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Autore: debbythebest    28/09/2012    1 recensioni
Le orchidee avevano quel "non so che" di poetico per lei. In un epoca come quella, se avesse scritto una poesia su quel bellissimo fiore però, avrebbe anche segnato la fine del suo lavoro. Era il 1916 a Londra. La giornalista Eleonore Fierce stava seduta su una sedia, apparentemente assorta nei suoi pensieri, ma in realtà ascoltava sua madre, che con le sue amiche dell'alta borghesia londinese discuteva animatamente sulle suffragette. Come delle spine che le si infilavano nel fianco, le donne parlavano male di loro stesse. Non capivano cosa stesse accadendo là fuori.
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Quando la tua vita è nelle mani dl destino non c'è molto da fare. Questo era ciò che certi autori si limitavano a sostenere. Ma la verità per Eleonore è ben diversa. Lei è una rivoluzionaria, che non aveno paura di rischiare, senza saperlo si trasforma in un'eroina senza tempo,che ha aiutato la rivalsa delle donne.
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Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra, Il Novecento
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Tutto iniziò con "Rose Bianche ed Orchidee"






Era il 1916 a Londra. La giornalista Eleonore Fierce stava seduta su una sedia, apparentemente assorta nei suoi pensieri, ma in realtà ascoltava sua madre, che con le sue amiche dell'alta borghesia londinese discuteva animatamente sulle suffragette. Eleonore aveva venticinque anni, età che sua madre reputava alla pari dei settanta se non si era sposati. Ma era anche vero che la figlia era assai testarda, "qualità" che aveva fatto rinunciare Mrs Christabel Fierce ad organizzarle un matrimonio combinato. Però era proprio per l'insolenza della figlia e la mancanza del marito di prendere una posizione, se ora nella Londra borghese Mrs Fierce veniva denominata "La madre della Zitella". Un pensiero sfiorò la mente di Eleonore, tanto illuminante da farla alzare di scatto dalla sedia, nella sua camera ed andare a comporre una frase sul suo taccuino. La scritta era precisa. Diceva "L'indipendenza femminile". Nonostante quella frase fosse piena di promesse però, era anche piena di pregiudizi, tanto che due minuti dopo Eleonore l'aveva già buttata via cancellandola. Intanto dall'altra stanza si sentiva ancora sua madre ridere come se le fosse andata di traverso una tartina.
 
-Oh che assurdità, mie care! Queste Pankhurst non sanno a chi vanno incontro! Mio marito mi ha assicurato che tutte le donne che hanno manifestato sono in carcere ora!-.
 
Aveva detto Christabel, mentre la vicina di casa, la signora Parkinson controbatteva.
 
-So che questa solo l'opinione di una vecchia,cara, ma credo che con tutte queste manifestazioni le donne otterranno finalmente il diritto al voto! Avete visto cosa succede là fuori Mrs Fierce? Molte donne stanno lavorando al posto di uomini, ed é dal 1893 che in Nuova Zelanda é stato riconosciuto il Suffraggio Universale Femminile! La Nuova Zelanda capite? Solo una colonia dell'Inghilterra! E noi... qui, nel paese di colonizzatori che non possiamo avere voce in capitolo!!-
 
Dall'altra stanza si era sentito un gran chiasso, evidentemente la Parkinson si era alzata bruscamente. Così la giornalista del Times decise di origliare da più vicino. Uscì nel corridoio senza fare troppo rumore e tese l'orecchio verso la porta di mogano.
 
-Bazzecole Lady Parkinson! Paragonate un paese di selvaggi e coloni...alla Gran Bretagna! Se non fossi certa che mia figlia non sia una strega avrei detto che ora in quelle spolie ci sia lei!-.
 
Ancora una volta Christabel e signore scoppiarono in una risata.
 
-Una donna vale quanto un uomo. Anzi forse di più, chi lo sa! Non è mai stata data ad una donna l'occasione di far vedere quanto potessimo valere. Tutte! Voi,signora, rinnegate ció che dovrebbe e potrebbe essere, voi siete di vedute più strette di un uomo!-.
 
Nella sala Eleonore sentì un silenzio di tomba,poi, improvvisamente si ritrovò la porta sbatterle contro il viso, perché aperta da qualcuno.
Gli occhi azzurri della ragazza credettero per un attimo di trovarsi davanti Mrs Fierce, invece di fronte a lei, in tutta la sua orgogliosa postura stava Mary Parkinson. Lo sguardo duro sul volto appena increspato dalle rughe. Quando la donna si accorse di aver fatto finire la giornalista a terra, la aiutò e le fece cenno di saluto, puntando a terra l'ombrello da passaggio.
 
-La prego Lady Parkinson non dica a mia madre che origliavo! Mi organizzerebbe un matrimonio combinato una volta per tutte e mi farebbe abbandonare il giornalismo!-.
 
Gli occhi di Eleonore supplicavano e la caduta le aveva anche fatto arrivare una ciocca di capelli castani sulla fronte.
 
-Non si preoccupi mia cara. Non sono crudele come sua madre, che anche se sa che ogni volta che vengo invitata in questa casa litigheremo, mi invita ler salvare l'opinione altrui. Per far credere a tutti che lei é superiore a queste cose! Non sa che é da tanto tempo che non ce l'ha più... una reputazione.-.
 
Sul volto della ragazza apparve un sorriso un po' storto.
 
-Suvvia Cara, ho saputo che ha ricevuto un incarico importante! Mio nipote é più femminista di me se ha dato l'articolo a lei!-.
 
-Sa Lady Parkinson, non credo di essere pronta per un articolo in prima pagina, voglio dire che fino ad ora l'unica cosa che ho scritto é un romanzo a puntate nell'ultima pagina.-.
 
Il volto della donna si fece comprensivo.
 
-É da quel romanzo che ho capito quanto lei sia portata per la pubblica notizia, vede in "Rose Bianche Ed Orchidee" avuto l'impressione che lei non stesse scrivendo la storia...-.
 
Il volto di Eleonore si rabbuiò.
 
-Bensì che lei stesse commentando un fatto di cronaca! Mi comprende Miss Fierce?-.
 
-Pienamente!-.
 
Disse la ragazza, timida.
 
-Forse ho un'idea per l'articolo Lady Parkinson, ma lei deve mantenere il segreto!-
 
La donna annuì.
 
DUE GIORNI DOPO: SEDE DEL TIMES (Londra)
 
Eleonore correva per i corrodoi come una forzennata, le scarpe che quasi le si erano cucite ai piedi, e in mano un foglio, apparentemente come tanti. Arrivata davanti ad un porta con su scritto "Parkinson"bussò, cercando di sistemarsi come meglio poteva in quei due secondi in cui la porta venne aperta.
Si sentì la voce di un uomo piuttosto giovane.
 
-É quello che penso? Ce l'hai fatta dunque?-.
 
Eleonore annuì.
 
-Pare di si Mr Parkinson!-.
 
-Me lo ha detto la zia!-.
 
Concordò l'uomo.
 
Miss Fierce gli passò il foglio. L'uomo negò.
 
- Non vuole leggerlo prima che vada in stampa? Mancano poche ore!-.
 
-Mi basta sapere che per lei é eccellente! Lo porti a Peter, lui saprà cosa farne!-.
 
La ragazza si avviò alla porta.
 
-Ah ,Eleonore, nel caso vada bene qual é il suo fiore preferito?-.
 
Lei sorrise.
 
-"Rose Bianche Ed Orchidee"-.
 
Disse sicura. Sicura di aver cambiato il mondo, anche se con un pezzo di carta dal titolo "La Rivalsa Delle Donne".
 
FINE...forse...



NDA: Che ne dite? Vi piace? Il mio genere solitamente è la fan fiction su film ecc...ma mi piaceva un sacco l'idea di ambientare una one-shot sull'epoca delle suffraggette. Forse perchè un po' lo sono anch'io. Recensite per far sapere alla matta cosa ne pensate delle sue strampalate scempiaggini.
Debbythebest
   
 
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