Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: Martina3    27/09/2012    1 recensioni
La seconda parte di Don't leave me..
Ancora una volta vediamo la protagonista, io, Martina, Fede e Clo, le sue due amiche italiane e cinque ragazzi piuttosto conosciuti. Spero vi piaccia, recensite!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«TU NON PUOI GIUDICARE.»

 

Marti Pov

Me ne stavo sul divano con una vaschetta di gelato variegato all'amarena, girando svogliatamente canale alla tv. Mi chiedevo come fosse possibile che su un centinaio di canali non ci fosse una, e dico una, cosa interessante o comunque “ammazza-noia”. Erano le quattro del pomeriggio e i miei presto sarebbero tornati dal loro soggiorno in Scozia. Mi resi conto che un po' mi erano mancati, anche se nel mese passato ci avevo dedicato solo pochi minuti al telefono. Ripensai ancora una volta a quante cose fossero successe in così poco tempo.

Finita la vaschetta di gelato, sì avete capito bene, finita (era una specie di sfogo che mettevo in atto quando ero triste e sconsolata), mi alzai, la buttai nel cestino e lavai il cucchiaio. Poi riandai a stravaccarmi sul divano a guardicchiare Cucina con Buddy, della serie “Mi sento figo perché penso di cucinare italiano”; lo detestavo, o meglio, detestavo chi diffamava la cara cucina italiana...

Quando il famigerato “Chicken Boss”, stava mettendo una tonnellata di grana nell'insalata (?), il campanello suonò, andai ad aprire.

«Mamma! Papà!»

Mia madre mi accolse a braccia aperte, per poi entrare e posare le valige: «Tesoro! Come stai?»

«Tutto a posto, grazie

Mio padre mi diede un bacio sulla fronte: «Allora, ti sei divertita con i tuoi amici?». Mi trattava ancora come una bambina ma a me non dava affatto fastidio.

«Molto

Mia madre era il genere di persona allegra e briosa, gentile ed altruista, fermo restando che per andare d'accordo con lei dovevi sottostare ai suoi principi. Avevo sempre pensato che mio padre fosse un santo, forse uno dei pochi uomini che l'avrebbe sposata.

«Hai fatto nuove amicizie, allora.», si intromise mia madre.

«Già.», mi strinsi nelle spalle.

«Fede e Clo? Tutto bene? Si sono trovate bene?»

«Sì. Loro e i loro genitori vi ringraziano per l'ospitalità

«Ah, non c'è di che.»

Si tolsero le scarpe e la padrona cominciò a guardare ogni angolo della casa con occhio critico, mentre il padrone portò su le valige.

Dopo il giro turistico, si mise le mani sui fianchi e concluse: «Brave. Devo dire che non c'è niente male.»

 

Eravamo seduti a tavola, parlando del più e del meno, sul loro viaggio e sulla mia vacanza, quando arrivò la domanda maledetta, quella che pregavo Dio non arrivasse mai: «E allora, l'hai trovato il fidanzatino? E' tanto che non ci racconti di te.», disse senza scrupoli mio padre.

Mia madre gli diede una gomitata: «Tesoro, non è più una bambina!», lei nonostante avesse detto così moriva dalla voglia di sapere la risposta e io lo sapevo bene, dato che nn era la prima volta.

Imbarazzata, dissi, senza tante balle varie, tanto se non l'avessi detto io sarebbero venuti a saperlo dalla vicina o dal panettiere: «

Ad un certo punto mia madre scalpitò e prese a farmi domande su domande, ma grazie al Cielo mio padre la rimproverò: «Megan, non soffocarla. Anche lei ha la sua privacy, no?» e lei si ricompose.

«Si chiama Harry. Harold Edward Styles.»

«Ma è fantastico! Hey, un momento. Io questo nome l'ho già sentito...»

Cacchio.

«Come si chiamavano quei ragazzetti che ti piacevano qualche anno fa? Quelli del concerto. Gli..

«One Direction!», intervenne mio padre. Inutile dire che gli avrei voluto inscotchettare la bocca in quel momento...

«Giusto! Proprio loro! Non è che per caso..

«Sì, è lui. Sono loro i nostri amici.», feci un debole sorriso.

Ad un tratto sul viso di mia madre comparve uno sguardo alla “Adesso facciamo i conti, ragazzina.”

«E... lo trovi simpatico?»,cercò momentaneamente di mantenere la calma.

«E' ovvio, mamma, stiamo insieme..

«Beh, sappi che a me la cosa non garba affatto.», perfetto, la quiete di pochi istanti prima era già finita.

Mio padre, consapevole che presto sarebbe scattato il putiferio si alzò da tavola e disse: «Ehm, io vado a... a... lavare la frutta.»

Mia madre batté un colpo sul tavolo: «Neanche per sogno, George. Adesso resti qui e partecipi alla discussione, chiaro?»

«Va bene

«Allora, mettiamo le cose in chiaro, Martina. Tu stai con un ragazzo di cui non sai niente, o poco niente. Lo conosci da un mese scarso, ti rendi conto?»

«Tu non puoi giudicare

«Come scusa? Sono tua madre! Voglio dire, capisci che potrebbe anche usarti?»

«Ti assicuro che non è così

«E come fai ad esserne certa? Su, la spiegazione.»

«Credi davvero che sia così ingenua da non sapermi controllare da sola?»

«Vuoi la verità? Beh, sì»

Ok, stavo per scoppiare: «Allora non mi conosci veramente.»

Fece una risatina nervosa: «Cosa? Carina, io sono la persona che ti conosce meglio a questo mondo, capito? Ti dico queste cose perché mi prendo cura di te, sai?»

«Non è vero. E' solo che non sai accettare l'idea che ormai sono una ragazza adulta e vaccinata, che sa prendersi cura delle sue cose e gestire i suoi affari.»

Non sapeva più che dire, l'avevo spiazzata, perché sapevo che se ne era resa conto, allora si arrampicò sugli specchi: «George? Intervieni. Cos'hai da dire a riguardo?»

Sapevo bene che mio padre era d'accordo con me, come in ogni argomento, ma come sempre si faceva sottomettere: «Io credo... che tu abbia ragione. E' inaccettabile

Ecco che scoppiai, mi alzai dalla sedia, misi il tovagliolo sul tavolo e dissi: «Sapete cosa vi dico? Ho sempre creduto che foste dei genitori apprensivi e a cui affidarsi, ma ho capito che non siete così. Dovreste sapere che io non sono il genere di ragazza che appena ne trova uno in discoteca se lo porta a letto, ma una che sa valutare cosa è giusto o meno per lei. Harry non è affatto quello che si dice in giro. E' il primo ragazzo in vita mia che mi ha fatta sognare ad occhi aperti e che mi ha fatto capire cos'è davvero l'amore.

E tu, papà, sei ancora peggio della mamma, perché so benissimo che sei dalla mia parte, ma stai sottomesso a lei, per evitare contrasti tra voi!

Questo è tutto e, se non vi dispiace, non ho più fame, me ne vado in camera mia

Sotto gli occhi strabuzzati dei miei, corsi per le scale e mi chiusi nella mia stanza, senza versare una lacrima che potesse compromettere la mia dignità.

 

Sentii il telefono squillare. Non avevo idea di che ore fossero, ma fuori era buio pesto. Accesi le luci, erano le tre e mezzo del mattino. Non guardai chi fosse e risposi con la voce di una moribonda: «Pronto?»

«Ciao, amore.», riconobbi subito quella voce limpida ed inconfondibile.

«Harry, sono le tre e mezza.», mi misi a sedere.

«Oh, scusa... Non ne ho tenuto conto, mi dispiace

«Fa niente... Dove siete?»

«Siamo appena arrivati a New York

«I ragazzi? Tutto bene?»

«Sì sì, bene. Tu come stai?»

«Diciamo che potrebbe andare meglio.»

«E' successo qualcosa?»

«Solo una lite con i miei, niente di che

«Oh... E' qualcosa di importante?»

«Incomprensioni. Sono contrari al fatto che noi due stiamo insieme, ma sta' tranquillo, niente di grave

«Non lo definirei “Niente di grave”...»

«Cosa vuoi che ci faccia? Non rinuncerò a te, per nulla al mondo

Sospirò: «Mi manchi già

«Sapessi tu...»

«Ah! Mi sono informato perle date... Il tour sai che finisce tra un mese, poi torniamo in Inghilterra, quindi potremmo vederci se vuoi... Infine dovremo partecipare a un paio di eventi nel Galles e dopo stiamo a casa per le vacanze di Natale

«Perfetto.»

«Scusa, ma ora ti devo salutare, un bacio dai ragazzi

«Grazie, ricambia. Ciao, tesoro

«Ciao, amore

Stavo per riattaccare quando mi disse all'ultimo momento: «Ehi, aspetta un secondo!»

«Dimmi

«Ti amo

Rimasi sveglia pensando solo e soltanto a lui, mio e di nessun altro, con un raggio di luna sugli occhi. Guardai la parte di letto vuota e mi resi conto di quanto avrei voluto che fosse lì, accanto a me, ad accarezzarmi la guancia con il dorso delle dita, com'era solito fare. Non osai pensare, se mi mancava già ora, che agonia sarebbero stati i giorni a seguire. Me ne sarei dovuta fare una ragione, punto e basta.

~

Le nostre mani erano intrecciate l'un l'altra e i nostri corpi così vicini ed inseparabili.

«Posso farti una domanda?»

«Tutto quello che vuoi. Almeno che tu non mi chieda la ricetta del dolce della nonna, perchè è un segreto. Il resto, tutto quello che vuoi

Rise: «La domanda era un'altra, ma anche la torta della nonna non era una brutta idea. Ecco, ti volevo chiedere... Se dovessi fuggire da qualche parte con me, dove andresti?»

«Mmm... Vediamo... Beh, non so. Già stare con te è abbastanza, quindi potrei anche stare qui, seduta sulla nostra panchina del parco di Midland Road..

«Dai, fai un piccolo sforzo... Ci sarà un luogo dove hai sempre desiderato andare no?»

«Va bene. Vorrei andare su una nuvola.»

«Ti accontenti di poco.»

«Già. Heidi mi ha sempre fatto un'invidia pazzesca nella sigla, quando stava distesa su una nuvola.»

Rise di nuovo: «Non avrei mai pensato di dirlo, ma adesso che ci penso hai ragione. Anche a me piacerebbe andare su una soffice nuvola. Solo con te però.»

«Infatti la domanda iniziale era “con me”.»

«Non ti sfugge niente eh?»

«Detesto quando mi sottovaluti.»

«Ma io non...»

Non lo lasciai finire, gli misi due dita sulle labbra: «Regola numero uno: mai contraddire una donna.» e sostituii le dita alle mie labbra.

~

Mi svegliai con le lacrime agli occhi. Era stato tutto un sogno, solo un misero sogno.

Guardai la sveglia, segnava le sei del mattino. Mi alzai, tirai le tende e guardai fuori. Un limpido e caldo sole illuminava il quartiere, qualche persona passeggiava, il bambino della posta lasciava sulla soglia delle case il quotidiano e l'edicolante apriva bottega. Una giornata fantastica.

Andai in bagno, mi lavai il viso e mi pettinai. Mi guardai allo specchio e mi resi conto che ero ancora molto giovane. Insomma, avevo diciotto anni, non novanta, e non era morto nessuno. Quindi, tirai un sospiro e sorrisi a me stessa. Ora basta piangersi addosso, avrei affrontato la difficoltà a testa alta.

 

 

Ciao Fenicotteri miei! Come state? Et voilà il primo capitolo della seconda parte!

Recensite, mi raccomando, anche chi non è solito farlo, per piacere!

 

PS: Andate a leggere le storie di KissmeTomlinson , peaceandsupra,

Sac a Pochina e Directioner_Skyfighter.

 

Un bacione, Marti <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Martina3