Ritardo 

Come al solito mi svegliai con il rumore del vento che sbatteva quella persiana ormai troppo vecchia per essere aggiustata.
Così mi alzai e accostai la tenda per agganciare quella specie di ferretto che le avevo attaccato per chiuderla. Mentre lo facevo sentii quel buon profumo di pioggia che aveva precedentemente bagnato l’asfalto e mi fece arricciare il naso per il suo gusto frizzante.
Questo è uno dei primi sapori che sentivo la mattina prima di accorgermi che la casa era vuota.
Niente passetti di bimbi, nessun aroma di caffè appena fatto dal proprio “amore”.
Ero sola.
Completamente sola.
Ma quello che riempiva il mio vuoto la mattina era la vista del mare.
Infatti vivevo in una casetta in Liguria. È fantastico pensare come una distesa d’acqua mi faccia tornare di buon umore. Farmi sorridere anche mentre mi vesto, mi lavo la faccia e mi preparo per andare a lavoro.
Chissà cosa c’è sotto quel Mar Ligure che tanto mi fa fremere la mattina mentre lo guardo.
Perché in effetti è solo una distesa d’acqua!
Ma quant’è bello quando con il riflesso del sole quasi ti acceca, proprio come se non volesse farsi vedere, per la sua timidezza, per poi poter sfuggire al tuo sguardo.

Quando mi riprendo da questi pensieri, controllando con la coda dell’occhio l’orologio appeso appena sopra la testiera del letto, mi accorgo che sono in ritardo per il lavoro e corro da una parte all’altra per cercare le scarpe, bevendo intanto una tazza di latte con un po’ di caffè.
Una volta trovate me le sistemo ai piedi,  prendo le chiavi della macchina, scendo le scale e mi ritrovo in garage, pronta per andare al solito lavoro della mia quotidiana e monotona vita.