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Autore: shelters    28/09/2012    3 recensioni
Charlotte era tornata.
Ma, mai come in quel momento, si era pentita di aver lasciato Parigi.
Se ne rese conto quando realizzò che due occhi bruni la scrutavano da lontano.
Certe volte l'amore svanisce, perchè le persone non lo hanno abbastanza a cuore.
O magari rimane per sempre, e sta a noi renderci conto se l'affetto che abbiamo donato era in realtà quello che provavamo davvero
~
"Prima di fare ritorno, si era detta che sarebbe tornata purificata, un percorso di liberazione che l’aveva portata a Parigi per un biennio e le aveva regalato attimi di felicità.
Tornata, si aspettava di vedere tutto con occhi diversi e trasognati; in realtà, guardandosi attorno in quel locale affollato e vociante, non si sentiva diversa e non vedeva differente, le persone che chiacchieravano allegre erano le stesse e l’atmosfera non era mutata di un filo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Alessia, che non si è nemmeno asciugata i capelli nella foga di leggere il primo capitolo


Non era cambiato niente, lo giurò a se stessa, lo vedeva con i suoi occhi, lo sentiva ed era il sentire più meraviglioso che ci fosse.
Ancora loro due, incastrati in un tavolino in un piccolo bar affollato, a chiacchierare come se lei non fosse mai svanita e loro non avessero mai smesso di rifugiarsi sotto le coperte del letto di lui appena la tensione tra di loro fosse diventata insopportabile.
Gli sorrise ancora, le pareva di aver seppellito quella pesante armatura di indifferenza in cui si era sempre racchiusa ostinatamente.
Quale sciocchezza gli stava raccontando ora?
-... e abbiamo capito in quel momento che Marcel aveva bisogno di essere portato in ospedale, ma abbiamo impiegato un’ora per trovare Jacques che era sparito senza dire niente a nessuno e nel frattempo Victoire non si trovava più...-
Lui rise ancora e a Charlotte parve che non avesse fatto altro per il resto del loro incontro, che fosse veramente felice di averla ritrovata.
-Deduco tu non abbia avuto un attimo libero...- commentò Liam con tracce del suo ultimo sorriso ancora sulle labbra
-Oh no, mi sono anche tanto rilassata... passeggiate a Le Tuileries, pranzi ai bistrot, musei e mostre, i parigini hanno sempre un milione di idee di cui renderti partecipe...-
Bevve qualche sorso del suo caffè, appoggiandosi piacevolmente soddisfatta allo schienale.
-Perché sei tornata?-
Charlotte sentì il bisogno fisico di portare lo sguardo fuori dalla vetrata del bar, osservando la fiumana di gente che popolava i marciapiedi, niente boulevards, niente file di alberi in fiore, nessuno che fosse lì da ore davanti ad una tela nel tentativo di catturare uno scorcio della città.
Solo gente attiva e adrenalinica, sempre protesa verso un dove.
-Mi hanno richiamato, a quanto pare servivo di nuovo qui...- replicò con un sorrisetto, ma improvvisamente si ricordò chi aveva di fronte e quanto lui la conoscesse nonostante tutto
-Sei... diversa da come ti ricordavo, lontano da quello che non mi piaceva di te...- le confessò lui in un sussurro ed era doloroso navigare nella dolcezza di quegli occhi bruni perché capiva quale parte sbagliata di lei gli avesse regalato durante il tempo che avevano condiviso.
-Mi piace molto come sei diventata...-
Non resse più perchè sentì pungergli gli occhi lacrime che non aveva mai osato versare in vita sua, per tutto ciò che di straziante le era capitato.
-È morto mio padre...-
Lo osservò mentre cercava disperatamente qualcosa da dire che fosse giusto in quel momento, ma lei lo guardò negli occhi e lui tacque, immergendosi in quel mare di malinconia.
-Quattro mesi fa, nella sua nuova casa a Firenze... arresto cardiaco, quando sono arrivata lì ho conosciuto Galatea, si erano sposati un mese e mezzo prima... e io non sapevo niente...-
Cedette anche la dura Charlotte e pianse contro i palmi delle proprie mani, perché lui non la vedesse e lei non fosse cosciente che lui le stava davanti e la guardava sciogliersi per tutta quella sofferenza.
Quando si riprese, Liam era ancora lì, il volto più pallido e gli occhi più scuri di pietà.
-Non mi ha invitata al matrimonio, Galatea mi ha detto perché non voleva deludermi dicendomi che un altro dei suoi matrimoni era naufragato... ma questa volta era serio, lei è una donna eccezionale, so che questa volta non sarebbe fallito... sono arrivata lì e ho trovato una marea di gente in lutto, a quanto pare ero solo io quella che non lo sapeva apprezzare... quante cose non mi ha detto? E quante volte l’ho accusato di non avere fatto il suo dovere di padre? Ho sprecato anni a detestarlo per come aveva gettato nella spazzatura il ricordo di mia madre e non mi sono mai sforzata di pensare a come stesse lui... non meritava una figlia ingrata...-
Singhiozzò e Liam fece quello che sognava fin da quando lei era entrata, meravigliosa, in quel bar, con uno di quei sorrisi in viso che erano ormai la sua ossessione: le catturò una mano nelle proprie e prese ad accarezzarle il dorso con il pollice.
-Sono rimasta fino all’apertura del testamento perché mi è stato chiesto, mi sono sentita un’estranea vicino a tutta quella gente che gli era affianco da chissà quanti anni e vicino a Galatea che non ha mai smesso di piangere, e indovina un po’? Mi ha lasciato tutto, a me e una parte a Galatea, tutto quello che non mi sono meritata, case, proprietà, eredità... non è mia stato così difficile convivere con me stessa...-
Lo guardò negli occhi, mentre le scendevano altre lacrime, e Liam si portava la sua mano alle labbra, baciandola delicatamente.
-Sono tornata a Parigi, ma era difficile rimanere così vicino a lui... quando mi hanno offerto di tornare a Londra ho accettato subito, un continente di distanza è più che sufficiente, ma so che le mie colpe rimarranno sempre con me... vorrei solo essere stata più presente, invece che essere fuggita fin qui per non doverlo ascoltare...-
Charlotte sentì la pelle tempestata di baci e lo rimpianse in maniera lacerante, rimpianse lui e le sue tenerezze, le volte che avevano riso in compagnia, quando lo sorprendeva a fissarla intensamente.
Quante volte l’aveva scombussolata con comparsate, quanto l’aveva viziata con piccoli gesti e lei, come aveva allontanato suo padre, così aveva allontanato lui.
Lo guardò straziata, cogliendolo mentre intrecciava le sue dita con le proprie e passava le labbra su ogni nocca bianca.
-Come si chiama lei?-
Liam la guardò interrogativamente, e lei gli fece un sorriso umido, tutte le volte che gli aveva rubato una carezza guardandolo sconvolgersi perché non era da lei, gli abbracci nel cuore della notte.
-Lei chi?-
Tornava tutto, come un’onda che sciabordava cullandola, e quando si ritirava Charlotte si accorgeva che le aveva sottratto tutto e poteva guardare i luccichi che il sole produceva sulla sua acqua solo da lontano.
-La tua fidanzata...-
Lui la guardò per lunghi minuti e lei si sentì di nuovo nuda, ma non a disagio, sostenne l’occhiata, ancora con le guance segnate dalle tracce delle lacrime e le labbra rosse per averle morse dolorosamente.
-Amanda...-
Non Charlotte, quella che gli stava di fronte e lo rimpiangeva silenziosamente con ogni fibra del suo essere: districò la mano dalla sua presa calda, tergendosi il viso e abbozzando un sorriso.
-È questo il prezzo da pagare per essere stata sciocca una volta... non sono stata in grado di tenermi nulla che valesse veramente la pena, si paga tutto, prima o poi... ho perso mio padre in maniera definitiva, ma forse questa è la perdita peggiore, perché tu sei ancora qui, ma non più mio...-
Non se ne accorse, ma piangeva ancora, e se quella scena fosse accaduta due anni prima entrambi l’avrebbero trovata assurda perché lei non era così, non lo era mai stata fino ad ora.
-Mi dispiace se non ti ho mai fatto sentire apprezzato e poi sono scappata, quando mi hai chiesto di bere un caffè insieme ho pensato che questa fosse una seconda possibilità, ma non credo di meritarmela...-
Charlotte capì che a breve si sarebbe alzata e sarebbe di nuovo uscita di scena, questa volta piangendo sulla sua anima rovinata, iniziando a pregare per non doverlo incontrare ancora e guardare con occhi sofferenti il suo errore.
-Una vita passata a trincerarmi dietro un muro di indifferenza nella speranza di non essere colpita da nessun dolore, senza pensare che potesse arrivare alle mie spalle... se fossi egoista non ti lascerei andare, ma ho combinato troppi guai per poter avere ancora il diritto di insistere... senza mio padre non avrei mai imparato a rimpiangere i miei comportamenti... e senza di te non avrei mai appreso quanto sia doloroso non poter essere corrisposti...-
_____________________________________
LOOK AT ME.
allora, so che dovevo aggiornare domani, ma iniziano e le giostre e la fiera nel mio paese e ho una festa, quindi non avrei avuto tempo.
è il secondo capitolo, ciò significa che ne mancano due.
aggiungo che non ho ancora visto glee, ma il promo della 4x04 è il peggiore della storia. i klaine e i finchel si lasciano e distruzione, lacrime, odio, morte.
per il resto LA VITA E' BELLA.
non so quando aggionerò, conoscendomi domenica o lunedì, non riuscirò a trattenermi lol

un abbraccio, Viola.
 
  
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