.
Parcheggiai di fronte scuola, entrai nell'edificio e corsi per le scale fino a chiudermi nell'ufficio del signor Collins.

- buongiorno Linz, ce ci fai qui? Non è il tuo orario di ricevimento. - sorrise era seduto sulla sua solita sedia mentre leggeva delle carte che aveva in mano, il suo sorriso svanì e disse:
- sembri arrabbiata che succede? Ne vuoi parlare? È per la storia con Jason?

Mi avvicinai lentamente alla sua scrivania e mi fermai lì davanti poi risposi: 

- io mi fidavo di lei, quanto mi fido di Justin ma adesso capisco perché piangeva ogni volta che parlavo della mia famiglia e perché era diventato strano quando le ho detto che avevo riaperto il caso della loro morte.
- Linz, calma. Posso spiegare.
- non voglio più sentirla signor Collins o forse dovrei dire signor Russo.


Presi un coltellino che c'era sulla scrivania probabilmente per tagliare le carte o per il suo pranzo ma in quel momento non mi fermai ad esaminarlo avevo altro per la testa a cui pensare. Mi avvicinai velocemente a lui e lo buttai a terra dalla sedia con uno spintone poi mi misi sopra di lui per non farlo muovere e tenendolo fermo per i polsi.

- Matthew hai la minima idea di quanto mi hai fatto soffrire? Sai cosa provavo io?
- Mi dispiace Linz, quando ho saputo che ti eri trasferita lì vicino ho deciso di fingermi il signor Collins per aiutarti, non passa giorno che io non pensi a quel giorno orribile.
- voglio che tu adesso capisca cosa mi hai fatto passare in tutti questi anni.


Impugnai bene il coltellino e lo feci scorrere sui suoi polsi cercando di fargli provare tanto dolore e bruciore.

- Linz, mi fai male basta.

Cercò di liberarsi dalla mia presa ma non ci riusciva e per la prima volta mi sentivo potente, non ero io la vittima ero il cacciatore.

- Guarda. - gli mostrai tutte le mie cicatrici. - queste sono a causa tua, credo che tu debba pagare.
- ti prego non mi uccidere.


Stava quasi per piangere.

- non ti voglio uccidere, voglio solo farti pagare.

Appoggiai il coltellino su una sua guancia pronta a fargli male anche lì quando la porta si spalancò e qualcuno mi tirò su per le braccia, iniziai a divincolarmi ma non riuscii a liberarmi.

Vidi Justin in lontananza sbiancato con le lacrime agli occhi,cercai con lo sguardò il suo perdono ma lui cercava di evitarmi.

Un agente di polizia invece aiutò Matthew ad alzarsi poi si avvicinò a me con delle pillole e me le infilò in bocca io cercai di protestare ma non riuscivo ad aprire la bocca, dopo poco caddi in un sonno profondo.
 
**
 
Mi risvegliai su un lettino con accanto Justin seduto su una sedia. Mi sentii per un attimo confusa, dopo in pace guardando i suoi occhi color miele che mi fissavano, infine mi ricordai cosa era successo e mi alzai velocemente dal lettino.

- Linz, ti sei svegliata come stai?

Sembrava spaventato da me.
Mi guardai le mani erano rosse, sporche del sangue dell'assassino dei miei genitori.

- non l'avrei ucciso, mi credi vero?
- devo ammettere che all'inizio avevo paura ma ho convinto la polizia che stavi male, solo che non sanno quando ti riprenderai completamente quindi per adesso ogni giorno dovrai prendere tre di queste.

Mi indicò un pacchetto di tranquillizzanti.

- come mi avete trovata?
- è bastato poco che ho riconosciuto anche io il dottor Collins e ti siamo venuti a cercare, avevo paura che cercassi vendetta.
- infatti la cercavo.
- credo che tu debba ascoltare cosa ha da dire perché si è pentito e aspetta il tuo perdono.
- no che ha fatto è imperdonabile lui non riuscirà mai a ridarmi la mia famiglia.
- sai non è detto.


Strinse forte un pugno e notai che fuori da esso spuntava un bigliettino avrei voluto chiedere spiegazioni ma capii che Justin non mi avrebbe detto nulla così lasciai perdere e mi sedetti sulle sue gambe poi lo abbracciai e posai la testa sulla sua spalla, speravo che mi avesse perdonato. 

- Tutto questo periodo quando sarai nonna sarà solo un brutto ricordo. -disse dandomi un bacio sulla fronte e abbracciandomi, mi fece stare immediatamente meglio. 


Angolo Autrice comunicazione importantissimissima (?) 

C'è una notizia buona e una cattiva. Mi disppiace dirvelo, so che alcuni di voi erano affezionati ai personaggi di Justin e Linz ma questo è il penultimo capitolo *piange* spero che la storia vi sia piaciuta e che leggerete quando lo posterò l'ultimo capitolo che è uno dei più belli. 
La notizia buona è che sto lavorando su un'altra ff e presto la posterò, se vi è piaciuta questa e volete leggere la nuova (che a mio parere è molto più bella e ricca di colpi di scena) scrivete una recensione con il vostro nick o di EPF o di Twitter così quando la posterò vi avverto. 
Grazie a chi lo fa, vi amo jhsghayh
  
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