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Autore: ErinLecter    28/09/2012    2 recensioni
Dino era sul divano di camera sua, aveva passato una giornata lunga e difficile, l'unica cosa che voleva fare era riposarsi.
Si stava per addormentare quando sentì un rumore provenire dalla finestra.. prese velocemente la frusta che aveva posato sopra il comodino e con un movimento veloce.. se la attorcigliò attorno al piede e cadde rumorosamente.
Imprecò ad alta voce mentre una piccola sagoma entrava camminando tranquilla dalla finestra.
-Dovresti imparare ad usare quella frusta senza i tuoi sopposti nei paraggi.. Dino- quella voce incredibilmente familiare risuonò nella stanza, Dino sorrise impacciato, era vero, senza i suoi sottoposti non riusciva a fare niente.. ma avrebbe fatto di tutto per loro.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 - PRIMA VOLTA
La scuola era incredibilmente tranquilla quel giorno. E, sebbene fosse quello che desiderava, non lo sopportava. Questo voleva dire che non c'erano guai a cui rimediare, non c'era nessuno da picchiare e.. voleva dire andare sul tetto dove lo aspettava Dino. 
Una smorfia si dipinse sul volto di Hibari, c'era qualcosa in quel ragazzo che lo bloccava, qualcosa che lo rendeva vulnerabile.. cosa che naturalmente non avrebbe mai ammesso, per quanto fosse vera. Si sentiva strano quando ogni giorno, l'altro, gli mostrava fiero un livido nuovo che lui, Hibari, gli aveva procurato. Come se fossero trofei da collezionare. 
Rabbrividì al pensiero del giorno prima quando gli aveva sfiorato la guancia e lui aveva provato.. calore. Per qualche secondo le sue guance si erano sicuramente colorate di rosso. 
No, non si sarebbe fatto toccare mai più. Sospirò arreso e si diresse verso il tetto, aprì la porta di scatto, ma non c'era nessuno. Meglio così, avrebbe dormito un po' prima di combattere. Si distese e chiuse gli occhi. 
Era strano che Dino non si fosse presentato in orario, di solito era lui quello che si faceva attendere e cercava mille scuse per non andare agli incontri. Cercò una qualche risposta ma non la trovò, socchiuse gli occhi cercando di pensare. Scosse la testa, dicendo a se stesso  che non importava dove fosse quell'Idiota. Poteva fare quello che gli pareva. Se non si presentava all'incontro, meglio. Avrebbe avuto un pomeriggio di pace, cosa che ultimamente, per colpa dei Vongola e di quel bambino chiamato Reborn, non accadeva.
In quel momento sentì la porta cigolare, girò la testa e vide una capigliatura bionda entrare trionfante. 
Sospirò, ma ne uscì un sospiro strano, mai usato da Hibari. Analizzò la sua reazione.. si sentiva sollevato. Ma perchè era sollevato? Guardò male Dino, quell'idiota era la causa di tutti i suoi guai e di tutti i suoi pensieri. Si alzò. 
-Sei in ritardo- Dino sembrò sorpreso, Hibari poteva fare tardi, ma lui no? -Avevo da fare.. tu hai sempre da fare.. pensavo che cinque minuti di ritardo non contassero- Dino sorrise dolcemente guardando Hibari, per chissà quale ragione gli sembrò quasi preoccupato, ma farlo preoccupare era l'ultima cosa che voleva. -Non volevo farti preoccupare, Kyoya. Davvero.. sono stato solo da Squalo a Villa Varia..- -Dove, scusa?- le parole gli uscirono di bocca senza preavviso, la sua faccia si contrasse in un'espressione incredula, come aveva potuto far tardi all'incontro per andare a Villa Varia da Squalo? Si girò dandogli le spalle mentre emetteva un suono simile ad un ringhio, non voleva apparire preoccupato, tanto meno geloso. No, non era geloso. Lui era solo indispettito perchè aveva fatto tardi. Eppure una domanda gli si fece strada nella mente, cosa aveva fatto con Squalo? All'improvviso gli sembrò inverosimile il fatto che avessero chiaccherato solo d'affari. Sgranò appena gli occhi. Non poteva pensare a certe cose.
-Kyoya, mi dispiace. Ma dovevo andare per forza.. sai i Varia sono insistenti, ed io anche se volevo venire qui da te.. - -Non mi importa- No, non gli importava. Perchè doveva importargli? Non voleva ascoltare quelle chiacchere, non era venuto per quello. Quando cominciò ad avviarsi verso l'uscita qualcosa lo strattonò e lo costrinse a girarsi, la faccia di Dino era a tre centimetri dalla sua, forse meno. Per un secondo non seppe che fare, fissò gli occhi dell'altro, incredulo. -Ti importa, sennò non lo avresti chiesto.. ti pare?- gli accarezzò una guancia con dolcezza. Troppa tutta insieme, Hibari non poteva sopportarlo. Mosse il braccio velocemente e colpì Dino in pieno viso, facendolo andare a terra. Continuò a fissarlo con gli occhi sgranati. Per lui quei secondi erano stati ore. Si ricompose. L'altro non lo guardava, aveva la mano davanti al naso e guardava per terra. 
Per la prima volta nella sua vita provò rimpianto per aver picchiato una persona. E per la prima volta non  seppe che fare, si limitò a guardare l'altro. Era successo tutto così in fretta. Semplicemente non se lo aspettava. Era stato colto alla sprovvista e, la cosa peggiore, era che quella carezza in qualche modo gli era piaciuta.
Dopo quelle che sembrarono ore l'altro alzò la testa e lo guardò con un'espressione di dolore. Un rivolo di sangue gli usciva dal naso e gli sporcava la faccia. Si sentì male, non sapendo perchè.  Incrociò gli occhi dell'altro che lo guardava triste. Avrebbe voluto picchiarlo ancora, perchè lo guardava in quel modo? Quel modo che gli faceva girare la testa? Giusto, perchè la testa gli girava? Una parte di lui che non pensava d'avere si animò, il Carnivoro che era in lui si ritrasse un po', per fargli spazio. Sbagliava o Dino aveva degli occhi stupendi? Fece qualche passo indietro, come se l'altro fosse un mostro. Il Carnivoro che era in lui si risvegliò. In men che non si dica, era già alla porta del tetto per andarsene. Sentì l'altro che lo chiamava, chiedendogli di aspettare. No, non avrebbe aspettato. Aveva provato troppe cose a lui sconosciute.. cose che non avrebbe mai pensato di conoscere e che forse, non avrebbe voluto conoscere. Era colpa sua, colpa di quel Dino Cavallone, se adesso era confuso, se adesso l'immagine degli occhi dell'altro lo tormentavano. Ignorò le grida dell'altro, abbandonando il tetto, pensando che andando via gli avrebbe fatto un favore, dato che sennò lo avrebbe ammazzato di botte. 


NOTE AUTRICE: 
SSSalve a tutti! Ed ecco il terzo capitolo! Ho voluto scrivere tutto ciò sotto il punto di vista di Hibari e il risultato direi che si vede. Il capitolo è parecchio confuso, come i pensieri del nostro Kyoya! L'effetto che volevo creare era più o meno questo, spero che nonostante la confusione il capitolo piaccia! Ho modificato il capitolo una decina di volte cambiandone la storia, poichè ogni capitolo mi sembrava.. scontato. Alla fine ho deciso che questa versione fosse perfetta per far capire quanto Hibari fosse confuso. Spero solo di non effettuare cambiamenti drastici. Hibari ho cercato di farlo più IC possibile.. ma è stato davvero difficile trovare un equilibrio per non far sembrare Hibari un altro personaggio. Vi ringrazio per le recensioni dei precedenti capitoli e chiedo scusa se il capitolo sembrerà banale. çwç 
Grazie per aver letto! uwu
  
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