Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MermaidJey    28/09/2012    1 recensioni
Due gemelle, una l’opposto dell’altra. Orfane e allevate sin da piccole alla lotta.
Non hanno più nessuno al mondo, nessun obbiettivo, se non uno: la vendetta.
Ma se la vendetta poterà all’amore? Accetteranno questo sentimento tanto bello quanto devastante?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sam's POV
8. Per un pugno di budini




-Dai Sammy! Certo che sei proprio lenta!- il piccolo John correva a perdifiato giù per il pendio alle spalle Saint Bernard Istitute.
-Non credere che non riesca a prenderti! Ti sto solo dando un piccolo vantaggio.- urlai, con il fiatone. La verità era che quel piccolo mostriciattolo era un vero fulmine.
‘Diventerà un gran cacciatore.’ Pensai soddisfatta.
Si, eravamo orfani, ma finchè rimanevamo tutti e tre insieme il mondo sarebbe stato meno spaventoso, ecco cosa mi ripetevo sempre.
-Salvo!- urlò il piccolo fulmine, schiantandosi contro il tronco che delimitava i confini dell’istituto.
-Ok, per questa volta te la lascio passare, anche perché se ci beccano a giocare all’ora di pranzo una bella punizione non ce la leva nessuno!- esclamai, ammiccando al mio compagno di bravate.
-John! Sam! Quante volte vi ho detto che dovete smetterla di uscire quando non vi è permesso? Donna sta venendo a cercarvi! Se vi becca vi mette ai lavori forzati!- l’urlo di Susy si propagò per tutto il pendio.
Io e John ci guardammo per un lungo attimo, le nostre facce piegate in una smorfia di finta paura e divertimento: -Ok, il primo che arriva all’istituto fa il letto all’altro per un mese!- urlò il piccolo mostriciattolo prima di sfrecciare verso l’imponente edificio.
-Ehi! Non vale! Sei solo un piccolo mostriciattolo!- urlai, irritata dalla velocità del mio fratellino.



-Laciatemi! Lasciatemi! È mia sorella, non potete mandarmi via!- delle urla mi riportarono alla realtà.
Un dolore alla testa mi impedì di aprire gli occhi, e un prurito insopportabile alla gamba destra mi irritò.
-Signorina, l’orario di visite è finito. Sua sorella qui è in buone mani, se ci sono problemi la chiameremo.- sentii una voce femminile rispondere alle urla irritate di mia sorella.
Mi decisi ad aprire gli occhi: non c’era molta luce, segno che stava per arrivare la sera.
Susy si reggeva allo stipite della porta, cercando di contrastare i cinque infermieri che cercavano di tirarla fuori dalla stanza.
‘Sempre la solita’ pensai, abbozzando un sorriso divertito.
-Sam! Oh, Sam! Ti sei svegliata, grazie al cielo! Lasciatemi! Mia sorella si è svegliata, brutti…-
-Signorina, si calmi. Le diamo dieci minuti, poi se ne deve andare.- la interruppe bruscamente l’nfermiera, prima che partisse una scarica di violenti insulti.
Detto questo, tutti uscirono dalla stanza, lasciando me e mia sorella da sole.
-Sei la solita esagerata, che bisogno c’era di rivoltare mezzo ospedale?- dissi alla bionda, ridendo di gusto.
-Questi stronzi non vogliono che rimanga a dormire. Ma io dico che fastidio do… - esclamò Susy, stizzita.
-L’hai appena dimostrato, il fastidio che puoi dare.- dissi, palesemente divertita da quella scena.
Cercai di mettermi seduta, ma appena ci provai una fitta alla testa mi fece desistere.
-Stai buona, hai subito un trauma cranico, e hai una frattura alla gamba destra.- mi ammonì mia sorella.
-Ottimo.- esclamai, fingendo ilarità. Ci mancava solo l’ingessatura che mi avrebbe rallentato i movimenti per il prossimo mese.
-Ma si può sapere che ti è preso? Fred mi ha detto che ha cercato di proteggerti, ma ti sei scansata.- mi chiese la bionda.
-Fred? Da quando siete diventati così amici da chiamarlo con diminutivi? Comunque so benissimo proteggermi da sola, e ti informo che ho il sospetto che sia stato il demone a provocare il crollo.-
-COSA? Ma come è possibile?- esclamò, sconvolta.
-Pensaci: quelle grotte sono visitate da studenti ogni giorno, quindi sono sicure e sono sottoposte a controlli costantemente. E all’improvviso, quando andiamo in gita noi, crollano.- le feci notare. La verità è che dalla mattina della gita che avevo un brutto presentimento, come qualcosa che non ricordi, ma dovresti ricordare. È una sensazione frustrante difficile da ignorare, soprattutto quando le mie sensazioni sono sempre corrette.
-Fammi indovinare: avevi già un brutto presentimento e l’incidente ti ha confermato il sospetto.- disse Susy, scrutandomi con sospetto.
Mi strinsi nelle spalle, annuendo. Il che portò la ragazza ad aggiungere: -Cazzo Susy, perché non me lo hai detto? Potevamo stare all’erta insieme. Dovresti saperlo che le tue sensazioni sono sempre corrette.-
-Che ti posso dire, questa volta non mi sembrava niente di che. E in effetti, nessuno è morto.- risposi, irritata dalla verità delle parole di mia sorella.
-Nessuno è morto, ma tu hai una gamba rotta, e Michael per salvarmi ha rischiato grosso… - esclamò la bionda, con una punta di rammarico nella voce.
Sussultai: -Michael ha cercato di proteggerti? Cos’è successo? Sta bene?- se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Ero io quella che doveva proteggere Susy.
-Sta bene, ha una ferita alla testa, ha perso parecchio sangue, ma ora sta bene. Adesso è in una di queste stanze, non mi ricordo bene quale.- rispose, sorridente. Se fosse stato in condizioni gravi, di certo mia sorella non sarebbe stata così sollevata.
-Signorina, i dieci minuti sono passati, adesso deve andare, sua sorella ha bisogno di riposare.- affermò l’infermiera sbucando dalla porta della stanza.
-Oh va bene, va bene.- rispose, sbuffando e alzandosi: -Ci vediamo domani, dobbiamo ancora chiarire un paio di cose.-
-Ok, ciao. Dormi bene.- la salutai, sorridendole, grata di tutto il casino che aveva fatto per rimanere.


-Io mi rifiuto di mangiare questo schifo! Cos’è? Brodo di clistere? Io voglio del CIBO.- esclamai, schifata dalla sbobba che mi avevano messo davanti, mezz’ora dopo che Susy se n’era andata.
A confronto, il cibo della scuola era una prelibatezza.
-Signorina, questo è quello che abbiamo.- affermò l’infermiere grassone che mi aveva propinato quello schifo.
-Ok, il brodo e la mela se le può portare: il brodo mi fa venire i brividi e non mangio frutta. Mi lasci il budino e la fettina di carne, anzi, mi può dare un altro paio di budini?- chiesi, sorridendo amabilmente.
-Il cibo è contato per tutti i pazienti. Non posso darle niente di più e niente di meno.- disse, irritato. Detto questo, uscì borbottando.
-‘Fanculo. Io ho fame.- borbottai, ingozzandomi di budino al cioccolato.
Quando finii di mangiare tutto quello che era commestibile del pranzo che il simpaticone mi aveva lasciato, decisi che era ora di vestirmi, e andare a cercare del vero cibo.
Dopo una buona mezz’ora di imprecazioni verso il gesso e il mal di testa che mi affliggeva, riuscii a infilarmi una canotta e un pantaloncino, che non dava fastidio al gesso.
-Va bene, ho bisogno di stampelle… - decisi di chiamare l’infermiera. Iniziai a suonare il campanello accanto al mio letto, ma nessuno rispondeva. Sbuffai: ma che razza di ospedale era se le infermiere snobbavano le chiamate dei pazienti?
Zompettai verso la porta, e spalancandola iniziai a urlare: -C’è qualcuno là fuori? Infermiera!! Tizio ciccione della mensa! Qualcuno! Ho bisogno delle stampelle!-
Al suono delle mie urla, finalmente un’infermiera si decise a vedere cosa volessi.
-Signorina, non può uscire dal letto: ha avuto un trauma cranico deve riposarsi.- l’infermiera non voleva sentire ragioni.
-Io non ho bisogno di riposo, ho bisogno di CIBO, e di stampelle per muovermi.- esclamai esasperata dall’ottusità di quella gente. Non capiva proprio che finchè non mi avrebbero dato del cibo non sarei stata contenta?
-Mi dispiace, ma deve tornare a letto, le stampelle le avrà quando il medico lo riterrà opportuno.-
Sbuffai esasperata tornando a letto: dovevo arrangiarmi da sola.
Decisi di aspettare mezz’ora per poi sgattaiolare fuori dalla stanza, alla ricerca di un bar.
Non passò nemmeno un quarto d’ora che la porta della mia stanza si aprì, mostrando un acciaccato Michael Drake in tutta la sua bellezza. Aveva la testa e la spalla fasciata, probabilmente se l’era lussata.
-Che vuoi?- non avevo dimenticato quello che era successo nel boschetto, ma mi ricordai che aveva protetto Susy durante il crollo, quindi mi ripromisi di essere meno scorbutica.
-Ma ciao anche a te, Mantha.- non riusciva proprio a evitare quel tono ironico e quel sorrisetto sghembo, che lo caratterizzavano.
-Come mi hai chiamato?- chiesi, accigliata. Perlomeno non mi aveva chiamata con il mio nome per intero.
-Mantha. Sai, penso che Sam sia un diminutivo troppo comune. E tu sei tutto tranne che una persona comune.- mi rispose, sovrappensiero, entrando nella stanza e richiudendosi la porta alle spalle.
-Ci tenevo a ringraziarti per aver aiutato mia sorella nelle grotte, l’altro giorno. Mi ha raccontato che l’hai protetta durante il crollo.- gli dissi, indicando le ferite che si era procurato. Odiavo ringraziare la gente, orgogliosa com’ero, ma in quel caso era necessario.
‘Se fosse sucesso qualcosa a Zanne non me lo sarei mai perdonato.’
-Samantha Hichmond mi sta ringraziando, allertate i media!- esclamò, fingendo sorpresa. Stavo già per mandarlo al diavolo, quando mi precedette: -Comunque, non sono venuto per i tuoi ringraziamenti (che accetto volentieri, e tengo a precisare che l’ho fatto volentieri.) ma per portarti un’offerta di pace.- detto questo, uscì dalla tasca della sua felpa sei budini al cioccolato, sorridendo furbamente.
-Come hai fatto ad averli? – chiesi, sorpresa. Quel mastino dell’infermiere non sembrava farsi persuadere da niente e da nessuno. E come faceva a sapere che stavo morendo di fame?
-Ho i miei metodi. Ho sentito che ti lamentavi con l’infermiera e ho provveduto.- rispose, rigirandosi quella tentazione dalle mani. Feci una smorfia: avevo un debole per il cibo, e lui sembrava essersene accorto.
-Suppongo che dovrei ringraziarti, di nuovo.- borbottai, piccata.
-Non credo ce ne sia bisogno. Come ho detto, questa è un’offerta di pace, dimentichiamo le incomprensioni passate e ricominciamo daccapo.- disse, sorridendo amabilmente. Il suo tono sembrava quasi speranzoso.
Soppesai con cura le sue parole: Michael Drake era insopportabile, e mi aveva toccata senza il mio permesso più volte, ma aveva dei budini al cioccolato: -Va bene. Adesso dammi quel budini.- dissi, al limite della sopportazione.
Il biondo me li porse, scoppiando in una risata cristallina. Aveva vinto, questa volta.
-Allora, che ne pensi di mio fratello Frederick?- mi chiese, mentre apriva anche lui un budino e iniziandolo a mangiare.
-E’ un cazzone scorbutico. – borbottai. Per tutta la durata della gita si e no mi aveva rivolto la parola un paio di volte, e non aveva fatto altro che fissare Susy ossessivamente.
Alla fine non riuscii più a trattenermi.



-La vuoi smettere di fissare mia sorella? Fra un po’ la consumi.–
-Qual è il tuo problema? – sbottò, lanciandomi uno sguardo glaciale.
-E’ mia sorella, e tu hai una fottuta ossessione per lei, non credere che non me ne sia accorta.- gli risposi, glaciale quanto lui. Se credeva che fossi una stupida si sbagliava di grosso.
Sbarrò gli occhi, probabilmente preso alla sprovvista. E all’improvviso mi sentii male per averlo trattato male. Sapevo che a Susy piaceva, anche se lei credeva che non me ne fossi accorta. E se per Susy era diventato così importante, un motivo doveva esserci.
-Del resto, ti capisco. Zanne è una gran figa. Ma essendo sua sorella devo provvedere a proteggerla. Ti avviso: una lacrima, una sola, deve uscire per colpa tua e farai meglio a cambiare nome e città. E si, considerala una minaccia.- esclamai, sorridendo malignamente al moro, che scoppiò in una risata divertita.
-Lo ricorderò.–




-Ha parlato miss simpatia.- mi rispose Michael, ridendo divertito.
-Come ti permetti?- risposi, piccata.
-Ehi, io sono una persona sincera! E a dirla tutta, tu e Fred vi assomigliate molto, caratterialmente intendo.- disse, ridendo alla sua stessa battuta.
-Invece tu assomigli a mia sorella.-
-Caratterialmente?- mi chiese, incuriosito.
-Anche fisicamente.- dissi, scoppiando a ridere. Se faceva battute penose, perché non potevo farle anche io? Credevo che si sarebbe offeso, o addirittura arrabbiato, ma scoppiò anche lui a ridere, cogliendomi alla sprovvista.
-Samantha Hichmond, sei una continua sorpresa.- disse, tornando serio.
Stavo per rispondere ‘anche tu’ quando la porta della camera si aprì, mostrando la simpaticissima infermiera che mi aveva negato le stampelle.
-E voi due che ci fate ancora svegli? Dovreste riposare. Ragazzo, torna in camera tua.-
-Certamente. A presto, Mantha.- disse cordialmente, alzando una mano in segno di saluto.
-Ciao.- risposi, con un cenno del capo.
Appena Michael uscì dalla camera, lanciai uno sguardo assassino all’infermiera, che, mi ignorò bellamente, intimandomi di andare a dormire.
Poco prima di prendere sonno, pensai che fosse stato un bene non aver risposto all’ultima affermazione del biondo.



Sisters' Corner

Si lo so, sono una merda ._.
Mi ero ripromessa di aggiornare il più presto possibile ma alla fine è passato un secolo!!! ç_ç
Non fatemi del male!!!!
Che altro dire? La scuola è una merda, quando arriva natale?? ç_ç
Adieu
#muchlove
*Syl
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MermaidJey