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Autore: TellMeAStory    27/09/2012    2 recensioni
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Zayn si mise a fissare poi la finestra, la pioggia che ancora scendeva forte. Io lo strinsi forte da dietro, sperando che non mi respingesse. Non lo fece e restammo, li così senza muoverci. Avevo quasi paura di respirare, per non far si che lui potesse allontanarmi . Poi si girò e fece quello che meno mi aspettavo in quel momento, ma che più desideravo.
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Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo seduti in quell'auto da più di un'ora, ma sembrava fosse passata un'eternità. Quel silenzio assordate mi stava facendo impazzire, ma non avevo il coraggio di aprire bocca. Fuori tutto scorreva come sempre, velocemente, ognuno preso dai propri affari. Solo in quella dannata macchina il tempo pareva essersi fermato. -Zayn ti prego, dimmi qualche cosa, qualsiasi cosa!Vuoi offendermi, maledirmi, mandarmi a fanculo, fallo!Ma parlami.- Lui teneva ancora la bocca sigillata come se avesse il timore di rivelarsi troppo ferito. Poi però mi guardò, fisso i miei occhi con così tanta intensità da farmi vibrare l'anima. Stavo sentendo la sua delusione, la sua umiliazione e questo mi faceva morire dentro. Intanto fuori una pioggia fitta era sopraggiunta, ed era ormai impossibile distinguere qualsiasi cosa, tutto era offuscato, grigio, come la mia mente, come i miei occhi, colmi di lacrime che non ero riuscita a trattenere. -Zayn io...ti amo.- Ma quelle parole furono troppo per lui, scuotè la testa e uscì dall'auto senza pensarci. Feci lo stesso, non potevo lasciarlo andare via così. Iniziò ad aumentare il passo, e accellerai anche io per stargli dietro, incurante della pioggia che ci aveva reso ormai fradici. -Zayn fermati, ti prego, fermati.- urlai, invano.
Dopo aver camminato per circa dieci minuti però Zayn si fermò davanti al palazzone dove c'era il suo appartamento. Salì le scale, e io le seguì senza esitare, come quando arrivati alla 104 del secondo piano, avevo messa  tutta la forza che avevo per non rischire di rimanere fuori la porta, facendo pressione su di essa. -Lisa va via. Non voglio vederti, parlarti, esci da casa mia. -Zayn devo spiegarti non posso lasciarti così senza spiegarti come sono andate le cose, io... -Tu cosa?Sei andata a letto con un altro, cosa c'è da spiegare? Mi vuoi dire in che posizione lo avete fatto, o quante volte?Eh cosa?- Mi prese il polso in quel momento con una tale violenza, che mi aveva letteralmente spaventata. Non l'avevo mai visto così, stavamo insieme da 3 anni, e avevamo litigato un mucchio di volte, ma mai e poi mai l'avevo visto reagire così.
Quegli occhi continuavano a fissarmi con tanto disprezzo. Il mio mondo stava crollando, ed era tutta colpa mia.
Avevo cercato durante la settimana prima della mia confessione di trovare una valida giustificazione, ma non ci ero riuscita. Io e Zayn eravamo in crisi da qualche mese, stavamo affrontando un periodo particolare entrambi, perchè avevamo appena terminato gli studi e trovare lavoro non era semplice, neanche a Londra. Io ero stata chiamata per uno stage presso un giornale, ed ero li che avevo conosciuto Jason. E non lo so cosa mi aveva colpita di lui, forse niente, forse il fatto che mi dava attenzioni che Zayn in quel momento non mi dava , una parola di conforto se ero stanca, un complimento quando mi sentivo un mostro, mi faceva ridere...e non lo so, quella sera, dopo un party di compleanno di una collega, dopo aver passato tutto il giorno a litigare  con Zayn, avevo ceduto.  Mi ero pentita da subito, mi sentivo sporca. E non sapevo come far andare via quella sensazione da me. Non ne avevo parlato con nessuno, neanche con Rita, la mia migliore amica, mi vergognavo. Anche il giorno dopo quando Jason aveva cercato di riavvicinarsi con fare malizioso, l'avevo respinto in malo modo, dicendo di dimenticare quello che era successo. E avevo rimuginato a lungo sul fatto di confessare il tradimento, e ogni congettura fatta dalla mia testa, mi suggeriva che non avevo scampo. La mia coscienza non avrebbe retto. Così mi ero ritrovata in quella macchina rea confessa, in quell'appartamento che tante volte era stato il nostro nido d'amore, di fronte a lui disarmata.
Zayn si mise a fissare poi la finestra, la pioggia che ancora scendeva forte. Io lo strinsi forte da dietro, sperando che non mi respingesse. Non lo fece e restammo, li così senza muoverci. Avevo quasi paura di respirare, per non far si che lui potesse allontanarmi . Poi si girò e fece quello che meno mi aspettavo in quel momento, ma che più desideravo. Mi baciò, con passione, con impeto.  Tenendo la mia testa tra le sue mani, mi sentivo tremendamente al sicuro. Quella violenza con cui mi gettò sul letto, con cui iniziò a spogliarmi, e con cui continuò ad appoggiare la bocca sulla mia, non mi intimoriva questa volta, anzi.
Facemmo l'amore, con quella passione che ci era mancata negli ultimi mesi della nostra storia. Anzi, non ci eravamo mai amati così, perchè entrambi, sono sicura, ci stavamo dando l'uno all'altra come se quella fosse la nostra ultima volta insieme. E fu terribilmente triste, ma tremendamente bello. Lui sopra di me, mi stava possedendo, ed io mi sentivo totalmente sua. Avrei fatto qualsiasi cosa per lui. Non potevo perderlo, non ora. Avevo sbagliato e lui me la stava facendo pagare.
Non chiusi occhio tutta la notte, e non staccai neanche per un secondo le braccia dal suo petto. Mi attaccai a lui, ed il suo cuore battendo dava la spinta al mio per fare lo stesso. Il suo respiro era il mio. Non ero mai stata una tipa molto mielosa, ma non avevo neanche mai pensato di poterlo perdere. Non così realisticamente. 
Feci l'errore, all'alba, di addormentarmi. E al mio risveglio, mi trovai sola in quel grande e freddo letto. Solo un biglietto era poggiato vicino al comodino.
"Chiudi casa, e lascia le chiavi alla sig.a Brook. Non cercarmi, starò via per un pò".
Era tutto finito, tutto.
 
DOPO 3 MESI
Avevo appena finito il mio turno al giornale, ero stanchissima. Avevo lavorato per tutto il giorno. Ma la mia mente non aveva mai staccato la spina da quel pensiero,fisso, che da tre mesi abitava il mio cervello: Zayn. Mi mancava terribilmente! Non avevo avuto più sue notizie da quella piovosa notte. Avevo provato a cercarlo, nonostante mi avesse invitato a non farlo, ma non ero riuscita a sapere dove si trovasse. Avevo composto un miliardo di volte il suo numero, ma non avevo ricevuto risposta. La sua casa era vuota. Gli amici, la famiglia non vollero dirmi quale fosse il suo nascondiglio. Tutti continuavano a dirmi : "dagli tempo". E io glielo stavo dando, tutto il necessario. Non avevo smesso un secondo di amarlo, di volerlo, di desiderarlo. Tutte le notti, mi infilavo sotto le coperte, rischiando quasi di non respirare, e sentivo e risentivo, quella canzone che una volta mi aveva dedicato, sentendola passare in radio. Gli occhi, ancora i suoi occhi, erano quella volta pieni di sincero amore. Come avevo potuto fargli questo? 
Presi il bus, già sapendo quale sarebbe stata la mia serata, pizza, letto, lacrime...Lego House. Scesi alla mia fermata, cercando di coprirmi bene, era Dicembre, ed il freddo pungente era penetrato nelle mie ossa.
E poi lo vidi. Era fermo davanti alle scale che conducevano alla casetta in cui abitavo. Cercava anche lui di ripararsi dal forte vento che soffiava con cappello e sciarpa, con le braccia incrociate. Gli corsi incontro, ma non osai sfiorarlo. Mi sembrava un sogno, uno di quelli che temi possa finire troppo presto, che possa svanire nel nulla da un momento all'altro. Ci guardammo negli occhi, e copiose lacrime iniziarono a scorrere sul mio viso. Lui le asciugò con le sue dita, mi tirò a se e mi strinse, così forte che il suo odore era diventato il mio ossigeno.
Lo trascinai svelta in casa e iniziai a baciarlo avida di averlo, ancora una volta. Ma lui con il solito gesto di tenermi la testa tra le sue possenti mani, mi frenò e iniziò ad assaporarmi, lentamente. Quel momento non doveva finire. Doveva ripetersi all'infinito. Ogni lembo della nostra pelle che veniva sfiorato, vibrava, di piacere, di desiderio...di amore. Quello era l'amore, e se qualcuno mi avesse detto il contrario, io non gli avrei creduto.
Non avevamo scambiato neanche una parola, ma fare l'amore in quel modo, equivaleva a discorsi prolungati per ore e ore. Ci eravamo detti tutto. Lui mi aveva perdonata, lo sentivo. Ci eravamo gridati ti amo, senza aprir bocca.
Il mattino seguente, mi risvegliai, spalancai gli occhi e mi girai subito. Non lo vidi e iniziai ad agitarmi. Ma poi lui entro in camera, con il vassoio della colazione e si sedette vicino a me. -Credevi fossi andato via?...di nuovo?-,disse con quel sorrisino, lo stesso che mi aveva permesso in quei mesi, di rialzarmi, di sopravvivere, - Ero solo andato a prendere la colazione, non abbiamo mangiato niente ieri,  -Non lo fare più, -Cosa prendere la colazione?, - Non andare più via da me. Ci baciammo ancora, e poi ancora, ancora, ancora. Senza fine, come solo l'amore vero sa essere.

FINE



 

Ciao a tutti, spero che la storia vi piaccia...e se vi va fetemelo sapere in un commento. Mi farebbe piacere :)

 
   
 
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