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Autore: Angel TR    27/09/2012    3 recensioni
Pioggia isterica
Sai che novità
La gente che mi giudica
E tu boom boom boom

Sulle note della canzone di Nina Zilli, un solo filo conduttore che lega queste one-shot.
Dalla speranza al fregarsene del giudizio della gente,
dalla seduzione di una donna al semplice abbraccio privo di malizia di una ragazza,
perchè l'amore è femmina.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’Amore e' Femmina.





Prompt: Rocket Science
Personaggi: Jane/ Gun Jack
Ambientazione: Tekken 3

Quello che vuoi
Se non ce l'hai
Siamo tutti insoddisfatti,
Come mai?

Femmina, se non riceve non si dà
Lalala la la la


Che cosa può mai volere un robot?, pensava la dottoressa Jane, mentre smanettava al computer. Facile, si disse. Un robot vuole essere –o, almeno, sembrare- …umano, no?
Lo stomaco brontolava, perciò, con gli occhi diventati rossi per le ore passate al computer, Jane decise che era venuta ora di fare una pausa.
Si passò una mano tra i capelli biondi, scompigliando ancor di più la già cedevole coda di cavallo. Stizzita, strappò via l’elastico, lasciando che i ciuffi biondi si riversassero sulle sue spalle come una cascata.
Nascose il viso tra le mani.
Non ci riusciva.
Aveva passato gli ultimi dieci schifosissimi anni a lavorare su Jack, eppure aveva clamorosamente fallito. Insomma, dieci anni sono un bel po’, eh? Soprattutto per una come lei. Una che non molla. Non ci voleva chissà che per far ritornare Jack come prima; aveva il modello là davanti, il grosso del lavoro era già stato fatto.
Forza, Jane. Sospirò, affranta.
Quando si alzò dalla sedia (sulla quale aveva passato le ultime ventisei ore, addormentandosi con la testa sulla scrivania e svegliandosi con un incredibile dolore al sedere), il pantalone le calò giù per i fianchi.
Jane lo risollevò accigliata.
Lavorare su Jack assorbiva ogni sua energia, ogni minuto e secondo delle sue giornate e Jane non aveva il tempo di un pranzo degno di tale nome. Sapeva che doveva avere un aspetto orribile: non dedicava più tante cure al suo corpo. Non era solo una questione di tempo: ne aveva proprio la voglia.
Voleva solo rivedere gli occhi di Jack aprirsi, ritrovare l’anima gentile e nobile di sempre.
Lei adesso era solo il mezzo; dopo, sarebbe stata il fine. Per lo meno, così sperava. Non era così difficile, su; doveva solo inserire il programma.
Il Dottor Boskonovitch ci era riuscito in pochissimo tempo; e lui era partito dall’inizio, da ogni singola vite e pezzo di metallo e sofisticatissimi congegni elettronici che costituivano ciò che era Jack.
Mentre gli ingranaggi della sua mente si mettevano efficientemente in moto per scovare ogni possibilità per resuscitare l’indole del robot, afferrò una bottiglina d’acqua lasciata lì da chissà quanto tempo e ne bevve un sorso.
Se ne pentì perché l’acqua sapeva di plastica ed era pure calda. Jane si asciugò la bocca con una mano, una smorfia sul viso. Che schifo. Aveva sempre odiato le bottigline d’acqua abbandonate a sé stesse.
Si rimise di nuovo all’opera. La dottoressa Jane incollò gli occhi allo schermo del computer. Erano passati due minuti e trentacinque secondi esatti .

Cosa può mai volere un robot? Facile. Un robot vuole essere –o, almeno, apparire- umano. Ecco cosa vuole un robot, signori e signore.
Dopo un mese da quella giornata fredda di ottobre, in Russia, seduta sulla solita sedia, davanti al solito monitor che ormai aveva reso il suo viso ancora più pallido, la dottoressa Jane (con la solita coda di cavallo in discesa come pure i pantaloni) esultò.
Aveva trovato ciò che le serviva: il file nascosto su una nuova arma, Gun Jack. L’evoluzione del Jack-2 che le aveva salvato la vita anni fa. Aveva otto anni, Gesù Cristo.
Quanti anni erano passati? Diciannove. Diciannove anni in cui il rullino dell’esplosione di Jack-2 si ripeteva nella sua abilissima testa di scienziata fino a sognarselo di notte.
Si voltò verso Jack, rinchiuso nella cabina con i vetri trasparenti illuminati dalle fievoli luci del neon mezzo fulminato. Gli sorrise, anche se non la poteva vedere.
Adesso che era arrivato il momento, era talmente elettrizzata che voleva aspettare un altro po’. Il tempo di riprendersi. Una parte di sé aveva dannatamente paura che il programma sarebbe risultato un totale fallimento.
Avanti, Jane, non essere codarda, si disse, alzandosi dalla sedia. Installa questo programmino. Hai aspettato questo momento per dieci lunghissimi anni. Aveva otto anni quando Jack-2 l’aveva salvata; ora ne aveva ventisette. I battiti del suo cuore impazzito non accennarono a calmarsi ma Jane ora era sicura della sua scelta.
Aveva aspettato abbastanza; il bell’addormentato aveva dormito fin troppo. Era ora che la principessa lo svegliasse dal sonno (Jane aveva una passione per quel cartone animato della Disney; se poteva, faceva sempre qualche allusione).
Sospirando, installò il programma nel robot, smanettando al computer. Cliccò i tasti sbagliati; s’impose di calmarsi. Respirò profondamente e rimase ferma, con le dita sospese sulla tastiera.
Quando si sentì pronta, ripartì. Quella era la fase cruciale: non poteva permettersi di sbagliare.
Finì. Cliccò su “Start” e attese il completamento del processo. Nel momento in cui sul display apparve la scritta "Data has been transferred” (le gambe di Jane erano troppo molli perché lei riuscisse ad alzarsi), gli occhi di Jack brillarono.
Quello era il momento che Jane aveva sognato per dieci anni, immaginando ogni volta una scena diversa. Adesso era sicura che la scena più bella sarebbe stata proprio quella che stava vivendo.
:-Jack.- riuscì a mormorare. La porta scorrevole della cabina scivolò verso l’interno della stessa e Jack poté uscire. Dio solo sapeva come Jane trovò la forza per alzarsi e raggiungere Jack. Superò la scrivania lentamente, sorreggendosi con le mani. Dovette alzare lo sguardo per poterlo guardare negli occhi; si sentiva ancora la bambina che era stata salvata anni fa.
:-Ciao, Jack.- sussurrò. E le parve di vedere un sorriso spuntare sul viso di quel robot così umano.



Angolo Autrice
Giorno gente!*___*
E'conclusa anche questa!*Q* Ovviamente, non potevo che concludere con Jane e Jack, una coppia che adoro da sempre (pensate, finii la storia di Jack-5 il 14 febbraio xD)
Ho cercato di far capire come il lavoro assorbisse ogni molecole del corpo di Jane; come lei fosse desiderosa di vedere Jack sveglio.
Sono Lars e Alisa al contrario!*Q*
Adorabili.
Ringrazio tantissimo Orsacchiotta Potta Potta per avermi SEMPRE recensita (marò che lavoraccio xD). Lady Phoenix e Rosie Bon Jovie per avermi recensita in quasi tutti i capitoli in maniera davvero entusiasta.
Grazie ragazze. E'soprattutto a voi che dedico questa raccolta <3
Petò molt grand, Angel <3

  
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