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Autore: Notperfect    28/09/2012    2 recensioni
-Adesso…-. Sussurra al mio orecchio, con voce così sensuale e sexy da indurmi a pensare che sia uno di quei gigolò telefonici del venerdì sera. -…Chiedimi perché l’ho fatto-.
-Perché l’hai fatto, Zayn? Perché mi hai baciata?-.
Sta in silenzio per un po’.
Lo sento sorridere sull’incavo del mio collo, lasciandomi una scia di baci.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Do u believe in love?
 

La scuola uccide la salute.
Questo lo sanno tutti, è un concetto ormai affermato e riconosciuto al livello mondiale.
Eppure nessuno al mondo sembra intenzionato a rimuovere questi stupidi edifici con lo scopo di educare ragazzi.
Come se poi servisse a qualcosa!
Alla fine avanti vanno solo i corrotti e quelli con intelligenza e cultura rimangono gli ultimi della piramide.
Purtroppo di stupidi la mia scuola è popolata e, con malavoglia devo ammettere che le più idiote sono proprio le ragazze, quelle con la puzza sotto il naso e che scambiano la loro ignoranza con la bellezza.
Insomma, tanto ebeti quanto belle.
Alcune sono brutte e convinte, e sono le più rovinate.
-E il topo da biblioteca dov’è?-. La voce stridula di Stefany mi risuona nelle orecchie con lo stesso fastidio della sveglia alle sei del mattino.
Si riferisce a Natalie, la mia migliore amica.
Lei è una buona studentessa e porta sempre ottimi voti a casa. Ha un curriculum degno di Oxford e, ovviamente, la maggior parte delle ragazze della mia scuola la considerano un’asociale con problemi di integrazione, solo perché ha un po’ di intelligenza in più a loro.
Anzi, l’intelligenza di Natalie non corrisponde neanche ad un quarto della loro idiozia.
Non rispondo, lascio perdere, come al solito.
Natalie è ammalata, ha la febbre alta e stamattina presto mi ha chiamata dicendo che si sarebbe assentata per un po’.
Chiudo l’armadietto, lanciando uno sguardo fulmineo alla mora che ho davanti.
Sinceramente sono stufa dei suoi attacchi.
Stefany mi ha puntata dal primo giorno di scuola del college.
Mi odia, ed io odio lei. E’ odio reciproco, il nostro.
Eppure non è mai successo nulla di davvero tanto grave da far nascere disprezzo tra di noi. E’ come se nei nostri DNA ci fosse questo sentimento dell’una nei confronti dell’altra, come se odiarci e disprezzarci reciprocamente sia stato stabilito prima della nostra nascita.
-Che c’è? Oggi non sei dell’umore giusto?-. L’oca ritenta a stuzzicarmi.
Perdo la pazienza facilmente, non so fin quando ancora saprò resistere.
-Allora? Il topino dei denti ti ha mangiato la lingua?-. Fa una pausa, squadrandomi, come se dovesse mettermi a fuoco e trovare almeno un particolare del mio aspetto per offendermi. Noto il solito luccichio che appare nei suoi occhi quando ha avuto una ‘brillante’ idea.
‘Brillante’ si dice per tradizione.
-Queste scarpe dove le hai comprate? Voglio assolutamente averle anch’io, voglio regalarle alla mia trisavola!-. Si perde in una risata isterica e tremendamente forzata. Spero si perda anche nella merda che si ritrova ad essere.
Questa battuta non farebbe ridere a nessuno, tantomeno a me e agli altri presenti.
Nel corridoio si è creato un cerchio all’interno del quale io e Stefany siamo al centro.
Mi sono rotta le palle di questa situazione, si crea ogni mattina ed io vorrei solamente andare via da qui e non tornare mai più.
-Senti Stefany…-. Metto tutto l’orgoglio e l’acidità possibile nel mio tono di voce, stupendo anche me stessa del coraggio che ho in questo momento. -…quando hai un po’ di tempo, perché non ti suicidi? Forse sei troppo impegnata a fare chissà cosa con i professori per avere una pagella decente. Che c’è? I tuoi sono in banca rotta? Non riescono più a corrompere i professori con il denaro? Mi dispiace per te, che sei una povera illusa senza un contegno e una dignità-. La scanso, uscendo da quel cerchio umano.
Tutti mi guardano stupiti, nessuno, prima di adesso, è riuscito a dire una cosa del genere a Stefany. Lei stessa ha spalancato la bocca, rimanendo allibita.
Qualcuno l’ha finalmente messa a tacere, e quel qualcuno sono io.
Non l’ha presa molto bene.
Peccato, non è un mio problema.
Suona la campanella e mi sto dirigendo verso l’aula di biologia.
Stefany mi raggiunge da dietro, spintonandomi e facendo in modo che tutti i miei libri mi cadano dalle mani.
Ottimo, spero che non voglia anche un premio Nobel per questo suo gesto molto sensato e maturo.
Mi accascio a terra per riprenderli, quando mi scontro con la fronte di un ragazzo.
-Ahia!-. Esclamo ad alta voce, mettendo una mano sul posto colpito.
-Scusami, volevo solo aiutarti a prendere i libri. Non era mia intenzione farti male-.
Non posso crederci, è Zayn Malik, il capitano della squadra di nuoto e il più popolare della scuola.
Tutti lo conoscono perché tutti lo considerano una divinità greca mista ad un Justin  Bieber inglese.
Insomma, è Dio sceso in terra.
Io non ho mai provato nulla per lui.
Certo, è molto affascinante ma non sono mai stata come le altre papere della scuola che gli sbavano dietro da quando mette piede in questa scuola ogni mattina a quando entra nell’autobus per ritornare a casa.
Non mi ridurrei a questo, non mi renderei così ridicola per un ragazzo.
-Oh…-. Sussurro solamente, imbarazzata.
Racimola tutti i libri sotto il mio sguardo, per poi alzarsi e porgermeli.
-Grazie-. Articolo flebile.
-Di niente-. Mi fa l’occhiolino, sorridendo.
Una fitta allo stomaco mi colpisce in pieno senza preavviso.
Ha degli occhi davvero profondi ed intensi e un sorriso per cui potrebbe metterci l’assicurazione.
Ricambio il sorriso, abbassando lo sguardo.
Mi tramano le mani e le gambe, tra poco cederanno, ne sono sicura.
-Ho visto come hai risposto a Stefany, prima-. Mi dice, mettendosi le mani in tasca. –Sei stata coraggiosa. Ti ho invidiata, devo ammetterlo. Nessuno l’aveva fatto prima-. Sembra davvero incredulo e molto sincero.
Sorrido, non sapendo cos’altro fare.
-Sarà meglio se vada in classe-.
Ecco Scarlett e le sue battute ad effetto senza fine o scopo: dal 3 Ottobre al cinema in tutte le sale di Narnia.
Ho un figo del genere davanti che mi sta parlando e guardando come mai ha fatto ed io dico che devo andarmene? Ho bisogno di cure, me ne rendo conto.
-Dimmi almeno come ti chiami!-. Esclama mentre mi allontano.
-Scarlett-. Urlo voltandomi verso di lui.
-E’ stato un piacere, Scarlett. Io sono Zayn!-.
-So chi sei-. Dico, ma non sono sicura che mi abbia sentita.
 
 
Le quattro ore successive passano molto lentamente, tanto che mi sembra di aver vissuto tutta la mia vita in sessant’anni.
Non ho fatto altro che pensare a Zayn Malik. E’ stato così gentile con me oggi e l’ho ringraziato con un misero ‘grazie’ sussurrato flebilmente.
-Scarlett!-.
Mi volto verso la provenienza di questa voce, sorprendendomi non appena scopro chi è a parlare.
-Oh, Zayn!-. Esclamo a bassa voce, meravigliata.
-Dove stai andando?-.
-A casa-. Rispondo in tono ovvio.
Insomma, è appena suonata l’ultima campanella, sono all’uscita della scuola…dove altro posso andare?
-Anch’io devo andare da questa parte, ti accompagno-. Annuncia deciso e determinato. Poi si corregge, notando l’espressione stupita che ho assunto. –Solo se sei d’accordo, ovviamente-. Si schiarisce la voce varie volte, guardandosi attorno.
Mi lascio scappare un sorriso ingenuo e lieve, annuendo. –Non c’è problema-.
Ci incamminiamo silenziosamente fin quando, a qualche isolato dalla mia destinazione, Zayn attacca a parlare.
-Allora, Scarlett…sei nuova, giusto?-. Domanda, titubante.
-Si, mi sono trasferita solo qualche settimana fa da Leeds-.
-E ti piace Londra? Intendo, ti trovi bene?-.
-Oh, certo-. Il significato di ciò che ho appena affermato è ben contrastante con il tono di voce con cui ho parlato e con l’espressione bassa e cupa che ho in volto.
-Non sembra-. Constata sicuro.
Si è accorto del mio umore? Nessuno è così interessato e attento a me da…sempre. Sono sempre stata quella più emarginata e silenziosa, più timida e mirata dalle beffe delle ragazze con più autostima di me.
Non dico nulla, scrollando solamente le spalle.
-E tu? Hai sempre vissuto qui a Londra?-. Chiedo, cambiando argomento.
-Fino a sette anni fa vivevo a Bradford. Poi per il lavoro di mio padre ci siamo trasferiti qui. All’inizio non l’ho presa bene perché, seppure piccolo, avevo comunque instaurato belle amicizie lì e mi era abituato a quello stile di vita. E’ stata un po’ dura abituarsi ma alla fine ce l’ho fatto e so che ce la farai anche tu-. Si volta verso di me, sorridendomi.
Io ricambio, intimidita.
-Hai sorelle o fratelli?-. Mi sembra una domanda da porgli in questo momento: ci stiamo conoscendo.
-Si, ho tre sorelle. Due più piccole e una maggiore-.
-Wow…hai grandi responsabilità allora-. Constato compiaciuta.
-Già…cerco sempre di controllarle ma non è facile. Io sono un adolescente come loro e molto spesso mi riconosco in ciò che fanno-. Prende una pausa, accendendosi una sigaretta. –Tu sei figlia unica?-.
-Si, purtroppo. Ho sempre voluto avere un fratello maggiore. Sai, quello che mi protegge sempre, che è geloso e protettivo, che manifesta il suo bene in tutti i modi possibili e immaginabili…-. Rispondo con aria sognante, ammirando la bellezza del ragazzo di fronte mentre inspira nicotina dalla sigaretta e lo libera sotto forma di fumo grigiognolo.
Ha degli occhi spettacolari che alla luce del sole fioco di oggi sono ancora più incantevoli.
-Potrei fungere io da tuo fratello maggiore, allora-. Dice divertito, ammiccando un sorriso che mi fa rizzare i muscoli e capovolgere lo stomaco.
-Hai già tre sorelle a cui badare, una quarta sarebbe troppo per te-.
-No, non penso-.
Passeggiamo ancora per un po’: per arrivare a casa mia occorre superare altri tre isolati.
Ho notato che abbiamo reso più lento il nostro passo, come se parlando abbiamo dimenticato il nostro obbiettivo principale.
Parliamo del più e del meno, delle nostre vite e delle nostre famiglie. Ci conosciamo per bene, e penso di aver conosciuto più Zayn in un quarto d’ora che mia madre in diciassette anni, con la quale non ho appunto un buon rapporto.
Parlo anche di questo a Zayn.
Sento che di lui posso fidarmi, il suo sguardo e il suo comportamento così responsabile e maturo mi spingono a parlare, a buttare ogni singola particella che compone i miei pensieri fuori.
-Scarlett, ti ho osservata, sai?-.
Lo guardo stravolta, un po’ stordita.
Cosa significa?
-Non guardarmi così. E’ solo che è da quando ti sei trasferita in questa scuola che ti osservo, ti studio. Sei una ragazza molto bella, sei il sogno di ogni ragazzo: alta, bionda, occhi azzurri. Ma io sono andato ben oltre. Il tuo comportamento mi ha permesso di capire che sei una ragazza debole all’apparenza, timida e delicata; i tuoi occhi sono dolci ma capaci di affrontare situazioni difficili. Oggi, quando hai detto quelle cose a Stefany, mi sono reso conto che hai anche un bel caratterino, sei una che sa il fatto suo e...-. Si ferma improvvisamente, facendo smettere di battere anche il mio cuore.
Anch’io l’ho osservato in questo periodo. In realtà l’ho ammirato perché è di una bellezza incredibile. Inoltre da ciò che ha fatto oggi nei miei riguardi, posso capire che è molto gentile e sembra esser molto sincero.
-Mi sto rendendo ridicolo. Scusami, fai finta che non ti abbia detto nulla. Questa è casa tua, giusto?-. Mi chiede, indicando la casa a due piani che abbiamo davanti.
-Si, come fai a saperlo?-. Domando confusa.
-Faccio il tuo stesso tragitto ogni giorno. Io abito lì-. Indica una casa a quattro dopo la mia.
Possibile che non l’abbia mai notato o visto in tre settimane?
-Oh…-. Sussurro, ingenua e spaesata.
Devo ancora riprendermi da ciò che ha appena detto.
Nessuno ha mai pensato cose del genere sul mio conto; o meglio, nessuno me l’ha mai confessato.
-Allora…ci…ci si vede-. Balbetto impacciata.
Mi sento un ebete e per di più ho le guance che vanno a fuoco.
Sono imbarazzata, terribilmente imbarazzata.
-Ci rivediamo senz’altro, questa è una promessa-.
Alzo lo sguardo su di lui di scatto, rimanendo a fissarlo per secondi che mi sembrano anni.
Lui mi sorride, intimidito e sicuro di sé al tempo stesso.
Lo vedo mentre si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia.
Sorrido anch’io, puntando lo sguardo in un punto indefinito, nel vuoto, mentre lui mi volta le spalle e si allontana.
Ecco, adesso inizio anche a sudare.
Sono troppo…sconvolta?
Emozionata?
Eccitata?
Meravigliata?
Allibita?
Non c’è aggettivo che possa descrivere il mio stato d’animo di questo momento. E’ un mix di emozioni mai provate prima.
-Zayn!-. Lo chiamo improvvisamente con tono esasperato come se abbia avuto l’impulso di farlo all’ultimo istante.
Quest’ultimo si gira verso di me, raggiungendomi nuovamente.
-Cosa c’è?-. Domanda premuroso.
-Io…io mi sento avvampare, ho i crampi allo stomaco e le gambe che mi tremano. Tutto questo perché ci sei tu al mio fianco in questo momento. Mi sto chiedendo perché provo tutto questo, insomma è la prima volta che parliamo e l’unica risposta che posso darmi è che…-. Mi blocco, imbarazzata.
-Che…?-. Mi incita.
-Zayn, io non voglio che tu sia solo mio fratello-. Dico alludendo a ciò che ci siamo detti prima.
Vedo la sua espressione preoccupata trasformarsi in un’espressione più morbida, quasi di beatitudine fin quando ride completamente.
-Lascia che faccia una cosa-.
Si avvicina, baciandomi.
Mi sento come se fossi in paradiso. E’ una sensazione quasi surreale, una sorta di emozione fluttuante e trasparente capace di catapultarmi in un mondo parallelo decisamente migliore.
Affondo le mani tra i suoi capelli e lui appoggia le sue sui miei fianchi, attirandomi ancora di più a sé.
Rimarrei in questo modo per sempre, fino alla fine dei miei giorni.
-Adesso…-. Sussurra al mio orecchio, con voce così sensuale e sexy da indurmi a pensare che sia uno di quei gigolò telefonici del venerdì sera. -…Chiedimi perché l’ho fatto-.
-Perché l’hai fatto, Zayn? Perché mi hai baciata?-.
Sta in silenzio per un po’.
Lo sento sorridere sull’incavo del mio collo, lasciandomi una scia di baci.
-Perché mi piaci. Perché credo nell’amore a prima vista e penso che possa esistere un...NOI-.




Lo so, fa leggermente CAGARE.
Sono le undici di sera e ho avuto
quest'idea. Boh, lascio a voi i commenti.
Passate sul mio profilo, se vi va.
Un bacio, notperfect.

  

   
 
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