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Autore: Ami_Yumi    28/09/2012    2 recensioni
Dal primo capitolo.
"Avevo visto quella ragazza da qualche parte. Non ricordavo dove, ma non mi veniva in mente niente. Hayles e i New Found Glory le parlavano come la conoscessero da anni, Jordan le teneva un braccio sopra la spalla. “Hey Kat, ricordi quella ragazza?”. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams, Jeremy Davis, Nuovo Personaggio, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Jessica-


New Found Glory, Twenty Pilots, You me at six. Non riuscivo più a vivere senza musica. Amavo il Warped e amavo stare lì. Inviavo il materiale al giornale la notte appena finiti i live, poi c’erano feste, divertimento e nuove conoscenze e nuove foto. Era divertente e nonostante tutto, tre mesi passarono in fretta. Mentre ero via, i miei si trasferirono a Los Angeles, nella mia casa, e Taylor registrava con gli altri il nuovo album, o almeno iniziavano qualche demo. Restavamo al telefono per ore. La distanza non era un problema per noi due.
“Come hanno suonato i gruppi?”
“Tay, dovresti esserci. Musica ovunque, band ovunque. Non so più se mi basteranno le macchine fotografiche –ridemmo- comunque sono tutti fantastici. Ho conosciuto i You me at six, mitici.”
“Non sapevo ci fossero anche loro.”
“Si e sul palco sono grandiosi. Peccato che tu non ci sia.”
“Che dici allora se ci vediamo a Denver?”
“Cosa?”
“Si, Hayles va per Chad ed io potrei accompagnarla e passare un po’ di tempo insieme, se...ti va?” un colpo al cuore. Mi va? Perché mi sentivo così...felice all’idea che lui tornasse da me, per me? Perché sentivo il cuore sbalzarmi fuori dal petto, la gola seccarsi?
“Do-domani? Oddio, non mi prendi in giro, vero? Dimmi di no, ti prego!”
“Ci sarò.” Urlai, e già immaginavo lui che sorrideva allontanando il telefono dall’orecchio.
“Are you crazy? Sto guidando e non ho gli auricolari, se urli un’altra volta così, domani non sentirò nulla e forse non sarò neanche vivo!” mi rimproverò.
“Scusami, pensavo...fossi da qualche parte a non far nulla.”
“Infatti” rise.
“Mi hai preso in giro!” Continuammo a scherzare al telefono.
“Pensa che tra una settimana il Warped finirà, tornerai a casa e non farai nulla dalla mattina alla sera”
“Ti dimentichi Summer, i miei genitori, il giornale...”
“Le feste, gli amici, il sole...e che dovrai stare anche con me, vero rompipalle?”
“Yep. Sarò il tuo incubo.” Quelle parole suonarono nella mia mente per tutto il viaggio. Non riuscii a dormire, così feci compagnia a Max, l’autista del nostro bus, per un po’. ‘E poi dovrai stare anche con me, vero rompipalle?’ e se Taylor fosse quello giusto. Se fosse quello per cui avevo tanto lottato? Lui che riusciva sempre a rendermi più forte, più sicura, più...tranquilla. Stavo bene con lui. Ma non ero certa di quello che provavo. Non volevo rischiare di perdere un caro amico. Eppure ero certa che ci legava qualcosa di più di una sola amicizia.
Il giorno dopo eravamo a Denver, i ragazzi montavano i palchi, le band avevano i loro meeting e io la libertà di fare quello che volevo. Mi rilassai un poco. Mangiavo il mio gelato e giravo col mio pass tra i vari luoghi d’incontro. Un ragazzo si avvicinò a me chiedendomi di dirigermi al bancone dei NFG. Ian prese subito il mio gelato.
“Ho una fame!” disse.
“Posso portarvi qualcosa da mangiare? Da bere?” chiesi.
“No no, abbiamo tutto, grazie Queen.” Rispose Steve.
“Sai a che ora arriveranno i ragazzi?”
“Chi?”
“Hayles e Taylor”
“Ah si...giusto...no. Pensavo lo sapessi te, Chad.”
“No, non ho ancora avuto tempo per chiamare H.”
“Perché non chiami tu il tuo Taylor?” scherzò Jordan.
“Ti ha nominato la sua Queen?” rise Steve. Non trovai le parole per rispondere. Era così che andava quando si parlava di Taylor. Ormai quando si parlava di lui tornava in mente solo quel bacio.
“Jessica, potresti sostituirmi al palco dei Runny Climb?”
“Si, vado subito. Ragazzi, ci vediamo più tardi al live. Inseritemi nell’elenco, altrimenti quelli non mi faranno stare sul palco.” Come non detto. Jordan rise nel vedermi discutere con la sicurezza. E solo grazie al suo ‘la lasci passare’ mi fu possibile stare sul palco durante il live. Tutti si muovevano come pazzi. E come al solito le migliori foto le scattai da sotto il palco. Attesi i ragazzi dopo il live sopra una delle tante casse con scritto NEW FOUND GLORY.
“Perfetta.” Alzai lo sguardo.
“Ciao rompipalle!”
“Taylor!” Urlai e gli corsi incontro. Ci volle poco per sollevarmi da terra.
“Eravamo dall’altra parte del palco ma eri troppo concentrata per guardarci.” Disse H.
“Quando siete arrivati?”
“Tardi. Per colpa di Hayles.” Disse Taylor guardandosi intorno alla ricerca di quella piccola strega. Ma era già tra le grandi braccia di Chad ed era impossibile separarli.
“Jess, al palco 2.”
“Avevo il palco 5 oggi, nient’altro. Ho il resto della giornata libero, chiedi a Jackson.” Sky si allontanò sconvolta alla ricerca dell’altro fotografo.
“Sei una ragazza impegnata, vedo.”
“Oggi no! C’è il mio migliore amico e voglio divertirmi con lui.” Risposi. Sincera. Decidemmo per un gelato insieme, mentre percorrevamo quell’immenso posto. Ero di casa lì, ma con Taylor al mio fianco era tutto diverso. Era come sentirsi completa.
“Stasera siamo invitati ad un party! Yeah!” urlava H.
“Si, i YM@6 ci hanno invitato al loro ‘party’-spiegò Chad, mentre Hayley stava già festeggiando da sola per l’invito- Ci sarà così tanto alcool che sarò l’unico sobrio.”
“Posso chiedervi una cosa? La le si scaricano mai le batterie?” dissi. Ridemmo tutt’e tre, infine, attirando la sua attenzione.
La sera arrivarono anche Jer e Kat con il loro micro cagnolino. Speravo non avesse fatto l’intero viaggio chiuso in quelle scatole odiose chiamate cucce da trasporto. Io e Kat ci divertimmo a
prepararlo per la festa. Era così tranquillo e si faceva fare veramente di tutto. Era così carino che ci trattenemmo più del dovuto. Così arrivammo tardi alla festa. Taylor ed Hayles ci rimproverarono come sempre ma con un paio di occhi dolci a T ed una promessa ad H, tutto di risolse in breve tempo. Parlavo con alcune ragazze degli stand che avevo conosciuto, Taylor e Jer parlavano con altri ragazzi mentre Kat era circondata da altri che coccolavano Cowboy.
‘‘Ecco, bene, c’è anche quello stronzo del mio ex.” Disse una di loro. Mi voltai a guardare. Mark. Forse sbarrai gli occhi, forse stavo già tremando ma non mi accorgevo. Tay si avvicinò a me.
“Come va?”
“Bene. Te?”
“Ho visto Mark.” Abbassai lo sguardo. “Non tremi, è un buon segno, non trovi?” . A quelle parole mi sentii sollevata, ormai avevo la forza di affrontarlo. Non mi poteva più ferire. Non più. Ora ero forte. Taylor mi guidò a prendere qualcosa da bere, cingendomi la vita con il braccio. Mi mancava il contatto tra noi due, quel nostro modo di sfiorarci senza fretta. E la sua mano sulla cicatrice di Mark mi faceva sentire invincibile. Josh e Matt dei You me at 6 si avvicinarono e chiacchierammo un po’. Poi arrivò Dan forse già un po’ brillo.
“Non mi avevi detto di essere la ragazza di Taylor York” disse.
“Non sono il suo ragazzo, siamo solo amici” rispose Tay spettinandomi i capelli, dopo aver levato il braccio dalle mie spalle.
“Esattamente” confermai.
“Allora sappi che noi siamo tutti single” rise Matt
“Ma quella foto su instagram...”
“Solo uno scherzo, Dan” il ragazzo sembrò non curarsi della mia risposta e continuò a guardare altrove. Matt fu chiamato da alcuni amici e si unì a loro, invece Josh mi rubò al mio accompagnatore per una partita a biliardo. E giustamente si vincevano soldi quanto bicchierini di vodka. Vinsi la mia partita ma non ressi tutto l’alcool ingerito. Cercai Taylor. Chiacchierava allegro con una ragazza. Sapevo bene cosa fosse quella rabbia, furia che mi invase piano. Gli sfiorò il braccio mentre ridevano. Nessuno doveva toccare il mio Taylor! L’alcool giocava con la mia ratio e io stavo al suo sporco gioco. Mi avvicinai a loro, presi la mano di Tay tra le mie e mi atteggiai come una fidanzatina innamorata. Lo chiamai ‘amore’ e guardavo quella troia a disagio.
“Jess, sei ubriaca”
“No, ok, forse si” stavo facendo la stupida. E il mal di testa, la nausea giungevano lentamente. Andammo via dalla festa, ritornando al nostro bus. Taylor mi prese tra le braccia, infine. E mi sentii difesa ed al mio posto. La testa mi girava e non ragionavo più. I pensieri confusi, mille cose in mente ma solo un pensiero fermo, deciso e sicuro. Volevo Taylor.
“Ok, ora stai un attimo qui.”
“Taylor.” E lui si avvicinò. Ci misi poco a baciare quelle labbra morbide, calde. Ma si allontanò troppo presto.
“Jess, non ora. Sei ubriaca e sarebbe...” non capii cosa dicesse, stavo già dormendo.
L’indomani mi svegliai mentre il bus viaggiava già. Il braccio di Taylor mi circondava ed io stringevo la sua mano, ricambiata. Cos’era successo? Oh, caspita, che mal di testa! Taylor sussurrava qualcosa durante il sonno e tentai di non svegliarlo. Mi sorreggevo a tutte le superfici per non perdere l’equilibrio. Mi avvicinai a Max dandogli il buongiorno.
“Notte pazza?”
“Non so, non ricordo.”
“Bevuto troppo?”
“Decisamente.”
“Ah, il telefono ha squillato un paio di volte mentre dormivate.”
“Diamine!” Andai alla ricerca del mio telefono e notai 5 chiamate senza risposta. Jeremy, Jeremy, Kat, Jeremy, Kat. Mentre scorrevo i messaggi, suonò il telefono di Taylor. Speriamo non lo svegli, pensai.
“Pronto?”
“Jess?”
“Si.”
“Sono Jerm.”
“Ciao Jerm. Stavo per telefonarti.”
“Tutto ok? Taylor è con te?”
“Si, si. È ancora addormentato, però. Ti serviva qualcosa?”
“No, no. Solo assicurarmi che fosse tutto ok. Ieri siete spariti.”
“Si, Tay mi ha portato al bus, stavo poco bene.”
“Ok, fammi chiamare appena si sveglia.”
“Certo.”
“Ci vediamo a L.A. Buon viaggio.” Andai a cambiarmi e preparai la colazione e un buon caffè per Max. Ci fermammo poco dopo in modo potesse berlo sgranchendosi un po’ le ossa.
“Buongiorno” Taylor scese dal bus strofinandosi gli occhi.
“Taylor York sul mio bus. Quale onore. -Disse Max. Risi- comunque dovresti indossare una maglietta, mi fai sfigurare davanti a questa bella ragazza.” In effetti Taylor era molto più muscoloso in confronto a Max ma tra i due non avrei potuto scegliere il più sexy.
“Non preoccuparti. Non sono i muscoli ad interessare Jess –rispose Tay- allora come stai? mal di testa?”
“Ho preso un’aspirina. Sto decisamente meglio.”
“Perfetto” disse. Mi baciò la fronte, poi tornò sul bus.
“Bene, ripartiamo. L.A. ci aspetta.” Tornammo dentro e ripartimmo. Sentivo nell’aria qualcosa che non andava. Taylor era rimasto tutto il tempo in silenzio. La musica dalla radio dominava l’abitacolo.
“Cosa succede, Tay?”
“Solo un po’ di malumore.” Lo sentivo nella sua voce che qualcosa gli frullava nella testa.
“è colpa mia?” non rispose subito e un gran senso di colpa mi percorse le vene.
“Mi hai detto di non aspettarti prima di partire, ricordi?” era vero. Nonostante entrambi sapessimo cosa provavamo non volevamo rischiare, e non volevo lui perdesse l’occasione di essere felice mentre aspettava me. E se non fossi stata mai pronta? Non doveva aspettare me. Doveva vivere la sua vita. Ci soffrivo, ma era la cosa più giusta.
“Si.”
“Allora perché ieri hai fatto quella scena? Perché mi hai baciato, mi hai detto di restare con te per sempre?” battito accelerato, mani tremanti, gola secca. Un attacco di panico in piena regola.
“Tay...non ricordo...non...oddio.” cosa dovevo dire?
“Sto iniziando a frequentare un altro gruppo, Jess. Ma mi confondi le idee.” Il suo sguardo basso. Era vero. Tutto. Nascosi le mani sotto il tavolino. Tremavano troppo e non volevo lui si preoccupasse per me. Gli stavo creando fin troppi problemi.
“Sei felice col nuovo gruppo?”
“Si. Ho parlato anche di te e non vedono l’ora di vederti e conoscerti.” Sorrise.
“Allora a L.A. me li farai conoscere, ok? E scusami per ieri, ero ubriaca. Non ricordo niente di quello che è successo. Scusami.” Gli sorrisi. Sollevò lo sguardo fino ad incrociare il mio.
“Sai che ti voglio bene, vero?”
“Io di più” risposi. Durante il viaggio guardammo le foto del giorno prima, ne inviai al mio capo e altre ne pubblicai sul mio sito.
“Ti squilla il telefono” urlai a Tay intento a parlare con Max.
“It’s Taylor here. –pausa- hey, how are you? –pausa- certo. È fantastico. –pausa- si va benissimo. Allora ci vediamo lì. –pausa- Grande idea, così ti presento anche Jess, sono sicuro andrete d’accordo. –pausa- ok, a dopo. Ciao. Anche io.” Sorrise chiudendo la telefonata. Allora era proprio vero. Era felice. Decisamente.
“Era Chelsea, non vede l’ora di conoscerti. Ha detto che ci raggiungerà al Warped e poi andremo a bere qualcosa insieme agli altri. Non vedo l’ora che vi conosciate.”
“Ti piace, vero?”
“è una ragazza a posto.”
“A Taylor piace Chelsea, a Tay piace Chelsea.” Cantilenavo.
“Dai smettila.” Ma io continuai, come avrebbe fatto la Jess amica di Taylor. Mentre la Jess innamorata di Tay moriva e si nascondeva. Era difficile ma anche lui avrebbe fatto lo stesso per me. E fu ancora più difficile una volta arrivati nella grande città degli angeli.
“Casa dolce casa.” Dissi scendendo dal bus. Max era distrutto dal viaggio e decise di dormire un po’. Io e Tay prendemmo i pass, la macchina fotografica ed il resto, e andammo a fare un giro. Alcuni palchi erano già montati, quelli minori. Alcune band si unirono al Warped solo per l’ultima tappa, erano band ancora poco conosciute, ma era questo lo spirito della manifestazione. Alcuni riconobbero Taylor e chiesero autografi ed io gli scattavo foto mettendomi da parte. Era lui il divo, in quei momenti. Poco dopo incontrammo Jordan con Chad ed Dan, Jer, Kat, Josh ed Hayles arrivarono poco dopo.
“Ragazzi, che ne dite di una bella foto di gruppo?” proposi e tutti si misero insieme pronti a fare le smorfie più strane. La mia macchina passò poi di mano in mano per osservare l’immagine.
“Jessica Thomson?”
“Si?” era un uomo sulla cinquantina.
“Vorrei proporle un impiego.” Mi allontanai con lui e mi spiegò il tutto. Avevo un mese per pensarci. Mi consegnò il biglietto da visita e mi strinse la mano. Possibile che lavorare per il Warped mi procurasse così tanto lavoro? Taylor mi guardò con aria interrogativa.
“Ti spiego stasera.” Risposi. Ma dopo i live, presi un taxi e andai dai miei genitori.
“Ciao Kat, scusa il disturbo, ma puoi dire a Tay che non verrò stasera?”
“Perché?”
“Digli che è il suo momento.”
“Ok.” Chiusa la telefonata spensi il telefono. Volevo solo restare con la mia famiglia in quel momento. E Tay doveva vivere la sua vita senza me. Doveva avere il suo momento di essere felice.
Il giorno dopo Tay si presentò ai live con qualche nuovo amico e non riuscii a scamparmela.
“Taylor parla molto di te, sai?”
“Spero in bene.” Sorrisi.
“Ciao, io sono Chelsea.” Riccia, mora, portava un paio di short bianchi con una maglietta con scritto ‘Love is true’ e un paio di scarpe da tennis.
“Finalmente ti conosco. Taylor mi ha parlato di te.” Dissi stringendole la mano. Sorrisi mentre lei arrossì un poco.
“Allora, chi andrete ad ascoltare oggi?” chiesi.
“Tu in quale palco lavori oggi?”
“In tutti –risi- ho lo special pass oggi. Dovrò girare un po’ perché il mio capo vuole uno speciale di tutti i gruppi e non sarà una cosa semplice.”
“Promettimi che domani mi mostrerai tutte le foto.” Sorrise Chelsea.
“Certo.” Taylor mi guardò felice. Capii che era contento che io e Chelsea stessimo andando d’accordo. Ma non sapeva quanto stessi fingendo. Volevo fosse felice e avrei fatto di tutto. Passai a casa mia quella mattina per ritrovare i miei vestiti ed i miei tacchi tanto amati. Il Warped era finito e restavano solo feste, incontri e nuovi programmi. Nel parcheggio incontrai Josh e Jordan, entrambi mi guardarono stupiti.
“Finalmente ti riconosco!” disse il mio amico di vecchia data.
“Non ti avrei riconosciuta. Posso accompagnarti?” commentò l’altro. Acconsentii. Entrai con loro e subito fummo sotto i flash e gli occhi di tutti.
“Sono geloso. Potevi dirmi che venivi accompagnato.” Disse Dan nel vedere l’amico in mia compagnia.
“è mia, amico. Ho vinto.” Scherzarono.
“Wow Jess, sei fantastica.”
“Grazie Chelsea, anche tu.” Dissi sorridendo. Il mio sguardo poi incrociò quello di Taylor. Mi sorrise e fece una delle sue smorfie. Conoscevo il significato. Mi trovava sexy.
“Tay, non trovi sia splendida?” chiese la ragazza al suo accompagnatore.
“Si, splendida come sempre.”
“Tay, quanto ti ha pagato Chelsea per rispondere così?” scherzai.
“Non avevo notato che aveste lo stesso tattoo.” Disse Jordan. Chelsea controllò prima quello di Taylor, poi il mio.
“Si, è stato fatto per ricordarci...”
“...della nostra amicizia” disse Steve con vocina fine e dondolando come una bambina. Feci finta che quella battuta non mi atterrasse e che non mi facesse pensare ai baci, ai sentimenti, e risi. Feci finta di stare bene tutta la sera, ridendo e scherzando con tutti, su tutto, per Taylor. Ed ero anche brava perché Taylor non si accorse di nulla. Passarono due giorni prima di vederli nuovamente. E fu lo stesso giorno che li salutai prima di partire per 6 mesi in Africa. Non pensavo di accettare quell’incarico ma i fatti che accaddero in quei giorni mi fecero cambiare idea. Taylor e Chelsea erano felici insieme. Soffrii di più, però, scoprendo lo scatolone con le lettere ed i regali di papà, nascosti da mamma in tutti quegli anni.
  
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